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Italia - UE

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Italia - UE

Messaggioda mariok il 21/02/2016, 23:01

Una riduzione della spesa pubblica di tali dimensioni e per un così lungo arco di tempo non si è mai visto (forse nel mondo, certamente in europa).

Ma in economia tutte le opinioni sono possibili. :P
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Re: Italia - UE

Messaggioda franz il 22/02/2016, 8:18

Intanto per ora l'aumentio di tasse è già previsto


IVA verso triplo aumento fino al 25,5%. Salvo nuove tasse

AUMENTO IN TRE FASI – L’aumento sarà automatico, ossia non saranno necessarie né nuove norme, né decreti, provvedimenti o quant’altro per consentire al governo di valersi di tale clausola di salvaguardia. Dunque, se tutto rimarrà così com’è, tra circa 9 mesi scatterà il primo aumento. In particolare, gli aumenti IVA sono previsti in tre step: dal 10 al 12% nel 2016, al 13% nel 2017 e dal 22 al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 ed al 25,5% nel 2018.

SIMULAZIONI – Federconsumatori e Confcommercio si sono affrettate a fare due conti, nel caso in cui non si trovassero le coperture necessarie. E gli scenari delineati sono a dir poco inquietanti.
L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori che ha calcolato una stangata pari a 842 euro a famiglia. Secondo i conti effettuati, la spesa maggiore sarebbe di 266 euro con il passaggio dell’IVA dal 10% al 13% e di 461,18 euro in più per il passaggio dal 22% al 25,5%.
Un aumento di 28 euro sarebbe inoltre dovuto alle ricadute dirette dovute all’incremento delle accise sui carburanti (a regime) ed altri 87 euro alle ricadute indirette per l’aumento dell’IVA su gas, elettricità + accise sui carburanti (che incidono su costi di produzione e costi di trasporto) a regime.

L’Ufficio studi di Confcommercio lancia un allarme ancora più preoccupante: l’incremento dell’Iva potrebbe determinare un crollo dei consumi delle famiglie italiane per 65 miliardi di euro nel triennio 2016-2018.

L’incremento dell’imposta andrebbe a colpire la maggior parte dei beni e dei servizi, rivelandosi un’arma a doppio taglio: pur avendo come obiettivo l’aumento del gettito nelle casse dello Stato, rischia di contrarre ulteriormente i consumi degli italiani. I cittadini subirebbero un rincaro dei prezzi stimato nel 2018 pari al 2,5 per cento più alta rispetto al 2015, con un conseguente calo dei consumi, contrazione del reddito e un’ulteriore riduzione dell’occupazione.

LA QUESTIONE DEL GETTITO – La legge di Stabilità prevede solo la possibilità, per l’esecutivo, di evitare il rincaro dell’IVA, ma ciò a condizione che vengano adottati provvedimenti che garantiscano “gli stessi effetti positivi sui saldi di finanza pubblica” ossia non solo maggiori entrate, ma anche ulteriori tagli di spesa. In buona sostanza, gli italiani eviteranno l’aumento dell’IVA a condizione di accettare un’ulteriore spending review (oltre alle ultime già sufficientemente rigorose) o nuove tasse.

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha già annunciato che non ci saranno aumenti. Ma il punto è che, nelle voci di bilancio, il gettito Iva offre numeri più solidi, certi e, soprattutto, più graditi agli occhi degli osservatori internazionali rispetto al riordino delle agevolazioni o alla spending review, tante volte annunciati e mai realizzati negli ultimi anni. Secondo, infatti, quanto citato dal Sole24Ore, un punto di Iva ordinaria vale circa 4 miliardi di maggior gettito all’anno, mentre un punto di Iva al 10% ne vale 2,3.
http://quifinanza.it/tasse/iva-verso-tr ... refresh_ce


Solo di IVA e solo per il 2016 quindi l'aumento di imposta già previsto comporta un gettito (stimato) di 13 miliardi.
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Re: Italia - UE

Messaggioda ranvit il 22/02/2016, 9:12

Gufi e rosiconi, sarete sputtanati dalla realtà :lol: :lol: :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Italia - UE

Messaggioda mariok il 22/02/2016, 9:47

ECONOMIA
Conti pubblici, il Tesoro apre il cantiere per la manovra 2017
Il peggioramento dei saldi di bilancio potrebbe richiedere una manovrina di aggiustamento in corso d’anno. E per il prossimo servono minimo 24 miliardi. Oggi il position paper italiano sull’Ue. Venerdì Juncker a Roma da Renzi e Mattarella
di Enrico Marro

Sono passati solo 5 mesi dalla nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza) 2015, ma il Def 2016, che il governo presenterà entro il 20 aprile, descriverà un deciso peggioramento della situazione economica e dei conti pubblici. Il problema non è tanto quello di una possibile manovrina di aggiustamento in corso d’anno — perché 3 miliardi (se Bruxelles dovesse respingere lo 0,2% di flessibilità sui profughi) si possono trovare nelle pieghe del Bilancio — ma la manovra per il 2017, con i saldi di finanza pubblica che ballano e la necessità di trovare comunque 15 miliardi per impedire che scatti l’ennesima clausola di salvaguardia, cioè l’aumento dell’Iva dal prossimo primo gennaio. Ai quali bisognerebbe sommare almeno altri 8,5 miliardi (cioè mezzo punto di Prodotto interno lordo) per rispettare il percorso verso il pareggio di bilancio. Insomma, a bocce ferme, per il 2017 servono come minimo 24 miliardi.
Pil 2016 all’1%
Ma il guaio è che le bocce non sono ferme a 5 mesi fa. La congiuntura internazionale è peggiorata. E le previsioni contenute nella nota di aggiornamento del Def, che allora parevano azzardate, ora si rivelano irrealistiche. L’anno scorso il governo, per far passare il suo piano economico a Bruxelles, puntò tutto su un drastico calo del deficit nel 2017, che grazie alla crescita del Pil sarebbe sceso all’1,1% (dal 2,2% del 2016). Il che avrebbe consentito di centrare il pareggio strutturale di bilancio nel 2018. Adesso questi due parametri andranno rivisti. Il deficit quest’anno viaggia verso il 2,5%. E con un Pil che l’Ocse ha appena stimato per l’Italia all’1% nel 2016 (contro l’1,6% previsto dal governo) il deficit 2017 sarà rivisto al rialzo (1,5-2%). Di conseguenza il pareggio strutturale di bilancio slitterà. In questa prospettiva la Commissione europea deciderà a maggio se dare il via libera a tutta la flessibilità che il governo italiano si è presa oppure se bocciare la manovra. Il che, soprattutto se il debito pubblico non dovesse scendere, aprirebbe la porta a una procedura d’infrazione.
Il Fiscal compact sarebbe insostenibile
Scenari che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, neppure prendono in considerazione. Per loro non c’è alcuna manovra bis all’orizzonte e nel 2017 i conti andranno a posto grazie alla spending review e alla crescita che beneficerà degli ulteriori tagli delle tasse, a cominciare dall’Ires sulle imprese. Oggi Padoan renderà noto il Position paper dell’Italia sulla nuova politica necessaria all’Europa per consolidare l’Unione (dalla garanzia bancaria all’indennità di disoccupazione europea) e rilanciare la crescita con più investimenti e meno rigidità di bilancio. Uno scenario nel quale non c’è più posto per il Fiscal compact, che renderebbe la vita impossibile all’Italia, costretta a ridurre il debito di 3,5 punti di Pil (60 miliardi) ogni anno. Uno scenario, invece, nel quale ancora si muove il presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker, che venerdì sarà a Roma per incontrare Renzi e il presidente della Repubblica,
21 febbraio 2016 (modifica il 22 febbraio 2016 | 07:21)
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Re: Italia - UE

Messaggioda ranvit il 22/02/2016, 10:31

E' evidente che l'applicazione del fiscal compact è impossibile, almeno per ora.
Troveranno un compromesso ;)
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Re: Italia - UE

Messaggioda franz il 22/02/2016, 11:29

Non mi sembra che il grosso della spesa sia locale. Qui dice il contrario.

http://www.repubblica.it/economia/2016/ ... 61221/?rss

Il debito pubblico è salito di 33 miliardi nel 2015

Alla fine di dicembre si è attestato a 2.169 miliardi, con una discesa rispetto al mese precedente ma in espansione rispetto all'anno prima. Enti locali virtuosi, la crescita si spiega con l'amministrazione centrale. Gli aiuti agli altri Paesi sfiorano 60 miliardi. Balzo delle tasse

MILANO - Il debito pubblico chiude il 2015 con una crescita di 33 miliardi e 800 milioni, attestandosi il 31 dicembre a quota 2.169,9 miliardi. A fine 2014, svelano i dati comunicati da Bankitalia, il debito ammontava a 2.136 miliardi (132,4 per cento del Pil), mentre alla fine di novembre era sopra 2.200 miliardi.

Via Nazionale spiega che l'aumento del debito nel 2015 (33,8 miliardi) "è stato inferiore al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (49,3 miliardi), per effetto della diminuzione di 10,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (collocatesi a fine anno a 35,7 miliardi) e degli scarti e dei premi di emissione che hanno contenuto il debito per 5,1 miliardi". Significa che il Mef ha svuotato in parte il suo conto corrente, mentre la dinamica dei titoli di Stato ha favorito il contenimento del debito. "Di contro", precisa la nota di Bankitalia, "le variazioni dei cambi hanno aumentato il debito di 0,3 miliardi".

Se si guarda ai luoghi dove il debito è aumentato, la "ripartizione per sottosettori" che sottolinea la nota di Palazzo Koch, si vede un comportamento virtuoso delle amministrazioni locali, mentre nel cuore dello Stato cresce l'indebitamento: "Il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 40,5 miliardi, a 2.077,5, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 6,6 miliardi, a 92,3; il debito degli Enti di previdenza si è ridotto di 0,1 miliardi".

Bankitalia fa anche il punto sul ruolo dell'Italia nel panorama degli aiuti internazionali: "Al 31 dicembre 2015 il contributo italiano al sostegno finanziario ai paesi" dell'Unione economica monetaria "ammontava a 58,2 miliardi (60,3 alla fine del 2014): 10 miliardi di prestiti bilaterali alla Grecia, 33,9 miliardi erogati per il tramite dell'European Financial Stability Facility (EFSF) e 14,3 miliardi di contributo al capitale dello European Stability Mechanism", il nuovo fondo salva-Stati.

Sul fronte entrate, via Nazionale registra un deciso aumento delle tassedurante l'anno scorso. A fine
dicembre scorso, le entrate tributarie sono state infatti pari a 433.483 milioni di euro, con un incremento del 6,4% rispetto ai 407.579 milioni dello stesso mese del 2014. Nel solo mese di dicembre le entrate tributarie si sono attestate a 80.144 milioni di euro, contro i 68.525 di dicembre 2014.


Nota: I dati che avevo a su tempo postato sull'andamento di spese ed entrate, relative ai primi 10 mesi del 2015 sono stati putroppo confermati. Li si indicava un aumento di spesa di 39-40 miliardi ed un maggior gettito fiscale di 11. La differenza (deficit e debito) era di 28. Ora i dati di tutto il 2015 arrivano 33, quindi in novembre e dicembre altri 5 miliardi di debito in piu'. Le spese dello stato erano aumentate dell'11% nei primi 10 mesi. Appena so l'aumento dei 12 mesi lo segnalo.
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Re: Italia - UE

Messaggioda ranvit il 22/02/2016, 11:43

Il debito pubblico (almeno quello in percentuale) puo' calare solo con l'aumento del Pil....eventuali tagli agli sprechi, lotta all'evasione, etc etc, verrebbero utilizzati per abbassare le tasse e fare investimenti per la crescita....

Rassegnatevi :lol:
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Re: Italia - UE

Messaggioda franz il 22/02/2016, 12:06

Sicuro. Si parla di diminuire il debito (in cifre assolute) di 50 miliardi (letto e non verificato) ma qui vedo che invece è aumentato di 33. E questi 33 sono frutto di aumenti di spesa (uscite) per 45 miliardi circa e di maggiori incassi per 12-13.
Qui se bisogna rassegnarsi a qualche cosa è agli aumenti di spesa pubblica e di tasse. E se la prima supera la seconda, anche di aumento di debito.
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Re: Italia - UE

Messaggioda ranvit il 22/02/2016, 13:27

Infatti.
Finchè il Pil non aumenta il fiscal compact puo' aspettare. Le risorse eventualmente liberate vanno dedicate al calo delle tasse ed agli investimenti.
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Re: Italia - UE

Messaggioda franz il 22/02/2016, 18:30

ranvit ha scritto:Infatti.
Finchè il Pil non aumenta il fiscal compact puo' aspettare. Le risorse eventualmente liberate vanno dedicate al calo delle tasse ed agli investimenti.

Già, ma secondo me il PIL non aumenta proprio perché
1) sono aumentate le tasse: 25.9 miliardi
2) sono aumentate le spese di 52.6 miliardi

Tra l'altro era previsto un aumento del PIL pari a 1.4% e a conti fatti è stato la metà (0.7%).
La maggior spesa non si è quindi trasformata in maggiore PIL ma in minore PIL.

Sul piano della politica economica mi pare che questo governo stia sbagliando di brutto.
Poi come si sa' non ci sono alternative per cui vi tocca tenervelo.
Qiesto non è in discussione.
Tuttavia i nodi vengono comunque al pettine e le clausole di salvaguardia che impongono aumenti di IVA sono già legge (italiana) e quindi scatteranno automaticamente, sottraendo una dozzina di miliardi dalle tasche degli italiani.
Molto piu' di quanto dato con gli 80 euro.

Mi pare che qui tentino il gioco delle tre carte .... ma non funziona.
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