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Italia - UE

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Italia - UE

Messaggioda mariok il 07/02/2016, 12:02

GLI SCENARI DI UNA CRISI
Le cose che bisogna fare
per salvare l’Europa

È venuto il momento, a Bruxelles, come a Roma, Berlino e Madrid, di smetterla
di litigare su qualche cifra decimale e prendere in mano le redini del futuro
di Francesco Giavazzi

Il Consiglio europeo del 18 febbraio potrebbe essere uno dei piu importanti nella storia recente dell’Unione. Nubi scure si addensano sulle istituzioni europee: se il Consiglio si dimostrasse incapace di affrontarle - o peggio, facesse finta di nulla — fra qualche anno quelle istituzioni, dall’Unione monetaria alla stessa Unione Europea, potrebbero non esserci più. Io penso ci pentiremmo di averne passivamente accettato la dissoluzione. Soprattutto se ne pentirebbero i Paesi del Sud dell’Europa che, ritrovatisi soli, piu difficilmente riuscirebbero ad arginare la pressione demografica che su di essi si esercita dall’altra sponda del Mediterraneo.

È venuto il momento, a Bruxelles, come a Roma, Berlino e Madrid, di smetterla di litigare su qualche cifra decimale e prendere in mano le redini del futuro di questo Vecchio Continente. Il momento — penso ai capi di governo che parteciperanno a quel Consiglio europeo — di essere degli statisti, non politici preoccupati solo del prossimo sondaggio. Al presidente del Consiglio italiano e alla Cancelliera tedesca avevamo chiesto, prima del loro incontro a Berlino di due settimane fa, che non ci facessero rimpiangere Alcide De Gasperi e Konrad Adenauer. È stata un’occasione sprecata.
Ciascuna delle nubi che si addensano sull’Europa potrebbe essere facilmente fugata: è la loro concomitanza che può distruggere le istituzioni. L’Unione minaccia di sospendere la Grecia da Schengen se non si dimostrerà capace di controllare il flusso dei rifugiati.
Noi facciamo fatica a controllare un’isola, Lampedusa, che dista 300 chilometri dalla costa libica. Di isole la Grecia ne ha qualche migliaia, alcune a poche centinaia di metri dalla Turchia, il Paese da cui arrivano gli esuli siriani. Che cosa pensiamo accada se, chiudendo le sue frontiere, trasformiamo la Grecia in un grande campo profughi? Pensiamo davvero che quel Paese continuerebbe sulla strada che ha intrapreso, in ritardo ma con coraggio, per rimanere nell’euro?
La partita con Londra indebolirà l’Unione qualunque sarà il risultato del referendum sulla permanenza o meno nell’Ue. Se il negoziato offrirà sufficienti concessioni per convincere i britannici a rimanere nell’Unione, il giorno dopo polacchi, danesi, svedesi, ungheresi e chissà quanti altri, chiederanno un medesimo trattamento. Se invece la Gran Bretagna uscirà si spezzerà un tabù e la domanda sarà: chi dopo Londra?

La Commissione Europea ha assunto una posizione assurda nei confronti dell’Italia. Roma non chiede, come potrebbe, che il costo che paghiamo per far fronte all’afflusso di rifugiati — sbarcano a Lampedusa, non a Lisbona — sia suddiviso fra tutti i Paesi dell’Unione. Chiede solo che quelle spese siano escluse dalle cifre cui si applicano le regole europee sui conti pubblici. Cioè di non dover fare una manovra aggiuntiva solo per questo motivo (è possibile che dovremo farla comunque, ma questo è un problema diverso). Il Signor Juncker non demorde e Matteo Renzi non poteva sperare in un’occasione migliore per mostrarsi inflessibile e crescere nei sondaggi. Andrà a finir male. Violeremo le regole, la Commissione chiederà che vengano applicate le sanzioni e la questione finirà alla Corte di giustizia europea. Pazienza, non fosse per il fatto che le cattive abitudini si diffondono rapidamente. Il nuovo governo socialista portoghese ha accettato solo in parte le osservazioni della Commissione sulla legge di Stabilità e qualche ministro ha proposto, se il Paese subisse delle sanzioni, di mettere il veto all’accordo con Londra. Se scivola su questi temi, il Consiglio europeo ne esce solo parlando d’altro. Ancora una volta un’occasione sprecata.

Eppure non sarebbe difficile comportarsi da statisti. I rifugiati siriani pongono molti problemi, ma offrono anche una grande opportunità. Solo Angela Merkel sembra aver capito che potrebbero essere i figli dei rifugiati di oggi a pagare fra vent’anni le nostre pensioni. È così difficile spostare il problema dei rifugiati dai singoli Paesi all’Europa, affrontandolo con risorse ad hoc ? Ad esempio rifinanziando adeguatamente Frontex (l’agenzia che gestisce le frontiere dell’Unione) trasformandola nell’embrione di una forza di sicurezza europea: Frontex, che dovrebbe proteggere circa 80.000 chilometri di frontiera, ha per il 2016 un bilancio di 254 milioni di euro. In confronto, il bilancio della città di Milano è di circa 5 miliardi. Si potrebbe sfruttare questa occasione per costruire un embrione di quel bilancio europeo comune senza il quale è difficile che l’Unione abbia un futuro.
Negli Stati Uniti d’America fu la guerra civile combattuta fra il 1861 e il 1865 a infrangere le resistenze al federalismo fiscale. I rifugiati come occasione, non solo un problema.
Le istituzioni si costruiscono con idee coraggiose, ma anche giorno per giorno. L’Unione bancaria è incompleta: non sopravviverà senza un’assicurazione comune sui depositi e un fondo europeo per gestire i fallimenti bancari. Esiste un Rapporto, scritto da cinque presidenti (Parlamento europeo, Consiglio, Commissione, Bce ed Eurogruppo), con proposte timide ma concrete. È troppo chiedere che il Consiglio del 18 febbraio ne discuta e dica che ne pensa?

6 febbraio 2016 (modifica il 6 febbraio 2016 | 22:42)
http://www.corriere.it/cultura/16_febbr ... F020103COR
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Re: Italia - UE

Messaggioda flaviomob il 07/02/2016, 12:22

I rifugiati siriani, finita la guerra, magari decideranno di tornare a casa loro...


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Re: Italia - UE

Messaggioda franz il 07/02/2016, 16:02

La Commissione Europea ha assunto una posizione assurda nei confronti dell’Italia. Roma non chiede, come potrebbe, che il costo che paghiamo per far fronte all’afflusso di rifugiati — sbarcano a Lampedusa, non a Lisbona — sia suddiviso fra tutti i Paesi dell’Unione. Chiede solo che quelle spese siano escluse dalle cifre cui si applicano le regole europee sui conti pubblici. Cioè di non dover fare una manovra aggiuntiva solo per questo motivo (è possibile che dovremo farla comunque, ma questo è un problema diverso).

Per quanto letto da diverse fonti, la Commissione ha già risposto all'Italia, in modo sardonico, che è già così ma che evidentemente l'Italia non legge le clausole dei trattati che firma. Questi esborsi sono già fuori bilancio quindi è inutile chiedere (alzando la voce) una cosa che è già stata prevista così per tutti, non solo per l'Italia.
Ma forse il problema è che l'Italia a questo punto non chiede che sia cosi per l'emergenza in corso ma per tutto quanto fatto sul fronte libico in questi anni, chiedendo di fatto un provvedimento retroattivo sui conti pubblici. Non da ora in avanti ma anche per gli anni passati. Il che francamente pare discutibile e difficilmente accettabile dagli altri partner europei. Sarebbe anche da verificare l'onere di questa spesa, soprattutto da quando abbiamo saputo che sul fronte del sostegno agli immigrati si sono verificati innumerevoli casi di abusi di spesa pubblica (lo scandalo a Roma noto come mafia capitale parla da solo).
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Re: Italia - UE

Messaggioda mariok il 07/02/2016, 16:41

franz ha scritto:Sarebbe anche da verificare l'onere di questa spesa, soprattutto da quando abbiamo saputo che sul fronte del sostegno agli immigrati si sono verificati innumerevoli casi di abusi di spesa pubblica (lo scandalo a Roma noto come mafia capitale parla da solo).


Infatti, la posizione della commissione non è un no a priori, ma è subordinata ad una verifica della spesa, cosa possibile non prima di maggio (parliamo di bilancio 2016). Dati, appunto, i precedenti, non mi pare una posizione del tutto ingiustificata.

Tuttavia mi sembra giusta in generale la critica di Giavazzi sulla miopia che complessivamente stanno mostrando i paesi e le istituzioni europei (inclusa l'Italia).

I torti sono da tutte le parti e su più fronti, come quello per esempio di pretendere dalla Grecia il controllo dei flussi dei rifugiati attraverso le sue innumerevoli isole minacciandola di tagliarla fuori da Schengen. E su tale pretesa è possibile che nessun paese abbia niente da dire, ciascuno concentrato sul proprio cortile?

Più di miopia dovremmo parlare di cecità!

Quanto a Renzi e Merkel, possibile che dal loro incontro non sia venuto fuori un minimo di scatto politico, ma soltanto frasi più o meno diplomatiche sulla flessibilità e sulle sue diverse interpretazioni?
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Re: Italia - UE

Messaggioda mariok il 11/02/2016, 13:08

Forse non sono un'aquila di intelligenza, ma non ci ho capito niente.

Contesta la cosiddetta politica di austerità, citando gli esempi britannico (deficit al 5%) e spagnolo (deficit al 6%), ma poi dice che non vuole violare le regole (deficit italiano al 2.5%).

Vuole una diversa politica dell'Europa confrontando Obama con Barroso. Ma possibile che non veda la differenza tra uno stato federale come gli USA, con una sua politica economica, un suo tesoro, una sua capacità di finanziarsi riccorrendo al mercato, e l'attuale Europa somma di 28 stati, ognuno dei quali se ne va per conto suo?

Parla confusamente di primarie, ma non si capisce per eleggere chi e come: il candidato socialista alla presidenza della commissione, ma che poi dovrebbe comunque essere scelto dal consiglio dei capi dei governi, con la mera ratifica da parte del parlamento?

D'accordo che il problema non è solo quello di nominare un super-ministro del tesoro, ma con quali altri strumenti pensa di poter cambiare la politica economica europea. Con la Merkel e gli stati del nord che dettano e continuano a dettare legge? E pensa che basti fare le primarie per individuare il candidato socialista alla presidenza della commissione, per dargli un'autonomia ed un potere che non ha?

Per carità di patria, con queste premesse, sorvolo sulla pretesa ispirazione ai padri costituenti di Ventotene.

Renzi: "La Ue sbaglia, di sola austerity si muore"

Il premier scrive a Repubblica e risponde a Scalfari sulla proposta di un superministro delle Finanze per l'eurozona: "Il problema non è la leadership ma la scelta della politica economica. Ora vogliamo una svolta"
di MATTEO RENZI

CARO direttore, in questi ventiquattro mesi di Governo sono stato oggetto più volte delle attenzioni di Eugenio Scalfari. Lo considero un onore, per la stima che nutro nei confronti del fondatore di Repubblica, voce tra le più autorevoli del giornalismo italiano. Il tema che egli pone in queste ultime ore mi impone di provare a rispondere, nel merito. E vado subito al sodo: ho grande rispetto per il dibattito che si è creato e sul quale anche l'Italia ha da dire e dice la sua, ma la questione del superministro europeo del Tesoro non è il punto centrale. Oggi il problema dell'economia dell'Unione non è il superministro, ma la direzione. Perché - questa è la tesi del nostro Governo - negli ultimi anni l'Europa ha sbagliato strada. E se vogliamo bene alle istituzioni europee, dobbiamo far sentire la nostra voce: lo facciamo per l'Europa, non per l'Italia.

Molto sinteticamente: negli otto anni di presidenza democratica, gli Stati Uniti hanno puntato su crescita, investimenti e innovazione. L'Europa su austerity, moneta, rigore. A livello economico gli Stati Uniti stanno meglio di otto anni fa, l'Europa sta peggio di otto anni fa. Sintesi da titolo di giornale o se preferisce da tweet: Obama ha fatto bene, Barroso no.

L'austerity non basta. E del resto i Paesi che sono cresciuti in Europa lo hanno fatto soltanto perché hanno violato in modo macroscopico le regole del deficit: penso al Regno Unito di Cameron che ha finanziato il taglio delle tasse portando il deficit al 5% o alla Spagna di Rajoy che ha accompagnato la crescita con un deficit medio di quasi il 6%.

Se una cura non funziona, dopo otto anni si può parlare di accanimento terapeutico.

Non pongo un problema di regole, sia chiaro. L'Italia rispetta le regole, con un deficit che quest'anno sarà il più basso degli ultimi dieci anni (2,5%). La Germania invece non rispetta le regole con un surplus commerciale che continua a essere sopra le richieste della Commissione. E ciò nonostante l'Italia è ripartita grazie alla spinta dei consumi, al sentimento di fiducia dei cittadini, al Jobs Act, alle riforme che costano fatica, ma sono necessarie.

Il problema non sono le regole, dunque; il problema è la politica economica di questa nostra Europa.

Prima di parlare di superministri, dobbiamo forse chiarirci fra noi sulla linea di politica economica. Perché di sola austerity si muore.

E qui vengo all'Italia. La battaglia che abbiamo intrapreso in questi mesi non è funzionale al piano interno, come sostiene qualcuno. Altri dicono che faccia aumentare i consensi. Non so, non mi fido dei sondaggi, sbagliano quasi sempre.

Se avessi ascoltato i sondaggi, non avrei mai accettato la sfida di dare un futuro a questa legislatura, imponendo un percorso di riforme al quale non credeva più nessuno.

Se avessi ascoltato i sondaggi, non avrei mai caricato su di me la sfida delle Europee 2014. Eppure abbiamo vinto, anzi stravinto.

Se avessimo ascoltato i sondaggi, non avremmo mai qualificato la nostra politica sui temi delle migrazioni, a cominciare dalle missioni in Africa, dalla Tunisia al Ghana, dalla Nigeria al Senegal, dal Congo all'Angola. Eppure è giusto farlo.

Penso che il compito di un politico non sia inseguire i sondaggi. Uno diventa leader se ha la forza di cambiare ciò che dicono i sondaggi. Se convince i cittadini.

L'Italia non fa polemiche in Europa perché ha un problema di consenso interno. Voteremo in Italia dopo il referendum inglese, dopo il nuovo governo spagnolo, dopo le elezioni in Francia, Germania, Olanda, Austria. Siamo - può sembrare un paradosso - il Paese con maggiore stabilità in Europa. Dunque, non abbiamo problemi in questo senso.

Noi abbiamo a cuore l'Europa.

Però dobbiamo cambiare anche noi italiani. Da un lato ci sono i demagoghi. Quelli che vorrebbero uscire dall'Euro, leghisti e pentastellati. Dall'altro quelli che pensano che ciò che dice Bruxelles è sempre e comunque la verità, a prescindere. E che il nostro compito sia solo obbedire alle decisioni prese altrove. Sbagliano, gli uni e gli altri.

Noi italiani dobbiamo avere consapevolezza che l'Europa è la nostra radice, il nostro futuro. E che se l'Italia non fa sentire la propria voce, questo è un male per tutti. Dunque se qualcuno di noi a Bruxelles chiede più attenzione al sociale, alla crescita, al servizio civile europeo, all'innovazione digitale, alla semplificazione burocratica, non è uno sfasciacarrozze isolato.

L'Italia ha avanzato e continuerà ad avanzare dettagliate proposte sui singoli dossier, su alcuni dei quali stanno, tra l'altro, lavorando in queste ore vari uffici coordinati da Pier Carlo Padoan. Ma il punto chiave è se, davanti alla crisi di rappresentanza che in numerosi paesi sta mettendo in crisi i partiti tradizionali, l'Europa sarà o meno in grado di ritrovare la strada della politica.

Significa una strategia globale sull'immigrazione, fatta di cooperazione internazionale più che di filo spinato.

Significa una visione unitaria del sistema finanziario, specie in questo periodo di grande turbolenza anche di qualche banca tedesca.

Significa impostare regole comuni sulla selezione dei candidati alla guida dell'Europa, a cominciare dalle primarie per la presidenza della Commissione.

Qualche giorno fa ho visitato un luogo simbolo; l'isola di Ventotene. E ho visto con dolore come anni di degrado abbiano ridotto il carcere di Santo Stefano a un rudere. Ma in quel rudere hanno sofferto i padri della patria, i paladini della Resistenza. Ho visto la cella di Sandro Pertini, i luoghi delle discussioni tra Spinelli, Rossi e Colorni (posso ricordare anche Ursula Hirschman?). Insieme al ministro Franceschini e al presidente Zingaretti abbiamo scelto di rilanciare una grande iniziativa per l'Europa, per formare i suoi giovani, per educarne le future classi dirigenti. Da Ventotene partì il sogno europeo. Oggi che sembra destinato a infrangersi sugli scogli dell'egoismo e sulle barriere della paura torniamo all'ideale, torniamo all'orizzonte, alla visione. Il Governo italiano ospiterà programmi di formazione per questa nuova generazione di leader europei. Perché l'unico modo per far vivere la memoria è tramandarla.

Dalla crescita alle primarie, dalla formazione per i nuovi europei alla direzione della politica economica, dall'Europa sociale alla lotta contro gli egoismi e le paure nazionali, l'Italia c'è. Ed è in prima fila, a fare la sua parte, giorno per giorno. In prima fila senza timidezza, con la forza delle idee; in prima fila per la potenza — me lo permetterà, in questo caso — della nostra identità
culturale ed economica.

In prima fila non per prendere tre voti in più alle elezioni, ma per dare un futuro ai nostri figli. E questo, in fin dei conti, è ciò che vale davvero.

L'autore è Presidente del Consiglio italiano
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Re: Italia - UE

Messaggioda ranvit il 11/02/2016, 13:26

Bisogna essere davvero fortemente prevenuti per criticare Renzi su quanto dichiarato a Repubblica.... :roll:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Italia - UE

Messaggioda trilogy il 11/02/2016, 14:05

Era sufficiente che Renzi dicesse che va bene il ministro del tesoro unico però con un tesoro unico. :mrgreen:
Il resto è pericolosa fuffa. Basta guardare il disastro che hanno provocato i tedeschi sulle banche europee. Da subito: vigilanza unica, regole di gestione delle crisi uniche... ma fondi di garanzia dei risparmiatori su base nazionale, ed è stato il caos.
Senza contare i tempi europei che creano incertezza permanente: per autorizzare quella ridicola bad bank italiana - mesi di negoziato; per sapere se la bozza di bilancio italiano sarà approvata - si aspetta primavera.

Poi un Ministro del Tesoro lo puoi avere solo se c'è una qualche forma di "governo europeo" liberamente eletto dai cittadini. altrimenti ci troviamo l'ennesimo "tecnico" alla Monti, o qualche commissario Prefetto e Dio ce ne scampi!
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Re: Italia - UE

Messaggioda mariok il 11/02/2016, 14:18

trilogy ha scritto:Era sufficiente che Renzi dicesse che va bene il ministro del tesoro unico però con un tesoro unico. :mrgreen:


Sarebbe stata senza dubbio una posizione chiara e comprensibile. Invece ha fatto un collage di tutti i suoi slogan, confuso ed inconcludente.

Mi sa che l'argomento Europa gli serve solo per confondere le carte. Una vera e propria linea non c'è e probabilmente nemmeno gli interessa.

Mi immagino quale sarà la risposta di Scalfari! :D
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Re: Italia - UE

Messaggioda mariok il 11/02/2016, 15:10

Gli errori nella lettera di Matteo Renzi a Repubblica

http://www.termometropolitico.it/120760 ... omica.html
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Re: Italia - UE

Messaggioda ranvit il 11/02/2016, 15:39

Era sufficiente che Renzi dicesse che va bene il ministro del tesoro unico però con un tesoro unico. :mrgreen:


Non credo! Pensate se fosse Weidmann o Schauble :roll:

In realtà bisognerebbe definire bene nei minimi dettagli il ruolo, i compiti ed a chi risponde... ;)
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