Non credo di avere mai firmato un appello ai presidenti della Repubblica che si sono succeduti durante i governi Berlusconi; non ho mai creduto che fosse utile e corretto tirarli per la giacca. Ma stavolta l'indignazione è talmente grande che a qualcuno si doveva pur far sapere. E infatti ho fatto girare la lettera che metto sotto, dove ho potuto. Non perché questo possa influenzare il Presidente, cosa che non credo, ma perché ormai, non c'è altro modo di fare opinione.
E fra l'arroganza dalla maggioranza e del Vaticano, l'imbelle paralisi dell'opposizione, lo sconcertante silenzio della società civile, è utile usare i piccoli spazi di resistenza civile che restano. Non si sa fino a quando. La situazione a me sembra molto pericolosa, e non solo per al povera Eluana, nei confronti della quale si sta operando una inaudita violenza: pericolosa per il nostro paese e le sue istituzioni democratiche.
Comque sia, metto la lettera anche qui, se qualcuno volesse firmarla
SCRIVI ANCHE TU QUESTA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
per inviarla basta un click:
https://servizi.quirinale.it/webmail/Caro Presidente Napolitano,
nonostante i suoi recenti richiami alla moderazione riguardo all'uso dei decreti legge, apprendo con ansia il comunicato del Presidente del Consiglio dei Ministri, col quale annuncia un provvedimento sotto forma di decreto legge, appunto, d'urgenza in materia di testamento biologico, volto chiaramente a bloccare l'esecuzione della sentenza della Corte di Cassazione, riguardo il caso della Sig.ra Englaro.
Mi chiedo se il Governo si renda conto che tale decretazione è in contrasto con l'art. 77 della Costituzione, vista l'indimostrabile natura di "straordinaria urgenza" e con l'art. 101 poiché si configura come una vera e propria censura politica di una sentenza definitiva, minando la base elementare di uno stato di diritto, la divisione dei poteri.
Scrivo a lei che è il Garante della nostra Costituzione, a lei che saprà di certo vigilare sulla deriva meramente decisionista di provvedimenti di questo tipo e preservare il potere legislativo del Parlamento, l'unico organo delegato dal popolo per rappresentarlo, cui spetta la sovranità della Repubblica.
Firma e città