La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Lavoro, “il 61% dei giovani italiani pronto a emigrare"

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Lavoro, “il 61% dei giovani italiani pronto a emigrare"

Messaggioda franz il 13/09/2015, 10:52

Lavoro, “il 61% dei giovani italiani pronto a emigrare per cercarlo all’estero”

L'indagine dell'Istituto Giuseppe Toniolo rivela che per il 90% degli under 32 lasciare la Penisola è una necessità per trovare un'occupazione adeguata. Australia, Usa e Regno Unito le mete in vetta alla classifica. Per Alessandro Rosina, tra i curatori del rapporto, "la propensione ad andarsene riguarda tutte le categorie e tutti i livelli di istruzione"
di F. Q. | 12 settembre 2015

Per la prima volta la maggioranza dei giovani italiani, oltre il 61%, è pronta a emigrare all’estero per cercare lavoro. E nove su dieci sono convinti che ormai lasciare la Penisola sia una necessità. Le mete più ambite? Australia, Usa e Regno Unito. E’ il quadro che emerge dal Rapporto giovani sul tema “Mobilità per studio e lavoro”, presentato a Treviso durante il Festival della statistica e della demografia. L’indagine è basata su un panel di 1.000 giovani tra i 18 e i 32 anni e promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo, in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo.

Il 70% degli intervistati ritiene che l’Italia offra alle nuove generazioni opportunità sensibilmente inferiori a quelle degli altri paesi sviluppati e che difficilmente il divario verrà colmato nei prossimi tre anni. L’83,4% è disposto a cambiare città stabilmente per trovare migliori possibilità di lavoro e di questi ben il 61,1% si dichiara disponibile a cercare lavoro all’estero.

Negli ultimi decenni l’Italia è diventata un paese di immigrazione, con una continua crescita della popolazione di cittadinanza straniera. Ma, al contempo, sottolinea il rapporto, è diventato anche sempre più evidente un flusso di uscita di giovani in cerca di un futuro migliore. Va anche considerato che nelle nuove generazioni è fortemente sentito l’aspetto positivo della mobilità, cioè fare nuove esperienze e confrontarsi con altre culture, indicato dal 74,8% degli intervistati.

I paesi che i giovani italiani considerano più attrattivi per un’esperienza di lavoro, non necessariamente definitiva, sono Australia, Usa e Regno Unito che insieme raccolgono oltre la metà delle risposte (il 54,8%). Segue la Germania, paese che presenta una disoccupazione giovanile particolarmente bassa, poi Canada, Francia, Austria, Svizzera e Belgio. Solo l’1,5% indica la Spagna, colpita negli ultimi anni da un’alta disoccupazione giovanile dovuta alla crisi.

“La migrazione italiana negli ultimi anni è decisamente cambiata. Non si tratta più di connazionali che prendono il treno un po’ spaesati e con al braccio valigie di cartone, ma di giovani dinamici, intraprendenti, affamati di nuove opportunità e con un tablet pieno di appunti su progetti e sogni da realizzare – commenta Alessandro Rosina, tra i curatori del Rapporto – Da un lato la generazione dei millennials considera del tutto naturale muoversi senza confini. Sono sempre più consapevoli che la mobilità internazionale è di per sé positiva, perché consente di aprirsi al mondo, conoscere diverse culture, arricchire il proprio bagaglio di esperienze, ampliare la rete di relazioni. Dall’altro lato il sempre più ampio divario tra condizioni lavorative delle nuove generazioni e possibilità di valorizzazione del capitale umano in Italia rispetto agli altri paesi avanzati e in maggiore crescita, porta sempre più giovani a lasciare il paese non solo per scelta ma anche per non rassegnarsi a rimanere a lungo disoccupati o a fare un lavoro sotto inquadrato e sottopagato”.

“I dati – conclude Rosina – restituiscono un quadro meno stereotipato rispetto a quello usualmente fornito nei mass media, schiacciato molto spesso sul tema della fuga dei laureati. La fuga è solo un aspetto del fenomeno, anche se è in effetti quello più problematico. E’ vero inoltre che i laureati tendono maggiormente ad espatriare rispetto a chi ha titoli più bassi, ma soprattutto perché hanno maggiori risorse e possibilità per farlo. La propensione ad andarsene, soprattutto se legata a difficoltà oggettive di trovare lavoro, è sentita in tutte le categorie e tutti i livelli di istruzione“.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... o/2029721/
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Lavoro, “il 61% dei giovani italiani pronto a emigrare"

Messaggioda mariok il 15/09/2015, 14:50

Posto qui questo articolo di Gramellini in quanto credo che sia solo apparentemente fuori tema.

Le ragioni del desiderio di scappare da questo paese non sono solo di ordine economico, legate alla difficoltà di trovare un lavoro.

Pesano anche episodi come questo.

Scuolabusivo

15/09/2015
MASSIMO GRAMELLINI
A San Pellegrino c’è un istituto alberghiero servito malissimo dai pullman, che hanno ulteriormente ridotto le corse dopo gli ultimi tagli della Regione, conseguenza inevitabile di quelli del governo. Potendoselo permettere, le famiglie dei milleduecento studenti affittano un paio di automezzi e organizzano un servizio alternativo di scuolabus. Lo spirito è quello di Alessandro Gassmann che prende la scopetta per pulire il marciapiede sotto casa. Il privato che subentra al pubblico e supplisce alle sue carenze, riconoscendo un’amara verità: certi servizi, un tempo finanziati dalle tasse, oggi per funzionare richiedono un contributo supplementare - in tempo e in denaro - da parte di chi ne fruisce. Quand’ecco la sorpresa. La Provincia di Bergamo (ma non erano state abolite, le province?) blocca il progetto dei genitori degli alunni, tacciandolo di concorrenza sleale.

A riprendere in mano i fili della storia, sembra di impazzire. Un’istituzione che non dovrebbe più neppure esistere mette i bastoni tra le ruote (è il caso di dirlo) a un’iniziativa privata sorta per garantire un servizio che gli enti locali non sono più in grado di fornire. Bollandola come concorrenza sleale. Ma concorrenza sleale a chi? A qualcosa che non c’è o comunque non funziona. Per il burocrate di casa nostra, evidentemente spalleggiato dalle leggi, il cittadino è costretto ad accontentarsi della sbobba sempre più scadente passatagli di mala grazia dal convento pubblico. Se pretende un piatto di spaghetti al dente ed è persino disposto a pagarselo, deve rinunciare perché trattasi di concorrenza sleale. Alla sbobba.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: Lavoro, “il 61% dei giovani italiani pronto a emigrare"

Messaggioda annalu il 15/09/2015, 16:05

Il primo requisito per entrare nel novero dei paesi veramente civili è la certezza del diritto. In Italia pare che piuttosto ci sia il regno dell'arbitrio, ottenuto scrivendo leggi confuse, contraddittorie ed "interpretabili" ad uso e consumo di chi può.

Annalu
annalu
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1387
Iscritto il: 17/05/2008, 11:01


Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Google [Bot] e 16 ospiti

cron