La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Svimez: al Sud pericolo di «sottosviluppo permanente»

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Svimez: al Sud pericolo di «sottosviluppo permanente»

Messaggioda franz il 31/07/2015, 9:04

Svimez: al Sud uno su tre è a rischio povertà. Pericolo di «sottosviluppo permanente»

di Manuela Perrone30 luglio 2015

Pil negativo per il settimo anno consecutivo, con una crescita che dal 2001 al 2013 è stata meno della metà di quella della Grecia. Divario record al 53,7% del Pil pro capite rispetto al resto del Paese. Investimenti che continuano a cadere. Industria al tracollo, con un valore aggiunto precipitato del 38,7% dal 2008 al 2014. Donne e giovani fuori dal mercato del lavoro. Nascite bloccate, che preannunciano uno «tsunami demografico». E un rischio su tutti: «Il depauperamento di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire al Mezzogiorno di agganciare la possibile nuova crescita e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente». È impietosa la fotografia dell’economia del Mezzogiorno che emerge dalle anticipazioni del Rapporto Svimez 2015, presentate oggi a Roma.

Pil pro capite, la forbice è ai livelli del 2000
Nel 2014 il Pil del Mezzogiorno, secondo Svimez, è calato dell’1,3% rallentando sì la caduta del 2013 (-2,7%) ma diminuendo di oltre un punto in più rispetto al Nord (-0,2%). Ha contato la dinamica più sfavorevole della domanda interna, sia per i consumi delle famiglie (crollati del 13,2% dal 2008 al 2014) sia per gli investimenti, caduti del 38% e addirittura del 59,3% nell’industria. E ha pesato la crisi, più che altrove: i dati dimostrano che si è attenuata in gran parte delle regioni italiane, ma molto meno in quelle meridionali. Tra il 2008 e il 2014 il Sud ha perso il 13% di Pil, circa il doppio del Centro-Nord (-7,4%). E il divario del Pil pro capite tra Sud e resto del Paese ha toccato l’anno scorso il massimo degli ultimi 15 anni (53,7%) tornando ai livelli del 2000.

articoli correlati: Tracollo del Pil al Sud: -3,5%. Consumi e occupati in caduta libera - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ABaDdjfB

Performance di gran lunga peggiore della Grecia

Dal 2001 al 2014 il tasso di crescita cumulato della Grecia è stato pari a -1,7%. La performance più negativa dell’intera eurozona, ma mai quanto il Meridione d’Italia: -9,4%, contro il +1,5% del Centro-Nord.

Il malessere del mondo produttivo

Colpiscono le cifre sull’industria, per quel già citato crollo degli investimenti del 59,3% dal 2008 al 2014, oltre il triplo del calo pesante registrato al Centro-Nord (-17,1%), e per la flessione del 35% del valore aggiunto, a fronte del -17,2% nel resto d’Italia. Nello stesso periodo calano anche le costruzioni (-47,4% gli investimenti, -38,7% il valore aggiunto) e i servizi (-33% gli investimenti, -6,6% il valore aggiunto). Non va meglio per l’agricoltura: investimenti -38%. Negative anche le esportazioni: nel 2014 sono calate del 4,8% contro la crescita del 3% al Centro-Nord. E si sono dimezzate al Sud le agevolazioni alle imprese sul totale nazionale: erano il 63,5% nel 2008, sono diventate il 33,2% nel 2013. Il pericolo, per Svimez, è quello già denunciato nel Rapporto 2014: una «desertificazione industriale».

Il lavoro che non c’è: nel 2014 occupati sotto i 6 milioni
Inevitabili i riflessi sull’occupazione. Negli anni della crisi nel Mezzogiorno è caduta del 9%, oltre sei volte più che al Centro-Nord. Delle 811mila persone che hanno perso il lavoro tra il 2008 e il 2014, ben 576mila sono residenti al Sud. Che concentra il 26% appena degli occupati d’Italia ma il 70% delle perdite determinate dalla recessione. Nel solo 2014 il Meridione ha perso 45mila posti, arrivando a 5,8 milioni di occupati, sotto la soglia psicologica dei 6 milioni e raggiungendo il livello più basso almeno dal 1977, l’anno da cui sono disponibili le serie storiche dell’Istat. Una prova - spiega Svimez - «del processo di crescita mai decollato» e del «livello di smottamento del mercato del lavoro meridionale».

Allarme donne e giovani
C’è un allarme specifico che riguarda le donne (lavora soltanto il 20,8% contro una media Ue del 51%) e i giovani: tra il 2008 e il 2014 il Sud ha perso 622mila posti tra gli under 34 (-31,9%) mentre ne ha guadagnati 239mila tra gli over 55. Per gli under 24 nel 2014 il tasso di disoccupazione ha sfiorato il 56%, contro il 35,5% del Centro-Nord. Parla da solo il dato sui neet (quelli che non studiano e non lavorano): nel 2014 in Italia sono aumentati del 25% rispetto al 2008, arrivando a 3,5 milioni. Quasi due milioni sono meridionali.

In arrivo «tsunami» demografico
A tutto ciò si aggiunge il calo delle nascite, che non accenna a fermarsi (persino gli stranieri iniziano a fare meno figli), e la migrazione verso il Centro-Nord che dal 2001 al 2014 ha interessato oltre 1,6 milioni di persone. «Un intreccio perverso», lo definisce Svimez. «Il Sud sarà interessato nei prossimi anni - avverte il rapporto - da uno stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili, destinato a perdere 4,2 milioni di abitanti nei prossimi 50 anni, a fronte di una crescita di 4,6 milioni nel Centro-Nord».

Una persona su tre a rischio povertà
Il risultato è la povertà: dal 2011 al 2014 le famiglie assolutamente povere sono aumentate in Italia del 37,8% al Sud e del 34,4% al Centro-Nord. Ma nel 2013 una persona su tre nel Mezzogiorno era a rischio povertà, contro una su dieci al Centro-Nord. Sicilia e Campania le regioni dove il pericolo è più elevato. Quasi il 62% dei meridionali guadagna meno di 12mila euro annui, contro il 28,5% del Centro-Nord. Ennesima faccia di un Paese «sempre più diviso e diseguale».

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=ACSFS6Z
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Svimez: al Sud pericolo di «sottosviluppo permanente»

Messaggioda franz il 31/07/2015, 15:03

Noto l'assenza di commenti ma è chiaro che Azzolini è molto piu' importante ... e non solo per le sue suore :(
Premesse ironiche a parte, la fotografia dello Svimez è abbastanza chiara ma quello che mancano sono le soluzioni.

Ovvero, la fotografia per me ha dei forti elementi di confusione, perché come sappiamo il lavoro sommerso è calcolato (o meglio stimato) dall'ISTAT ed aggiunto ai dati ufficilai del PIL ma non si sa come il sommerso viene trattato a livello di PIL regionale. Eppure ho passato quasi un'ora al telefono, un paio di anni fa, con un dirigente ISTAT per cercare di capire la loro metodologia di attribuzione del sommerso regione per regione, nell'ambito di un articolo che volevo scirvere su nFA a 4 mani con un altro esperto de settore. Non ci ho capito nulla ma forse è perché non c'èra nulla da spiegare: solo fumo. Articolo abbandonato per mancanza di dati certi.

Non sapendo come il sommerso viene attribuito a livello locale (e per il sud si parla di un 30-40% che diventa anche 90 in certi settori come agricoltura e edilizia) è chiaro che ogni rilevazione su cali o incrementi del valore aggiunto e dei consumi lascia il tempo che trova, se esiste un lato oscuro che pesa per piu' di 1/3 sul totale. Tuttavia non metto in dubbio il calo. Forse è anche peggio.

Ma quello che mancano sono le soluzioni. Chiaro (mi conoscete) che per me la soluzione vera è un reale federalismo e la fine di ogni sostegno alla spesa gestionale locale. Solo sostegno agli investimenti, e sotto stretto controllo. Questa è la cura shock propsta da Gramellini su La Stampa (vedi viewtopic.php?f=4&t=7951&p=78840#p78838 ) e che a mio avviso vale al 400% al sud. Questo vuol dire salari pubblici diversificati (con tutti i dolori di pancia dei sindacati), vera spending review locale (pena il fallimento delle comunità) imposizione locale diversificata. Ed al Nord dovranno pagare meglio i loro dipendenti, alzando le tasse.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Svimez: al Sud pericolo di «sottosviluppo permanente»

Messaggioda pianogrande il 31/07/2015, 16:34

Comincio a rifletterci anche io.
Quello che dice Franz che potrebbe essere il ritorno, almeno al concetto delle vecchie "gabbie salariali" potrebbe essere anche un modo di aiutarli a casa loro e cioè portare lì un po' di lavoro.
Certo, sarebbe una resa (ma quella, purtroppo, è ormai evidente e il contrario richiederebbe una vera rivoluzione nell'ambito della imprenditoria) davanti al fatto di non essere capaci di produrre lavoro se non con la perenne diminuzione dei salari il che significa essere (o cercare di essere) competitivi sui costi abbassando i salari invece che aumentando la produttività e cioè continuare a impoverire la popolazione.

Una soluzione del genere potrebbe portare un po' di lavoro sopratutto dove alla busta paga si aggiunge un minimo di attività agricola e, per esperienza del passato, quelle erano famiglie che stavano bene: piccolo podere con economia familiare corroborata dallo stipendio del lavoro in fabbrica.

Per le città il discorso potrebbe essere diverso.
Una rapida ricerca non mi ha dato granché ma il costo della vita (almeno del fare la spesa quotidiana) tra le città del nord e quelle del sud potrebbe differire intorno a un 10 % a favore delle prime e non sarebbero numeri stravolgenti.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Svimez: al Sud pericolo di «sottosviluppo permanente»

Messaggioda franz il 31/07/2015, 17:16

pianogrande ha scritto:Comincio a rifletterci anche io.
Quello che dice Franz che potrebbe essere il ritorno, almeno al concetto delle vecchie "gabbie salariali" potrebbe essere anche un modo di aiutarli a casa loro e cioè portare lì un po' di lavoro.

Nel settore privato i salari al sud sono già piu' molto bassi. Non ci sono "gabbie" e non le propongo.
Basta la libera contrattazione locale. Il fatto che ritengo aberrante è che ci siano contratti nazionali che impongono lo stesso salario/livello a Varese come a Molfetta. Quindi contrattazione aziendale basata sulla produttività. Ma non c'è bisogno di chiederla: è già così (correggetemi se sbaglio). Diverso è il caso del pubblico impiego, per cui il docente, il poliziotto, l'infermiere hanno lo stesso stipendio, a Mestre come ad Enna. Di norma è assolutamente insufficiente al Nord, è un ottimo stipendio al Sud, va a mala pena bene nel centro Italia. Naturalmente non basterebbe diversificare i salari pubblici. Occorre anche legarli alla reale raccolta tributaria. Se tutti evadono, niente stipendi.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Svimez: al Sud pericolo di «sottosviluppo permanente»

Messaggioda mariok il 31/07/2015, 18:08

Qualche domenica fa ho visto su Rai 3 in ultima serata una bella trasmissione di inchiesta giornalistica (I dieci comandamenti).

Era dedicata al "lido mappatella" di Napoli, una piccola spiaggia sul lungomare dove i "poveri" passano le loro giornate al mare.

Il bravo giornalista ha passato una giornata sul posto parlando con la gente. Niente politici, niente "esperti" di vario tipo, solo la narrazione della gente, della loro vita, del loro modo di arrangiarsi, delle loro delusioni, talvolta rassegnazioni, ma anche qualche aspirazione.

Era uno spaccato del "sommerso": lì nulla è legale: non la spiaggia (per la quale credo ci sia il divieto di balneazione, anche se si trova al fianco di esclusivi circoli nautici), non il piccolo stabilimento balneare organizzato da un dignitoso personaggio che fitta le sdraio e gli ombrelloni ad 1€ al pezzo, non i vari venditori di bibite, di gelati, di gadget vari.

Anche le vite dei bagnanti si svolgono nell'illegalità: piccoli commercianti a nero, venditrici di sigarette di contrabbando, piccoli artigiani, sconosciuti al fisco se non quando qualche poliziotto gli sequestra la merce per poi continuare ad ignorarli.

Il "gestore" del lido ha anche un figlio laureato, ovviamente disoccupato, che da una mano al padre nella sua attività che probabilmente erediterà.

A parte qualche solita frase contro l'indifferenza dello stato, sulla disonestà dei politici (uno di loro indicava al giornalista il complesso immobiliare affacciato sul mare di proprietà dell'ex ministro De Lorenzo), sulla mancanza di lavoro, a domande più specifiche su quello che sono le loro richieste o rivendicazioni, la risposta era sostanzialmente la stessa: poter essere messi in condizione di sviluppare le loro attività (quasi nessuna veramente criminale) senza essere ammazzati dal fisco, magari con qualche aiuto più che in denaro, in servizi ed infrastrutture.

Sinceramente mi sarei aspettato la richiesta di sussidi, "salari di cittadinanza" o roba del genere secondo i classici stereotipi ai quali siamo abituati.

Sono nato e cresciuto a Napoli e credo di conoscerla questa gente (almeno la parte migliore). Non sono fatti per il "posto fisso", per la fabbrica: esperienze come l'Alfa Sud o l'Italsider (carrozzoni pubblici), ma anche come la Olivetti (esempio di capitalismo illuminato), non hanno funzionato. Molti cercano il "posto al comune", ma solo per avere un'entrata fissa in cambio di un lavoro che non gli impedisca di continuare a svolgere la propria attività autonoma.

Il "gestore" del "lido mappatella", avrebbe voluto dallo stato la possibilità di "regolarizzare" la sua attività, senza dover vivere nell'ansia che da un momento all'altro arrivi la GdF e gli sequestri tutte le sue povere cose, costringendolo a ricominciare da capo.

Credo che per tentare ancora una volta, dopo tanti fallimenti, di affrontare la questione meridionale con qualche probabilità di successo, occorra battere strade nuove fuori dagli schemi del passato.

Il primo punto è certamente la lotta alla criminalità. Ma da sola non basta. Bisogna creare per un certo periodo una specie di "porto franco", lasciar fare alla creatività di questa gente con un minimo di vincoli e di controlli che li tiri fuori dall'illegalità.

Illudersi che il nord non debba farsi carico finanziariamente del sud è fuori dalla realtà. Ma l'aiuto va dato solo in investimenti per infrastrutture e sicurezza e per il resto con uno stato (e quindi un fisco) "più leggero".
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: Svimez: al Sud pericolo di «sottosviluppo permanente»

Messaggioda pianogrande il 31/07/2015, 20:49

Certo che tra tanti condoni fatti ai ricchi si potrebbe dare una mano a legalizzare le attività (comunque già ben note e comunque piuttosto tollerate) della micro economia sommersa.
Discorsi che rischiano di condurre sul crinale tra chi ha solo voglia, in qualche modo, di guadagnarsi la pagnotta e la criminalità organizzata che salterebbe addosso a iniziative di questo genere prevaricando i poveracci (è da supporre che lo faccia di già).
Un discorso a cui uno stato illuminato dovrebbe prestare la massima attenzione (a parte che in uno stato illuminato queste situazioni non ci sarebbero e quindi la vedo scura).

Mi sembra un soggetto di discussione interessante.

Aggiungo che molto probabilmente parte di queste attività le pagano già le tasse solo che l'esattore arriva sicuramente dall'altro versante di quel crinale di cui parlavo sopra.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Svimez: al Sud pericolo di «sottosviluppo permanente»

Messaggioda franz il 01/08/2015, 16:24

Ch strano, tanto sottosviluppo eppure sfornano gli studenti migliori. Per chi ci crede, ovviamente


Maturità, la rivincita del Sud: gli studenti più bravi vengono da Puglia, Campania e Sicilia
luglio 31st, 2015

Non è una rivincita, ma quasi. Agli esami di Maturità del 2015 gli studenti del Sud Italia hanno battuto sonoramente i colleghi del Nord. Un esempio? Prendiamo i dati diffusi ieri dal Ministero dell’Istruzione: è la Puglia la regione con più studenti che hanno totalizzato il massimo del punteggio (compresa la lode), seguita dalla Campania e dalla Sicilia.

Ma aumentano anche gli studenti che conseguono il diploma con una votazione sopra il 70, con un leggero incremento delle lodi e una consistente diminuzione dei 60. All’Esame di terza media, invece, passa il 99,8% dei candidati. Mentre 1 ragazzo su 4, alle superiori, dovrà colmare a settembre una o più insufficienze.

Ecco i dati sugli Esami di Stato e gli scrutini finali che emergono dalle rilevazioni condotte dal Miur. Il quadro completo e definitivo sarà pubblicato in appositi Focus nel mese di ottobre.

Maturità, migliorano i risultati dei candidati – All’Esame di quest’anno è stato ammesso il 95,6% degli alunni di quinta superiore. Il 99,4% dei maturandi ha ottenuto la promozione, con un leggero incremento (era il 99,2%) rispetto al 2014. Aumenta il numero di studenti, dal 59,6% al 62,2%, che prende un voto superiore ai 70 centesimi. Mentre diminuiscono i 60, la votazione minima per conseguire il diploma.

In leggero aumento i diplomati con lode: sono lo 0,9%, rispetto allo 0,8% dell’anno scorso. Le Regioni con il maggior numero di ‘super bravi’ sono: Puglia (788 lodi), Campania (455), Sicilia (372) e Lazio (345). Un quadro stabile rispetto al 2014. Anche i 100 aumentano, passando dal 4,5% al 4,9%, così come crescono le votazioni 91-99, che salgono dal 7,7% all’8,4%, e quelle 81-90, dal 18% al 18,9%. Salgono dal 28,6% al 29,1% anche i voti fra il 71 e l’80 e diminuiscono i voti più bassi: i 61-70 scendono dal 30,8% al 29,3% e i 60 dal 9,6% all’8,4%.

Le votazioni dei liceali sono mediamente più alte: l’1,5% ha conseguito la lode, il 6,9% il 100, il 10,7% ha preso tra 91 e 99, il 22,3% tra 81 e 90. Ma le performance dei candidati sono in miglioramento anche nei Tecnici e nei Professionali dove aumentano i 100 e i voti sopra il 70.

Scrutini di fine anno, bocciati in calo – Alle superiori scende la percentuale dei bocciati: dal 9,8% del 2014 al 9% di quest’anno. I non ammessi si concentrano soprattutto nel primo anno: sono il 13,7% (14,8% lo scorso anno). La percentuale di non promossi è del 15,2% negli Istituti professionali, seguono gli Istituti tecnici con l’11,5% e i Licei con il 4,8%.
Gli studenti con giudizio sospeso restano il 25% (25,1% nel 2014), concentrati maggiormente negli Istituti tecnici (29,1%), seguiti da Professionali (27,6%) e Licei (21,2%). Per un ragazzo su quattro si profila, dunque, un’estate di ripassi. La Regione con più promossi è la Puglia con il 72%. Seguono Umbria (71,5%), Molise (71,4%), Calabria (70,8%). Il maggior numero di sospensioni dal giudizio è in Sardegna (30%), seguita da Lombardia (28%) e Toscana (27,4%). In Sardegna anche la più elevata percentuale di bocciature (14,1%), seguono Campania (11,2%) e Sicilia (10,5%).

La scuola secondaria di I grado – La percentuale degli ammessi all’Esame del I ciclo si conferma quella dell’anno scorso: 97,2%. Aumentano dello 0,1% i ragazzi che hanno poi superato l’esame: il 99,8%, rispetto al 99,7% del 2014. Aumenta, infine, il numero degli ammessi alla classe successiva: 96,9% rispetto al 96,5% dello scorso anno.

http://www.corriereuniv.it/cms/2015/07/ ... e-sicilia/


Qualcuno nel riportare la notizia scrive su Facebook ...
In realtà il Sud è scolasticamente in fondo alle classifiche dei paesi sviluppati, ma i professori gonfiano i voti e promuovono tutti, tanto alla fine lo stipendio arriva a fine mese anche se non si fa il proprio dovere.
Cattivello o realista?
In effetti e vedere i dati PISA a livello sub-nazionale i dati peggiori sono proprio al SUD. Questo è assodato da tempo.
Se poi hanno buoni voti (anche all'università) allora hanno punteggi elevati nelle graduatorie pubbliche, ovunque vadano a lavorare (docenza o no) fanno disastri.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

De Masi: «Sud Italia responsabile della propria crisi»

Messaggioda franz il 01/08/2015, 19:40

De Masi: «Sud Italia responsabile della propria crisi»

Svimez: il Mezzogiorno peggio della Grecia. Per De Masi, la colpa è dei cittadini. E di una politica che preferisce non vedere. «Soluzioni? A breve non ce ne sono».

di Francesca Buonfiglioli

Il Sud Italia come la Grecia, anzi peggio della Grecia.
La fotografia scattata dalla Svimez è desolante. Dal 2000 al 2013 il Meridione è cresciuto del 13%, la metà del Paese ellenico che ha segnato +24%.
Per non parlare della disoccupazione che tocca il 20,5%. Più vicina alla percentuale greca, intorno al 25,6%, che non a quella dell'Italia centro-settentrionale che si 'ferma' al 9,5%.
PIL PRO CAPITE DI 17 MILA EURO. Il Pil pro-capite, nel nostro Mezzogiorno, è di 16.976 euro, mentre sulle coste dell'Egeo è di poco più di 20 mila euro.
«Con una popolazione di 21 milioni di persone, praticamente il doppio di quella greca», spiega a Lettera43.it il sociologo Domenico De Masi, «se il Meridione fosse uno Stato, ora staremmo parlando di Sud-exit, altro che Grexit».

DOMANDA. Tralasciando la Grecia, siamo di fronte ancora a due Italie.
RISPOSTA. Sì, lo dicono i numeri. Secondo l'Istat tra 50 anni la popolazione del Sud si ridurrà di 4 milioni di unità e ad andarsene saranno soprattutto i giovani, le menti migliori. Come è sempre accaduto del resto.
D. Una fuga di cervelli interna.
R. Esattamente. Il tasso di occupazione è pari ai due terzi, 42% contro 64% del Nord, mentre quello di disoccupazione è di 11 punti più alto. Per non parlare del Pil pro-capite che è praticamente la metà di quello del Settentrione.
D. Il rapporto Svimez parla di desertificazione del tessuto industriale. È così?
R. La verità è che le uniche vere multinazionali endogene e attive sono rimaste mafia, ndrangheta, camorra e sacra corona unita. Ben quattro in una sola area, un bel record. E dallo sfascio economico deriva quello culturale.
D. Cioè?
R. Nel Nord 48 persone su 100 leggono almeno un libro l’anno; nel Sud la percentuale scende al 31%. Secondo la graduatoria delle 107 province italiane elaborata da Il Sole 24 Ore in base alla qualità della vita, tra le ultime 30 ben 29 sono meridionali.
D. Di chi è la responsabilità?
R. Sicuramente dei meridionali, e lo dico da molisano. Dal 1860 non abbiamo fatto altro che attribuire colpe: ai piemontesi, ai Borboni e così via. Nel 2014 ben 86 tra intellettuali, imprenditori e politici del Sud hanno firmato una sorta di manifesto in cui, tra le altre cose, enumeravano i vizi atavici di questa parte d'Italia. E sa quali erano?
D. No, dica pure.
R. Nella sfera economica: individualismo, infantilismo, incompetenza, clientelismo, disorganizzazione. In quella etica: arroganza, disfattismo, dietrologia, familismo, irriconoscenza, presunzione. E, infine, nell'estetica: pressappochismo, provincialismo, rassegnazione, rozzezza.

Immagine

D. Anche lo Stato però, dopo aver drogato il Sud con l'assistenzialismo, non è che abbia fatto molto altro...
R. È innegabile. Gli aiuti nazionali, considerando le spese in conto capitale, sono calati del 12% l’anno; nel pieno della crisi, tra il 2007 e il 2014, gli investimenti industriali sono calati del 50%. E poi c'è il capitolo dei fondi europei.
D. Che spesso restano inutilizzati.
R. Sì, ma perché le Regioni, soprattutto Calabria, Campania e Sicilia, non hanno soldi. E se non si investe, l'Europa non eroga i finanziamenti. Il risultato finale di tutto questo è che i poveri nel Nord sono il 5% della popolazione mentre nel Sud sono il 21%.
D. Calabria, Campania, Sicilia: ha citato tre Regioni che non sono esattamente esempi di buona gestione.
R. E dire che, per esempio, la Sicilia è totalmente autonoma. Questo vuol dire che le tasse restano sul territorio. Per non parlare poi dell'organizzazione. Faccio un semplice esempio: oggi non sappiamo neppure quanti sono gli abitanti di Napoli. Persino nel sito ufficiale del Comune il loro numero passa disinvoltamente da 960.079 a 989.768 e poi a 1.004.500 unità nello spazio di poche righe. E nell'ufficio apposito lavorano almeno 50 persone.
D. È così difficile parlare di Sud?
R. Mancano i dati, i numeri precisi. Per fortuna che ogni anno Svimez ricorda la situazione in cui versa questa parte del Paese.
D. C'è chi ha definito Svimez un ente inutile: i soldi spesi dallo Stato per fare statistiche, dicono, potrebbero essere investiti per creare lavoro.
R. Il fatto è che per molti è preferibile non vedere e non fare sapere quello che accade nel Sud. Meglio chiudere un occhio.
D. Anche due. Lo stesso Matteo Renzi fu ripreso perché nel suo primo intervento da premier non pronunciò mai la parola Sud.
R. Che il governo non sia particolarmente attento alla questione meridionale è un fatto. Basta vedere la sua composizione. Si è data più importanza alla presenza femminile che al resto. Dovrebbe essere del Sud almeno un terzo dei ministri.
D. E i governi precedenti? Hanno brillato?
R. No, questo no. Credo ci sia un preciso intento di ignorare e fare ignorare una parte del Paese. Però, in passato, durante la Prima Repubblica...
D. Le cose erano diverse?
R. Abbiamo avuto moltissimi politici e ministri meridionali. Prendiamo De Mita: segretario del maggiore partito italiano e anche presidente del Consiglio. Praticamente come Renzi.
D. Ma esiste una soluzione per risolvere questa situazione?
R. Certo che no, almeno in un lasso di tempo calcolabile, poi se parliamo di 2 mila anni, questo non lo posso sapere.
D. Un'era geologica, praticamente...
R. Se il governo e la politica se ne infischiano, chi ci pensa: Gesù? Padre Pio?

Twitter @franzic76
http://www.lettera43.it/esclusive/de-ma ... 181572.htm
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Svimez: al Sud pericolo di «sottosviluppo permanente»

Messaggioda pianogrande il 01/08/2015, 20:27

Purtroppo, l'economia non si risolve con poteri speciali o i finanziamenti.
Non si farebbe altro che aumentare il numero di mangiatoie.

Comincio veramente a sperare che la politica in genere possa incoraggiare le iniziative locali perché da lì bisogna partire.

L'economia marchigiana è partita dalle cantine e dai sottoscala.
Gente che lavorava giorno e notte per quattro soldi (parlo in particolare del calzaturiero).

Non parlo di finanziarla l'iniziativa locale (se no ricadiamo nella seconda riga) ma di liberarla in qualche modo; innanzitutto dal potere mafioso e poi da quello burocratico-fiscale ma in modo legale e non con l'ignorare l'evasione di molti e magari massacrarne altri (vale per la burocrazia e per il fisco).

Insomma una ricostruzione del sud senza una cassa del mezzogiorno ma una politica favorevole alla piccola economia locale vista come germe per il futuro.

Chissà se i politici hanno tempo per queste questioni che li allontanerebbero dai conciliaboli sulla spartizione del potere.

Eppure, anche i ladri hanno bisogno di qualcosa che funzioni se no (copyright Beppe Grillo) a chi rubano?
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Svimez: al Sud pericolo di «sottosviluppo permanente»

Messaggioda flaviomob il 01/08/2015, 21:51

Matteo Renzi non pronunciò la parola SUD. E nemmeno la parola MAFIA. Ora si schiera contro i magistrati.

Sarà una coincidenza?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Prossimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 11 ospiti

cron