La vera storia delle regionali raccontata dai numeriDi Salvatore Vassallo
Lavorando su un archivio dell’Istituto Cattaneo che contribuii a costituire diversi anni fa ho potuto verificare che gran parte delle analisi sul voto delle regionali 2015 sono fuorvianti. Non considerano infatti la dimensione straordinaria assunta in questa tornata elettorale dal fenomeno delle liste di appoggio sia ai candidati del PD che ai candidati di Fi e Lega.
Se si vuole davvero capire (e raccontare al pubblico) «chi ha vinto e chi ha perso» o più specificamente, quale equilibrio queste elezioni fotografano tra il «partito di governo» e gli altri, occorre tenere conto della specificità delle elezioni regionali. Anche al fine di rendere possibile questo tipo di valutazione, dieci anni fa ho contribuito a creare una base dati in cui, per tutte le elezioni europee, regionali, nazionali e provinciali, ogni lista presentata è ricondotta alla sua area politica di riferimento. In questo modo, tra le altre cose, è possibile studiare l’evoluzione dell’area elettorale PD o dell’area elettorale PdL anche con riguardo a elezioni in qui questi soggetti non erano ancora (o non sono più) presenti sulla scheda di voto.
Se si guardano i risultati in serie storica (tabella 1) con questa accortezza, salta immediatamente all’occhio una cosa fino ad ora sottovalutata. Le liste di appoggio, variamente qualificate come “liste del presidente” o con denominazioni ad hoc hanno raccolto una quota ragguardevole di voti sia nell’area PD che nell’area di centro destra. Queste liste ad hoc non esistono in occasione delle elezioni europee o politiche nazionali e quindi possiamo presumere che i relativi elettorati rifluiscano in loro assenza verso la «casa madre». Con una differenza significativa. Nell’area di centrodestra si è trattato spesso di liste a sostegno di due candidati alla presidenza contrapposti. È il caso delle liste con denominazioni ad hoc a sostegno di Zaia e Tosi in Veneto o a sostegno del candidato fittiano in Puglia. Nell’area di centrosinistra si tratta sempre di liste presentate a sostegno del candidato PD.
http://www.idemlab.org/wp-content/uploa ... 24x501.pngDopo avere opportunamente riaggregato le aree elettorali, il risultato complessivo risulta molto più in linea con le attese misurate dai sondaggi sulle intenzioni di voto verso il PD e gli altri partiti nazionali, o comunque meno inspiegabilmente distante. Il PD non replica il risultato straordinario delle Europee. Il governo qualcosa ha pagato per le scelte di rottura compiute negli ultimi mesi. L’area elettorale PD si assesta intorno al 37%.
Si vede anche che, al netto delle sue divisioni interne, il centrodestra è effettivamente in ripresa sul piano elettorale, tanto che se si unisse tornerebbe ad essere uno sfidante credibile. Si vede anche che la caduta del Movimento Cinque Stelle continua.
http://www.idemlab.org/wp-content/uploa ... 24x664.pngDopodiché, se si guardano i dati in maniera più analitica, si vede anche che il voto ha avuto una dinamica differenziata da regione a regione, perché giustamente le persone votano sempre più spesso confrontandosi con il quesito specifico a cui sono chiamati a rispondere, con l’offerta disponibile e il tipo di incarico pubblico da ricoprire. L’aggregato riflette sette dinamiche regionali molto diverse. Però i segnali che se ne possono cogliere sul piano nazionale sono chiari, se solo si prendono le misure giuste.
http://www.idemlab.org/regionali2015/Salvatore VassalloProfessore ordinario nell'Università di Bologna. Insegna Scienza Politica e Analisi dell'Opinione Pubblica. Deputato nella XVI legislatura (2008-13). Ultimi libri: Il divario incolmabile. Rappresentanza politica e rendimento istituzionale nelle regioni italiane, Il Muilino, 2013; Liberiamo la politica. Il Mulino, 2014. Presidente di iDemLab.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)