franz ha scritto:pianogrande ha scritto:L'altalena tra i vantaggi e gli svantaggi della globalizzazione non finirà mai.
Ognuno cerca di prendere quando c'è da prendere e di non dare quando c'è da dare.
In Inghilterra, ho l'impressione che, più che un reale problema sociale, si tratti di una ricerca di consenso elettorale facendo leva su un nazionalismo non esattamente al passo coi tempi.
Forse alla fine tutto riconduce al trilemma di Dani Rodrik: Democrazia, Stato Nazione, Commercio Mondiale.
Tre elementi che non possono essere tenuti inseme contemporaneamente.
Due si tengono, uno va scartato. Quale?
http://rodrik.typepad.com/dani_rodriks_ ... pable.html
Mi faccio scudo di un adagio non troppo conosciuto: "se un problema non ha soluzione, allora non è un problema".
A me sembra che a questo succedersi di eventi non ci sia una soluzione politica. O meglio, concetti di Democrazia, Stato Nazione e Commercio mondiale si evolvono con la tecnologia. L'uomo, dai tempi della scoperta del fuoco, si evolve con la tecnologia.
Allora, dall'uso massivo di internet, la democrazia, se vuole sopravvivere, non può far altro che diventare partecipativa, il Commercio Mondiale è ormai già Globalizzazione, lo Stato Nazione si evolve in macro nazioni...
Volenti o nolenti le interazioni umane, raggruppabili in questi grandi gruppi, sono in un continue e progressivo cambiamento. Però delle tre menzionate solo una può essere tenuta al guinzaglio: la democrazia. Spetta alla politica intraprendere un percorso partecipativo. Il rischio sarebbe che con democrazie deboli, fatte con il vecchio stampo, la globalizzazione diverrebbe territorio selvaggio (già lo è) e si instaurerebbe quella che soventemente viene detta "legge delle giungla", la quale si imporrebbe sulle nazioni e quindi sulla democrazia