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Il fenomeno/mistero Renzi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Il fenomeno/mistero Renzi

Messaggioda gabriele il 26/02/2015, 15:11

pianogrande ha scritto:Leggendo questa "scheda" faccio ancora fatica a percepire il confine tra il civile e il penale.


Leggi allora il principio di legalità penale
https://it.wikipedia.org/wiki/Principio ... %A0_penale

Chiunque commette un reato è perseguibile. E il reato è tale perché esiste una legge che definisce una pena per una determinata condotta.
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Re: Il fenomeno/mistero Renzi

Messaggioda pianogrande il 26/02/2015, 15:13

Robyn
Forse stiamo andando un po' fuori tema ma....

Ma quali gradi di giudizio?!
Non ce n'è nessun bisogno.
Tanto più nel nostro paese dove sono diventati la regola salva criminali che ne approfittano per rinviare il carcere (e aspettare la prescrizione).
Tra l'altro diventa anche una questione di avere o no i soldi per pagarsi gli avvocati per anni.

Allora?
Intanto si va in galera quarantacinque secondi dopo la condanna.

Dopodiché e se ci sono gli elementi, si chiederà una revisione del processo.

Se gli elementi per chiedere la revisione si rivelassero truffaldini o semplicemente cavillosi o pretestuosi, la condanna andrebbe moltiplicata per tre e quattordici.

I primi a non aver paura della giustizia nel nostro paese sono proprio i criminali.

Sopratutto quelli col conto in banca.
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Re: Il fenomeno/mistero Renzi

Messaggioda gabriele il 26/02/2015, 17:40

Renzi, " 'o fenomeno " !

--------

Giudice firma la sua assoluzione, Renzi la promozione a capo della Corte dei Conti

Martino Colella, classe 1945, magistrato napoletano di lungo corso a un passo dalla pensione (che scatterà il 31 dicembre) giura: "Nessun collegamento tra le due vicende"
di Thomas Mackinson | 26 febbraio 2015
Il giudice firma la sua assoluzione in appello, Renzi la sua nomina a capo della Corte dei Conti. Sei giorni dopo la pubblicazione della sentenza che ha definitivamente assolto il Presidente del Consiglio per la vicenda dei portaborse assunti in Provincia il Governo, su proposta dello stesso Renzi e per decreto, ha ratificato la nomina del magistrato che presiedeva il collegio giudicante a Procuratore Generale della Corte dei Conti.

Si tratta di Martino Colella, classe 1945, magistrato napoletano di lungo corso a un passo dalla pensione. La sua promozione è arrivata neanche una settimana dopo il deposito della sentenza della I Sezione centrale d’appello di Roma, avvenuto il 4 febbraio, che sollevava il premier da ogni responsabilità sulla vicenda degli incarichi dirigenziali conferiti senza concorso né laurea al personale di staff della sua segreteria che era costata a Renzi due condanne per danno erariale. Non è un dettaglio. Proprio Colella ha firmato, insieme a quattro magistrati, l’assoluzione che il 7 febbraio ha provocato l’esultanza del diretto interessato (“La verità è ristabilita”) e non poche perplessità nel mondo del diritto, giacché le motivazioni sono ricondotte al fatto che era un “non addetto ai lavori” e quindi poteva non percepire l’illegittimità degli atti che autorizzava. Singolare non è solo la pronuncia che, come rilevato da più parti, rischia di spalancare le porte a un sistema diffuso di elusione della responsabilità erariale, mandando assolti i tanti politici “non addetti ai lavori”.

Il punto è che il giudice che presiedeva il collegio che a metà dicembre, in camera di consiglio, ha deciso il proscioglimento dell’imputato Renzi è lo stesso che un mese e mezzo dopo il presidente Renzi ha nominato PG della Corte, cioè capo di coloro che debbono indagare se sussistono ipotesi di danno erariale. La sentenza è stata depositata il 4 febbraio e la nomina è stata ratificata il 10, a margine del Cdm numero 49. “Su proposta del Presidente del Consiglio Matteo Renzi”, si legge nei documenti della riunione, vengono nominati un presidente aggiunto e il capo della Procura Generale della Corte dei Conti, con decorrenza a partire dal 25 marzo 2015. Il primo è Arturo Martucci di Scarfizzi. Il secondo è, appunto, Martino Colella. L’indicazione era stata avanzata il 13 gennaio dal Consiglio di presidenza della Corte dei Conti che ha deliberato all’unanimità e trasmesso i nominativi a Palazzo Chigi.

L’interessato, contattato dal Fatto, si dice certo che le due vicende siano distinte. “La Presidenza del Consiglio riceve la delibera e la formalizza”, spiega Colella che rivendica un cv di prima grandezza sugli altri sei presidenti di sezione in corsa: “Sono stato il più giovane vincitore del concorso per l’Avvocatura di Stato, ho vinto quello d’ingresso alla Corte a soli 26 anni. Dopo il terremoto dell’Aquila ho ricostruito e riorganizzato la sezione, sono presidente d’appello da oltre due anni e nel 2014 ho redatto e sottoscritto 115 sentenze (una è quella che ha assolto Renzi, ndr). Renzi non l’ho mai visto né sentito”. Di più, Colella giura di non aver ricevuto affatto regali dall’attuale Governo, anzi: “L’incarico che mi danno, grazie a questo governo, non comporta alcun guadagno aggiuntivo perché il mio stipendio è già al tetto dei 240mila euro lordi l’anno. Dovrò anzi restituirne 20mila. Sempre grazie a questo governo, poi, andrò in pensione il 31 dicembre prossimo rinunciando ai migliori anni della carriera”. Proprio così, l’altro aspetto curioso della vicenda è che il nuovo incarico durerà soltanto nove mesi e mezzo. Non è ancora partito, e già si parla del successore.

Sia come sia, le domande restano tutte: tra 600 magistrati contabili, possibile che sia stato scelto proprio quello che ha presieduto il collegio che un mese e mezzo prima ha mandato assolto il premier? Potevano ignorarlo i consiglieri della Corte? Proviamo dall’altra parte: poteva non sapere Renzi che stava ratificando la nomina del suo giudice a Berlino? Proprio alla luce delle motivazioni della sentenza vergate dal collegio di Colella si direbbe che sì, tutto è possibile. Così come non si era accorto di aver firmato delle nomine illegittime di portaborse, perché in fondo non era un addetto ai lavori, è possibile che non si sia accorto di aver promosso il giudice che lo ha assolto. Renzi, presidente di Provincia e del Consiglio. Ma sempre a sua insaputa.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... i/1456859/
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Re: Il fenomeno/mistero Renzi

Messaggioda Robyn il 26/02/2015, 18:44

Pianogrande per eliminare il problema di cui parli bisogna eliminare la prescrizione.Se non hai pagato il canone e ti hanno mandato una citazione hanno fatto bene perche la democrazia si tutela con il principio di legalità sù questo non si transige
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Re: Il fenomeno/mistero Renzi

Messaggioda pianogrande il 26/02/2015, 20:44

Robyn ha scritto:Pianogrande per eliminare il problema di cui parli bisogna eliminare la prescrizione.Se non hai pagato il canone e ti hanno mandato una citazione hanno fatto bene perche la democrazia si tutela con il principio di legalità sù questo non si transige


Be', intanto ho il dovere di precisare che Robyn si riferisce a un intervento che poi ho (quasi) subito cancellato perché lo consideravo troppo personale (di solito prima si riflette poi si scrive ma tant'è).

Anche l'eliminazione della prescrizione può aprire la strada ad abusi; stavolta da parte dei magistrati.
Non si può stare sotto processo per una vita ad aspettare i comodi della giustizia.
Il processo deve svolgersi nei tempi più brevi tecnicamente possibili e deve essere risolutivo.
La sua revisione deve essere eccezione e non regola.
La pena deve partire da subito e senza eccezioni.
Diversamente, la giustizia diventa una bufala per creduloni.
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Re: Il fenomeno/mistero Renzi

Messaggioda Robyn il 26/02/2015, 20:53

E' la prescrizione che spinge a presentare ricorso.In merito alla durata dei processi bisogna eliminare tutte le pratiche dilatorie e burocratiche all'interno di ogni grado di giudizio e fra un grado e l'altro dotare la giustizia di più magistrati e informatizzarla.Per quando riguarda l'aumento della pena se si presenta ricorso "no" perche costringerebbe anche chi magari può essere vittima di errori a non presentare ricorso.La pena inflitta rimane uguale se viene riconfermata può cambiare in melius o essere annullata in caso di innocenza o di giudizio differente
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Re: Il fenomeno/mistero Renzi

Messaggioda pianogrande il 26/02/2015, 23:44

Tutte le garanzie sono legittime Robyn.
Il problema è (come da noi) che le regole sono fatte troppo (troppo) ad usum furborum.
Sopratutto, sono fatte per far guadagnare soldi agli avvocati e privilegiare chi può permettersi di pagarli.
Le leggi dovrebbero essere chiare e non richiedere un stuolo di azzeccagarbugli per essere interpretate e magari stravolte.
Tutto qua.
Se la legge dicesse, con mezza riga, che chi ruba va in galera per quattro anni, sette mesi e due giorni, ci sarebbe ben poco da interpretare.
No!
Ma siamo matti?
Le tipologie di furto, le circostanze, le attenuanti, le aggravanti, il curriculum del reo... la congiunzione astrale...

Ecco l'origine della discrezionalità e delle infinite discussioni e delle lungaggini.

A questo va aggiunto che tra una seduta e l'altra possono passare anche mesi.

Quindi la prescrizione serve perché è una garanzia ma anche il processo rapido e uguale per tutti serve.

Assolutamente inammissibile che si vada ancora in giro dopo una condanna al carcere.
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Re: Il fenomeno/mistero Renzi

Messaggioda Robyn il 26/02/2015, 23:57

non è che conosca alla perfezione il pianeta giustizia di regola si è liberi anche dopo l'emissione di un giudizio se per tempo si presenta ricorso forse dipende dalla pericolosità del soggetto dalla pericolosità del reato.In merito alle pene queste sono in relazione alla gravità del reato e può esistere chiarezza nelle leggi con tutte le garanzie che ci sono quello che è importante è che non diano incertezze interpretative.Le leggi che danno incertezza interpretativa sono quelle che insieme ad altre cause possono portare a errori giudiziari
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Re: Il fenomeno/mistero Renzi

Messaggioda mariok il 27/02/2015, 11:06

La nostalgia del caminetto. Forse una delle possibili chiavi di lettura delle cause che stanno spianando la strada a Renzi.

LO SCHIAFFO A RENZI
Bersani: «All’incontro non vado,
il Jobs act incostituzionale»

L’ex segretario Pd attacca il premier e sull’incontro di venerdì spiega: «Non ci penso proprio ad andarci, che gli organismi dirigenti diventino figuranti di un film non ci sto»
di Redazione Online

Non andrà all’incontro con i parlamentari Pd convocato da Renzi per venerdì, e annuncia che se il disegno di legge Boschi sulle riforme costituzionali non voterà la legge elettorale. L’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani attacca a muso duro il presidente del Consiglio, in un’intervista che uscirà venerdì su Avvenire, e lo fa alla vigilia dell’incontro che proprio il premier aveva convocato per vedere i suoi, un incontro al quale non parteciperà. «Non ci penso proprio. Perché io m’inchino alle esigenze della comunicazione, ma che gli organismi dirigenti debbano diventare figuranti di un film non ci sto», sottolinea l’ex leader dei democratici. Lanciando anche un secco avvertimento al premier Matteo Renzi su Italicum e riforma costituzionale: «Il combinato disposto» tra i due testi «rompe l’equilibrio democratico. Se la riforma della Costituzione va avanti così io non accetterò mai di votare la legge elettorale». Durissimo anche sul Jobs act, che «mette il lavoratore in un rapporto di forze pre-anni ‘70» e perciò si pone «fuori dall’ordinamento costituzionale».
La replica di Renzi: «Sono stupito»
Matteo Renzi ha diffuso una nota in cui si dice stupito per la posizione di Bersani e le critiche di diversi esponenti della minoranza dem, che non hanno apprezzato l’iniziativa. «Non capisco la polemica di queste ore sulle riunioni di venerdì al Pd», ha detto Renzi, «noi siamo per il confronto, sempre» e «stupisce che vi sia chi in questo momento gioca la carta della polemica interna». «Nessuno ha la verità in tasca» ha aggiunto Renzi nella sua replica, «e nessuno vuole ricominciare con “i caminetti ristretti” vecchia maniera: meglio un dialogo aperto, senza che nessuno si senta escluso».
«E’ ora di fare le cose seriamente»
La scelta di Bersani era nell’aria. Solo mercoledì, rispondendo ai cronisti a proposito della riunione dei parlamentari convocata da Renzi per venerdì, aveva spiegato: «Siamo al limite, è ora di fare le cose seriamente», sottolineando le regole del gioco secondo cui «i gruppi li convocano i capogruppo, stabiliscono gli odg e invitano il segretario». «Non c’entra il Pd, non c’entrano i bersaniani o i renziani, c’entra il tema di come concepiamo la democrazia e il rapporto tra governo e Parlamento», aveva detto l’ex segretario Dem. Che già in passato aveva lanciato stoccate a Renzi e al suo governo. In una lunga intervista a Che tempo che fa, dopo l’elezione di Mattarella a capo dello Stato, aveva parlato del premier definendolo «non spregiudicato, ma molto agile: ha delle grandissime qualità e anche il tempo giusto per migliorare ancora perché è giovane». E aveva anche avanzato le sue perplessità per le riforme: «Non c’è problema a fare le riforme, il problema è: le stiamo facendo per bene?». E, poi, un avviso al partito, che deve essere «radicalmente riformista al servizio del paese» e unire le «buone culture che ci sono dentro di noi».
La sinistra Dem pronta a disertare
Intanto il Pd Alfredo D’attorre fa sapere che Bersani non sarà l’unico a disertare la riunione di venerdì: anche lui e Gianni Cuperlo non andranno. «Non ci siamo mai sottratti al confronto né ci sottrarremo ad ogni convocazione vera, ma questo modo di comprimere in un’ora la discussione su problemi importanti dell’agenda politica parlamentare viene vissuto da molti come una presa in giro», ha spiegato D’Attorre sottolineando la fine prematura del Metodo Mattarella: «Purtroppo allo stato il metodo Mattarella si sta rivelando una parentesi che si è chiusa rapidamente».
26 febbraio 2015 | 19:23
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Il fenomeno/mistero Renzi

Messaggioda mariok il 27/02/2015, 13:29

Mentre la "ditta" difende se stessa. Renzi continua a riscuotere consensi. Un motivo ci sarà pure.


Sondaggi: salgono Pd e Lega, in calo M5S e Forza Italia. Cresce la fiducia in Renzi
Politica

Secondo le intenzioni di voto di Ixè, i democratici guadagnano lo 0,7% (dal 37,8% al 38,5%). Vola oltre il 14% la Lega Nord (da 13,8% al 14,2%), mentre il Movimento 5 Stelle scende dal 18,7% al 18,3% e Forza Italia dal 12,6% al 13%
di F. Q. | 27 febbraio 2015

Avanzano nel gradimento degli italiani il Partito Democratico e la Lega Nord, mentre sono in flessione M5S e Forza Italia. Secondo le intenzioni di voto di Ixè, in esclusiva per Agorà (Raitre), il Pd guadagna lo 0,7%, passando dal 37,8% al 38,5%.

Supera la soglia del 14% la Lega Nord (da 13,8% al 14,2%), mentre registrano un calo dello 0,4% sia il Movimento 5 Stelle (da 18,7% a 18,3%) sia Forza Italia (12,6% anziché 13%). Continua a crescere, intanto, il dato sull’affluenza alle urne, che in una settimana passa dal 60,5% al 61,2%.

Cresce di 2 punti in una settimana la fiducia in Matteo Renzi (42%) e nel governo (35%). Ma il Presidente della Repubblica sbaraglia la concorrenza: complice lo stile sobrio, con tanto di viaggi in treno e tram, la fiducia in Sergio Mattarella raggiunge il 71%.

Il Carroccio continua a crescere nei sondaggi, tuttavia solo il 27% degli intervistati di un sondaggio crede che il segretario Matteo Salvini sia ormai diventato il nuovo leader del centrodestra. Il 58%, infatti, pensa il contrario. Il resto del campione non si esprime.

Leggermente diversa la fotografia del sondaggio della Swg con il Partito democratico in crescita (dal 39,4 al 40,2%), ma anche Forza Italia 16,1% (15,9) che – grazie anche a una perdita di consensi del movimento di Grillo, raggiunge il M5s in seconda posizione M5s al 16,1% (16,8). La Lega (dato in flessione dal 12,3% al 12%) si piazza alle spalle del partito di Berlusconi, staccato di ben 4 punti.

L’istituto ha anche chiesto ad un campione di elettori di centrodestra se fosse dalla parte di Berlusconi o Fitto: il 43% si schiera con il leader di Fi, mentre solo il 15 con l’esponente pugliese. Ben il 30% afferma di non stare con nessuno dei due, mentre il 12 per cento non si esprime.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... i/1460082/
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