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Stretta finale sulla Grecia

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Stretta finale sulla Grecia

Messaggioda flaviomob il 21/02/2015, 17:08

Forse la corruzione non è solo greca. Gli interessi in gioco dei "dominatori" sono molti e in buona parte inconfessabili.

Un articolo del Sole24ore di 3 anni fa:

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbCULSUF


Dopo aver dovuto acquistare i sommergibili tedeschi e gli aerei francesi, ora Atene dice no agli aerei italiani. Una strana vicenda che merita qualche spiegazione su come in Europa ci si imbatta sempre di più nella legge non scritta "di due pesi e due misure" a favore dei due paesi "core" che gestiscono l'austerity degli altri secondo criteri non sempre trasparenti.

La Commissione governativa Esteri e Difesa (Kysea) ha annullato venerdì 28 aprile l'acquisto di quattro aerei da trasporto C-27 che la Grecia aveva commissionato nel 2002 alla società italiana Alenia. Secondo fonti giornalistiche, otto dei 12 aerei sono stati già consegnati alla Grecia, mentre sono in corso trattative fra il governo di Atene e la società italiana per l'acquisto, al posto dei quattro velivoli, di materiale di ricambio per gli aerei già consegnati. Ciò, secondo fonti informate, dovrebbe far risparmiare alla Grecia circa 58 milioni di euro.

L'ANTEFATTO DEI TAGLI MANCATI. Atene dunque ha deciso di ridurre le spese militari a causa della crisi economica che l'ha costretta a chiedere il secondo piano di aiuti da 130 miliardi di euro e a fare una ristrutturazione del debito con perdite receord per i detentori di bond greci da 100 miliardi di euro. Una mossa ragionevole ma che vale solo nel caso delle commesse italiane: per Francia e Germania la musica è stata molto diversa.

Tutto nasce durante gli anni della spesa pubblica a briglia sciolta in cui in Grecia appena entrata nel 2001 nell'euro si vede ridurre i tassi e quando governava la destra di Kostas Karamanlis, anni di conti truccati, di spese olimpiche faraoniche, assunzioni di 760 mila dipendenti pubblici pari a tutti i componenti del settore del turismo, di conti pubblici fuori controllo. Fino al 2009 Karamanlis godeva di un grande appoggio del cancelliere tedesco Angela Merkel, intesa personale epolitica cui seguivano forniture militari. Così Atene acquistò 170 carri armati Leopard (1,7 miliardi di euro) e 223 cannoni dismessi dall'esercito tedesco. Ma la storia interessante riguarda i sottomarini ThyssenKrupp: quattro, di ultima generazione ma che Atene non voleva più. L'ex leader socialista George Papandreou, subentrato nell'ottobre 2009 ai conservatori di Karamanlis, si oppone ma nel marzo del 2011 deve accettare l'acquisto se non vuole vedersi chiudere i rubinetti dei prestiti: così due sottomarini tedeschi, per di più malfunzionanti secondo una perizia greca che scriveva che non tenevano la rotta, al prezzo di 1,3 miliardi di euro, altri 223 carriarmati per 403 milioni di euro, più 60 caccia intercettori.

E Nicolas Sarkozy? Il presidente francese non vuole certo restare indietro, va in Grecia e presenta anche lui il conto se non si vuole che l'appoggio europeo contro la crisi venga meno. Un conto che si traduce in 6 fregate e 15 elicotteri (4 miliardi di euro), motovedette per 400 milioni.

LE SPESE MILITARI. La Grecia passa da una spesa militare pari al 5% del Pil nel 2009 a 7 miliardi di euro nel 2012, il 18,2% in più rispetto al 2011, cioè al 3% del Pil. Mentre i salari e pensioni vengono tagliati del 25% e torna il problema della malnutrizione secondo l'Unicef in 400mila bambini in età scolare.

Secondo il settimanale tedesco Die Zeit il cancelliere Merkel avrebbe imposto alla Grecia tagli lineari alla spesa pubblica ma non alla Difesa, forse per salvaguardare interessi di società tedesche fornitrici.

Con un esercito di 130mila uomini, la Grecia spende per la Difesa più di sette miliardi di euro, pari al 3% del Pil: nella Nato soltanto gli Stati Uniti spendono di più. Insomma non è più il 5% ma pur sempre la fetta più consistente nella Nato dopo gli Stati Uniti. In un paese che più che i nemici esterni deve guardarsi dalla crisi economica interna.


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Re: Stretta finale sulla Grecia

Messaggioda Robyn il 21/02/2015, 19:52

La Grecia per la dimensione della sua economia non avrebbe mai potuto acquistare aerei,sommergibili,navi,per cui andrebbero scalati dal debito.Sui segreti incoffessabili dei poteri dominanti mi viene in mente la frase che dietro ogni ricchezza c'è dell'ingiustizia
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Re: Stretta finale sulla Grecia

Messaggioda franz il 22/02/2015, 10:57

Robyn ha scritto:La Grecia per la dimensione della sua economia non avrebbe mai potuto acquistare aerei,sommergibili,navi,per cui andrebbero scalati dal debito.Sui segreti incoffessabili dei poteri dominanti mi viene in mente la frase che dietro ogni ricchezza c'è dell'ingiustizia

Scalarli o no fa poca differenza. Il grosso della spesa militare greca, un po' come da noi, è spesa del personale.
Solo che da noi è 1.3% del PIL in grecia era 3.6%
Questo è il problema "dimensionale".
Ora è calata, mi pare dell'1%. Indubbiamente macelleria sociale. ;)
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Re: Stretta finale sulla Grecia

Messaggioda mariok il 22/02/2015, 12:00

Piccola nota a margine.

Mi pare che Padoan sia senz'altro il miglior ministro di questo governo ed il miglior ministro dell'economia dopo Ciampi. Ma pare che nessuno, qui in Italia, se ne renda conto.
Tasse e lavoro, Atene prepara le riforme
Tsipras ringrazia Renzi per aver respinto la proposta di Schaeuble di rinviare l’intesa. Lunedì la lista dei provvedimenti: allo studio pagamenti a rate per le imposte in arretrato


22/02/2015
TONIA MASTROBUONI
INVIATA A BERLINO
E’ stato un «importante successo» per la Grecia: «la fine dell’austerità e dei salvataggi». In un breve intervento in televisione, Alexis Tsipras si è concesso ieri un bilancio positivo dell’accordo politico raggiunto venerdì sera all’Eurogruppo, che prevede un’estensione degli aiuti alla Grecia per quattro mesi, se il governo riuscirà a mettersi d’accordo con Ue, Bce e Fmi su un nuovo programma di riforme. Ma il premier greco si è mostrato anche consapevole che il negoziato è appena agli inizi: «abbiamo vinto una battaglia – ha aggiunto – ma non la guerra. Le difficoltà sono ancora davanti a noi». Più esplicito, il portavoce del governo Gabriel Sakellaridis, che ha ammesso la difficoltà di un governo inesperto nell’affrontare i politici europei, alcuni dei quali di lungo corso: «Sono state tre settimane difficili per un governo che non ha esperienza. La vera battaglia inizia ora», ha spiegato a Mega tv.

Intanto, emergono nuovi dettagli sul difficile Eurogruppo di giovedì. Girava voce già la sera stessa che Wolfgang Schaeuble fosse stato tentato dall’idea di rinviare una decisione; ad un certo punto da Atene era rimbalzata persino un’indiscrezione che Tsipras volesse un vertice dei capi di Stato e di governo per chiudere la partita, visto lo stallo al tavolo dei ministri delle Finanze. Invece, a sorpresa, Italia e Francia hanno fatto fronte comune e hanno respinto il tentativo del ministro delle Finanze tedesco di convocare una nuova riunione la prossima settimana. Lo ha riferito ieri l’Ansa citando fonti socialiste presenti alla riunione dei leader europei del Pse di Madrid.

Uno altolà che Pier Carlo Padoan e Michel Sapin hanno motivato con ragioni ovvie: un rinvio avrebbe rischiato di alzare la tensione sui mercati e avrebbe rischiato di far deragliare tutto. Per i tedeschi, il fattore tempo, che avrebbe stretto sempre più il cappio al collo di Atene, aveva probabilmente lo scopo di strappare concessioni maggiori. Ma come spesso accade, la Germania ha scarsa dimestichezza per gli umori dei mercati: sarebbe stato rischioso sfidarne la fiducia, con la Grecia in piena emorragia di capitali e sempre più a corto di liquidità.

In ogni caso Padoan, che alcuni media francesi hanno già festeggiato nei mesi scorsi come il vero deus ex machina della mediazione sulla flessibilità del Patto di stabilità (nella generale indifferenza italiana), ha mostrato anche giovedì di sapersi muovere nel momento più importante. E se Schaeuble ha deciso di cedere al fronte italo-francese, accettando di chiudere l’accordo con i greci, è anche per la nota stima che ha per il suo omologo italiano. E ieri sera Alexis Tsipras ha chiamato direttamente Matteo Renzi, per ringraziarlo per il ruolo svolto dall’Italia. Padoan ha festeggiato l’intesa, dal canto suo, con un breve commento: «è un successo storico», ha detto.

Intanto, durante un consiglio dei ministri convocato ieri in Parlamento, il governo greco ha già cominciato a discutere le riforme da presentare lunedì a Bruxelles. Secondo indiscrezioni, tra le riforme ci sono l’introduzione di una generosa rateizzazione per chi deve pagare tasse arretrate, riforme per il lavoro, norme fiscali e l’indipendenza della Segreteria generale del Fisco. Altre misure sarebbero ispirate a indicazioni fornite dall’Ocse.
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Re: Stretta finale sulla Grecia

Messaggioda franz il 22/02/2015, 12:49

Un interessante confronto sulla reazione dei media inernazionali e italiani all'accordo raggiunto sulla grecia.
Pare che per la principale stampa italiana, i titoli dicano una cosa, i contenuti un'altra.

L'accordo greco: i titoli e i contenuti
21 febbraio 2015 • sandro brusco

In luogo dei consigli per le letture, questo sabato proponiamo una veloce rassegna del trattamento riservato dai giornali italiani all'accordo provvisorio tra istituzioni internazionali e nuovo governo greco.

Occorrerà aspettare lunedì per capire meglio i contenuti dell'accordo che ha permesso la proroga di 4 mesi dei finanziamenti alla Grecia. Questa mattina, dando un'occhiata ai giornali internazionali (qui un breve riassunto: http://marginalrevolution.com/marginalr ... links.html ), l'impressione che ho avuto è stata di una capitolazione della Grecia. Il taglio del debito, punto centrale del programma di Syriza, è completamente uscito di scena. Il governo greco ha accettato di evitare di imporre unilateralmente manovre scassabilancio. Futuri finanziamenti sono condizionati al rispetto del programma di riforme. Naturalmente il governo greco può decidere in autonomia come raggiungere gli obiettivi di bilancio (ossia quali spese tagliare e quali tasse aumentare), come era vero nel passato.

Poi ho letto i i titoli dei principali giornali italiani, e ho avuto la netta sensazione di vivere in un mondo alternativo. L'eroico Tsipras aveva strappato a mani nude la fine dell'austerità ai cattivi teutoni, valorosamente spalleggiato dal fido pard Renzi. Poi ho letto gli articoli sotto i titoli. E improvvisamente il mondo è tornato a essere uno solo.

Andiamo per ordine.

La Repubblica. Il titolo che appare in prima pagina è ''Stop austerity'', Tsipras esulta e chiama Renzi: grazie per l'aiuto. Cliccando sull'articolo, il titolo ribadisce il concetto. Solo il lettore che si avventura fino alla fine dell'articolo può leggere una realtà un po' diversa: ''Per il momento, la Grecia ha rinunciato a parlare di taglio del debito impegnandosi, inoltre a non introdurre unilateralmente misure umanitarie e a non far marcia indietro sulle misure imposte dalla Troika (specie su pensioni, licenziamenti e contratti collettivi) senza l'ok dei creditori. Gli 11,5 miliardi rimasti nel fondo salva-banche torneranno al Fondo salvastati e non potranno essere usati (come sperava Tsipras) per finanziare parte del programma di Syriza''. Come questo significhi la fine dell'austerità è un mistero che forse può risolvere solo Barbara Spinelli. E chiamare ''misure umanitarie'' le manovre scassabilancio è veramente da distopia orwelliana, così come quel ''per il momento'' riguardo al taglio del debito. Segnalo anche, perché mi ha fatto ridere di gusto, il seguente pezzo: ''Secondo quanto riportano fonti ufficiali dell'esecutivo nella lista di impegni c'è anche la lotta all'evasione fiscale e alla corruzione e la riforma della pubblica amministrazione''. Devo averla già sentita da qualche altra parte.

Il Corriere. Il titolo che appare in prima pagina è Tsipras esulta dopo l'accordo salva-Grecia: ''Cancella gli impegni sull'austerità''. Cliccando sull'articolo, il titolo ribadisce il cancellamento dell'austerità e nel sottotitolo appare pure il ringraziamento a Renzi e Padoan. L'articolo è abbastanza coerente con il titolo. Riporta unicamente le dichiarazioni entusiastiche di Tsipras senza fare alcun tentativo di spiegare al lettore i contenuti dell'accordo. L'unico pezzo che lascia capire cosa è successo sul serio è questo: Le misure previste dal precedente governo, guidato da Antonis Samaras, prevedevano entro la fine di febbraio l’aumento dell’Iva e nuovi tagli per 2,5 miliardi. Il memorandum offre a Tsipras la possibilità di sostituirle con nuove misure entro lunedì. Ossia, Tsipras dovrà sostituire l'aumento IVA con un'altra tassa. Proverà a raccontare che le entrate le vuole aumentare con la lotta all'evasione e ''le istituzioni'' (non si dice più troika) faranno finta di credergli se decidono di lasciargli abbassare un po' l'avanzo primario, e lo spernacchieranno altrimenti.

La Stampa. Il titolo che appare in prima pagina è Accordo tra Grecia e Europa. Tsipras: cancellati gli impegni. E chiama Renzi per ringraziarlo. Cliccando sull'articolo, il titolo ribadisce il cancellamento dell'austerità, ma poi nel sottotitolo aggiunge un sibillino ''Ma in realtà non motivo per esultare''. Bisogna leggere l'articolo, nella sezione ''Chi ha vinto e chi ha perso'' per capire cosa questo significhi. ''In realtà Atene non ha troppe ragioni per esultare. Infatti il pesante programma di salvataggio oggi in vigore dovrà essere completato sotto il controllo della Troika, e non ci sono evidenti sconti di consolidamento, né novità quantitative per il calendario di riforme già definito. La verità è che ieri i negoziatori di Alexis Tsipras hanno dovuto cedere. Non poco.'' In una sezione successiva, dal signficativo titolo ''Il contentino a Tsipras'' si chiarisce cosa è la ''cancellazione dell'austerità'': ''Vero che l’avanzo primario del 2015 sarà inferiore al 3 per cento concordato tre anni fa, tuttavia l’obiettivo per Atene resta al 4,5 nel 2016. Mentre ogni eventuale misura che impatti sul programma dovrà essere discussa con «le istituzioni», nuovo nome della Troika, il club dei controllori formato da Ue, Fmi e Bce. Un contentino semantico per Atene. I greci pagano una diplomazia troppo muscolare che ha irritato i partner di Eurolandia.'' Sempre sul sito de La Stampa c'è il link a un articolo dell'ottima Tonia Mastrobuoni che racconta una storia ben diversa da quella dell'esultante Tsipras.

Sembra quasi che ci sia stata una disperata congiura del consenso dei titolisti, abbastanza indipendente dal contenuto degli articoli. In effetti, sembra quasi che chi ha fatto i titoli non abbia proprio letto gli articoli.

Tecnicamente, chi ha fatto i titoli non ha nemmeno detto una balla. Ha solo ripetuto le balle di Tsipras, che nei prossimi mesi avrà il suo da fare a spiegare al proprio elettorato che tutte le sue promesse di cancellazione del debito, aumento delle pensioni e così via erano sciocchezze incoerenti costruite su premesse false. È più grave raccontare balle o ripetere balle raccontate da altri senza dire che sono balle? Ai posteri l'ardua sentenza.

http://noisefromamerika.org/articolo/ac ... -contenuti
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Re: Stretta finale sulla Grecia

Messaggioda mariok il 22/02/2015, 13:55

Che le promesse di Syriza, o almeno quello che i più hanno voluto intendere, fossero in gran parte irrealistiche era ampiamente prevedibile. E meno male. Solo dei parolai come Salvini, Grillo ed alcuni dei soliti personaggi in cerca d'autore della sinistra nostrana hanno potuto vedere nella vittoria di Tsipras una grande opportunità per il crollo dell'Ue in vista di una non meglio precisata "altra Europa". Che un compromesso fosse la cosa più ragionevole da perseguire era ed è la cosa che chiunque sia dotato di un minimo di buon senso pensava e pensa.

Ciò vuol dire che i greci hanno fatto male a votare per Syriza? Non credo o almeno è presto per dirlo. Occorrerà vedere se gli ineludibili sacrifici saranno distribuiti nella società greca con un po' più di equità di quanto pare sia stato fatto fino ad ora.

D'altra parte quali alternative c'erano? La vecchia classe dirigente corrotta e squalificata? O l'avventurismo dell'estrema destra di Alba dorata?

Quello che viene fuori con certezza da questa storia è l'inconcludenza della sinistra cosiddetta radicale che si è inventata l'ennesimo mito di cui fra poco, come di altri, non parlerà più. Ma anche in questo, nulla di nuovo.
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Re: Stretta finale sulla Grecia

Messaggioda Robyn il 22/02/2015, 14:38

Sono d'accordo con mariok esiste una valida alternativa a Renzi ed è un lib-lab ,Padoan,ma Renzi ha solo la fortuna di avere 39 anni.All'interno del governo servono dei cambiamenti.Lorenzin data in sposa a Fassina l'amore non è bello se non è litigarello e trasferita all'agricoltura mia zia all'anagnina aveva delle proprietà ma ci hanno costruito sopra ma qualcosa c'è rimasto,togliere le deleghe per le riforme costituzionali alla Boschi e lasciargli solo la delega ai rapporti con il parlamento rimuovere Poletti al lavoro e Alfano agli interni.L'unica che rimane confermata è Madia
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Re: Stretta finale sulla Grecia

Messaggioda pianogrande il 22/02/2015, 15:03

Giusto Mariok.

Siamo a A da venì Tsipras.
La sinistra (e una volta o era radicale tutta o non era la sinistra radicale) ne ha sempre alimentati molti di miti.

Nelle campagne in cui sono cresciuto, Baffo' era un personaggio citatissimo e invocatissimo ed erano tutti voti per il PCI di allora.

Da quel PCI ci siamo allontanati da decenni e ne sono ben contento e questo a partire dall'era Berlinguer quando (sopratutto lui) si è tirato fuori dalla sudditanza (non solo ideologica, abbastanza evidentemente) da Mosca.

Adesso altri miti pericolosi (o quanto meno scatole vuote) e chi ci crede (e vota).
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Stretta finale sulla Grecia

Messaggioda flaviomob il 22/02/2015, 15:12

Sinistra l'è morta.

Meno male che abbiamo un premier con le palle d'acciaio.

Tradotto: di Stalin.


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Re: Stretta finale sulla Grecia

Messaggioda franz il 23/02/2015, 8:14

Repubblica:
Grecia, resa di Tsipras: restano tagli e austerity
Il documento di sei pagine consegnato oggi a Ue, Bce e Fmi
Eroe Resistenza: "Intesa vergognosa, chiedo scusa ai greci"



Grecia, la resa di Tsipras: restano i tagli agli statali e l'austerity

Addio alle promesse elettorali. Il documento di sei pagine sarà consegnato oggi a Ue, Bce e Fmi. Deregulation, riforma dello Stato e un'apertura ai privati. L'unica misura umanitaria sarà il blocco della confisca di case
dal nostro inviato ETTORE LIVINI

Grecia, la resa di Tsipras: restano i tagli agli statali e l'austerityAlexis Tsipras
ATENE - La Grecia di Alexis Tsipras, con buona pace delle promesse elettorali, riparte dalla Troika. "É un'istituzione che non riconosciamo e non metterà più piede ad Atene", aveva garantito il leader di Syriza la sera del 25 gennaio, dopo la vittoria alle elezioni. La realpolitik e la drammatica fuga di capitali dalle banche hanno però avuto la meglio.

Il premier è stato costretto a raggiungere un compromesso al ribasso all'Eurogruppo ("senza un accordo, da oggi avremmo dovuto imporre controlli alla circolazione di denaro e il paese sarebbe collassato ", racconta uno dei negoziatori del Partenone). E stamattina formalizzerà la retromarcia "forzata" inviando per approvazione a Ue, Bce e Fmi - alias la vecchia Troika - il piano di riforme del governo, l'ultima carta per tenere Atene in Europa.

"É la prima volta dal 2010 che siamo in grado di decidere noi come salvare il paese senza farci imporre la ricetta da altri. Non taglieremo le pensioni e non alzeremo l'Iva", è il mantra soddisfatto del Presidente del consiglio.

Le sei pagine di documento in partenza per Bruxelles sono però una lista di buoni propositi: lotta alla corruzione, deregulation, riforma del pubblico impiego, guerra totale a oligarchi, burocrazia, cartelli ed evasori fiscali e persino un impegno a non bloccare le privatizzazioni. Una lista che ricalca a grandi linee i capisaldi del vecchio memorandum e dove brillano per assenza molte delle promesse elettorali di Syriza.

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... ef=HRER3-1


L'eroe della Resistenza contro Tsipras: "Intesa vergognosa, chiedo scusa ai greci per averlo fatto votare"

L'icona di Syriza Manolis Glezos, il partigiano che nel '41 ammainò la bandiera nazista dal Partenone dando il via alla rivolta contro Hitler, attacca il premier: "Un errore l'intesa all'Eurogruppo, reagiamo, nessun compromesso con chi ci opprime". E la rabbia monta nel partito

ATENE - Manolis Glezos, il primo partigiano greco e un'icona (oltre che un membro del comitato centrale) per Syriza, si scaglia a testa basta contro Alexis Tsipras. "L'accordo all'Eurogruppo è una vergogna - ha scritto il 91enne politico ellenico -. Avevamo fatto delle promesse e non le abbiamo mantenute. Chiedo scusa al popolo greco. Dobbiamo reagire e subito. E tra la libertà e l'oppressione, io scelgo la libertà". Può darsi che le sue parole riflettano la delusione per la mancata elezione a presidente della Repubblica ("ci sperava molto" dicono diverse fonti), carica per cui il premier ha scelto Pakis Pavlopoulos, uomo di centrodestra, in nome della realpolitik dell'unità nazionale. Lo schiaffo di Glezos però è destinato a fare malissimo a Tsipras impegnato in queste ore a contenere la rabbia che monta nel suo partito per l'intesa raggiunta a Bruxelles.

Il decano di Syriza è un pezzo di storia della Grecia. La sua vicenda politica inizia nel 1941 quando, appena diciottenne, ha scalato all'alba l'Acropoli per ammainare la bandiera nazista alzata dagli invasori del Terzo reich. Un gesto che ha dato il via alla Resistenza ellenica contro i tedeschi. Da allora il suo carattere sanguigno e il suo carisma sono un punto di riferimento per la sinistra radicale. Ultimi episodi in ordine di tempo, 70 anni dopo l'impresa del Partenone, i diversi tafferugli con la polizia in cui è rimasto coinvolto tra il 2010 e il 2014 durante le manifestazioni contro l'austerity. La lettera scritta oggi da Glezos ai militanti non tradisce chi ammira la sua sincerità e il suo stile diretto: "Chiedo ai militanti di Syriza di reagire prima che sia troppo tardi. Troviamoci in assemblea straordinaria e discutiamo. So che quando si tratta bisogna fare pure delle concessioni. Ma questo per me è troppo. Non ci può essere compromesso tra schiavo e padrone, né tra oppressore e oppresso".

L'alzata di scudi di Glezos è un segnale chiarissimo delle difficoltà che sta affrontando in queste ore Tsipras. Gli osservatori più pragmatici invitano alla calma, sottolineando che l'ex partigiano è sì uno dei simboli del partito, ma che le sue opinioni spesso originali non fanno più tanto presa sulla base. Il problema per il premier è che la sua non è una voce isolata. Panagiotis Lafazanis, ministro allo sviluppo economico e leader della Piattaforma di sinistra, l'ala più radicale di Syriza, ha detto che "le linee rosse tracciate prima delle trattative non possono essere superate, se no non si chiamerebbero rosse". Un sottosegretario all'economia ha fatto sapere di essere pronto a dare le dimissioni se le proposte di riforma che andranno domani a Bruxelles non conterranno le misure umanitarie proposte agli elettori. Per il presidente del Consiglio, ormai è chiaro, si è aperto anche il fronte interno, che rischia quasi di essere più complicato dei problemi che dovrà affrontare ancora a Bruxelles

http://www.repubblica.it/esteri/2015/02 ... 107921283/
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