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De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Messaggioda franz il 06/02/2015, 11:47

Repubblica, 6 febbraio 2015: "il miglior disinfettante dello Stato"

6 febbraio 2015 alle ore 10.36

Do you remember Cottarelli? Si, il bravo alto funzionario del Fondo Monetario Internazionale chiamato in Italia per approntare la mitica spending review. Ebbene, prima di ritornarsene a Washington qualche mese fa, con la più classica delle manovre promoveatur ut amoveatur, l’intrepido Commissario alla spesa aveva, nell’ormai lontano marzo 2014, presentato delle slide contenenti “Proposte per una revisione della spesa pubblica” per il triennio 2014-2016.

Si trattava di idee innovative e spesso severe che, pur non toccando le uscite per l’istruzione né il welfare state, ipotizzavano risparmi per 7 miliardi nel 2014, 18 nel 2015 e 34 nel 2016. Il lavoro si basava su 25 dossier elaborati grazie al contributo di studiosi e funzionari cui Cottarelli aveva chiesto di esaminare altrettanti comparti del settore pubblico. In alcuni casi vennero fuori numeri clamorosi, quali l’enorme spesa pubblica ferroviaria (in 20 anni 207,7 miliardi), in altri ci si fece almeno un’idea più precisa della longa manus dello Stato nell’economia italiana (le ormai famose 8.000 società partecipate dagli enti locali, per dire).

In una di questa slide, intitolata “La trasparenza della spesa pubblica”, inoltre, argomentando che la “pressione dell’opinione pubblica è essenziale per evitare gli sprechi”, si proponeva l’apertura al pubblico della Banche Dati delle Pubbliche Amministrazioni, dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, del MEF sulle partecipate locali, della società pubblica SOSE sui costi standard (apertura avvenuta solo parzialmente).
Il principio generale sottostante era che “tutto deve essere disponibile on line tranne quello che è esplicitamente designato come strettamente confidenziale per motivi ovvi”.

Il Commissario, oltre che bravo economista, aveva evidentemente doti di preveggenza.
Invero, dopo il suo ritorno negli Stati Uniti, il governo sembra essersi completamente dimenticato della spending review e appare semmai più concentrato a “mediare” tra i Greci desiderosi di ottenere il perdono per la loro futura insolvenza e la Germania i cui elettori giustamente non perdonerebbero altri salvataggi a loro spese.

Fortunatamente qualcuno non si è dimenticato dei 25 dossier e, prima sui social network e poi in modo ufficiale, è partita la richiesta di prenderne visione, per capire quali esplosive rivelazioni essi contenessero.
Nello specifico, uno dei promotori dell’Iniziativa FOIA (per far adottare una legge simile al Freedom of Information Act americano anche in Italia) ha inviato una richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per avere accesso al misterioso “Fascicolo Cottarelli” e ha ricevuto la seguente risposta “ Questo Dipartimento, contrariamente a quanto affermato nella istanza, non possiede gli atti richiesti, non avendo peraltro competenza in materia” poiché “il Commissario straordinario si avvale delle risorse umane e strumentali del Ministero dell’Economia e delle Finanze”. Armato di santa pazienza, il richiedente si è rivolto al MEF, che per bocca del Portavoce del Ministro ha così risposto : “ Non ci è possibile procedere a quanto da lei richiesto in quanto la documentazione di cui richiede l’accesso non è in nostro possesso, non facendo parte il Commissario alla Spending Review di questo Ministero”.

Si potrebbe definire una classica situazione kafkiana se non fosse che l’autore praghese descrive frangenti surreali e drammatici, mentre da noi il tocco è sempre quello della farsa, “la situazione è grave ma non è seria” avrebbe detto Ennio Flaiano.

Ebbene, a prescindere dal corto circuito sulla spending review, la questione in Italia è anche normativa. Difatti, secondo la nostra legislazione non esiste, come in altre paesi occidentali, un diritto soggettivo, costituzionalmente garantito, all’accesso a tutti gli atti promananti dalla pubblica amministrazione salvo le eccezioni relative a sicurezza nazionale, ordine pubblico, privacy e così via. Da noi, il Decreto sulla trasparenza del 2013, pur avendo migliorato la situazione precedente, prevede tale diritto di accesso solo per quegli atti che la pubblica amministrazione è obbligata ex lege a pubblicare. In altra parole, se non c’è una norma apposita che prevede la pubblicazione di una determinata tipologia di documenti, la PA è libera di decidere cosa fare.

Poiché le zone grigie sono ampie, l’obbligo viene inteso in senso restrittivo e al povero cittadino è solo concesso fare ricorso (con un procedimento lungo e farraginoso)nel caso abbia un interesse “diretto, concreto ed attuale” all’esibizione del documento, vale a dire sia titolare di una posizione giuridica tale che lo legittimi alla sua visione. Per di più, nei casi in cui l’amministrazione non sia tenuta alla pubblicazione, le richieste di accesso non sono ammissibili quando “preordinate ad un controllo generalizzato all’operato delle pubbliche amministrazioni”, garantendo così l’opacità di tale operato. Né nessuno può costringere i ministeri a cooperare con le giuste richieste dei cittadini inermi di fronte ai meandri burocratici: il ping-pong Presidenza del consiglio-MEF ne è la prova.

Per fare un altro esempio di attualità, insieme all’invio degli auguri per la nomina a presidente dell’INPS, a Tito Boeri (una scelta eccellente che si spera non venga ostacolata da qualche parlamentare che si nasconde dietro a cavilli) è stato chiesto di mettere a disposizione sia i dati storici dell'INPS (dopo adeguata anonimizzazione) necessari a calcolare i tassi di rendimento dei contributi pensionistici dei pensionati attuali e futuri, sia la posizione individuale di ciascun iscritto all’Istituto. La domanda da porsi è: com’è possibile che informazioni di così evidente interesse pubblico ed individuale siano ad oggi celate?

Insomma, così come auspicato da Cottarelli, l’approvazione di una legge che imponga una vera trasparenza alla nostra burocrazia è necessaria per migliorarne l’efficienza, combattere abusi e corruzione, rispettare i diritti degli individui. Lo aveva capito uno dei più grandi giuristi del XX secolo, il giudice costituzionale Louis Brandeis, il quale affermò : “La luce del sole è considerata come il migliore dei disinfettanti; la luce elettrica il miglior poliziotto”. Approfittiamone ora che il petrolio costa poco.

Alessandro De Nicola
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Re: De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Messaggioda pianogrande il 06/02/2015, 12:05

Aggiungerei l'aria fresca delle finestre e le porte aperte.

Essere sbattuti da uno sportello all'altro fa parte della letteratura più o meno umoristica sulla nostra burocrazia.

Nel nostro paese, perfino le elezioni e relative illusioni sono spesso servite per essere sbattuti da un ladro all'altro (ognuno faccia la lista che preferisce).

Insomma, la prima forza della burocrazia è, come si direbbe in ambiente militare, il telo mimetico.

Esiste anche la rete mimetica.

E' un termine che simboleggia meglio la situazione.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Messaggioda gabriele il 06/02/2015, 13:23

franz ha scritto:Il principio generale sottostante era che “tutto deve essere disponibile on line tranne quello che è esplicitamente designato come strettamente confidenziale per motivi ovvi”.


...aggiungo che il formato debba essere .od_ (open docoument) come di recente ha imposto il governo UK.

E finalmente si possa passare ad una piattaforma pubblica open source, olmeno per gli editor di ufficio (libreoffice)
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Re: De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Messaggioda ranvit il 08/02/2015, 9:23

Concordo....ma se c'è una sola possibilità che in questo Paese si arrivi alla trasparenza....senza trasparenzismo, nel senso negativo del termine....si deve sperare che Renzi riesca a continuare nella sua opera.
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Re: De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Messaggioda franz il 08/02/2015, 12:10

tra luci ed ombre ...

i COSTI DELLA POLITICA iL DOSSIER
Enti, fondazioni e authority
Il collocamento dei non rieletti pd

Uno su due ha avuto un posto tra società pubbliche e impieghi «politici»
di Sergio Rizzo

Di esperienza sul campo ne aveva da vendere. Era lui che dagli schermi di Video Calabria conduceva Calabria Verde, trasmissione d’inchiesta sull’agricoltura calabrese. A Francesco Laratta detto Franco mancava solo un adeguato riconoscimento istituzionale. Mai dire mai: a settembre del 2014 ha avuto un posto nel consiglio di amministrazione dell’Ismea, l’istituto pubblico per i servizi nel mercato agricolo. Trombato alle politiche del 2013, il coordinatore regionale di Areadem, componente del Pd che fa riferimento a Dario Franceschini, è stato uno degli ultimi ex onorevoli del partito di maggioranza a trovare una ricollocazione. Sia pure come semplice consigliere di un ente statale non di primo livello.

- I NUMERI: ECCO I DEM FUORI DAL PARLAMENTO
http://www.corriere.it/infografiche/201 ... numeri.jpg

Non si può lamentare. A causa di un ricambio generazionale senza precedenti il giorno dopo le elezioni ben 165 onorevoli democratici della scorsa legislatura si sono trovati senza seggio. Considerando le componenti esterne, vedi i radicali che facevano parte del gruppo Pd, o quanti rimasti fuori dal Parlamento per scelta personale che certo non aspirano alla poltroncina di una società pubblica, si riducono a 135. Ma sono comunque un esercito. E chi si aspettava cambiamenti con la nuova stagione politica deve ricredersi.

Perché la realtà dei fatti è ben diversa dalle dichiarazioni di principio. Tanto più che nel 2013 è intervenuto un fatto nuovo e non trascurabile: l’impossibilità per gli ex onorevoli di riscuotere il vitalizio prima dei sessant’anni. Così pure in questi due anni si è assistito a una strisciante e metodica opera di risistemazione dei parlamentari bocciati o esclusi dalle liste. E se il termine «riciclati» può apparire in qualche caso esagerato, vero è che una buona metà ha avuto un incarico pubblico o ha intercettato un ruolo legato in qualche modo alla politica.

In sei sono stati ricandidati o rieletti in altri partiti, salvo poi (qualcuno) rientrare nel Pd. Altrettanti hanno avuto incarichi nelle amministrazioni locali, e non parliamo soltanto dei sindaci di Roma (Ignazio Marino) o di Catania (Enzo Bianco): ma anche di Giovanni Lolli, assessore alla Ricostruzione della Regione Abruzzo, e di Alberto Fluvi, capo segreteria dell’assessore al Bilancio della Toscana Vittorio Bugli.

Sono per ora tredici, invece, i destinatari di incarichi di partito. E anche qui c’è incarico e incarico, perché una cosa è fare come l’ex senatore Fabrizio Morri il segretario provinciale a Torino o come l’ex deputato Stefano Graziano il presidente del partito in Campania, e un altro conto essere direttore generale del gruppo pd alla Camera, qual è Oriano Giovanelli.

In cinque si sono trasferiti al governo con ruoli che vanno da viceministro dell’Economia (Enrico Morando), a consigliere del ministro della Giustizia Andrea Orlando (Guido Calvisi), a capo della segreteria tecnica del sottosegretario alla presidenza con delega ai servizi segreti Marco Minniti. Quest’ultimo è il caso di Achille Passoni, ex senatore di provenienza Cgil, marito della neoeletta senatrice Valeria Fedeli, già sindacalista Cgil e ora vicepresidente di Palazzo Madama.

Ancora. A diciotto ex parlamentari del Pd sono stati attribuiti incarichi in fondazioni, authority, enti e organismi pubblici di vario tipo. Sia pure con enormi differenze fra ruoli simbolici e posti di grande potere. Mario Cavallaro è diventato presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante della privacy. L’ex senatrice e insegnante Marilena Adamo, presidente della Fondazione scuole civiche del Comune di Milano. L’ex segretario della Cisl e già viceministro Sergio D’Antoni, presidente del Coni Sicilia. L’ex deputata Rosa De Pasquale, direttore dell’ufficio scolastico della Toscana: nomina alla quale la Corte dei conti, come ricordato dal Fatto Quotidiano , ha rifiutato la registrazione. L’ex senatore Carlo Chiurazzi, trombato alle Politiche 2013, presidente del Consorzio di sviluppo industriale di Matera. Mariapia Garavaglia, consigliere della Fondazione Arena di Verona. L’ex onorevole Federico Testa, commissario dell’Enea. L’ex ministro Luigi Nicolais, presidente del Consiglio nazionale ricerche: nomina che al pari di quella di Soro ha preceduto di poco le elezioni. Idem per Giovanna Melandri, passata direttamente da Montecitorio alla presidenza del Maxxi. Giovanni Forcieri, che ha preso il suo posto, era presidente dell’Autorità portuale di La Spezia. E su quella poltrona è stato ricollocato senza alcuna difficoltà dopo la breve parentesi parlamentare. Mentre troviamo Luciana Pedoto, laureata in Economia e specializzata in «epidemiologia dei servizi sanitari», ex segretaria di Giuseppe Fioroni ed ex onorevole non rieletta, all’Istituto nazionale di astrofisica. È responsabile di trasparenza e anticorruzione.

Competenze a parte, su cui pure ci sarebbe molto da dire, il punto è il metodo con cui vengono fatte certe scelte. Le società e le aziende pubbliche, per esempio. Pure lì, dove secondo i piani del governo dovevamo assistere a tagli impietosi, si è assistiti all’inesorabile migrazione degli ex.

Di Pier Fausto Recchia alla guida di Difesa servizi abbiamo parlato in varie occasioni. Come dell’assunzione a Invitalia di Costantino Boffa dopo selezione ministeriale ad hoc. Poco, invece, si è detto delle nomine della Regione Lazio alle presidenze delle Ipab: all’Istituto Sacra Famiglia è stato collocato Jean Léonard Touadi; a Santa Maria in Aquiro, Massimo Pompili. Oppure della designazione di Sandro Brandolini alla vicepresidenza di Cesena Fiera. O dello sbarco di Maria Leddi al posto di amministratore unico di Ftc holding, serbatoio di partecipazioni del Comune di Torino. E dei tre incarichi all’ex deputato Ivano Strizzolo: presidente dei revisori della Unirelab srl, società del ministero dell’Agricoltura (di cui figura procuratore Silvia Saltamartini, sorella l’ex portavoce alfaniana Barbara Saltamartini al tempo stretta collaboratrice dell’ex responsabile di quel dicastero Gianni Alemanno) nonché sindaco di Istituto Luce e Postecom. La presidenza di un’altra società delle Poste, la compagnia aerea postale Mistral Air, è toccata a Massimo Zunino. Il quale, uscito dalla Camera, ha costituito anche una società di consulenza, la Klarity innovaction consulting, insieme a due suoi colleghi di partito rimasti anche loro senza seggio. Ovvero, Michele Ventura e Andrea Lulli.

Modo alternativo, sembrerebbe, con cui può fruttare la ricca esperienza parlamentare. Un po’ come è capitato a coloro che hanno assunto per strade diverse incarichi «privati» ma non proprio estranei alla storia politica di ciascuno. L’ex ministro Giulio Santagata, prodiano senza se e senza ma, è consigliere delegato di Nomisma, la società di consulenza fondata da Romano Prodi. Due mesi fa l’ex prefetto e senatore Luigi De Sena è stato cooptato nel consiglio del Colari, la società di smaltimento dei rifiuti che fa capo a Manlio Cerroni, come garante degli accordi con la municipalizzata romana Ama. Per non parlare degli incarichi di curatore fallimentare (Cinzia Capano) o di liquidatore di cooperative sociali (Ezio Zani, subentrato a Soro e poi trombato alle elezioni). E senza contare chi, rieletto, al seggio ha preferito il «privato»: la senatrice Rita Ghedini, ora presidente di Legacoop Bologna.

http://www.corriere.it/politica/15_febb ... f8f9.shtml


PS: tornando al tema originario, ora si capisce meglio perché Cottarelli è stato trombato.
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Re: De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Messaggioda ranvit il 08/02/2015, 12:50

PS: tornando al tema originario, ora si capisce meglio perché Cottarelli è stato trombato.



Cottarelli non è stato trombato ma invitato a fare il tecnico....doveva avere un ruolo piu' silenzioso. Se vuole fare il politico si faccia eleggere!
Renzi ha ereditato un miliardo di problemi: se vuole incidere e cambiare l'Italia ha bisogno di tempo. Come prima cosa ha cercato il consenso....sennò te ne vai a casa subito e non fai un cazzo! Ora sta cominciando ad incidere...e intanto altro che "boy scout" come dice qualcuno: ha "fatto un mazzo cosi'" a parecchia gente.
Un po' alla volta farà tutto quello che serve....ma i tempi li decide lui nè Cottarelli nè Gabriele o Flaviomob :D
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Re: De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Messaggioda franz il 08/02/2015, 13:45

Non è stato affatto invitato a fare il tecnico, anzi quel ruolo non gli è stato rinnovato (con la scusa che a 60 anni è pensionato) e a la documentazione di studio (le proposte) sparita. È tornato al Fondo Monetario Internazionale (direttore esecutivo sarà un ruolo tecnico o politico?).
Ricordo che la revisione della spesa è essenziale per far quadrare i conti e che sicuramente proporre di toccare certe cose (le aziende parastatali e le società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche) è un ruolo politico, non tecnico. Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica è un ruolo politico, visti i poteri molto ampi attribuiti in fase di nomina. Sicuramente ha toccato nervi molto sensibili, per la casta PD. Si chiamano soldi.
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Re: De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Messaggioda flaviomob il 08/02/2015, 13:52

Una revisione seria della spesa (e della qualità) è poco compatibile con i "manuali cencelli" che la novella DC ha rimesso in voga (o che forse non hanno mai perso attualità).

Bisognerebbe poi capire se la pletora di poltronabili ha per caso qualche competenza nei posti che occupa, o solo meriti (post) elettorali.

Comunque Cottarelli pare che non lavorasse proprio "gratis": Secondo dichiarazioni rese alla stampa[9] avrebbe ricevuto per la sua attività di consulente del Tesoro una retribuzione annua lorda di 258.000 euro, vale a dire 11.000 euro netti al mese (wikipedia)


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Re: De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Messaggioda franz il 08/02/2015, 14:29

Meno di quello che guadagnavo io come tecnico :-) una quindicina di anni fa.
Comunque nessuno se è bravo, ha esperienza riconosciuta e capacità, lavora "gratis".
La scheda di wikipedia dice chiaramente che era stato "assunto" da Letta con un incarico di tre anni e che è stato rispedito al FMI da Renzi due anni prima della scadenza dell'incarico di commissario straordinario.
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Re: De Nicola: "il miglior disinfettante dello Stato"

Messaggioda ranvit il 08/02/2015, 16:27

Ripeto: se vuole "fare il bello" con il consenso degli altri meglio che se ne ritorni al FMI!
CIo' detto ripeto anche un'altra cosa: evidentemente Renzi ha ritenuto che non era il momento per fare certe cose (mettendosi contro un altro nugolo di politici non solo PD interessati. DEl resto di cose da fare e quindi di energie da spendere ce ne sono a iosa in questo disastrato Paese.
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