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Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam di

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Re: Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam

Messaggioda mariok il 19/01/2015, 10:27

Per la verità non è proprio così. Il bilancio è il risultato dell'elaborazione di migliaia (a volte anche più) di dati. Un errore è sempre possibile. Inoltre chi ne è responsabile (l'amministratore dell'azienda) non è colui che materialmente lo redige.

Occorre quindi accertarne l'intenzionalità e lo scopo e non è sempre facile.

Porre comunque dei tetti in percentuale sugli utili non ha senso. Di solito il falso non è finalizzato solo ad evadere, ma a costituire fondi neri, solitamente all'estero, che possono anche essere percentualmente esigui rispetto al risultato economico. Ciò che conta maggiormente è l'ammontare assoluto. E' infatti improbabile che si metta in piedi un complicato meccanismo di esportazione clandestina di capitali per poche migliaia di euro.
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Re: Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam

Messaggioda flaviomob il 20/01/2015, 16:15

Un conto è l'errore materiale, un altro conto è - come ha sottolineato franz - una cifra errata accompagnata da relativa documentazione falsa.


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Re: Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam

Messaggioda flaviomob il 24/01/2015, 14:00

Il decreto fiscale salva Berlusconi. La tecnica legislativa truffaldina
7 gennaio 2015 alle ore 9.31
[07/01/2015] di Ferdinando Imposimato (Facebook)

In una corrottissima Repubblica ci sono molte leggi, diceva Tacito. I cittadini hanno bisogno di poche leggi , senza trucchi e senza favori , solo così si tutela uno Stato in cui il bene di tutti garantisce la salvezza di tutti . Se tutta la nazione è prospera, arreca ai privati più vantaggi


Il decreto fiscale salva Berlusconi
Non c'è nessun giallo; il decreto legislativo fiscale del 24 dicembre 2014 varato dal Governo, va certamente a favore dell'ex presidente del Consiglio, condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale e decaduto dal Parlamento. Esso, se resterà, come sembra, come è stato formulato, cancellerà la condanna e riporterà il condannato in Parlamento e magari gli consentirà di riprendere la guida del Governo e di candidarsi al Colle. Si tratta della tecnica legislativa truffaldina della maggioranza sperimentata con le leggi anticorruzione , un vero e proprio imbroglio smascherato da parlamentari del M5S.
Il decreto fiscale apparentemente dovrebbe contrastare l'evasione fiscale ma in realtà. Ma, come ha spiegato l'ex Ministro Visco, va nella direzione contraria. Il decreto è un corpo di norme permissive che depenalizza molti reati tributari, secondo una logica assurda di legalizzazione dell'evasione fiscale. Il provvedimento , che secondo gli ultimi annunci del Presidente del Consiglio resterà immutato, farà perdere credibilità al Governo e alla maggioranza, sulla scia di quanto accadde con le norme annunciate contro corruzione, falso in bilancio, voto di scambio, concussione e prescrizione. Tutte risoltesi in assoluzioni, condoni e prescrizioni dei delitti a favore dei corrotti.
Qualcuno finge di credere che la legge di Natale non sarebbe applicabile al nostro ex premier, perché la sentenza di condanna è passata in giudicato. Non è così. Il condono è stato fatto non per i responsabili di dichiarazioni infedeli, ma per un personaggio definito dal Tribunale di Milano socialmente pericoloso. Il presidente dell'ANM Rodolfo Maria Sabelli non ha dubbi: la non punibilità si applica all'ex Presidente del Consiglio. Come riconosce lo stesso prof. Franco Coppi, che però ha smentito. Se il decreto fosse approvato , sarebbe l'ennesimo attacco al principio di legalità e a quello di eguaglianza, e incostituzionale per violazione dell'art 3 della Costituzione.
Ma cerchiamo di capire cosa è accaduto. Il decreto truffa natalizio, modificato da un misterioso Babbo Natale, prevede che, per i reati di evasione fiscale, la punibilità è esclusa quando le imposte evase non superano il 3% del reddito imponibile. Chi ha introdotto la norma sa che l'evasione fiscale dell'ex premier raggiunge l'1,91 per cento del reddito. E quindi è inferiore al 3%. A questo punto scatta l'art 673 codice di procedura penale. Questo prevede che , nel caso di abrogazione del reato o di una parte del reato, “ il giudice dell'esecuzione revoca la sentenza di condanna, dichiarando che il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Il giudice non avrebbe scelta ; in sede di incidente di esecuzione, previsto dalla legge, dovrebbe dichiarare che il reato non esiste più- - la formula è che il fatto non è previsto più come reato- , e sarà accusato di favorire un potente uomo politico. Il giudice diventerà il responsabile dell'imbroglio. La pubblica opinione dimenticherà che il giudice è l'esecutore di un ordine incostituzionale emesso dal Governo mediante legge e lo accuserà di indulgenza verso i potenti.
Il giudice potrebbe eccepire la incostituzionalità della legge, ma la Corte Costituzionale interverrebbe tra qualche anno, dopo che il guasto sarebbe divenuto irrimediabile .
Ma la questione non finisce qui. Il Presidente del Consiglio spara a destra e a manca che “sospenderà subito la norma”. Facendo finta che non si era accorto del condono verso i grandi evasori tra cui Silvio Berlusconi. In realtà senza l'allarme di una parte della stampa, l'inganno non sarebbe stato scoperto . Inoltre se il decreto resta immutato, secondo le ultime notizie, ed entrerà in vigore anche per un solo giorno , si cancellerà la condanna di Silvio Berlusconi e si consentirà il ritorno dell'ex premier sulla scena politica . Il trattato di diritto penale di Ferrando Mantovani dice che i decreti favorevoli al reo, anche se non convertiti in legge, sono retroattivi e si applicano a favore del condannato. Ciò significa che la revoca del decreto legge- che Renzi ha deciso di mantenere immutato- non servirebbe a nulla. Il piano criminale è perfetto e sarà realizzato. Oggi il decreto non è entrato ancora in vigore neppure per un giorno, per cui il condannato non se ne può giovare. Resta il fatto grave che il premier se ne gioverà appena sarà approvato. Il Presidente Renzi sembra intenzionato a salvare il suo alleato, con un condono che riguarda molte persone ma anche e soprattutto l'ex premier Silvio Berlusconi. Si tratta di un condono del quale non godono i ladri dei supermercati, coloro che occupano le case per necessità, gli oppositori di opere accusati di violenza privata, i cittadini di Savona, Campania, Val di Susa, Liguria, Toscana, Puglia e Sicilia che si battono in difesa dell'ambiente e della vita. Ed è inutile che il premier ci rassicuri dicendo che Berlusconi sconterà la pena; egli sa bene che fruirà della cancellazione della condanna principale e della pena accessoria, la decadenza dal Parlamento
Non ci sarebbe da meravigliarsi che la legge sul condono fiscale fosse approvata nella disattenzione generale. Favorendo un condannato che partecipa alle riforme costituzionali e condiziona l'elezione del Capo dello Stato. C'eravamo illusi che fossero passate di moda le pratiche legislative criminali a favore dei potenti, dopo il riconoscimento della correttezza della Cassazione e del suo presidente Antonio Esposito , sottoposto a un linciaggio mediatico interminabile e a un procedimento disciplinare devastante .
Berlusconi , forte del controllo di TV private e pubbliche , in cui lavorano anche parenti di famosi e influenti giornalisti , condiziona il nostro sistema legale, il nostro futuro e quello dei giovani. Egli è uno dei promotori dell'Italicum che stravolge i principi più importanti della Costituzione democratica, l'eguaglianza e la libertà del voto. La maggioranza , eletta in base alla legge bocciata dalla Consulta, ripropone una legge con i vizi di quella cancellata . Con l'Italicum la maggioranza resterebbe per sempre immutata, creando da sé, a proprio vantaggio, un sistema elettorale che le permetterebbe di restare maggioranza, anche quando fosse diventata per avventura minoranza.
E non è vero che l'opposizione abbia fatto opera di distruzione e non di proposta migliorativa del sistema legale e di adeguamento delle leggi alla Costituzione. E' innegabile il coraggioso e puntuale lavoro compiuto dal M5S, con una schiera di parlamentari, che tende a un sistema elettorale democratico, a battersi per varare un'efficace legge sul conflitto di interessi, presupposto della lotta alla corruzione. E a fare decadere chi, in Parlamento, versa in una clamorosa situazione di incompatibilità . E di coloro che, in conformità con la Costituzione , vogliono accrescere il livello di democrazia dentro le Forze Armate che sono presidio di legalità e difesa della Patria .
L'allarme lanciato dalla Stampa, prima dell'approvazione del decreto, ha bloccato gli inganni delle potenti lobbies presenti in Parlamento. Contro cui agirebbe la legge sulle lobbies , sollecitata dall'Unione Europea, e che è stata proposta da anni, da alcuni giovani parlamentari come Luigi Di Maio, Carlo Sibilia, Riccardo Fraccaro, Riccardo Nuti , Federico d'Incà e Giuseppe Brescia , legge che ristagna alla Camera favorendo la corruzione e minando l'indipendenza dei parlamentari.
La speranza di vincere la lotta alla corruzione con la legge del Governo, migliorata dalla opposizione guidata da Massimo Enrico Baroni , fu illusoria. Alla fine di una lunga battaglia, avemmo una legge propaganda, con deroghe incredibili a favore di soggetti potenti, che versavano in clamorosi conflitti di interesse. Deroghe introdotte con la stessa tecnica truffaldina usata nel decreto di Natale. Il Premier ha esaltato il decreto , parlando dell'aumento delle pene per i casi più gravi di evasione fiscale, sorvolando sugli effetti devastanti sul principio di legalità. Ora questa storia tragicomica si concluderà , sembra, col mantenimento dell'emendamento di favore. Assieme alle norme che non puniscono in modo efficace la corruzione, il falso in bilancio e il voto di scambio, che non fanno cessare gli effetti devastanti della prescrizione.
Il modo di legiferare della maggioranza è stato spesso un susseguirsi di trucchi, frodi, inganni mediante occultamenti o inserimenti surrettizi di commi profittando di decreti legislativi generici, e per questo incostituzionali, con deleghe aperte a ogni contenuto e tali da favorire gli interessi di pochi fortunati in danno del bene comune della stragrande maggioranza dei cittadini.

Tacito
Le leggi non possono essere partorite da legislatori che tutelano interessi particolari e non generali. Negli ultimi anni il governo ha esercitato il potere in nome della legge e mediante ordini travestiti da leggi. Le leggi sono state sciupate per inflazione, cattiva qualità, perdita di certezza e perdita di generalità. Una pletora di leggi che le ha svalutate. Corruptissima Republica plurimae leges. In una corrottissima Repubblica ci sono molte leggi, diceva Tacito. I cittadini hanno bisogno di poche leggi , senza trucchi e senza favori , solo così si tutela uno Stato in cui il bene di tutti garantisce la salvezza di tutti . Se tutta la nazione è prospera, arreca ai privati più vantaggi che se è fortunata in ciascuno dei suoi cittadini, ma va in rovina nel suo complesso, come sta accadendo oggi in Italia .


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Re: Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam

Messaggioda franz il 24/01/2015, 16:37

Grandissimo Tacito!
In realtà già allora pare abbia detto anche "Eurum omnia culpa est" ed altre cose più confuse attorno alle rotondità posteriori della signora Merkel ed al neoliberismo ma i scribi di allora, non comprendendo i termini, non trascrissero le frasi.

Io dico una cosa: se tutte queste intelligenze, così argute e fini nel cercare una scappatoia per SB, come questa del 3%, impiegassero almeno un decimo per risolvere i problemi del paese, e nove decimi per non crearne di nuovi, l'Italia non sarebbe messa come sappiamo.
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Re: Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam

Messaggioda annalu il 04/02/2015, 10:57

Scusate se torno su un argomento da tempo silente, ma ho ascoltato ieri Renzi da Vespa, e mi farebbe piacere discuterne di nuovo (a proposito, è vero: Vespa è tornato pimpantissimo e preparato; era tanto che evitavo sistematicamente "Porta a porta", e mi ha stupito).
Dunque, ieri Renzi ha tenuto molto a precisare che la famosa soglia di punibilità al 3% riguarda solo l'aspetto penale della vicenda, mentre la parte civile, cioè il pagamento di quanto dovuto con l'aggiunta di una multa (lui ha parlato del doppio della somma evasa) rimane valida e necessaria per usufruire del non luogo a procedere nel penale.
Chiedo a chi ne sa di più: ho capito bene questa volta?

Se ho capito bene, la soglia del 3% (dopo il risarcimento della somma non pagata) direi che non è poi così criticabile, in quanto la somma evasa andrebbe ripagata immeditamente, quindi lo stato non subirebbe danni e l'evasolre non ne ricaverebbe vantaggi, mentre il cosidetto "errore non in mlafede" può realmente incidere in percentuale, in quanto lo stesso errore può produrre piccole differenze su un giro d'affari litato, mentre può produrre differenze considerevoli su giri d'affari elevati.
Se è così, e se davvero questa norma velocizza il recupero del denaro, separandolo dalla questione penale, non mi sembra molto scandaloso, anzi, forse l'erario - quindi noi cittadini che le tasse le paghiamo - ne trarrebbe vantaggio.
Se chi se ne intende potesse chiarire meglio i termini del problema, mi farebbe un grosso piacere.

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Re: Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam

Messaggioda mariok il 04/02/2015, 11:36

L'articolo oggetto dello scandalo è il seguente:

Art. 19-bis
(Causa di esclusione della punibilità)
1. Per i reati previsti dal presente decreto, la punibilità è comunque esclusa quando l’importo delle
imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile dichiarato o
l’importo dell’imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al tre per cento dell’imposta
sul valore aggiunto dichiarata. Per tali fatti sono raddoppiate le sanzioni previste dal decreto
legislativo n. 471 del 1997.”


Stabilendo che "la punibilità è comunque esclusa..." sembra che non vi sia nessuna relazione tra la possibilità di evitare la sanzione penale e l'effettivo pagamento delle somme evase e delle annesse sanzioni.

In altri termini, il fatto non è penalmente punibile, punto e basta e quindi esclude a priori l'intervento e la conseguente valutazione di un giudice in sede penale.

Ciò è aggravato dal fatto che non c'è alcun tetto alla applicabilità della norma, stabilendo così una soglia di non punibilità proporzionale (senza limiti) al livello del giro d'affari di chi ha evaso.

P.S. Non ho visto Porta a Porta. Ma Vespa gli ha letto il testo della norma contestandogli la sua interpretazione? Perché i giornalisti (anche quando sono "pimpanti") non si documentano su quanto andranno a trattare nelle loro interviste?
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Re: Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam

Messaggioda gabriele il 04/02/2015, 11:46

annalu ha scritto:Dunque, ieri Renzi ha tenuto molto a precisare che la famosa soglia di punibilità al 3% riguarda solo l'aspetto penale della vicenda, mentre la parte civile, cioè il pagamento di quanto dovuto con l'aggiunta di una multa (lui ha parlato del doppio della somma evasa) rimane valida e necessaria per usufruire del non luogo a procedere nel penale.
Chiedo a chi ne sa di più: ho capito bene questa volta?


La depenalizzazione di un reato in genere comporta la trasformazione della violazione da penale ad amministrativa.

Si passa quindi dalla giustizia penale a quella amministrativa.

Per le contestazioni di reato ancora in essere, il pubblico ministero deve prendere atto della depenalizzazione e trasmettere il fascicolo all'ente che l'ha contestato motivandone la decisione. Da qui, l'ente accertatore procede per via amministrativa presso l'ente giudicante entro i termini stabiliti dalla legge (in genere entro i canonici 90 giorni).

Tecnicamente si parla quindi di sanzione amministrativa e non più di multa.

Le modalità di riscossione e i minimi e massimi edittali della sanzione devono ritrovarsi nella legge che isitituisce la depenalizzazione, compresa la possibilità o meno di pagare la sanzione in misura ridotta.
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Re: Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam

Messaggioda ranvit il 04/02/2015, 16:09

Ha capito bene annalù: l'evasione (voluta o furbesca) se scoperta comporta una multa equivalente al doppio dell'imposta evasa.

E comunque, il testo definitivo ancora non c'è.....come per l'elezione del Pdr, un mare di chiacchiere della "vecchia guardia" e della sua corte dei miracoli per sputtanare Renzi.
Rassegnatevi!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam

Messaggioda annalu il 04/02/2015, 19:37

Prima di tutto ringrazio Mariok e Gabriele per le loro precisazioni.
Gabriele precisa che "...Tecnicamente si parla quindi di sanzione amministrativa e non più di multa.", mentre Mariok precisa che se "... "la punibilità è comunque esclusa..." sembra che non vi sia nessuna relazione tra la possibilità di evitare la sanzione penale e l'effettivo pagamento delle somme evase e delle annesse sanzioni."

In seguito alle vostre precisazioni ho cercato meggiori informazioni, senza riuscire a venirne a capo.
A mio parere però il problema non è tanto nel fatto che la punibilità (penale) sia esclusa, quanto nel fatto che, se viene stabilita una "sanzione amministrativa" (con le modalità che la legge deve precisare), se non si paga la sanzione penso si incorra in un nuovo reato, di cui però non sono riuscita a trovare le possibili conseguenze penali.
Qualcuno saprebbe precisare questo punto?

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Re: Falso in bilancio, il governo salva la legge ad personam

Messaggioda franz il 05/02/2015, 8:34

gabriele ha scritto:Tecnicamente si parla quindi di sanzione amministrativa e non più di multa.

Nel mio lessico (abbastanza internazionale) sono sinonimi. Multa = Sanzione Amministrativa.
Leggo pero' che se in alcuni pasi è così, non lo è per l'Italia, che distingue tra multa (penale) e ammenda (amministrativa).
http://it.wikipedia.org/wiki/Multa
È solo un problema di terminologia.
Il concetto è che la sanzione pecuniaria amministativa non attiene al penale.
Non sarebbe corretto quindi legare le due cose (eviti il penale se paghi la sanzione).
Il penale è tale per definizione: una cosa è reato se è prevista una pena.
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