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Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Messaggioda ranvit il 22/01/2009, 10:44

Dal corriere.it :

dubbi sul numero delle vittime: potrebbero essere 600 e non 1.300
«Così i ragazzini di Hamas
ci hanno utilizzato come bersagli»
Abitanti di Gaza accusano i militanti islamici: «Ci impedivano di lasciare le case e da lì sparavano»


GAZA - «Andatevene, andatevene via di qui! Volete che gli israeliani ci uccidano tutti? Volete veder morire sotto le bombe i nostri bambini? Portate via le vostre armi e i missili», gridavano in tanti tra gli abitanti della striscia di Gaza ai miliziani di Hamas e ai loro alleati della Jihad islamica. I più coraggiosi si erano organizzati e avevano sbarrato le porte di accesso ai loro cortili, inchiodato assi a quelle dei palazzi, bloccato in fretta e furia le scale per i tetti più alti. Ma per lo più la guerriglia non dava ascolto a nessuno. «Traditori. Collaborazionisti di Israele. Spie di Fatah, codardi. I soldati della guerra santa vi puniranno. E in ogni caso morirete tutti, come noi. Combattendo gli ebrei sionisti siamo tutti destinati al paradiso, non siete contenti di morire assieme?». E così, urlando furiosi, abbattevano porte e finestre, si nascondevano ai piani alti, negli orti, usavano le ambulanze, si barricavano vicino a ospedali, scuole, edifici dell’Onu.

In casi estremi sparavano contro chi cercava di bloccare loro la strada per salvare le proprie famiglie, oppure picchiavano selvaggiamente. «I miliziani di Hamas cercavano a bella posta di provocare gli israeliani. Erano spesso ragazzini, 16 o 17 anni, armati di mitra. Non potevano fare nulla contro tank e jet. Sapevano di essere molto più deboli. Ma volevano che sparassero sulle nostre case per accusarli poi di crimini di guerra», sostiene Abu Issa, 42 anni, abitante nel quartiere di Tel Awa. «Praticamente tutti i palazzi più alti di Gaza che sono stato colpiti dalle bombe israeliane, come lo Dogmoush, Andalous, Jawarah, Siussi e tanti altri avevano sul tetto le rampe lanciarazzi, oppure punti di osservazione di Hamas. Li avevano messi anche vicino al grande deposito Onu poi andato in fiamme E lo stesso vale per i villaggi lungo la linea di frontiera poi più devastati dalla furia folle e punitiva dei sionisti», le fa eco la cugina, Um Abdallah, 48 anni. Usano i soprannomi di famiglia. Ma forniscono dettagli ben circostanziati. E’ stato difficile raccogliere queste testimonianze. In generale qui trionfa la paura di Hamas e imperano i tabù ideologici alimentati da un secolo di guerre con il «nemico sionista».


Chi racconta una versione diversa dalla narrativa imposta dalla «muhamawa» (la resistenza) è automaticamente un «amil», un collaborazionista e rischia la vita. Aiuta però il recente scontro fratricida tra Hamas e Olp. Se Israele o l’Egitto avessero permesso ai giornalisti stranieri di entrare subito sarebbe stato più facile. Quelli locali sono spesso minacciati da Hamas. «Non è un fatto nuovo, in Medio Oriente tra le società arabe manca la tradizione culturale dei diritti umani. Avveniva sotto il regime di Arafat che la stampa venisse perseguitata e censurata. Con Hamas è anche peggio», sostiene Eyad Sarraj, noto psichiatra di Gaza city. E c’è un altro dato che sta emergendo sempre più evidente visitando cliniche, ospedali e le famiglie delle vittime del fuoco israeliano. In verità il loro numero appare molto più basso dei quasi 1.300 morti, oltre a circa 5.000 feriti, riportati dagli uomini di Hamas e ripetuti da ufficiali Onu e della Croce Rossa locale. «I morti potrebbero essere non più di 500 o 600. Per lo più ragazzi tra i 17 e 23 anni reclutati tra le fila di Hamas che li ha mandati letteralmente al massacro», ci dice un medico dell’ospedale Shifah che non vuole assolutamente essere citato, è a rischio la sua vita. Un dato però confermato anche dai giornalisti locali: «Lo abbiamo già segnalato ai capi di Hamas. Perché insistono nel gonfiare le cifre delle vittime? Strano tra l’altro che le organizzazioni non governative, anche occidentali, le riportino senza verifica. Alla fine la verità potrebbe venire a galla. E potrebbe essere come a Jenin nel 2002. Inizialmente si parlò di 1.500 morti. Poi venne fuori che erano solo 54, di cui almeno 45 guerriglieri caduti combattendo».
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Messaggioda Stevin il 22/01/2009, 11:12

ranvit ha scritto:Dal corriere.it :

dubbi sul numero delle vittime: potrebbero essere 600 e non 1.300
«Così i ragazzini di Hamas
ci hanno utilizzato come bersagli»
Abitanti di Gaza accusano i militanti islamici: «Ci impedivano di lasciare le case e da lì sparavano»


GAZA - «Andatevene, andatevene via di qui! Volete che gli israeliani ci uccidano tutti? Volete veder morire sotto le bombe i nostri bambini? Portate via le vostre armi e i missili», gridavano in tanti tra gli abitanti della striscia di Gaza ai miliziani di Hamas e ai loro alleati della Jihad islamica. I più coraggiosi si erano organizzati e avevano sbarrato le porte di accesso ai loro cortili, inchiodato assi a quelle dei palazzi, bloccato in fretta e furia le scale per i tetti più alti. Ma per lo più la guerriglia non dava ascolto a nessuno. «Traditori. Collaborazionisti di Israele. Spie di Fatah, codardi. I soldati della guerra santa vi puniranno. E in ogni caso morirete tutti, come noi. Combattendo gli ebrei sionisti siamo tutti destinati al paradiso, non siete contenti di morire assieme?». E così, urlando furiosi, abbattevano porte e finestre, si nascondevano ai piani alti, negli orti, usavano le ambulanze, si barricavano vicino a ospedali, scuole, edifici dell’Onu.

In casi estremi sparavano contro chi cercava di bloccare loro la strada per salvare le proprie famiglie, oppure picchiavano selvaggiamente. «I miliziani di Hamas cercavano a bella posta di provocare gli israeliani. Erano spesso ragazzini, 16 o 17 anni, armati di mitra. Non potevano fare nulla contro tank e jet. Sapevano di essere molto più deboli. Ma volevano che sparassero sulle nostre case per accusarli poi di crimini di guerra», sostiene Abu Issa, 42 anni, abitante nel quartiere di Tel Awa. «Praticamente tutti i palazzi più alti di Gaza che sono stato colpiti dalle bombe israeliane, come lo Dogmoush, Andalous, Jawarah, Siussi e tanti altri avevano sul tetto le rampe lanciarazzi, oppure punti di osservazione di Hamas. Li avevano messi anche vicino al grande deposito Onu poi andato in fiamme E lo stesso vale per i villaggi lungo la linea di frontiera poi più devastati dalla furia folle e punitiva dei sionisti», le fa eco la cugina, Um Abdallah, 48 anni. Usano i soprannomi di famiglia. Ma forniscono dettagli ben circostanziati. E’ stato difficile raccogliere queste testimonianze. In generale qui trionfa la paura di Hamas e imperano i tabù ideologici alimentati da un secolo di guerre con il «nemico sionista».


Chi racconta una versione diversa dalla narrativa imposta dalla «muhamawa» (la resistenza) è automaticamente un «amil», un collaborazionista e rischia la vita. Aiuta però il recente scontro fratricida tra Hamas e Olp. Se Israele o l’Egitto avessero permesso ai giornalisti stranieri di entrare subito sarebbe stato più facile. Quelli locali sono spesso minacciati da Hamas. «Non è un fatto nuovo, in Medio Oriente tra le società arabe manca la tradizione culturale dei diritti umani. Avveniva sotto il regime di Arafat che la stampa venisse perseguitata e censurata. Con Hamas è anche peggio», sostiene Eyad Sarraj, noto psichiatra di Gaza city. E c’è un altro dato che sta emergendo sempre più evidente visitando cliniche, ospedali e le famiglie delle vittime del fuoco israeliano. In verità il loro numero appare molto più basso dei quasi 1.300 morti, oltre a circa 5.000 feriti, riportati dagli uomini di Hamas e ripetuti da ufficiali Onu e della Croce Rossa locale. «I morti potrebbero essere non più di 500 o 600. Per lo più ragazzi tra i 17 e 23 anni reclutati tra le fila di Hamas che li ha mandati letteralmente al massacro», ci dice un medico dell’ospedale Shifah che non vuole assolutamente essere citato, è a rischio la sua vita. Un dato però confermato anche dai giornalisti locali: «Lo abbiamo già segnalato ai capi di Hamas. Perché insistono nel gonfiare le cifre delle vittime? Strano tra l’altro che le organizzazioni non governative, anche occidentali, le riportino senza verifica. Alla fine la verità potrebbe venire a galla. E potrebbe essere come a Jenin nel 2002. Inizialmente si parlò di 1.500 morti. Poi venne fuori che erano solo 54, di cui almeno 45 guerriglieri caduti combattendo».


Non vedo la firma.
Chi è che ha scritto queste cose? C'è stato a Gaza?
la puzza di disinformazione è notevole.
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Re: Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Messaggioda franz il 22/01/2009, 11:52

Stevin ha scritto:Non vedo la firma.
Chi è che ha scritto queste cose? C'è stato a Gaza?
la puzza di disinformazione è notevole.
La macchina da guerra continua anche quando i cannoni tacciono[/b][/color]

siè è di un corrispndente da gaza.
lui prende le notizie direttamente alla fonte dalla popolazione, non dalla propaganda di hamas come fanno altri.
http://www.corriere.it/esteri/09_gennai ... aabc.shtml

Avevo già postato il messaggio viewtopic.php?p=7524#p7524 pochi minuti dopo Ranvit.
Mi scuso con lui per il doppione.

Ciao,
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Re: Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Messaggioda Stevin il 22/01/2009, 12:02

Mentre in Italia la servile propaganda e disinformazione continua a galoppare (vedasi articolo sul Corriere, del solito inviato che non mette piede a Gaza), all'estero (anche in USA) come già avevo fatto notare questo meccanismo inizia ad incrinarsi.

Mi dà ragione anche il Guardian, citando lo stesso articolo del WSJ che già avevo riportato.

Buona lettura.

$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$

http://www.guardian.co.uk/commentisfree ... srael-gaza

DI MICHELLE GOLDBERG
The Guardian

Mentre Israele polverizza Gaza, dubbi e domande sulla politica israeliana stanno iniziando a dominare nei media statunitensi

"Livni contestata da giornalisti Usa. Il ministro degli esteri israeliano, Tzipi Livni, è rimasta sorpresa ieri notte da alcuni giornalisti che le hanno rivolto pesanti accuse e l'hanno bollata come "terrorista" per l'offensiva militare nella striscia di Gaza. Lo scrivono i quotidiani Haaretz e Yediot Ahronot." Repubblica.it, cronaca del 17 Gennaio:

E' una osservazione comune, quasi un cliché, che i media statunitensi siano meno critici sulla politica di Israele rispetto ai media israeliani. Nelle descrizioni americane mainstream della miseria senza fine del Medioriente, l'onestà di Israele e la violenza araba sono comunemente enfatizzate. La realtà degli insediamenti israeliani e della sofferenza palestinese sono, nel migliore dei casi, una nota a margine.

I conservatori spesso si lamentano che le notizie non siano persino più orientate in favore dello Stato ebraico, o verso gli elementi più estremisti al suo interno, ma tali lamentele oscurano e rinforzano l'autentica distorsione nella copertura mediatica americana del Medioriente e funzionano da avvertimento preventivo per qualunque mezzo di informazione che voglia mostrare troppa simpatia per i palestinesi. (La crudezza dei più chiassosi detrattori di Israele nell'estrema sinistra non aiuta, dal momento che marginalizza ulteriormente la critica di Israele come riservata ai tipi che non trovano differenza tra Dachau e Jenin.)

Lentamente però qualcosa sta cambiando. Mentre Israele polverizza Gaza, domande e dubbi sulla politica israeliana stanno diventando più evidenti nei media americani.

Il fallimento della guerra in Iraq e il concomitante discredito dei neoconservatori ha aperto un nuovo spazio nella conversazione americana. Mentre la destra americana è indebolita e demoralizzata, vi è meno pressione sulla stampa perché mostri quel genere di rozze posizioni a senso unico che i conservatori compiaciuti di se stessi amano definire "chiarezza morale". La sproporzionata rappresaglia israeliana contro Gaza viene sempre più riconosciuta come tanto brutale quanto, con tutta probabilità, estremamente futile. Nel distruggere Gaza, Israele sta anche distruggendo il tabù americano che ha assicurato al paese una copertura mediatica favorevole a tempo pieno.

Il 31 dicembre la CNN ha affrontato la controversa domanda se sia stato Israele o Hamas a rompere il cessate il fuoco facendo precipitare la situazione verso gli attuali combattimenti. In primo luogo la rete televisiva ha trasmesso un filmato del parlamentare liberale palestinese Mustafa Barghouti che affermava: " la comunità della stampa mondiale o dei media è soverchiata dalla narrazione israeliana che è sbagliata. I portavoce israeliani hanno diffuso bugie ovunque. La realtà e la verità è che la parte che ha rotto questa tregua e questo cessate il fuoco è stata Israele. Due mesi prima che la tregua finisse Israele iniziò ad attaccare Rafah, iniziò ad attaccare Hamas e non ha mai tolto l'embargo su Gaza". Ordinariamente i giornalisti televisivi farebbero seguire a tale filmato, se proprio lo avessero mandato come primo, un filmato in cui Israele porta le sue ragioni, e si sarebbero fermati su di esso lasciando un pubblico già predisposto contro i palestinesi a decidere la verità. Invece il conduttore Rick Sanchez ha fatto qualcosa che dovrebbe essere pratica comune ma tristemente non lo è: si è sforzato di scoprire chi avesse ragione.

"E sapete cosa ho fatto? Ho controllato insieme ad alcune delle persone qui al nostro ufficio internazionale, e sono andato da loro e gli ho chiesto: 'di cosa sta parlando? Abbiamo qualche informazione in proposito?'" ha detto Sanchez. E ha riferito che le sue fonti confermavano che Barghouti aveva ragione [vedi filmato sotto, N.d.t.].

Da allora il mettere in discussione e il condannare apertamente le azioni di Israele è diventato sempre più comune nella stampa dell'establishment. L'otto gennaio la pagina degli editoriali 'op-ed' del New York Times riportava tre pezzi di opinione critici di Israele. "Quando viene bombardato dai suoi vicini Israele deve fare qualcosa", ha scritto l'editorialista Nick Kristof. "Ma il diritto di Israele di fare qualcosa non significa che abbia il diritto di fare qualunque cosa". La scorsa settimana è uscita una nuova edizione della rivista Time, la sua copertina mostrava una stella di Davide dietro a del filo spinato e il titolo "Perchè Israele non può vincere". La pagina degli editoriali del fortemente conservatore Wall Street Journal riportava un articolo di George Bisharat dal titolo " Israele sta commettendo crimini di guerra". "L'attuale assalto di Israele contro la striscia di Gaza non può essere giustificato dall'autodifesa", iniziava. "Piuttosto, esso implica serie violazioni della legge internazionale, compresi i crimini di guerra... anche i combattenti di Hamas hanno violato le leggi di guerra, ma i loro misfatti non giustificano le azioni di Israele".

VIDEO

Non c'è alcun dubbio che alcuni dei più aggressivi sostenitori di Israele saranno allarmati da questo improvviso cambiamento nei discorsi americani. Essi sono soliti accantonare le critiche del mondo a Israele come borbottii di antisemiti e terzomondisti benpensanti. Gli USA sono stati un bozzolo che ha protetto Israele e i suoi sostenitori dal fronteggiare duri giudizi. Ma Israele ha ricevuto un cattivo servizio dall'indulgenza senza fine dell'America. Ciò che sta accadendo a Gaza mette in pericolo, in primo luogo e soprattutto, le sfortunate persone che vivono lì e che stanno morendo a centinaia. Mette in pericolo anche lo stesso Israele, spingendo le già elusive prospettive di pace sempre più fuori portata. Un mezzo d'informazione americano che chiuda un occhio di fronte all'espansionismo e agli abusi dei diritti umani da parte di Israele alla fine rende lo Stato ebraico meno, e non più, sicuro. Senza che gli Usa facciano pressioni su Israele perchè smantelli gli insediamenti e allenti l'embargo su Gaza, i leader israeliani non hanno né l'incentivo né la copertura politica necessaria a fare ciò. Ora che la stampa americana sta mostrando un briciolo di coraggio nel fronteggiare una catastrofe in corso che viene favorita dalla leadership americana, forse i nostri politici avranno spazio per fare lo stesso.
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Re: Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Messaggioda franz il 22/01/2009, 12:20

Stevin ha scritto:Mentre in Italia la servile propaganda e disinformazione continua a galoppare (vedasi articolo sul Corriere, del solito inviato che non mette piede a Gaza),

Guarda che quella corrispondenza è scritta da Gaza, da chi è dentro la città.
Basta leggerlo per capire che ha parlato con la gente e non con i propagandisti esperti della disinformazione.

Ciao,
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Re: Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Messaggioda Stevin il 22/01/2009, 13:54

franz ha scritto:
Stevin ha scritto:Non vedo la firma.
Chi è che ha scritto queste cose? C'è stato a Gaza?
la puzza di disinformazione è notevole.
La macchina da guerra continua anche quando i cannoni tacciono[/b][/color]

siè è di un corrispndente da gaza.
lui prende le notizie direttamente alla fonte dalla popolazione, non dalla propaganda di hamas come fanno altri.
http://www.corriere.it/esteri/09_gennai ... aabc.shtml

Avevo già postato il messaggio viewtopic.php?p=7524#p7524 pochi minuti dopo Ranvit.
Mi scuso con lui per il doppione.

Ciao,
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Mah, sai com'è.
Io mi fido di più delle testimonianze della Croce Rossa e degli inviati ONU (quelli che non vengono espulsi, naturalmente).

Forse tutte le ONG e le Istituzioni internazionali che chiedono inchieste su Israele per crimini di guerra sono succubi della "potente" propaganda di Hamas?

Questa è un po' come quella dei razzi sparati dalle sedi ONU, va bene per farsi due risate (amare).

Non so come si possa parlare di "propaganda di Hamas" quando i suoi esponenti sono completamente ignorati dalla stampa, completamente allineata sulle posizioni e volontà sioniste.
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Re: Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Messaggioda Stevin il 22/01/2009, 14:04

Il Segretario Generale dell'ONU crede ai suoi menzogneri occhi e non alla Verità di Sion.

Forse è il caso di aprire un'inchiesta a suo carico per un forte sospetto di antisemitismo!

http://www.independent.co.uk/news/world ... 52294.html

$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$

The UN secretary general, looking distressed, described the devastation of Gaza as "heartbreaking" on a visit to the area yesterday after the 22-day Israeli assault.

"I have seen only a fraction of the destruction," said Ban Ki-moon, as he stood in front of a UN warehouse set on fire by Israeli shells last Thursday. "This is shocking and alarming. These are heartbreaking scenes I have seen and I am deeply grieved by what I have seen today." he said.

Mr Ban demanded a full investigation into the Israeli shelling of the UN Relief and Works Agency compound. UN officials say the compound, still smouldering yesterday, was targeted by white phosphorus munitions which are not supposed to be used in densely populated areas because of the harm to civilians. Mr Ban said the Israeli attacks on UNRWA headquarters and two UN schools in Gaza, one of which killed 40 sheltering Palestinians, were "outrageous".

Amnesty International said Israel's repeated use of the munitions despite evidence of their indiscriminate effects and harm to civilians "is a war crime". The Israeli army has launched an investigation but says Hamas fighters operate from densely populated areas, and used UN buildings as cover for attacks.

Mr Ban said: "It has been especially troubling and heartbreaking for me as secretary general that I couldn't end this faster," he said. He urged Israel and Hamas to "exercise maximum restraint and nurture the ceasefire".
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Re: Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Messaggioda franz il 22/01/2009, 14:08

Stevin ha scritto:Non so come si possa parlare di "propaganda di Hamas" quando i suoi esponenti sono completamente ignorati dalla stampa, completamente allineata sulle posizioni e volontà sioniste.

Beh, quella di Hamas puo' essere propaganda inefficace per la maggioranza delle persone di buon senso (infatti qui in Italia solo i nazisti e l'ultra sinista se li fila) ma rimane il fatto che quel corrispondente è a Gaza, tu ed io no. Il fatto che si chiedano, doverosamente, indagini sull'operato dell'esercito di Israele, non significa che altrettanto non debba essere fatto con l'oerato di Hamas. Chi lo negasse dimostrebbe di essere solo una marionetta nelle mani della loro propaganda.

Ciao,
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Re: Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Messaggioda Stefano'62 il 22/01/2009, 14:14

Stevin ha scritto:Non so come si possa parlare di "propaganda di Hamas" quando i suoi esponenti sono completamente ignorati dalla stampa, completamente allineata sulle posizioni e volontà sioniste.

La mia posizione è nota perciò stevin non me ne vorrà.....
sappiamo che Israele non parla sempre con lingua diritta perchè esistono altre armi oltre alle bombe,ma pensare che anche Hamas non faccia,o non possa fare propanga,mi sembra un pò ingenuo.

Stefano
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Re: Strabismi nostrani e cinismo globale (santoro e dintorni)

Messaggioda Stevin il 22/01/2009, 15:31

Stefano'62 ha scritto:
Stevin ha scritto:Non so come si possa parlare di "propaganda di Hamas" quando i suoi esponenti sono completamente ignorati dalla stampa, completamente allineata sulle posizioni e volontà sioniste.

La mia posizione è nota perciò stevin non me ne vorrà.....
sappiamo che Israele non parla sempre con lingua diritta perchè esistono altre armi oltre alle bombe,ma pensare che anche Hamas non faccia,o non possa fare propanga,mi sembra un pò ingenuo.

Stefano


Non è però ingenuo chiedersi che mezzi hanno a disposizione le due parti per fare propaganda.

E da questo punto di vista l'asimmetria è ancora maggiore che sul piano delle armi.
Stevin
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