Annalu, con tutto il rispetto e l'amicizia, credo che tu abbia preso lucciole per lanterne. E alla grande.
E' noto a tutto il mondo che New York sia nel mondo la metropoli degli immigrati per eccellenza. A parte l'assurdità di intravedere un contenuto antisemita in una battuta - per me brillante - di un comico ebreo, ma ormai alle assurdità logiche e alle "interpretazioni" più o meno creative su questo forum - a tutti i livelli - abbiamo fatto il callo; mi pare comunque evidente che il riferimento sia ad una metropoli in cui storicamente gli ebrei europei hanno trovato residenza e un alto livello di inserimento. Il che giustificherebbe, come penso, che a New York risieda una percentuale più alta di ebrei rispetto a, che so, il Nebraska o il Kazakistan?
E, vista l'alta percentuale di italiani emigrati in America, di cui una grandissima parte transitati da New York e in parecchi stabiliti lì o loro discendenti, la stessa battuta non potrebbe essere traslata proprio in chiave italiana? Diversi sindaci della metropoli americana hanno avuto cognome italiano.
Certo, l'Italia oggi non occupa territori altrui, ma se ci trovassimo negli anni Trenta la gag potrebbe suonare come "Credo che noi Italiani dovremmo restituire le colonie... no aspetta, New York no..."
Quello che mi consola (tristemente) è che perfino Hannah Arendt, dopo aver scritto "La banalità del male", fu accusata di antisemitismo.