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Pubblico impiego: troppi dirigenti (vedi spending review)

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Re: Pubblico impiego: troppi dirigenti (vedi spending review

Messaggioda mariok il 05/01/2015, 22:14

franz ha scritto:
mariok ha scritto:Il punto principale credo sia invece il seguente: nei casi in cui non può essere il mercato (ammesso che sia veramente libero e privo di posizioni dominanti che ne minino la concorrenza) a determinare la sopravvivenza di un soggetto erogatore di servizi, chi e come può assicurarne l'efficienza ed una corretta gestione?

Esatto. Sul piano della discussione tecnica e teorica, abbiamo da un lato i cosiddetti monopoli naturali e quindi, per differenza tutto il resto è gestibile, come scelta collettiva e democratica, sia dal pubblico sia dal privato.


Sul piano teorico è corretto. Nella pratica le cose sono un po' diverse.

Prendiamo ad esempio il caso della sanità. Se le strutture presenti in un certo territorio offrono un rapporto qualità/costo insoddisfacenti, è naturale che gli abitanti di quella zona si rivolgano a strutture migliori in zone limitrofe. Ma ciò può voler dire che le prime siano destinate a scomparire, lasciando intere zone prive di servizi essenziali come ad esempio il pronto soccorso o forme di assistenza necessariamente capillari (come quelle ai disabili)?

Lo stesso potrebbe dirsi per la scuola. E' naturale scegliersi la scuola pubblica o privata migliore. Ma ciò può voler dire privare di un qualunque sistema scolastico intere zone del paese (magari logisticamente più disagiate)?

E sempre a titolo d'esempio. Nel caso in cui la linea 50 gestita dall'azienda A sia più efficiente della linea 60 gestita dall'azienda B, non è detto che io preferirò sempre la prima alla seconda, ameno del caso (improbabile) esse effettuino tragitti identici.

Lo stesso dicasi per le reti di distribuzione, che a prescindere dalla tecnologia utilizzata, non è detto che riescano a coprire l'intero territorio nazionale, anche in zone economicamente non convenienti, sia per caratteristiche geofisiche che di composizione sociale (e quindi, tipo di domanda più o meno profittevole).

A prescindere quindi dalle loro dimensioni, ci saranno sempre aree di "monopolio naturale" per le quali occorrono dei meccanismi "premianti" alternativi alla semplice concorrenza.

E qui ritorniamo al problema della gestione della cosa pubblica e dei relativi meccanismi di controllo democratico non sempre assicurati dalla gestione per delega.

Purtroppo, mi vado sempre più convincendo che nessun meccanismo (in termini di regole sia del mercato sia del sistema istituzionale) può sostituire il livello di civiltà di un popolo.
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Re: Pubblico impiego: troppi dirigenti (vedi spending review

Messaggioda gabriele il 05/01/2015, 23:11

annalu ha scritto:Meglio quindi che i "tecnici esperti" siano scelti secondo criteri il più possibile oggettivi, da persone che se ne assumano in pieno la responsabilità.


Annarosa, siamo d'accordo. Per me le persone che se ne devono assumere la responsabilità sono i diretti usufruitori del servizio i quali sondano il terreno e scelgono fra una lista di autorevoli candidati. Non vedo perché frapporre altri filtri fra i cittadini e i "super" tecnici, che poi alla fine sono (anche adesso) abili politici di secondo livello
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Re: Pubblico impiego: troppi dirigenti (vedi spending review

Messaggioda franz il 06/01/2015, 0:27

gabriele ha scritto:Annarosa, siamo d'accordo. Per me le persone che se ne devono assumere la responsabilità sono i diretti usufruitori del servizio i quali sondano il terreno e scelgono fra una lista di autorevoli candidati. Non vedo perché frapporre altri filtri fra i cittadini e i "super" tecnici, che poi alla fine sono (anche adesso) abili politici di secondo livello

Sul piano concreto, se tutti potessimo eleggere i tecnici che predispongo i servizi, tutti voteremmo per quello che ci mette il massimo di servizi sotto casa nostra (o li promette) e questo di fatto gonfierebbe la spesa pubblica. In pratica è meglio che le decisioni tecniche siano tali (quindi imparziali). Da qui discende che le decisioni tecniche (per esempio dove costruire una scuola o un ospedale, un inceneritore) siano tecniche e non politiche e che esistano differenze tra una decisione tecnica ed una politica. Se ti interessa approfondire, il tema è concretamente affrontato ne "Il calcolo del consenso. Fondamenti logici della democrazia costituzionale", Buchanan James M.; Tullock Gordon. A suo tempo mi consigliasti un libro di Diamond, ora tocca me consigliarti Buchanan (Nobel per L'economia, proprio per gli studi poi pubblicati in quel libro).
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Re: Pubblico impiego: troppi dirigenti (vedi spending review

Messaggioda gabriele il 06/01/2015, 14:07

franz ha scritto:
gabriele ha scritto:Annarosa, siamo d'accordo. Per me le persone che se ne devono assumere la responsabilità sono i diretti usufruitori del servizio i quali sondano il terreno e scelgono fra una lista di autorevoli candidati. Non vedo perché frapporre altri filtri fra i cittadini e i "super" tecnici, che poi alla fine sono (anche adesso) abili politici di secondo livello

Sul piano concreto, se tutti potessimo eleggere i tecnici che predispongo i servizi, tutti voteremmo per quello che ci mette il massimo di servizi sotto casa nostra (o li promette) e questo di fatto gonfierebbe la spesa pubblica. In pratica è meglio che le decisioni tecniche siano tali (quindi imparziali). Da qui discende che le decisioni tecniche (per esempio dove costruire una scuola o un ospedale, un inceneritore) siano tecniche e non politiche e che esistano differenze tra una decisione tecnica ed una politica. Se ti interessa approfondire, il tema è concretamente affrontato ne "Il calcolo del consenso. Fondamenti logici della democrazia costituzionale", Buchanan James M.; Tullock Gordon. A suo tempo mi consigliasti un libro di Diamond, ora tocca me consigliarti Buchanan (Nobel per L'economia, proprio per gli studi poi pubblicati in quel libro).


La stessa cosa vale per i politici, eppure gli elettori scelgono in base ad altri fattori.

Un dirigente ASL, ripeto, non è solo un tecnico. Predispone, nei suoi limiti legati ai bilanci di spesa e di funzione, politiche sanitarie sul territorio di sua pertinenza.

Decidere se è meglio spendere le risorse a disposizione per mettere in campo un servizio di intervento epidurale 24h piuttosto che dare una servizio porta a porta agli anziani sono scelte politiche, non tecniche.
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Re: Pubblico impiego: troppi dirigenti (vedi spending review

Messaggioda franz il 06/01/2015, 14:26

gabriele ha scritto:Un dirigente ASL, ripeto, non è solo un tecnico. Predispone, nei suoi limiti legati ai bilanci di spesa e di funzione, politiche sanitarie sul territorio di sua pertinenza.

Già, ma è sbagliato.
Non deve predisporre quello che citi.
Deve, sulla base delle risorse in input (che non devono essere sotto la sua giurisdizione) predisporre le strutture migliori per soddisfare i bisogni sanitari della popolazione del suo comprensorio. Questo è un compito tecnico, non politico.
Il politico decide (in democrazia con il consenso della popolazione) se il sistema è finanziato dalla fiscalità o dalle assicurazioni o in modo misto (metodo prevalente). Nel caso della fiscalità il politico decide un gettito, il tecnico si adegua sulla base di quello che ha. Nel sistema assicurativo, il politico non decide una mazza (salvo definire cosa è malattia rimborsabile e cosa no) ed è il mercato a definire le risorse. Ma il tecnico si adegua anche in questo caso. Non fa scelte pubbliche. Queste o vengono fatte dal politico eletto e/o dai cittadini nel mercato, con la scelta libera tra diversi premi assicurativi.
È il politico, non il tecnico, che deve predisporre politiche sanitarie sul territorio.

Per me in Italia si dà troppo potere ai tecnici, anche perché i politici sono fondamentalmente capre incompetenti.
La soluzione non è eleggere tecnici ma eleggere politici competenti.
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