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Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda pianogrande il 26/12/2014, 20:26

Ai ricorrenti seminatori di speranze, la solita risposta.

Stiamo a vedere.

Ormai, la gara a chi predica meglio non mi interessa più.

Comunque, quell'accenno alla elasticità sul debito, almeno per il momento, squalifica ai miei occhi tutto l'ambaradan perché il rimedio al debito e agli sprechi è la legalità, è l'onestà, e non altro debito (e magari altri sprechi) oppure il non pagare il debito.

Da destra e da sinistra, ci si vuole ingraziare il popolo promettendo tavole imbandite gratis (scusa Franz) e non lotta dura alla illegalità.

Questo perché la illegalità è anche (sopratutto, tanto non cerco i voti di nessuno) tra il popolo.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda gi.bo. il 26/12/2014, 21:33

gi.bo. ha scritto:Podemos, ascesa dei ‘grillini spagnoli’. Figli dell’anticasta, ma di sinistra

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... i/1294587/
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Qualche riflessione?

Ops il link e' questo

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... i/1294587/

Hola
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda gi.bo. il 26/12/2014, 22:03

Se la Bib­bia del capi­ta­li­smo glo­ba­liz­zato come il Finan­cial Times è stata costretta ad ammet­tere, sia pur a malin­cuore ma con one­stà, che gli unici ad avere le idee chiare su come si possa uscire dalla crisi in Europa sono due par­titi di fronte ai quali gli alfieri teu­to­nici dell’ordoliberismo sbuf­fano come i tori quando vedono rosso: Syriza, appunto, e lo spagnolo PodemoS, perché non ci può essere spazio qui da noi anche per quelli che si considerano di sinistra?
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Ale­xis Tsi­pras non è nella sede del par­tito. L’uomo più temuto d’Europa è in cam­pa­gna elet­to­rale per­ma­nente, impe­gnato a schi­vare gli euro­sgam­betti di Jean Claude Junc­ker e le spal­late del pre­mier Anto­nis Sama­ras. Da quando si è deli­neata l’ipotesi di un ritorno anti­ci­pato alle urne e dai son­daggi Syriza risulta il primo par­tito di Gre­cia, la tem­pe­ra­tura poli­tica del Paese è improv­vi­sa­mente salita, in misura pro­por­zio­nale al crollo della Borsa. Nel quar­tier gene­rale del par­tito, in piazza Elef­the­ria, si denun­cia il «ter­ro­ri­smo» delle élite interne e di quelle euro­pee, le stesse che hanno ridotto il Paese allo stremo e ora annun­ciano sce­nari da Argen­tina 2001 a par­tire dal giorno dopo la vit­to­ria dell’uomo che minac­cia di ribal­tare il dogma tede­sco dell’austerità. «Il pro­blema per Tsi­pras sarà gestire la tran­si­zione», dice un ana­li­sta alla tv. Una fase di tur­bo­lenza è con­si­de­rata quasi ine­vi­ta­bile, «ma noi siamo pronti a tutto», rispon­dono da Syriza. Dal 2008 per il par­tito della sini­stra radi­cale un tempo fra­tello minore, e acer­rimo rivale, dei comu­ni­sti del Kke, è stato un cre­scendo: gli ultimi son­daggi lo danno, in caso di pro­ba­bili ele­zioni anti­ci­pate, tra il 25 e il 28 per cento. La bat­ta­glia si com­batte nelle piazze e sui media. La galas­sia Syriza può con­tare sul quo­ti­diano Avgì e radio Kok­kino, non­ché sul set­ti­ma­nale d’area Epohi e su isti­tuti cul­tu­rali come il Pou­lan­tzas. Ma non basta. Biso­gna sfon­dare sui media main­stream ed è l’operazione più dif­fi­cile, anche se qual­che brec­cia si sta aprendo, se è vero che per­sino una Bib­bia del capi­ta­li­smo glo­ba­liz­zato come il Finan­cial Times è stata costretta ad ammet­tere, sia pur a malin­cuore ma con one­stà, che gli unici ad avere le idee chiare su come si possa uscire dalla crisi in Europa sono due par­titi di fronte ai quali gli alfieri teu­to­nici dell’ordoliberismo sbuf­fano come i tori quando vedono rosso: Syriza, appunto, e lo spa­gnolo Podemos.

Altra stam­pella fon­da­men­tale sono le alleanze inter­na­zio­nali. Metà della sfida di Tsi­pras si gioca in Europa, e per que­sto nei con­ve­gni di Syriza poli­tici e mili­tanti di Pode­mos e della tede­sca Linke sono di casa. «Ma c’è un pro­blema: nes­suna di que­ste forze è al potere», ricor­dano in molti., temendo che la sini­stra greca possa tro­varsi sola al governo, a soste­nere una sfida più grande di lei . Il para­dosso è che men­tre Syriza è pro­iet­tata all’esterno, con­sa­pe­vole che la bat­ta­glia la si vince o si perde tutti insieme, in Europa molti guar­dano a Syriza con spe­ranza, sì, ma come spet­ta­tori di una par­tita che si gioca altrove.

da il manifesto del 18 /12/2014
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda ranvit il 27/12/2014, 9:03

Perchè in Italia i leaders della sinistrasinistra sono sempre gli stessi, ampiamente screditati....ci vorrebbe un REnzi di sinistrasinistra :lol: :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda gi.bo. il 28/12/2014, 21:52

Podemos? Altro che grillini…
di Fabio Marcelli

La definizione di ‘grillini spagnoli’ riferita a Podemos in un recente articolo apparso sul Fatto mi pare non renda giustizia al movimento spagnolo e sia ad ogni modo fortemente criticabile.

In primo luogo perché se si vuole fare riferimento alla formazione politica promossa da Grillo e da altri, occorre semmai utilizzare l’espressione “Movimento Cinque Stelle”. Ricordo che una signora me lo fece presente, giustamente piccata, in uno dei primi post da me dedicati a Grillo e al Movimento.

Da allora ho cercato sempre di distinguere fra i due concetti, anche perché ho sempre sperato che il Movimento Cinque Stelle possa andare ben al di là di Grillo.

In secondo luogo e a maggior ragione perché il programma di Podemos differisce notevolmente da quello dello stesso Movimento, pur presentando qualche similarità con quella che a mio avviso ne costituisce la parte migliore e da valorizzare.

Ma veniamo al programma di Podemos.

Mi limiterò su questo post a trattarne la parte dedicata all’economia. Si tratta di dodici punti. Vediamone gli aspetti essenziali.

Una politica di investimenti e politiche pubbliche per l’occupazione, la riduzione della settimana lavorativa a 35 ore e dell’età pensionabile a 60 anni, una pensione pubblica dignitosa per tutti di importo pari al salario minimo, la fine delle leggi e dei meccanismi che incentivano la precarietà del lavoro.

Analisi del debito pubblico e privato per identificarne le parti che sono illegittime e quindi non vanno pagate, ristrutturazione del resto del debito, eliminazione delle clausole vessatorie nei rapporti debitori.

Controllo democratico sulla Banca centrale europea, che va orientata al conseguimento di obiettivi di interesse pubblico, in particolare occupazione, contrasto degli attacchi speculativi e sostegno al debito pubblico dei singoli Stati membri dell’Unione europea.

Creazione di un’Agenzia europea di rating pubblica che prenda il posto di quelle private esistenti che non garantiscono alcuna obiettività e sono viziate da evidenti quanto enormi conflitti d’interesse.

Riorientamento del credito verso le iniziative di rilievo sociale, tassazione dei profitti bancari, proibizione degli strumenti finanziari speculativi.

Recupero del controllo pubblico sui settori strategici dell’economia quali ad esempio telecomunicazioni, energia, alimentazione, trasporti, sanità, educazione, medicinali.

Cooperazione effettiva e trasparente tra le autorità fiscali dei vari Paesi europei.

Obbligo di rendicontazione da parte delle imprese multinazionali, anche al fine di porre fine ai loro abusi fiscali e di altro genere.

Persecuzione dell’evasione fiscale, che va penalizzata a partire dall’importo di 50.000 euro, con appesantimento delle sanzioni previste.

Politica fiscale orientata alla redistribuzione del reddito, con eliminazione di tutti i meccanismi di elusione delle imposte.

Sostegno alla ricerca pubblica e riequilibrio dello sviluppo fra i vari Paesi europei.

Introduzione di un reddito di base garantito non sostitutivo delle prestazioni sociali già in essere.

Come si vede un ampio ed ambizioso programma, la cui attuazione implica evidentemente la liquidazione delle attuali politiche europee di cosiddetta austerità, improntate esclusivamente al beneficio della finanza e dell’impresa parassitarie.

L’esatto opposto di quello che vanno predicando Renzi, Berlusconi e i loro vari accoliti, come pure la Merkel, Cameron, Farage, ecc.

Non si agitano obiettivi demagogici e volti solo a creare un consenso momentaneo, come l’uscita dall’euro, ma si chiedono cambiamenti totali di direzione da parte delle istituzioni europee e nazionali.

In questo senso, il programma di Podemos presenta analogie ben maggiori con forze come l’Altra Europa, anche se possono cogliersi concordanze interessanti con gli aspetti migliori del programma del Movimento Cinque Stelle, come il reddito di cittadinanza.

Altro che grillini spagnoli, quindi!
Una forza con una netta identità di sinistra (si vedano le nette proposizioni in tema di diritti dei migranti, altro che le menate razzistoidi di Grillo, oggi spiazzato dal razzista DOC Salvini) che, alleata ad Izquierda Unida, può raggiungere, secondo i sondaggi la maggioranza dei voti espressi, prospettiva che evidentemente terrorizza i vecchi arnesi della casta iberica, dal PP al PSOE.

Un po’ come sta avvenendo in Grecia, dove Syriza raggiunge la maggioranza a scapito di PASOK e ND.

E in Italia che si aspetta a rottamare PD, Forza Italia e cespugli vari, prima che siano tali forze a rottamare il Paese, in un crescendo di sfrenata corruzione e piatta subalternità ai poteri forti nazionali, europei e internazionali?

Si richiede a tale fine, come ho pù volte scritto, la convergenza fra le migliori forze ed idee del Movimento Cinque Stelle e una sinistra finalmente rigenerata, ma soprattutto i movimenti di massa che, su vari temi, nonostante tutto continuano ad esistere in questo Paese disastrato.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... i/1206015/
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda ranvit il 29/12/2014, 9:13

Ripeto: senza un Renzi o un Salvini, ve lo potete scordare...anche perchè l'elettorato del M5S è a maggioranza formato da populisti....nel senso di totale mancanza di un sentire comune e tutti dediti all'individualismo piu' coatto e plebeo, insomma quelli che prima votavano Berlusconi.... Quindi senza un pifferaio che gliela sappia raccontare col cavolo che voterebbero per una formazione alla podemos o syriza ;)

In conclusione, non sarebbe male avere Salvini a destra, Renzi al centro e Pincopalla a sinistra: ....bella sfida :lol:
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda mariok il 29/12/2014, 10:36

Niente di nuovo sotto il sol (dell'avvenir).

Solita lista del bengodi, ovviamente senza un cenno al problema delle risorse e della loro provenienza.

L'accenno poi al "controllo democratico della banca centrale europea" è allucinante. A parte il dubbio significato dell'espressione "controllo", chi e con quali strumenti eserciterebbe questo "controllo democratico"? Ovviamente di un governo politico europeo manco a parlarne. Prova che gli egoismi nazionalistici sono duri a morire, anche a sinistra.

Resta il fatto che questa sinistra alternativa ai partiti socialisti europei non si è vista al governo da nessuna parte.

Sta per accedere in Grecia? Vedremo se veramente andranno al governo e cosa saranno capaci di fare. Per il momento sono solo chiacchiere e neppure tanto credibili.
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda franz il 29/12/2014, 10:44

Ma veniamo al programma di Podemos. [/b]
Mi limiterò su questo post a trattarne la parte dedicata all’economia. Si tratta di dodici punti. Vediamone gli aspetti essenziali.

Letto il tutto e considerata la notizia del finanziamento di Podemos da parte di Iran e Venezuela, anche se quest'ultimo in parte venuto meno per la morte di Chavez, considerato il fallimento totale della politica economica venezuelana (basti vedere ad esempio l'inflazione superiore al 60%) e quella iraniana (inflazione 42%), considerato che la Spagna manco non ha petrolio, e neppure l'Italia, credo che si possa traquillamente buttare tutto nella spazzatura (ovviamente riciclando la carta).
Su questo programma non c'è spazio per un partito di sinistra ma per un fallmento ancora piu' rapido del paese.
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda pianogrande il 29/12/2014, 10:46

Ormai lo slogan è: andiamo avanti a fare debito e non paghiamo quello già fatto.

Naturalmente, addosso a chiunque (Europa, Merkel, troika, gente con un minimo di buon senso, ragionieri neo diplomati) si permetta di dire che non è possibile.

Chi può chiedere di più (a uno slogan)?
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda franz il 29/12/2014, 11:37

Infatti il problema, pianogrande, sembra essere di slogan.
Ma dovrebbe essere di politiche concrete, di politiche economiche.
La domanda del thread dovrebbe essere "c'è spazio per politiche economiche di sinistra"?
A quanto pare si trasforma in "politiche economiche populiste". Che non funzionano, dovremmo saperlo, salvo parvenza temporanea di funzionamento dove il petrolio consente di finanziare i pasti gratis (ottenendo pero' in cambio inflazione).
Ora lasciando perdere il populismo di Podemos e compagnia, torniamo alle politiche di sinistra.
C'è spazio in Italia e nel mondo ocidentale per politiche economiche di sinistra?

Il problema di dette politiche è che c'è bisogno di qualcuno che le finanzi. Essendo politiche redistributive, si ricorre spesso alla tassazione extra dei ricchi, come in francia. Oppure a negare l'obbligo di rimborsi dei debiti. Insomma a cose che nel mondo globalizzato non possono piu' funzionare, data la mobilità di persone, capitali, industrie.
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