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L'Italia e la questione Euro

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: L'Italia e la questione Euro

Messaggioda gi.bo. il 20/12/2014, 23:25

franz ha scritto:
gi.bo. ha scritto: Chi sono costoro che fanno queste stime?
E se le sbagliano che paga i danni?
Di questi tempi conosci qualcuno a cui affidare i tuoi risparmi?

.....Ma che domande fai?
ranvit ha scritto:La stima è di 30'000 euro a persona per i prossimi 5 anni, come perdita di reddito procapite.
Ovviamente questa è una stima personale di Franz.......
Non è una stima personale ma è basata su un lavoro molto piu' serio di un cento studi bancari che ho già linkato qui diverse volte ma ovviamente nessuno ha letto (ma che keiser metto i link a fare?)..
Che domande faccio? Che domande posso fare dopo 8-10 di crisi dalla quale sembra che non riescano a farci uscire con i soliti metodi.
E poi perhè mi dovrei fidare di un centro studi bancari piuttosto di quello che dicono ben 6 premi nobel ?
Io non pongo certezze anzi molti molti dubbi ma da quello che vedo sembra che tu sia il solo ad avere certezza.

Ecco cosa dicevano l'anno scorso i 6 premi Nobel :

E siamo a 6 premi Nobel: “All’Italia conviene uscire dall’euro”

L’economista britannico-cipriota Christopher Pissarides: “sta portando alla rovina molte nazioni. Bisogna smantellarlo il più velocemente possibile”.

ROMA (WSI) – “Via dall’euro, al più presto”. L’avvertimento arriva nientemeno che dal premio Nobel per l’economia Christopher Pissarides.
L’economista un tempo era sostenitore della moneta unica ma, viste le conseguenze, ha cambiato decisamente rotta.
“L’Euro non sta facendo altro che dividere l’Europa, portando molti paesi alla rovina. Bisogna prendere decisioni drastiche per ridare credibilità al mercato europeo: l’Euro quindi dovrebbe essere smantellato il più velocemente possibile per salvaguardare la crescita e l’occupazione”.

Ma Pissarides, in una conferenza alla London School of Economics, rincara la dose: “L’Euro ha creato una generazione perduta di disoccupati senza futuro”.
Questo non è quello che i “padri fondatori” dell’Euro hanno promesso. E’ chiaro che è un sistema fallito e insostenibile”.
Pissarides ha vinto il Nobel nel 2010, insieme agli statunitensi Peter Diamond e Dale Mortensen, per il suo contributo alla teoria delle frizioni di mercato. Alla London Economic School (LSE) è titolare della cattedra Norman Sosnow in Economia e direttore del Programma di ricerca sulla macroeconomia al Centro per le Performance Economiche.


Gli altri 5 li trovate di seguito:

James Mirrlees: l’Italia starebbe meglio fuori dall’Euro
Iniziamo da James Mirrlees che proprio pochi giorni fa, in occasione dell’evento Nobels Colloquia organizzato dall’Università Cà Foscari di Venezia ha detto che per l’Italia sarebbe meglio uscire dall’Euro.

Non voglio suggerire politiche per mutare la situazione attuale e mi sento a disagio nel fare raccomandazioni altisonanti, perché non ho avuto il tempo di valutarne le conseguenze. Però, guardando dal di fuori, dico che non dovreste stare nell’euro, ma uscirne adesso.

Se l’Italia dovesse uscire dall’euro alcuni grossi problemi continuerebbero ad esistere, perché la Germania continua a mantenere i livelli dei prezzi troppo bassi. E, se la Germania continuerà questo atteggiamento, cosa che non intende cambiare, anche per l’Italia continuerebbero le difficoltà di oggi

Krugman: un totale disastro
In un’intervista sul settimanale francese Express nel 2012, Krugman esprimeva tutta la sua perplessità ed il suo scetticismo sull’Euro “un’idea sentimentale, un bel simbolo di unità politica. Ma una volta abbandonate le valute nazionali avete perso moltissimo in flessibilità.”

L’Europa, infatti, a differenza degli Stati Uniti è assolutamente poco flessibile: “Florida e Spagna hanno avuto una stessa bolla immobiliare e uno stesso crollo. Ma la popolazione della Florida ha potuto cercare lavoro in altri stati meno colpiti dalla crisi. Ovunque l’assistenza sociale, le assicurazioni mediche, le spese federali e le garanzie bancarie nazionali sono di competenza di Washington, mentre in Europa non è così.”
In un’altra occasione, in un post sul suo blog, Krugman scrive invece: “Anche se il progetto si è rivelato un totale disastro, continueranno a dire che non è stato l’Euro a far fallire l’Europa, ma l’Europa a far fallire l’Euro“.

Quale futuro per l’Europa secondo Krugman?
Se la Bce prenderà i provvedimenti giusti ci si può attendere un miglioramento tra tre-cinque anni. Ma l’Europa sarà sempre fragile. La sua moneta è un progetto campato in aria e lo resterà fino alla creazione di una garanzia bancaria europea.…[L’Europa] è un continente produttivo e dinamico. Ha soltanto sbagliato a scegliersi la propria governance e le sue istituzioni di controllo economico, ma a questo si può sicuramente porre rimedio.

Milton Friedman: l’Euro è delle élite
Milton Friedman, anima e mente del monetarismo e della Scuola di Chicago, in un’intervista al Corriere della Sera del 1998 definiva l’Euro come un progetto “elitario, antidemocratico e dirigista“. L’unione monetaria ridurrà la libertà di mercato, inoltre diceva Friedman, quest’unione “c’è già ed è quella esistente tra Germania, Austria e Paesi del Benelux”.

L’Unione monetaria è il prodotto di una élite. È il frutto di una impostazione non realistica, di una spinta elitaria di chi vuole usare la moneta unica per arrivare all’unione politica. Pensiamo davvero che Kohl oggi e Mitterrand in passato siano stati sostenuti da un desiderio di unita’ economica? No, il loro obiettivo primario era politico, mettere assieme Francia e Germania per evitare guerre future. Gli Stati Uniti d’Europa sono una componente essenziale del progetto monetario.

Alla domanda “pensa che sarà un fallimento?“, la risposta di Friedman suona oggi come una premonizione:
Spero di sbagliarmi, perché un’Europa di successo è nell’interesse sia degli europei che degli americani. Ma non vedo la flessibilità dell’economia e dei salari e l’omogeneità necessaria tra i diversi Paesi perché sia un successo. Se l’Europa sarà fortunatae per un lungo periodo non subirà shock esterni, se sarà fortunata e i cittadini si adatteranno alla nuova realtà, se sarà fortunata e l’economia diventerà flessibile e deregolata, allora tra 15 o 20 anni raccoglieremo i frutti dati dalla benedizione di un fatto positivo. Altrimenti sarà una fonte di guai.

Joseph E. Stiglitz: senza euro sarebbe la fine del mondo?
In un’intervista per la rivista Francese Le Nouvel Observateur Stiglitz spiegava perché, dopotutto, la fine dell’Euro non sarebbe la fine del mondo:
Tornare al vecchio conio?

Non sarà poi così male tornare alle vostre vecchie monete. Le unioni monetarie spesso durano poco tempo. …Ne conseguirebbe un periodo molto difficile, ma la fine dell’euro non sarebbe la fine del mondo.

In un altro suo contributo su Project Syndicate in cui parlava dell’esito delle elezioni in Italia, il Nobel parla dell’Euro come un progetto scarsamente democratico:

Il progetto europeo, per quanto idealista, è sempre stato un impegno dall’alto verso il basso. Ma incoraggiare i tecnocrati a guidare i vari paesi è tutta un’altra questione, che sembra eludere il processo democratico, imponendo politiche che portano ad un contesto di povertà sempre più diffuso.

Amartya Sen: che idea orribile l’Euro
Amartya Sen, filosofo e premio nobel per l’economia nel 1998, in un’intervista a MicroMega de la Repubblica, spiegava: “l’euro è stato un’idea orribile” che ha avuto conseguenze negative su tutti i paesi e la peggiore è stata l’introduzione delle misure di austerità.
L’euro è stato una cattiva idea?

L’euro è stato un’idea orribile. Lo penso da tempo. Un errore che ha messo l’economia europea sulla strada sbagliata. Una moneta unica non è un buon modo per iniziare a unire l’Europa. I punti deboli economici portano animosità invece che rafforzare i motivi per stare assieme. Hanno un effetto-rottura invece che di legame. Le tensioni che si sono create sono l’ultima cosa di cui ha bisogno l’Europa. Chi scrisse il Manifesto di Ventotene combatteva per l’unità dell’Europa, con alla base un’equità sociale condivisa, non una moneta unica.

Fonte: Il Contagio
http://www.oltrelacoltre.com/?p=17654
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A questo punto posso pormi dei dubbi e lasciar da parte le mie precedenti certezze?Certo son opinioni e come tali sempre opinabili. Pero', lasciamelo dire, possiamo fidarci piu di questi o del centro studi bancari a cui fai riferimento, Francesco?
Ancora non ritengo di avere certezza pero'....... :?

tutto qui


hola
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
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Re: L'Italia e la questione Euro

Messaggioda pianogrande il 21/12/2014, 2:05

Non sarò un grande economista ma questi premi nobel non mi sembra diano risposte tanto scientifiche.

Mi sembrano risposte che fanno più appello alla emotività o che danno, semmai, indicazioni di cosa non va e le correzioni da apportare.

Comunque, fossero anche dieci i premi Nobel, le mie idee le ho abbastanza chiare e questo ultimo post non le ha cambiate.

Sempre pronto ad ascoltare e leggere ma non trovo qualcuno contro che vada aldilà di appelli e considerazioni piuttosto generici e che si rivolgono più alla emotività e al populismo che a teorie più o meno articolate.

Tra l'altro, la prima premessa di ogni ragionamento in materia dovrebbe partire dal fatto che nell'Euro ci siamo e qualsiasi ragionamento che sia solo un rimpianto sul latte versato va già scartato perché privo di pratica applicazione.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: L'Italia e la questione Euro

Messaggioda ranvit il 21/12/2014, 9:47

Franz
Non è una stima personale ma è basata su un lavoro molto piu' serio di un cento studi bancari che ho già linkato qui diverse volte ma ovviamente nessuno ha letto (ma che keiser metto i link a fare?).

In giro per il mondo si trovano stime opposte, piu' moderate, piu' esagerate, etc etc.
Ognuno "personalmente" sceglie e sottoscrive quella che piu' gli piace :D



Mariok

In poche parole: sappiamo quello che dobbiamo fare per uscire dalla m.... (quella che chiami efficacemente "agenda Cotarelli").

Ma visto che non abbiamo la volontà o la capacità di farlo, sai che c'è di nuovo? Usciamo dall'euro. Tanto per fare qualcosa.


Rileggi quello che ho scritto.... :roll:
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Re: L'Italia e la questione Euro

Messaggioda franz il 21/12/2014, 10:21

pianogrande ha scritto:Non sarò un grande economista ma questi premi nobel non mi sembra diano risposte tanto scientifiche.

Intendiamoci, non intendo sostenere alcun complotto ma è chiaro che agli USA l'euro un certo fastidio lo dà.
Prima dell'Euro il dollaro rappresentava il 70% delle riserve valutarie delle banche centrali di tutto il mondo.
Le valute forti pre-euro (marco, franco francese e fiorino olandese) arrivavano insieme al 15.7% delle riserve.
Con la nascita dell'Euro, questa valuta si posiziona a circa il 18% del 1999 ed oggi il dato piu' recente è il 28.1% con il dollaro che è sceso al 60% circa.
Ora che alcuni economisti americani siano da tempo contro l'euro mi sembra una posizione tutto sommato comprensibile e "pro domo loro". Se l'euro si disintegrasse allora il dollaro tornerebbe a farla da padrone.
È poi chiaro che se intervisti economisti keynesiani, contrari al rigore dei conti ed al concetto che l'obbiettivo di una banca centrale sia solo la stabilità dei prezzi, ottieni pareri assolutamente negativi.
La risposta che ottieni non è scientifica perché è politico-ideologica.
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Re: L'Italia e la questione Euro

Messaggioda mariok il 21/12/2014, 10:26

Ho letto e posso rileggere altre mille volte, non solo qui, ma su gran parte dei media, ma non riesco a trovare una sola motivazione "in positivo" per uscire dall'euro.

Critiche (talvolta giuste) e recriminazioni su ciò che è stata (e soprattutto non è stata) l'adozione di una moneta comune a centinaia. Ma argomentazioni serie sui vantaggi di un ritorno indietro, nessuna, tranne un generico recupero di una "sovranità" di cui non sapremmo probabilmente che farcene (se non utilizzarla come in passato per fare altri disastri) o una presunta competitività ritrovata grazie ad una moneta svalutata.

Quanto poi al fatto, condivisibile, che aver unito la moneta senza unire la politica e le istituzioni democratiche è stato un madornale errore, il buon senso dovrebbe indurci a completare l'opera ed accelerare sulla strada dello stato federale.

Ed invece il ragionamento va tutto all'opposto: per non aver fatto il resto, distruggiamo anche quello che abbiamo fatto fin qui invece di correggerlo e completarlo. Così, le resistenze nazionalistiche, che hanno finora impedito una autentica integrazione politica (sulla cui mancanza pur si recrimina) avranno definitivamente partita vinta.
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Re: L'Italia e la questione Euro

Messaggioda franz il 21/12/2014, 12:11

mariok ha scritto:Ho letto e posso rileggere altre mille volte, non solo qui, ma su gran parte dei media, ma non riesco a trovare una sola motivazione "in positivo" per uscire dall'euro.

Nemmeno io, anche se forse una motivazione, quella relativa all'area valutaria ottimale (AVO), suona essere quella piu' in positivo.
Tuttavia suona piu' come una critica negativa all'euro (quella appunto di non essere un'area valutaria ottimale) e dimentica totalmente che se non lo è l'Europa dell'Euro, non lo era (e non lo sarebbe domani) nemmeno l'Italia della Lira o Neo-Lira che sia.

Per maggiori informazioni su cosa sia AVO, un buon riferimento è qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Area_valutaria_ottimale
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Re: L'Italia e la questione Euro

Messaggioda ranvit il 21/12/2014, 12:32

il buon senso dovrebbe indurci a completare l'opera ed accelerare sulla strada dello stato federale.

Credi che io non sia d'accordo? Ma questo "noi" andrebbe esteso a tutti gli attori di questo aborto che è l'Eurozona. :(
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Re: L'Italia e la questione Euro

Messaggioda franz il 21/12/2014, 15:49

ranvit ha scritto:il buon senso dovrebbe indurci a completare l'opera ed accelerare sulla strada dello stato federale.

Credi che io non sia d'accordo? Ma questo "noi" andrebbe esteso a tutti gli attori di questo aborto che è l'Eurozona. :(

Molto di piu', andrebbe esteso all'intera unione europea, non solo a chi ha deciso di condividere la moneta.
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Re: L'Italia e la questione Euro

Messaggioda franz il 21/12/2014, 18:46

gi.bo. ha scritto:Ecco cosa dicevano l'anno scorso i 6 premi Nobel :[/color]
E siamo a 6 premi Nobel: “All’Italia conviene uscire dall’euro”

Riprendo questo argomento perché pare sia una mezza bufala, che viaggia in edizioni diverse.
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... o-salvini/
Qui viene smontata e si mostra come anche economisti contrari all'euro in realtà non hanno mai consigliato questa via per l'Italia. In due casi perché sono morti da tempo (e quindi l'anno scorso non posso aver detto quanto affermato).
Giornalettismo fa riferimento a questa "patacca" http://scenarieconomici.it/7-premi-nobe ... a-patacca/ che contiene le stesse affermazioni sui nobel. A quanto pare diversi blog applicano lo sporti di fare copia ed incolla, magari con lievi variazioni.

Segnalo tra l'altro che Krugman in una recente intervista televisiva (19 nov 2014) ha ammesso 5 errori in economia (previsioni sbagliate o fatti non correttamente valutati) tra cui l'Euro.
http://uk.businessinsider.com/big-thing ... 14-11?r=US

Bontà sua, solo 5? :lol: Ha forse dimenticato l'errore piu' grande, con il Giappone, che da 20 anni insegue i consigli keynesiani e pare proprio non uscirne.
Ultima modifica di franz il 21/12/2014, 18:57, modificato 1 volta in totale.
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Re: L'Italia e la questione Euro

Messaggioda annalu il 21/12/2014, 18:49

mariok ha scritto:Ho letto e posso rileggere altre mille volte, non solo qui, ma su gran parte dei media, ma non riesco a trovare una sola motivazione "in positivo" per uscire dall'euro.

Critiche (talvolta giuste) e recriminazioni su ciò che è stata (e soprattutto non è stata) l'adozione di una moneta comune a centinaia. Ma argomentazioni serie sui vantaggi di un ritorno indietro, nessuna, tranne un generico recupero di una "sovranità" di cui non sapremmo probabilmente che farcene (se non utilizzarla come in passato per fare altri disastri) o una presunta competitività ritrovata grazie ad una moneta svalutata.

Quanto poi al fatto, condivisibile, che aver unito la moneta senza unire la politica e le istituzioni democratiche è stato un madornale errore, il buon senso dovrebbe indurci a completare l'opera ed accelerare sulla strada dello stato federale.

Ed invece il ragionamento va tutto all'opposto: per non aver fatto il resto, distruggiamo anche quello che abbiamo fatto fin qui invece di correggerlo e completarlo. Così, le resistenze nazionalistiche, che hanno finora impedito una autentica integrazione politica (sulla cui mancanza pur si recrimina) avranno definitivamente partita vinta.

Non sono un'economista, ma proprio non riesco a capire ch vantaggio potrebbe trarre l'Italia da un'uscita dall'euro. La mia famiglia ha comprato casa quando ancora i figli erano piccoli, ed abbiamo acceso un mutuo allora giudicato buono, con un tasso fisso al 13%. La mia vicina, che ha scelto un tasso variabile, si è trovata a dover pagare più del 20%; se questa situazione non esiste più è grazie all'euro, e questio vale sia per i privati che per l'enorme debito di stato, e come motivazione mi basterebbe anche.
Oltre ai tassi d'interesse, di fronte a giganti economici come USA, Cina, etc, i micropaesi europei sarebbero del tutto alla mercé del dollaro, dello Yuan ecc.; dubito inoltre che potremmo avere una politica estera autonoma.
Condivido l'opinione di Franz che agli USA piacerebbe non avere nel mondo un'Europa forte ed autonoma, condivido tutte le critiche a come è stato gestito il passaggio all'euro e mi preoccupa la lentezza con cui si procede (?) verso la formazione di un'Unione Europea anche politica, ma questo non mi porta certo a desiderare che si torni indietro, anzi desidero fermamente che si vada avanti verso un'Europa federale.
Che il processo di unificazione europea incontri forti resistenze, mi sembra però abbastanza naturale, soprattutto in un periodo di crisi globale nel quale ogni paese ha timore di rimetterci qualcosa, ma alla lunga i vantaggi sono certi.

Infine mi piace moltissimo la "critica" che Friedman fa a Kohl e Mitterand:
gi.bo. ha scritto:Milton Friedman: l’Euro è delle élite
Milton Friedman, anima e mente del monetarismo e della Scuola di Chicago, in un’intervista al Corriere della Sera del 1998 definiva l’Euro come un progetto “elitario, antidemocratico e dirigista
[...]
L’Unione monetaria è il prodotto di una élite. È il frutto di una impostazione non realistica, di una spinta elitaria di chi vuole usare la moneta unica per arrivare all’unione politica. Pensiamo davvero che Kohl oggi e Mitterrand in passato siano stati sostenuti da un desiderio di unita’ economica? No, il loro obiettivo primario era politico, mettere assieme Francia e Germania per evitare guerre future. Gli Stati Uniti d’Europa sono una componente essenziale del progetto monetario.
[...]

Il loro obiettivo primario era politico, l'unione cioè di Francia e Germania per evitare guerre future. Ma le avete dimenticate tutti le due Guerre Mondiali? C'è qualcuno che ne desidera una terza?
Se c'è un motivo valido per andare avanti verso un'Europa federale il più rapidamente possibile, questo è certo il primo da prendere in considerazione, soprattutto di fronte ad un crescente disordine mondiale.

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