Robyn ha scritto:La magistratura deve andare fino in fondo nel suo lavoro e deve mettere i partiti di fronte alle loro responsabilità ed è letteramente da pazzi delegittimare la magistratura.Altra cosa è intervenire sulle disfunsioni che sono per ex la lentezza dei processi aumentare le garanzie.La criminalità organizzata,la mafia,la corruzione che cosa sono?deviazioni dello spirito umano?la difesa dell'ignoranza,della prepotenza?La mafia,la criminalità và provocata,và portata allo scoperto e una volta portata allo scoperto si deve colpire e infierire con cattiveria fino al punto che cade esamine per terra
Non è per puro spirito di polemica che sollevo delle obiezioni. Se si potesse veramente poter agire come hai descritto sopra, non potrei che aderire senza fiatare. Ma l’università della vita mi ha insegnato che è piuttosto difficile muoversi in quella direzione, anche se bisogna tendere a quegli obiettivi.
Il mondo criminale mette in atto una serie di azioni che facilmente ti mette fuori gioco. Ad esempio, se dimostri una certa intransigenza per perseguire certi obiettivi atti a ripristinare la legalità, ti può capitare ad esempio, che un tizio che non conosci, che non hai mai visto, mentre ti stai sorseggiando un caffè al bar, ti allunghi sul banco una busta gialla pregandoti di darci un’occhiata. Quando la apri scopri che hanno effettuato una serie di fotografie a tuo figlio, oppure nipote, a cui sei legato da un certo affetto ( e la banda criminale questo lo sa molto bene), mentre esce di casa per andare a scuola, mentre esce da scuola per tornare a casa, mentre entra in piscina quando va a lezione di nuoto, quando entra nel portone della nonna dove si reca regolarmente due volte la settimana. Quando va dal dentista. E così via.
Non c’è bisogno di scrivere niente come allegato. Tu capisci subito cosa vogliono dire quelle fotografie puntuali.
Quando intervistano Andreotti qualche anno dopo l’omicidio Ambrosoli, risponde serenamente: “Se l’è cercata”. Il caso Ambrosoli è un caso emblematico. Non era un uomo dello Stato, era solo un professionista incaricato dallo Stato come commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Sindona.
Gli avevano fatte varie offerte affinché Ambrosoli chiudesse gli occhi sulle irregolarità bancarie del noto mafioso. Ambrosoli andò invece fino in fondo ma venne ucciso a Milano 11 luglio 1979
Giorgio Ambrosoli rimane un punto di riferimento per tutte le forze democratiche, ma rispetto a quanto sta succedendo ora, siamo indotti a chiedere:”Cosa è servito quel sacrificio?”