mariok ha scritto:Che un governo che voglia cambiare le cose perda consensi è fisiologico. Accade in tutti i paesi democratici del mondo.
Il buon senso vorrebbe che le somme si tirassero dopo un congruo lasso di tempo, più o meno una legislatura. Ma non è roba da tifo italiota.
A proposito di tifo…..
“Ma non è roba da tifo italiota.”Il buon senso (renzusconiano) vorrebbe che le somme si tirassero dopo un congruo lasso di tempo, più o meno una legislatura.Il tifoso del renzusconismo lo si riconosce da questo conservatorismo atavico che vuole mantenere le cose come stanno come si conviene nel paese dei gattopardi. Dove predomina alla grande il far credere che le cose cambiano o cambieranno, mentre invece rimangono obbligatoriamente inalterate.
E nello stesso tempo si accusa chi non la pensa nello stesso modo, chi non aderisce alla dottrina del renzusconi pensiero di: “Ma non è roba da tifo italiota.”
Il buon senso vorrebbe che le somme si tirassero dopo un congruo lasso di tempo, più o meno una legislatura.E’ un messaggio della propaganda del renzusconi pensiero dominante che tradotto in pratica significa: “Lasciatelo lavorare”.
Dal pensiero della Biancofiore:
Una formazione culturale che apparterrebbe anche a Matteo Renzi, “figlio del berlusconismo”. Perché? “Alla Leopolda ho visto la ‘berlusconi generation‘”, spiega la Biancofiore, “quelli che si sono stancati del pauperismo di sinistra e che guardano al benessere, quello che ha sempre portato Berlusconi all’Italia”. E ancora: “Renzi ha trasformato il Pd in un partito normale e liberale, dove il benessere non è una parolaccia”. (Dipende da chi sta usufruendo questo meraviglioso, ultragalattico benessere. Solo in questa Italia cialtrona, sabato scorso c’era chi sosteneva che gli esodati vanno tutti in crociera)Gli italiani lo stanno toccando con mano “il benessere che ha sempre portato Berlusconi all’Italia”. E’ semplicemente fallita (Luttwak, Forchieri, Zagrebelsky)
Quante volte ce lo siamo sentito ripetere negli ultimi vent’anni quel “Lasciatelo lavorare”?
Segno evidente, pertanto, che il berlusconismo, piaccia o non piaccia, ha fatto larga breccia negli italiani. E’ vincente alla grande su di un largo fronte. 11.203.231 Pd + 4.614.364 FI.= 15.817.595, elettori Che significa 1 / 3 dell’elettorato italiano.
Anche quando Berlusconi uscirà di scena gli effetti del berlusconismo trionfante dureranno ancora a lungo negli anni.
Oltre al fatto che un proverbio italiano recita: “Il buon giorno si vede dal mattino”, questo tipo di errori si stanno perpetuando sistematicamente da quando c’era Monti, poi Letta, e adesso Renzi.
Non si richiede una conoscenza specifica in economia da premio Nobel, ma soltanto quella al primo livello elementare.
Questa crisi economica, che in Italia risulta dati alla mano, la peggiore di tutte le altre all’interno della Ue, non può essere risolta semplicemente da incompetenti solo perché vogliono raggiungere il potere fine a se stesso, a tutti i costi. Fregandosene altamente dei problemi strutturali del sistema Italia, che stanno erodendo progressivamente e sistematicamente giorno dopo giorno il paese da vent’anni.
Non si varano governi del tipo “nani e ballerine” in passaggi storici di questo tipo, facendo credere che risolveranno i problemi strutturali di questo paese. Può farlo solo chi continua a credere che gli italiani credono che i bambini li porta la cicogna. Capita.
Il sociologo e politologo Giovanni Sartori, se ne era accorto subito e non lo aveva mandato a dire.
Sul Corriere della Sera del febbraio scorso aveva scritto: “Questo è un governo di incompetenti guidato da un incompetente”.
Ripetere il classico “lasciamolo lavorare” significa non solo non aver capito 20 anni di berlusconismo, ma di auspicarne il proseguimento. Confermando nei fatti quanto ha rilevato opportunamente il sociologo e politologo Ilvo Diamanti.
Il renzismo è lo stadio finale del berlusconismo.
Ma poi, anche specificare quanto sopra non serve a niente. I tifosi del renzismo sono uguali a quelli di sempre. Quelli del berlusconismo e prima ancora a quelli del craxismo.
L’ultimo ha contribuito ad affossare la prima Repubblica, i primi due ad affossare la seconda Repubblica.
Perfino Cirino Pomicino in una situazione catastrofica come questa appare un gigante davanti a questi nanerottoli della politica e dell’economia.
“I soldi si vanno a prendere dove ci sono,…in quel 10 % che detiene il 47 % della ricchezza privata italiana” ha sostenuto il vecchio Cirino.
Tecnicamente è vero, ma questo comporterebbe varare subito una legge che elimini le sottrazioni di denaro a vario titolo. Nessuno consegna volentieri i propri soldi ai ladri. E questa riforma non si può fare perché un simile provvedimento è legato direttamente al consenso elettorale e ci si inimicherebbe coloro che hanno versato i mille euro alle cene eleganti di Roma e Milano che si augurano ben altro. Mantenere lo status quo dei loro privilegi.
Oppure quando Cirino afferma: “Per prima cosa bisogna affrontare il debito pubblico”. Anche in questo caso è tecnicamente vero in un economia dell’emergenza. In un’economia di guerra, in un’economia in guerra da 6 anni che è entrata nel settimo anno. Ma non può farlo di certo chi è ossessionato dal consenso generalizzato quotidiano. (Vedi Matteo Richetti, renziano della prima ora)
L’esperienza Monti docet. Napolitano gli aveva affidato l’incarico affinché rimettesse sui binari il treno Italia che Berlusconi aveva contribuito non poco a fare deragliare.
Solo che Monti si è fatto attrarre dall’ebbrezza della politica (
la politica produce l’effetto di una droga) pensando ad un reincarico attraverso un partito personale. Ed ha fallito. Dobbiamo aspettare quindi la fine della legislatura per assistere al quarto fallimento consecutivo degli incarichi di Napolitano?
E’ pur vero che gli italiani meritano questo ed altro. Ma a questa Italia si vuole così tanto male da metterla sempre e comunque alla gogna?