La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Le 4 facce dell’Apocalisse che minacciano lo Stato ebraico

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Fonte egiziana: Hamas accetta tregua

Messaggioda franz il 14/01/2009, 18:35

Fonte egiziana: Hamas accetta tregua
Mille i morti nella Striscia di Gaza

Il movimento integralista avrebbe detto sì alla proposta del Cairo per un cessate il fuoco. L'indiscrezione confermata dal ministro degli Esperi spagnoli. Fonti palestinesi sostengono che l'offensiva israeliana è costata mille morti. Il segretario generale delle Nazioni Unite critica Gerusalemme. Appello di Osama Bin Laden alla guerra santa "per fermare l'aggressione a Gaza"

17:31 La Spagna conferma: "Hamas ha accettato la tregua"
Dopo le indiscrezioni egiziane arriva dal ministro spagnolo degli Esteri Miguel Angel Moratinos la conferma che Hamas ha accettato il piano egiziano per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il sito web di El Pais

16:02 Agenzie soccorso, da Israele segnali sospensione offensiva

L'esercito israeliano ha dato segnali nelle ultime ore che indicherebbero una possibile sospensione dell'offensiva nella Striscia di Gaza: lo hanno riferito ad Aki-Adnkronos International responsabili stranieri delle agenzie internazionali di soccorso che operano nella zona. Un responsabile di un'istituzione dell'Onu, che ha preferito restare anonimo, ha dichiarato che "nelle ultime ore abbiamo ricevuto segnali da parte dell'esercito israeliano secondo cui l'operazione militare a Gaza potrebbe finire molto presto".

http://www.repubblica.it
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Il precedente dell’Ira

Messaggioda franz il 15/01/2009, 8:54

Il precedente dell’Ira

Ira intesa non come sentimento di odio, ma come I.R.A., Irish Republican Army, l’esercito clandestino degli indipendentisti cattolici in Irlanda del Nord. Jonathan Freedland, uno dei miglori commentatori del quotidiano londinese Guardian (oltre che autore, con lo pseudonimo Sam Bourne, di thriller diventati best-seller), lo cita come un precedente da studiare per arrivare alla pace tra israeliani e palestinesi in Medio Oriente. L’aggancio di attualità è una pubblica esortazione di Gerry Adams, leader dello Sinn Fein, il braccio politico dell’Ira (che non è più un esercito, avendo deposto e in parte smantellato le sue armi), a Israele e ai palestinesi, inclusi quelli di Hamas, ad iniziare un dialogo per la pace, sull’esempio di quanto fatto da cattolici e protestanti in Irlanda del Nord, dove dopo trent’anni di guerra e migliaia di morti oggi le due parti governano insieme e il conflitto, sebbene non ancora del tutto risolto (i cattolici sperano un giorno di riunificarsi con il resto dell’Irlanda, i protestanti vogliono rimanere parte della Gran Bretagna) è finito dal punto di vista militare e della violenza.

Naturalmente, scrive Freedland, i due conflitti non sono uguali. Per dirne una, osserva, per quante azioni militari la Gran Bretagna abbia lanciato contro l’Ira, non ha mai bombardato Belfast con l’aviazione o distrutto un intero edificio perchè nelle fondamenta potevano nascondersi dei combattenti nemici. Ma hanno anche parecchie somiglianze: un territorio conteso, la questione religiosa, quella demografica. Ciò detto, quali lezioni trarre per il Medio Oriente dal negoziato di pace concluso positivamente, con la mediazione di Tony Blair, nel 1999 in Irlanda del Nord?

1) Israele - scrive Freedland - dovrebbe fare, come prima mossa, una solenne dichiarazione d’intenti, analoga a quella con cui il governo britannico nel 1990 annunciò di non avere interessi strategici o economici per mantenere il possesso dell’Ulster, l’altro nome con cui viene identificata l’Irlanda del Nord. In fondo basterebbe che un premier israeliano ripetesse quello che l’attuale premier Olmert ha detto in settembre in un’intervista, ma in modo formale e ufficiale in un messaggio ai palestinesi: la pace avverà solo con la restituzione delle terre occupate nel ‘67.

2) La seconda mossa, continua il columnist del Guardian, dovrebbe essere la reciproca ammissione delle due parti che non esiste una soluzione militare al conflitto. La strada verso la pace in Ulster cominciò quando Londra riconobbe che combattere contro l’Ira poteva portare al massimo a un “onorevole pareggio”, e quando l’Ira comprese che a forza di bombe non avrebbe costretto le truppe britanniche al ritiro. In Medio Oriente, allo stesso modo, Hamas deve riconoscere che attacchi suicidi e razzi ritarderanno la fine dell’occupazione, anzichè accelerarla, e Israele deve capire che un movimento popolare come Hamas non può essere sconfitto con la sola forza.

3) Terzo: Israele dovrebbe citare il precedente dell’Ira, dicendo che non può negoziare con Hamas finchè Hamas non cessa la violenza. I cattolici repubblicani irlandesi infatti non ottennero un posto al tavolo delle trattative finchè non accettarono di perseguire i propri scopi unicamente con mezzi pacifici. Ma quale è il consiglio, rivela Freedland, dato dai membri dell’Ira che hanno incontrato dirigenti di Hamas? “Mantenete unito il movimento”. Ossia non dividetevi tra chi è pronto a riconoscere Israele e chi no, altrimenti nascerebbe soltanto una nuova Hamas. Essi ritengono che l’intero movimento vada lentamente sospinto verso la trattativa, dapprima attraverso un dialopgo indiretto con coloro al suo interno che sono più favorevoli ad avviarla: in questo modo, se e quando Hamas accetterà i metodi pacifici, tutto il movimento sarà costretto a rispettare l’accordo.

4) La quarta regola da ricordare è che ogni compromesso, lungo la strada della pace, deve ricevere un premio. Questo è sempre accaduto nei confronti dell’Ira da parte britannica, e se non accadrà con i palestinesi e/o con Hamas, i fautori della pace perderanno la faccia. In tal senso è stato un grave errore da parte israeliana, conclude il commentatore del Guardian, ritirarsi unilaterlamente da Gaza tre anni fa: se ci fosse stato un ufficiale passaggio delle consegne da Israele ad Al Fatah, il partito del presidente Abu Mazen avrebbe potuto incassare agli occhi della popolazione il merito della liberazione. Così invece al Fatah non ha potuto incassare niente, e il merito se lo sono avocato Hamas e i suoi kamikaze.

http://franceschini.blogautore.repubblica.it/
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le 4 facce dell’Apocalisse che minacciano lo Stato ebraico

Messaggioda incrociatore il 15/01/2009, 17:44

Freedland pone 3 punti che sono sottoscrivibili, perfino il quarto potrebbe essere sottoscrivibile se non che il 4° forse non è stato un errore israeliano così come noi lo interpretiamo... e poi manca nell'analisi una differenza sostanziale con la questione IRA e che, in pratica, spiega anche le mie riserve sul punto 4.

Provo a spiegarmi.

Intanto la questione non considerata e invece sostanziale. La questione territorio. L'IRA reclamava diritti di sovranità su un territorio ben definito: l'Irlanda del Nord... per i palestinesi questo è un elemento aleatorio... tutte le trattative sono SEMPRE fallite perché, ogni volta che sembrava prospettarsi una qualche soluzione... alla resa dei conti gli israeliani facevano comparire nuove mappe che modificavano ogni volta la geografia politica dei territori che avrebbe considerato disponibile a mettere sotto al controllo palestinese... e questo perché da un incontro di pace all'altro, non avendo mai posto un vero alt alla sua politica di nuovi insediamenti (anche in queste ore stanno sorgendo nuove colonie in cis-giordania) Israele doveva rispondere a pressioni interne dell'area più oltranzista della sua popolazione... Tutto saltava e andava a carte e quarantotto... l'ultima di queste iniziative di rilancio è ad opera di Ehud Barack (attuale ministro della difesa) dopo l'iniziativa dell'allora uscente Presidente Clinton... se ben vi ricordate...

Quindi ai palestinesi bisognerebbe prima dire cosa gli si da, in termini di territori, per pretendere i punti 1, 2 e 3.

Quanto al 4° dicevo che forse non è stato un errore così come noi lo interpretiamo... perché? Perché va collocato all'interno del ragionamento che ho fatto prima... sarebbe da considerare un errore se Israele lo avesse concepito come azione per far progredire un processo di pace... ma è stato così? Io credo di no. L'obiettivo di Israele era, ancora una volta, indebolire il suo interlocutore, nella logica perversa che a un interlocutore debole si possa strappare un miglior accordo... E l'interlocutore, in quel momento era la nascente Autorità Palestinese... di Gaza a Israele interessa poco per non dire niente, se non fosse per i problemi della sicurezza, ma è talmente popolata che nessuna colonia si può pensare di insediarla li... non la stessa cosa di altre realtà che possono essere messe sul piatto della bilancia con maggiori possibilità se chi si ha di fronte è debole. Questa logica, però, porta a quello che stiamo vedendo.

ERRATA CORRIGE
Pardon... non ho letto bene il punto 1... in effetti si parla dei territori del '67...
La vedo dura...

Per tornare ai confini del '48 in Israele deve succedere la rivoluzione... ahimé.
An eye for an eye will make the whole world blind
Mahatma Gandhi (1869-1948)
Avatar utente
incrociatore
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 560
Iscritto il: 18/05/2008, 15:57
Località: Via Barbierato, 15 - 28844 Villadossola (VB)

Tregua unilaterale?

Messaggioda franz il 17/01/2009, 11:52

La decisione, potrebber essere votata domani, significa che Gerusalemme ha intenzione di porre fine all’operazione, pur senza l’accordo con Hamas, potendo contare sull’appoggio degli Stati Uniti e dell’Egitto nel contrastare il contrabbando di armi. E in Cisgiordania la "giornata della collera fa flop"

A Washington venerdì il segretario di Stato americano Condoleezza Rice e il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni hanno firmato un accordo per metter fine al contrabbando di armi nella Striscia di Gaza. La Rice ha spiegato che il memorandum d'intesa migliorerà lo scambio d'informazioni fra i due paesi per impedire la fornitura di armi ad Hamas nella Striscia di Gaza.

La Livni ha parlato di accordo «storico», che sarà «una componente vitale per la cessazione delle ostilità». Solo attraverso «uno sforzo unitario» per combattere il terrorismo si potrà raggiungere il cessate il fuoco a Gaza, ha aggiunto il ministro israeliano.

Da repubblica.it

Mubarak invita Olmert e Abu Mazen, ma anche Usa, Onu, Italia, Francia e Germania
Una flotta Nato controllerà i mari della Striscia e il Mar Rosso
Gaza, la pace verrà firmata domani
L'Egitto vuole un vertice a Sharm El Sheik
di VINCENZO NIGRO

Gaza, la pace verrà firmata domani L'Egitto vuole un vertice a Sharm El Sheik
ROMA - La guerra di Gaza si avvicina alla fine: questa sera il governo israeliano dovrebbe ratificare formalmente il cessate-il-fuoco che è già stato approvato dalla trojka Olmert-Livni-Barak. L'accordo con le parti internazionali dovrebbe essere poi ratificato domani in Egitto, a Sharm El Sheik, in un vertice a cui gli egiziani stanno invitando in queste ore alcuni tra i principali leader mondiali.

Oltre all'israeliano Olmert, all'egiziano Mubarak e al presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, l'Egitto vorrebbe avere a Sharm il segretario dell'Onu Ban Ki Moon, il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice, e i capi di governo di Russia, Francia, Germania, Italia e Turchia, assieme ad altri. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe cancellato tutti i suoi impegni per domani per tenersi pronto a volare in Egitto dalla Sardegna.

Il summit di Sharm el Sheik non sarebbe solo una cerimonia, un evento per i media e le televisioni. In assenza di Hamas e di leader del fronte radicale (Siria e Iran), la riunione sarebbe il segnale politico necessario per sancire uno dei risultati più delicati della tregua, la creazione di una forza "di interposizione" o "di controllo" che sigilli il confine tra Egitto e Gaza per impedire il contrabbando di armi verso Hamas. Per questo gli egiziani vorrebbero avere un buon numero di leader mondiali a Sharm. Tra l'altro l'Egitto ha bisogno di "annegare" il suo accordo con Israele e le strette di mano tra Olmert e Mubarak in una scenografia più ampia, in cui siano presenti altri leader mondiali.

Venerdì a Washington Condoleezza Rice e il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni avevano firmato un primo accordo Usa-Israele in cui gli americani si impegnano bilateralmente a fare di tutto per bloccare i rifornimenti di armi verso la striscia di Gaza. La Livni ha commentato la firma dicendo che "si tratta di un salto di qualità nella lotta al contrabbando delle armi per Hamas: si parla di operazioni militari e di intelligence da svolgersi nel Mar Mediterraneo, nel Golfo Persico, nel Mar Rosso e anche di fronte all'Africa Orientale, e non solo lungo il confine fra Egitto e Gaza".

Secondo fonti diplomatiche sentite da "Repubblica", la Nato sta valutando la possibilità di impegnare una sua flotta per il controllo dei mari al largo di Gaza e nel Mar Rosso; da tempo le unità dell'Alleanza Atlantica sono impegnate nel Mediterraneo orientale (crisi Libano, missioni anti-terrorismo, missioni anti-pirateria), per cui la nuova missione troverebbe la Nato pronta a un impegno in cui la stessa Italia potrebbe svolgere un ruolo di rilievo.

(17 gennaio 2009)
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le 4 facce dell’Apocalisse che minacciano lo Stato ebraico

Messaggioda incrociatore il 17/01/2009, 16:40

chi si dovrebbe stupire dell'unilateralità con la quale Israele affronta le questioni?
Ha sempre fatto quello che riteneva unilateralmente... se decide di mandare i carri armati lo fa unilateralmente, non è che ci si stupisce più di tanto se unilateralmente decide di ritirarli...

Unica cosa di cui giore è che adesso decide di smettere di usarli che è sicuramente meglio del contrario.
An eye for an eye will make the whole world blind
Mahatma Gandhi (1869-1948)
Avatar utente
incrociatore
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 560
Iscritto il: 18/05/2008, 15:57
Località: Via Barbierato, 15 - 28844 Villadossola (VB)

Re: Le 4 facce dell’Apocalisse che minacciano lo Stato ebraico

Messaggioda franz il 17/01/2009, 19:21

incrociatore ha scritto:chi si dovrebbe stupire dell'unilateralità con la quale Israele affronta le questioni?

Verissimo. Invece Hamas quando manda kamikaze e missili lo fa in un ambito multilaterale, confrontatandosi tutte le nazioni, vero?
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le 4 facce dell’Apocalisse che minacciano lo Stato ebraico

Messaggioda incrociatore il 17/01/2009, 19:27

che senso ha pormi in termini di domanda una sciocchezza simile?
Tutte le discussioni fatte per concludere che ho ammirazione per i pazzi forse? Israele è uno Stato democratico, mi aspetterei che non si comportasse come i pazzi. Credo dovrebbero augurarselo in primo luogo gli israeliani.
An eye for an eye will make the whole world blind
Mahatma Gandhi (1869-1948)
Avatar utente
incrociatore
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 560
Iscritto il: 18/05/2008, 15:57
Località: Via Barbierato, 15 - 28844 Villadossola (VB)

Re: Le 4 facce dell’Apocalisse che minacciano lo Stato ebraico

Messaggioda franz il 17/01/2009, 20:01

incrociatore ha scritto:che senso ha pormi in termini di domanda una sciocchezza simile?
Tutte le discussioni fatte per concludere che ho ammirazione per i pazzi forse? Israele è uno Stato democratico, mi aspetterei che non si comportasse come i pazzi. Credo dovrebbero augurarselo in primo luogo gli israeliani.

Certo ma se in otto anni di missili lanciati dalla strisci di gaza la comunità internazionale non fa un tubo è evidente che Israele decide in modo unilaterale. Ora invece tutti si danno da fare ma cosa hanno fatto fino a ieri?
Guarda che la decisione Israeliana di fare la guerra, con i costi che ha per tutti, per chi la subisce e chi la conduce, non è da pazzi ma molto razionale, soprattutto per la logica e cultura di quella regione. Io considero che se san marino mandasse missili vero lItalia per otto anni, p azzi sarebbro loro, non l'Itlaia che inervenisse militarmente per porre fine ai lanci.

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Olmert annuncia la tregua unilaterale - No di Hamas

Messaggioda franz il 18/01/2009, 1:26

L'atteso annuncio del premier israeliano, dopo tre settimane di offensiva e 1.200 morti
Ma l'esercito rimarrà ancora nella Striscia di Gaza: "Se attaccati risponderemo"

Olmert annuncia la tregua unilaterale
No di Hamas: "Ritirino anche le truppe"

Invito analogo, ma con toni più morbidi, viene dal presidente palestinese Abu Mazen
Domani il vertice convocato da Mubarak a Sharm el Sheik, con i leader mondiali e l'Onu

TEL AVIV - Il premier israeliano Ehud Olmert ha annunciato con una conferenza stampa il cessate il fuoco unilaterale nella Striscia di Gaza. La tregua ha effetto a partire dalle 2:00 ora locale, l'1:00 in Italia. "Tre settimane fa io e i colleghi di governo decidemmo di dare inizio alle operazioni militari nella Striscia di Gaza. Gli obiettivi che ci eravamo posti sono stati raggiunti: Hamas è ora in una situazione difficile, molti dei suoi leader sono morti, le sue infrastrutture distrutte", ha detto Olmert.

Il primo ministro ha confermato che le truppe israeliane non lasceranno però immediatamente la Striscia di Gaza: il ritiro avverrà solo se anche Hamas cesserà totalmente il fuoco. "Noi avevamo lasciato la Striscia di Gaza nel 2005, e non intendevamo tornare. Ma ci siamo trovati sotto i bombardamenti di Hamas", ha affermato Olmert, che ha anche lanciato un appello al popolo di Gaza: "Israele non è il vostro nemico, Hamas lo è, così come gli altri terroristi. Noi non abbiamo mai voluto attaccare i civili, e ci dispiace che ci siano state così tante morti di civili, nonostante i nostri sforzi per evitarle". Nell'operazione "Piombo fuso" sono stati uccisi almeno 1.200 palestinesi, tra i quali moltissimi civili (410 bambini e 100 donne) e ne sono stati feriti più di 5.000.

Hamas, tuttavia, già quando nel pomeriggio si era diffusa la notizia della decisione del governo israeliano, aveva replicato che la tregua unilaterale israeliana non sarebbe stata presa in considerazione senza un ritiro delle truppe. Dopo l'annuncio di Olmert i leader del gruppo radicale palestinese hanno confermato che la "resistenza" non si fermerà. "Un cessate il fuoco unilaterale non significa che siano finiti l'aggressione israeliana e l'assedio - ha detto il portavoce del movimento fondamentalista, Fawzi Barhoum Barhoum - questi sono atti di guerra e quindi non significa che cesserà la resistenza".

A sua volta, Olmert ha chiarito che l'esercito israeliano è pronto a rispondere al fuoco di Hamas in ogni momento malgrado il cessate il fuoco. Il premier israeliano ha ribadito che Israele non considera Hamas un interlocutore, perché Hamas vuole ancora colpire e distruggere lo Stato ebraico.

Tuttavia anche il presidente palestinese Abu Mazen, in termini molto diversi da Hamas, ha detto che la decisione di Israele di proclamare una tregua unilaterale dovrebbe essere seguita da un accordo di tregua e dal ritiro delle truppe: "Questa decisione di Israele di cessare il fuoco - ha detto un portavoce del capo dell'Anp - è il primo passo. Dovrebbe essere seguito da una tregua e dalla fine dell'assedio alla Striscia di Gaza, con il ritiro delle truppe". Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon.

Un contributo alla tregua nella Striscia di Gaza verrà con molta probabilità dal vertice convocato per domani a Sharm el Sheik dal presidente egiziano Hosni Mubarak. Accanto al padrone di casa il presidente francese Nicolas Sarkozy, che insieme al collega egiziano ha elaborato un piano per una pace duratura nella Striscia di Gaza.

Al vertice non parteciperanno né Olmert né Abu Mazen, che sarà comunque nella località sul Mar Rosso per un colloquio con Mubarak. Al summit prenderanno parte invece il cancelliere tedesco Angela Merkel, il premier spagnolo Jose Luis Zapatero, il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, il primo ministro britannico Gordon Brown, il presidente turco Abdullah Gul, il re giordano Abdallah II e il segretario della Lega Araba Amr Mussa. Per gli Stati Uniti ci sarà il segretario di Stato Condoleezza Rice. Anche Russia e Ue invieranno loro rappresentanti.

Sul tavolo l'ipotesi di creare una forza multinazionale che faccia la guardia al confine tra Egitto e Gaza, per prevenire il traffico di armi verso i Territori palestinesi, anche se su questo l'Egitto ha ribadito ieri che non accetterà la presenza di osservatori stranieri sul suo territorio. Dopo il vertice Sarkozy, Merkel e Berlusconi andranno in Israele per incontrare Olmert.

(17 gennaio 2009)
www.repubblica.it


Commento.
Per un classico gioco delle parti Hamas non puo' smettere di combattere se Israele afferma "missione compiuta" (se smettesse ammetterebbe implicitamente la sconfitta) ma a questo punto si puo' vedere quanto forte è il versante moderato arabo e palestinese e vedere quanto è determinata la comunità internazionale.
L'Egitto, come Hamas, non vuole osservatori, eppure la soluzione ha funzionato in Libano.
Mi pare chiaro che se ci sono osservatori ed esiste una garanzia internazionale allora Israele puo' ritirarsi, come in Libano, altrimenti rimane.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le 4 facce dell’Apocalisse che minacciano lo Stato ebraico

Messaggioda incrociatore il 18/01/2009, 10:56

perché, Israele invece è d'accordo a una forza di interposizione? Io non trovo una dichiarazione in questo senso, anzi... a memoria... mi sembra proprio il contrario... però non ne sono sicuro.

Anche in queste dichiarazioni Olmert non fa nessun cenno all'ONU... del resto in questi giorni, ancora una volta, ha dimostrato benissimo in che conto tiene l'ONU.

In ogni caso all'annunciato "stop ai cannoni" c'erano già buldozer e camion a costruire nella "striscia"... la struttura logistica dell'avamposto militare israeliano?... un nuovo simil-insediamento? certo i palestinesi lo concepiranno come l'uno e l'altro e non sarà un aiuto alla pace... in ogni caso dimostra l'intenzione che non ce ne si vuole andare tanto presto... sempre che si intenda farlo.
An eye for an eye will make the whole world blind
Mahatma Gandhi (1869-1948)
Avatar utente
incrociatore
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 560
Iscritto il: 18/05/2008, 15:57
Località: Via Barbierato, 15 - 28844 Villadossola (VB)

PrecedenteProssimo

Torna a Temi caldi nel mondo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti