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Come rimettere in moto il paese

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Come rimettere in moto il paese

Messaggioda Stefano'62 il 12/11/2014, 22:05

Concordo Vittorio.
Io nei confronti degli amministratori a "fedeltà variabile"....sono per l'introduzione del reato di tradimento.
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Re: Come rimettere in moto il paese

Messaggioda Salemi il 13/11/2014, 18:05

Alcuni interventi di questo thread : La madre di tutte le battaglie:LA FINE DEL LAVORO
si intersecano con il thread : Come rimettere in moto il paese

Ad esempio :

da franz il ieri, 8:29

Avviare un’impresa in Italia: un incubo

L’ostilità dello Stato italiano nei confronti dell’imprenditoria si manifesta a ogni livello della burocrazia e in ogni fase della vita dell’impresa, finanche prima della sua nascita. Le condizioni in cui devono farsi largo gl’imprenditori italiani sono tra le piú sfavorevoli d’Europa, sebbene il governo centrale continui a sponsorizzare un’immagine d’Italia dinamica, lanciata verso il futuro e startup-friendly

=

Dipende.
Dipende da che punto di vista si osserva il fenomeno. Quattro mesi fa un imprenditore ( mi sembra Caprotti della Esselunga, ma non ne sono sicuro) si doleva del fatto che per ottenere la licenza per aprire un’attività commerciale nella bassa padana, ci sono voluti 10 anni. Un tempo che farebbe scoraggiare anche i santi.
Ma esiste diffusamente anche il fenomeno contrario. Un cinese che intende rilevare la tua attività, sia essa un ristorante, un negozio da parrucchiere, un edicola e così via, si presenta nella sede della tua attività e ti chiede il prezzo. Solitamente non fa discussioni anche se sa che il prezzo è leggermente eccessivo. Diversamente dalla cultura araba che tratta il prezzo su tutto. Ti dice va bene, ed appoggia il denaro contante sul tavolo. E’ per questo motivo che il furbo italiano chiede leggermente di più del valore reale dell’attività. Ma non esagera perché potrebbe lasciarsi sfuggire un ottimo affare pagato in contanti. Nessun italiano ti farà mai una simile offerta. Successivamente, se le parti concordano, il cinese depone sul tavolo un pacco di documenti (tutti in regola) che attestano che lui può iniziare l’attività il giorno dopo. A te rimane solo di prendere i soldi e le tue cose e toglierti dai piedi.
La prima riflessione porta a dire che il cinese ha alle sue spalle un’organizzazione. Un’organizzazione in grado di disporre in anticipo di tutti i permessi per aprire l’attività.
Come può accadere tutto questo? Conoscendo l’animo umano, vuol dire che l’organizzazione cinese ha già elargito in anticipo la mazzetta necessaria ad ungere tutte le ruote a chi di dovere. E’ nel loro interesse economico, per i cinesi, agire in questo modo. Questa è la naturale barriera umana che la P.A. frappone a tutte le transazioni. Il tempo per ottenere il via alla tua attività, dipende dalla tua disponibilità economica e morale a stare al gioco.
Qualcuno potrà obiettare: “Ma questa è concussione!!”. Certo che è concussione, ma nel Bel Paese, a meno che si voglia credere che i bambini li porta la cicogna, funziona così. Ecco perché per gli italiani è un’incubo aprire un’impresa.
Quindi, come intendete risolvere questo problema per rimettere in moto il paese?
Salemi
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Re: Come rimettere in moto il paese

Messaggioda Salemi il 13/11/2014, 21:52

Di problemi da risolvere per rimettere in moto il paese ce ne sono a vagonate. C'é solo l'imbarazzo della scelta.

Uno ad esempio è questo che servirebbe a far cassa.

INCHIESTA
LuxLeaks, gli affari dei no-tax in Italia
Da Sawiris al controllo della Rinascente, dagli investimenti degli emiri al business delle energie rinnovabili. Ecco le operazioni realizzate nel nostro paese pagando tasse minime in Lussemburgo
DI PAOLO BIONDANI E LEO SISTI
13 novembre 2014


LuxLeaks, gli affari dei no-tax in Italia
Il fondo sovrano di Abu Dhabi. Il faraone egiziano Sawiris. Il gigante americano General Electric. Colossi bancari come Hsbc e Deutsche Bank. Il big europeo dei diritti del calcio. I signori australiani delle energie rinnovabili. Tutti pronti a investire in Italia. Passando però dal Lussemburgo. Dopo aver firmato accordi segreti con il fisco del Granducato per ridurre al minimo le tasse.

“L'Espresso” nel numero in edicola domani e online su Espresso+ analizza una serie di operazioni gestite nel nostro Paese sulla base dei file di LuxLeaks . In testa ci sono due intese del valore di centinaia di milioni di euro che interessano la holding italiana Weather. Il primo è dell’8 marzo 2010, quando Weather controllava Wind, la terza società nazionale di telefonia mobile. Il padrone del gruppo è il magnate egiziano Naguib Sawiris.

L’azienda italiana presta 235 milioni a società del Granducato che ne riversano 225 in Egitto. Sfruttando il sistema lussemburghese, l’accordo consente di annullare le tasse sui dividendi e sulle plusvalenze in caso di vendita. Il secondo ruling, del 25 agosto 2010, legalizza il trasferimento in Gran Bretagna della struttura lussemburghese, che però è autorizzata a mantenere la base tributaria nel piccolo Paese. Il risultato è eccezionale: un’unica società ha la sede legale in uno Stato e quella fiscale in un altro.

Si chiama invece “Silver lining” (“Fodera d’argento”) il piano descritto il 25 novembre 2009 . Al centro c’è un’alleanza tra due colossi: Mubadala Development, il fondo sovrano di Abu Dhabi, e Ge Capital, il braccio finanziario di General Electric. Il gruppo arabo è conosciuto in Italia perché ha acquisito la quasi totalità della Piaggio Aviazione. Obiettivo del patto è avere agevolazioni fiscali in Lussemburgo per acquistare partecipazioni societarie in Italia, Gran Bretagna, Germania e Francia investendo un miliardo e cento milioni di dollari in tre anni.

I ruling lussemburghesi minimizzano il carico fiscale anche sui super-profitti immobiliari. Un esempio rilevante per l’Italia riguarda i fondi di Deutsche Bank. Nel 2006 firmano un accordo per abbattere le tasse su un colossale piano d’investimenti, gestito attraverso una piramide societaria: in cima c’è un fondo con base nelle isole Cayman, noto paradiso offshore a tassazione zero; in mezzo, una controllata di Malta, che possiede quattro finanziarie lussemburghesi. Una di queste detiene azioni di due società (srl) italiane: il 60 per cento della Erice, il 30 della Tamerice. Quest’ultima è ben nota in Italia, dove nel 2005 ha fatto un colpo grosso: ha acquistato la Rinascente e la Upim dai gruppi Agnelli e Auchan, versando ben 888 milioni di euro. All’inizio dell’operazione la Tamerice ha il seguente parterre di azionisti: Deutsche Bank (30 per cento), Investitori Associati (46 per cento), Pirelli Re (20 per cento) e la famiglia Borletti (4 per cento).

I ruling lussemburghesi gettano nuove ombre anche sulla grande corsa a investire nelle energie rinnovabili negli anni in cui l’Italia garantiva ricchissimi incentivi pubblici. Nel giugno 2010 la banca Hsbc chiede al Granducato un trattamento di favore per un suo fondo che sta investendo in Puglia con il gruppo De Gennaro. L’accordo fiscale riguarda uno specifico finanziamento ibrido di 12 milioni concesso alla società italiana (80 per cento Hsbc, 20 De Gennaro) creata per sviluppare grandi impianti fotovoltaici. L’effetto è l’azzeramento delle imposte per la banca estera: i profitti che escono dall’Italia non sono tassabili; la società-madre lussemburghese può invece scaricare gli interessi girati alla capogruppo inglese; e alla chiusura dell’investimento, anche le plusvalenze saranno libere da imposte.


Da Sawiris al controllo della Rinascente, dagli investimenti degli emiri al business delle energie rinnovabili. Ecco le operazioni realizzate nel nostro paese pagando tasse minime in Lussemburgo


Il patto spiana la strada a nuovi affari che premiano i soci italiani: nel gennaio 2011 infatti il fondo targato Hsbc, gonfio dei profitti esentasse, acquista dieci campi fotovoltaici proprio dai De Gennaro. Sfortunatamente nei mesi successivi sul gruppo pugliese si scatena una bufera giudiziaria: i tre fratelli De Gennaro (due imprenditori e un politico che era capogruppo del Pd in Regione Puglia) vengono arrestati per corruzione. Un copione molto simile riguarda gli investimenti in Sicilia del fondo australiano Babcock & Brown (B&B). Il 25 marzo 2009 il gruppo multinazionale sigla un ruling che minimizza la tassazione su un lungo elenco di attività europee. L’intesa fiscale ha per oggetto anche diverse società italiane nel settore immobiliare e delle energie rinnovabili.

Per la prima volta svelati gli accordi riservati tra aziende e governo del Granducato per ottenere risparmi fiscali. Documenti su oltre 300 società, anche italiane, che trasferiscono lì risorse colossali. Un sistema che toglie denaro alla nostra economia. Proliferato nel Granducato sotto la guida di Juncker, ora presidente della Commissione Ue

In quel periodo, il fondo operava nel nostro Paese per mezzo di un’omonima srl italiana. A presiedere quella B&B tricolore era un manager, poi defunto, che è finito sotto accusa per una truffa da venti milioni di euro, con evasione fiscale per altri undici: una presunta frode realizzata tramite «la fittizia interposizione di società lussemburghesi» nella cessione di campi eolici siciliani (per oltre 50 milioni di euro) a una ditta maltese.
Quelle delle energie rinnovabili è un doppio scandalo: grazie al Lussemburgo, i vip stranieri non hanno pagato tasse in Italia sui profitti delle energie rinnovabili; e con i sussidi statali, hanno addirittura incassato soldi dai cittadini italiani.

http://espresso.repubblica.it/inchieste ... eview=true
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Re: Come rimettere in moto il paese

Messaggioda flaviomob il 14/11/2014, 2:11

Bravo Salemi

Come può accadere tutto questo? Conoscendo l’animo umano, vuol dire che l’organizzazione cinese ha già elargito in anticipo la mazzetta necessaria ad ungere tutte le ruote a chi di dovere.


Poi l'italiano medio va dietro al Salvini/Grillo di turno: tutta colpa degli immigrati. Quando la realtà è che siamo il paese più corrotto d'Europa e siamo incapaci di metterli in galera, quelli che ungono e quelli che si fanno ungere (che al 99% solo italiani nostrani doc).

Juncker? Per me bisogna fare una sollevazione popolare per mandarlo il più presto possibile a casa. E fuori il Lussemburgo, se non cambia quelle leggi che puzzano di mafia e malaffare. CHE SCHIFO QUESTA EUROPA!

http://espresso.repubblica.it/internazi ... =HEF_RULLO

E QUI C'E' LA PETIZIONE PER CHIEDERNE LE DIMISSIONI. Ne ho già inviata una copia all'Europarlamento.

http://www.change.org/p/europarlamento- ... di-juncker


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Come rimettere in moto il paese

Messaggioda Iafran il 14/11/2014, 13:07

flaviomob ha scritto:
Come può accadere tutto questo? Conoscendo l’animo umano, vuol dire che l’organizzazione cinese ha già elargito in anticipo la mazzetta necessaria ad ungere tutte le ruote a chi di dovere.

Poi l'italiano medio va dietro al Salvini/Grillo di turno: tutta colpa degli immigrati. Quando la realtà è che siamo il paese più corrotto d'Europa e siamo incapaci di metterli in galera, quelli che ungono e quelli che si fanno ungere (che al 99% solo italiani nostrani doc).

A tal proposito, la madre di tutte le riforme, quella della giustizia, in Italia è diretta solo a garantire l'impunibilità. In altri Stati, le cose sono diverse.
. . . . . . .

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11 ... a/1211046/

Tempi della giustizia: Schettino e i suoi fratelli, la lezione della Corea di Bruno Tinti

Tra i problemi che affliggono il nostro Paese c’è il complesso di superiorità. Made in Italy siamo i migliori. Mistificazione bella e buona. Made in Italy per Ferrari, Armani e alcuni marchi di caffè è una cosa; per tutto il resto, in particolare per legislazione e servizi, siamo da sempre gli ultimi della fila. Da ora in avanti, con le riforme di Renzi & C. la discenderemo di altri numerosi gradini.

Questo pessimismo mi ha aggredito con forza leggendo una notizia proveniente dalla Sud Corea. Lì, il 14 aprile di quest’anno, c’è stato un disastro navale ancora più spaventoso di quello della Concordia. Il capitano della nave, credo fosse il fratello maggiore del comandante Schettino, se l’era data a gambe per primo, abbandonando tutti i passeggeri; che infatti, in mancanza di operazioni di salvataggio organizzate, sono morti quasi tutti: 304 su 476. E, l'11 novembre, la Corte di Gwangju lo ha condannato a 36 anni di galera; gli è andata ancora bene, il pm aveva chiesto la pena di morte. Nella Patria del Diritto, a quasi tre anni di distanza dal naufragio della Concordia (13 /1/2012), il Tribunale di Grosseto sta ancora sentendo testimoni…

Che ciò avvenga per pigrizia e incapacità dei giudici mi pare poco probabile. Un po’ perché, se è vero come è vero che la durata media del processo civile italiano è di 8 anni, si dovrebbe concludere che tutti i giudici italiani sono pigri e incapaci; il che mi sembra statisticamente improbabile. Un po’ perché il Cepej (Commissione europea per l’Efficienza della Giustizia, istituzione del Consiglio d’Europa) da anni scrive nei suoi rapporti annuali che i giudici italiani sono i più bravi e produttivi d’Europa; Renzi non ha mai letto niente del genere ma, ciò nonostante, questi rapporti esistono.
Dunque, le ragioni per cui, a Gwangju, Lee Jun-Seok (è il nome dello sciagurato capitano) è stato processato in sei mesi e, a Grosseto, ancora non si sa che fine farà Schettino dipendono, con evidenza, da carenze sistemiche e non personali.

Questa cosa la sanno tutti da decenni; e, da decenni, la classe politica fa finta di non saperlo e si inventa leggi che assicurino l’impunità a loro e ai loro amici e che intimidiscano o vessino i magistrati, che imparino a stare al loro posto, perbacco! In effetti, come tutti capiscono, la prescrizione breve, la non punibilità di fatto del falso in bilancio, l’ordinamento penitenziario che garantisce ai condannati a pene inferiori a 4 anni (dunque a tutti i colpevoli di corruzione, frode fiscale e truffe varie) di non andare in prigione, la responsabilità civile dei magistrati e la riduzione delle loro ferie a 15 giorni scarsi, non sono strumenti particolarmente idonei a ridurre (anche di un solo giorno) la durata dei processi. Di depenalizzazione massiccia dei reati bagatellari, di minima offensività come causa di non punibilità, di riforma delle notifiche, di abolizione di 9 memorie su 10 che gli avvocati civilisti si scambiano, per un totale di 12 mesi che si usano (si sprecano) solo per questo, di abolizione dell’Appello, non si parla affatto.

Renzi & C. potrebbero studiare un po’: anche e soprattutto il sistema sudcoreano. Scoprirebbero che, secondo il rapporto Doing business 2014 della Banca mondiale, la Corea del Sud è al settimo posto; e che questa posizione è dovuta all’efficienza dei loro Tribunali. Sempre secondo Doing Business, l’Italia si trova al 65° posto. Alla faccia del Made in Italy e della Patria del Diritto.
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Re: Come rimettere in moto il paese

Messaggioda ranvit il 14/11/2014, 13:25

Ogni tanto, quando si dice una cosa giusta, sono d'accordo :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Come rimettere in moto il paese

Messaggioda Iafran il 14/11/2014, 14:34

ranvit ha scritto:Ogni tanto, quando si dice una cosa giusta, sono d'accordo

Ma com'è bravo Lei, come è buono Lei! Viva viva al nostro "mega direttore super galattico". :lol:
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Re: Come rimettere in moto il paese

Messaggioda ranvit il 14/11/2014, 18:01

:lol: :lol: :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Come rimettere in moto il paese

Messaggioda trilogy il 16/11/2014, 14:17

Iafran ha scritto:.

[... ]Questa cosa la sanno tutti da decenni; e, da decenni, la classe politica fa finta di non saperlo e si inventa leggi che assicurino l’impunità a loro e ai loro amici e che intimidiscano o vessino i magistrati, che imparino a stare al loro posto, perbacco! In effetti, come tutti capiscono, la prescrizione breve, la non punibilità di fatto del falso in bilancio, l’ordinamento penitenziario che garantisce ai condannati a pene inferiori a 4 anni (dunque a tutti i colpevoli di corruzione, frode fiscale e truffe varie) di non andare in prigione, la responsabilità civile dei magistrati e la riduzione delle loro ferie a 15 giorni scarsi, non sono strumenti particolarmente idonei a ridurre (anche di un solo giorno) la durata dei processi. Di depenalizzazione massiccia dei reati bagatellari, di minima offensività come causa di non punibilità, di riforma delle notifiche, di abolizione di 9 memorie su 10 che gli avvocati civilisti si scambiano, per un totale di 12 mesi che si usano (si sprecano) solo per questo, di abolizione dell’Appello, non si parla affatto.


Il problema dell'Italia è un po' diverso. Noi abbiamo un sistema giuridico tra i più complessi e contraddittori del pianeta, affiancato da un uso della giustizia penale esagerato. In Italia, in pratica tutto è reato, e non basta conoscere le norme, ma bisogna conoscere anche l'interpretazione delle stesse, la circolare esplicativa più recente, ecc. Il risultato è che il sistema è alla paralisi.
La giustizia penale dovrebbe essere rapida e sanzionare condotte e fatti che rappresentano un pericolo reale e consistente per la società. Si possono fare tanti esempi sugli effetti perversi del quadro normativo nazionale, dalla Pubblica Amministrazione, dove nessun dirigente firma più un pezzo di carta, o richiede 10 pareri legali prima di farlo. All'autocertificazione dove ogni errore è un reato. Una dichiarazione ISEE errata per 1 euro può costare un avviso di garanzia per falso ecc. Agli acquisti sui siti web che vendono oggetti usati, dove un sacco di gente si ritrova con avvisi di garanzia per ricettazione o incauto acquisto.Ci sono interi settori economici dove fare qualche cosa, soprattutto se nuova è estremamente rischioso da un punto di vista legale. E' un sistema che non funziona più nel suo complesso.
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Re: Come rimettere in moto il paese

Messaggioda ranvit il 16/11/2014, 16:42

E' un sistema che non funziona più nel suo complesso.


E' cosi'! :twisted:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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