incrociatore ha scritto:Io penso che un popolo obbligato a rispettare delle Leggi che non può concorrere a formare, né a modificare... costretto a muoversi entro spazi limitati e senza libertà... dove il fratello non può congiungersi con il fratello perché gli è impedito di attraversare determinate zone... dove la possibilità di come curarsi, come e quanto alimentarsi, cosa e quanto bere è condizionato alla disponibilità di qualcuno di far passare o meno da posti di blocco fisici che lo separano dal resto del mondo le medicine che crede o i polli che vuole e se i rubinetti dei pozzi devono stare aperti o chiusi... ecco, io penso che un popolo che vive così, viva soggiogato... se il termine pare inapproppriato se ne trovi un altro.
Come troppo spesso accade le discussioni a sinistra finiscono con diventare nominaliste e perdersi nel rivolo delle definizioni.
Ma se c'è una sostanza da sottolineare è che il popolo palestinese è sempre stato, ed è tutt'ora,
soggiogato dalle nazioni arabe. Le condizioni disumane di vita, di confinamento, di concentramento che il popolo palestinese subisce nei paesi arabi in cui è ospitato (e Gaza è da dopo guerra un pezzo di Egitto, prima della occupazione israeliana) sono di un livello atroce, che non è paragonabile a quelle che i palestinesi che vivono nei territori delle loro autonomia, per sotto tutela israeliana. Detto chiaramente, i palestinesi che sono sotto il controllo misto dell'autorità palestinese (le cui leggi concorrono a formare) ed israeliano, sono infinitamente migliori di quelle dei campi nelle varie città arabe vicine, dove sono stati anche masscrati a piu' riprese (senza parole e pensieri). Ai rifugiati nei campi è proibito uscire, spesso non hanno documenti, non gli è mai stata data la cittadinanza del paese che li ospita. Quelli si' che sono campi di concentramento.
Dovrebbe essere piu' che comprensibile che stante la presenza di formazioni terroristiche attive soprattutto nei campi profughi, vi sia da parte di chi quegli attentanti subisce uno stretto controllo sul movimento delle persone. Malgrado questo oggi l'autonomia palestinese è una realtà che è stato israele a concedere e che nessuno prima (ottomani, inglesi, arabi) ha mai voluto concedere. L'autorità palestinese,
http://it.wikipedia.org/wiki/Autorit%C3 ... alestinese è una realtà. Anche se con poteri limitati, è un passo importante e necessario verso un vero e proprio stato palestinese. Già ora amministrano e fanno leggi per cui l'affermazione "un popolo obbligato a rispettare delle Leggi che non può concorrere a formare, né a modificare..." mi fa pensare a qualcuno che si svegliato dal coma dopo 30 anni ed era rimansto all'internazionalismo proletario ed agli slogan tipo su
al-fathà vincerà gridati nei cortei giovanili degli anni 70.
A me pare che siano quelli i motivi antichi che portavano allora (ed oggi) alcuni compagni a "non vedere" o vedere solo quello che si voleva vedere. Non è un caso che le posizioni piu' squilibrate in senso filo palestinesi siano ancora oggi legate a rifondazione comunista (nulla a che vedere pero' con le frange piu' estreme di destra e ultrasinistra che sono antisioniste ed anti ebraiche). Nel centro sinistra moderato invece sono cresciute, grazie a tanti intellettuali onesto come Colombo e tanti altri, posizioni molto piu' equilibrate.
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)