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Sanità: media UE -25%

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Sanità: media UE -25%

Messaggioda flaviomob il 29/10/2014, 15:40

dal Fatto:

Sanità, spesa pro-capite dell’Italia più bassa del 25% rispetto a media Ue

Il rapporto del Centro universitario per la ricerca economica sulla sanità di Tor Vergata evidenzia che il divario tocca il 35% se si prendono in considerazione solo gli over 65. I soldi per la non autosufficienza, poi, sono spesi male e dispersi in troppi rivoli. In compenso l'invecchiamento "non porterà alla bancarotta del sistema"
di F. Q. | 29 ottobre 2014


L’Italia spende per la sanità il 25% in meno degli altri Paesi europei. Un divario che raggiunge il 35% se si prendono in considerazione solo le uscite pro capite per curare gli over 65. E che è determinato in larga misura dall’andamento della spesa nelle regioni meridionali. In compenso, invecchiamento della popolazione e diffusione delle patologie croniche non porteranno il sistema sanitario pubblico al collasso. Sono le conclusioni del decimo rapporto Sanità dell’Università Tor Vergata di Roma, scritto dai ricercatori del Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità e presentato mercoledì alla Camera. Un dossier particolarmente interessante nei giorni in cui il governo Renzi si confronta con le Regioni per trovare la quadra sui tagli richiesti agli enti per finanziare le uscite previste dalla legge di Stabilità. Con i governatori che paventano conseguenze sui servizi ai cittadini, a partire proprio da quelli sanitari. E il ministro Beatrice Lorenzin che continua ad assicurare che il Fondo sanitario, incrementato per il 2015 a 112 miliardi nell’ambito del Patto per la salute, “non si tocca”.

Il dossier mette in evidenza, innanzitutto, come il gap tra la spesa pro capite messa in campo da Roma e quella degli altri principali Stati dell’Eurozona (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna e Svezia) continui ad allargarsi. E a ritmo sempre più rapido. Nel 2012, ultimo anno preso in esame dai ricercatori, risultava inferiore del 25,2 per cento. E addirittura del 34,9% in rapporto alla popolazione over 65. La differenza è però “solo” del 20,1% nelle Regioni settentrionali, mentre in quelle meridionali esplode raggiungendo il 33,3%. Di conseguenza emergono differenze fortissime anche all’interno del Paese. Se la Valle d’Aosta spende 3.169 euro per cittadino, la Campania si ferma a 2.061: un differenziale del 53,8%. Il dato trova conferma anche depurandolo dall’effetto demografico (nelle regioni del Nord si spende di più anche perché la popolazione è mediamente più anziana): la differenza tra le due regioni resta del 48,3%.

Falso allarme invece, secondo il rapporto, quello sull’invecchiamento della popolazione e sulla minaccia per il Ssn rappresentata dall’incidenza delle malattie croniche. I tassi di cronicità di alcune patologie si sono infatti ridotti grazie alla prevenzione, e le nuove tecnologie hanno permesso in molti casi di ridurre i ricoveri in ospedale. Per esempio, negli ultimi 5 anni i ricoveri ordinari per diabete si sono ridotti del 35%, con un risparmio dell’ordine di 5 milioni di euro. E anche per altre malattie che hanno beneficiato di importanti innovazioni terapeutiche si sono osservate riduzioni significative: i ricoveri per artrite reumatoide sono diminuiti del 53%, con un potenziale risparmio di 10 milioni, e quelli per la sclerosi multipla si sono ridotti del 37%, con un potenziale risparmio di 3 milioni. I progressi della ricerca consentono di contenere anche altre voci di uscita: per esempio tra 2004 e 2012 il costo medio per dose giornaliera dei farmaci cardiovascolari si è ridotto del 34,1%, riducendo proporzionalmente il prezzo complessivo della terapia.

Resta però il nodo della insufficiente diffusione dell’assistenza domiciliare: solo in una regione, l’Emilia Romagna, si supera il tetto del 10% di anziani over 65 assistiti a domicilio. In ben 11 regioni (Valle d’Aosta, Bolzano, Toscana, Piemonte, Puglia, Campania, Marche, Calabria, Liguria, Trento, Molise) questa percentuale scende sotto il 4%. Eppure secondo il Crea per la non-autosufficienza (il fondo dedicato è al centro delle polemiche a causa del taglio previsto nella Stabilità) si sono spesi nel 2012 circa 27,7 miliardi, di cui il 28,5% per prestazioni sanitarie e il resto per quelle sociali. La spesa privata è di circa il 7,7%. Complessivamente, spiegano gli esperti del Consorzio, siamo al 1,8% del Pil, valore non distante da quello medio europeo. Il problema sembra dunque essere quello dell’eccesso di frazionamento dei fondi: il 43,8% della spesa va in indennità di accompagnamento gestite dall’Inps, l’11,4% in pensioni di invalidità civile (Inps), il 20,4% in assegni per assistenza residenziale e semi-residenziale, mentre il resto è diviso tra prestazioni domiciliari in natura e in denaro da parte dei Comuni (2,9%), assistenza domiciliare integrata da parte delle Asl (4,8%), lungodegenza ospedaliera (3,4%) e spesa privata delle famiglie per servizi di assistenza a disabili e anziani, pari appunto al 7,7 per cento. “Le varie prestazioni – commenta la ricerca – in molti casi si sovrappongono e, peggio, rispondono a requisiti per l’accesso disomogenei. Ad esempio alcune sono legate al reddito e altre ne sono del tutto indipendenti, con il rischio di generare razionamenti in alcune aree e privilegi in altre”.

Quanto all’equilibrio finanziario del sistema, nel rapporto si legge che il passaggio al federalismo in sanità “non è stato un fallimento: stando ai dati del Ministero della Salute, il disavanzo nazionale si è ridotto del 79,5% dopo l’intervento dei Piani di rientro (2005-2012), passando da 5,8 a 1,2 miliardi, tanto che oggi può ritenersi un problema, almeno temporaneamente, superato”. Ma ci sono eccezioni. A partire dal Lazio, dove nel 2013 si concentrava il 36,2% di tutto il disavanzo nazionale.


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Re: Sanità: media UE -25%

Messaggioda franz il 29/10/2014, 22:14

flaviomob ha scritto:... La differenza è però “solo” del 20,1% nelle Regioni settentrionali, mentre in quelle meridionali esplode raggiungendo il 33,3%. Di conseguenza emergono differenze fortissime anche all’interno del Paese. Se la Valle d’Aosta spende 3.169 euro per cittadino, la Campania si ferma a 2.061: un differenziale del 53,8%. Il dato trova conferma anche depurandolo dall’effetto demografico (nelle regioni del Nord si spende di più anche perché la popolazione è mediamente più anziana): la differenza tra le due regioni resta del 48,3%.

Qualcosa non mi quadra. Mi risulta che l'aspettativa di vita al sud sia piu' lunga di quella del nord e quindi mi aspetti che ci siano piu' anziani al sud, anche a causa di un costate movimento migratorio che sposta ogni anno centinaia di migliaia di abitanti dal sud verso il nord.
A part questo, al sudi si spende meno anche perché si danno pochi servizi sanitari ed il risultato è un notevole turismo sanitario diretto al nord. Da dire anche che al sud la vita è meno cara (la spesa in generale, il costo della vita è inferiore del 25-30% rispetot al nord) quindi nulla di stupefacente che anche la spesa sanitaria sia piu' bassa, malgrado il magna-magna generale che sta un po' ovunque.
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Re: Sanità: media UE -25%

Messaggioda flaviomob il 30/10/2014, 0:14

Il turismo sanitario viene comunque pagato dalle regioni di provenienza.

La regione con più anziani in rapporto alla popolazione mi risulta essere la Liguria.


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Re: Sanità: media UE -25%

Messaggioda franz il 30/10/2014, 9:49

flaviomob ha scritto:Il turismo sanitario viene comunque pagato dalle regioni di provenienza.

La regione con più anziani in rapporto alla popolazione mi risulta essere la Liguria.

Le regioni di provenienza pero' non hanno tutte un'autonomia economica. Al Nord, dove IRAP è abbondante, il sistema sanitario regionale è autosufficente, al Sud dove IRAP è bassa (per motivi noti) ed in piu' viene evasa parecchio, i fondi necessari vengono integrati con la fiscalità che viene riversata dalla livello nazionale. Questi fondi poi vanno in gran parte a finanziare apparati burocratici e baroni, non prestazioni. Non sapevo concretamente chi paga il turismo sanitario (e mi sembra giusto che il costo sia a carico della regione inefficente, tuttavia ho fatto una rapida ricerca trovando che:

Nel 2012 sono stati erogati 10.257.796 ricoveri ospedalieri (http://www.salute.gov.it/portale/news/p ... ro&id=1411 )
Sempre nel 2012 ... Le regioni sono interessate da [....] 523mila ricoveri effettuati dai pazienti in una regione diversa da quella di residenza. (http://www.tosc.cgil.it/index.php?id_og ... i=5&&gtp=1 )
I movimenti interegionali sarebbero quindi il 5.1% del toale dei ricoveri, anche se una statistica piu' completa dovrebbe basarsi anche sulla durata di questi ricoveri. Un numero importante ma che non basta a compensre i bassi costi del sud dovuti a basse prestazioni.

Per quanto riguarda la longevità, ci sono due aspetti. Uno è la % di anziani nella popolazione (molti pensionati vanno a vivere in liguria, per motivi climatici, cosa che si somma ad una popolazione autoctona che ha note virtu' di longevità) oppure molti giovani emigrano dal sud lasciando a casa una popolazione percentualmente piu' anziana, altro è l'aspettativa di vita media.
Qui sto indagando sui dati ISTAT (le tavole piu' recenti sono del 2012) e devo dire che i dati che vedo mi smentiscono apertamente. Le aspettative piu' alte sono a trento e bolzano, valle d'aosta, seguite da marche, sardegna, EMR. Questo all'incirca sia prendendo la popolazione inters asia osservando la fascia di età degli anziani (per esempio l'aspettatva d vita media delle persone di 77 anni, suddivise per regione.

Non so da dove derivi l'affermazione da me letta a suo tempo ma probabilmente si riferiva ad "alcune popolzioni" mentre la media lascia assai a desiderare. Probabilmente si riferiva alla % di popolazione anziana, cosa che cercherò di verificare appena ho tempo.
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Re: Sanità: media UE -25%

Messaggioda flaviomob il 30/10/2014, 20:59

La Sardegna si distingue per una peculiarità curiosissima: detiene il record di longevità maschile.

http://www.ustation.it/lottie/weblog/12 ... ercha.html


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Re: Sanità: media UE -25%

Messaggioda Iafran il 31/10/2014, 9:41

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:... La differenza è però “solo” del 20,1% nelle Regioni settentrionali, mentre in quelle meridionali esplode raggiungendo il 33,3%. Di conseguenza emergono differenze fortissime anche all’interno del Paese. Se la Valle d’Aosta spende 3.169 euro per cittadino, la Campania si ferma a 2.061: un differenziale del 53,8%. Il dato trova conferma anche depurandolo dall’effetto demografico (nelle regioni del Nord si spende di più anche perché la popolazione è mediamente più anziana): la differenza tra le due regioni resta del 48,3%.

A part questo, al sudi si spende meno anche perché si danno pochi servizi sanitari ed il risultato è un notevole turismo sanitario diretto al nord. Da dire anche che al sud la vita è meno cara (la spesa in generale, il costo della vita è inferiore del 25-30% rispetot al nord) quindi nulla di stupefacente che anche la spesa sanitaria sia piu' bassa, malgrado il magna-magna generale che sta un po' ovunque.

Non è il costo della vita ad essere inferiore del 25-30% rispetto al Nord.
È il tenore di vita, il benessere di ciascuna famiglia, il futuro e le aspettative di ciascun cittadino del Sud che sono senz'altro inferiori (forse più) del 25-30% a quelli degli abitanti delle Regioni del Nord.
I negozi ed i supermercati hanno gli stessi prezzi per gli alimentari (pasta, latte, burro, pesci, carne, formaggi, acqua minerale, etc.) e per gli altri generi (abbigliamento, elettrodomestici, mobili ... per finire ai computer e high tech) che si commerciano in tutta Italia.
Così anche per le medicine, ticket sanitari, libri, quotidiani, IMU, tasse comunali-provinciali-regionali, carburanti, gas, energia elettrica, pneumatici, auto, moto, giocattoli, sigarette, biglietti ferroviari (per i treni rimasti) e autobus, taxi, voli aerei, biglietti agli stadi, ai teatri, ai concerti, riviste di gossip, Sky, Rai, ...(chiunque può aggiungere le voci che mancano).
Però, in tutta sincerità la vita del Sud è inferiore a quella del Nord (forse fino all'80-90 %) nelle pratiche più avanzate e nei servizi (assistenza sanitaria, scuole, asili per l'infanzia, fitness, palestre, piscine, parrucchiere, estetiste, teatri, ... sole di mezzanotte, spiagge caraibiche, vacanze bianche) qui, in effetti il cittadino meridionale risparmia moltissimo ... non le fa, anzi gli è proibito finanche pensarle ... per la preoccupazione di sbarcare il lunario quotidiano.
Le differenze territoriali dovevano essere colmate da una classe di governanti lungimirante, invece ci si accontenta, da 154 anni a questa parte, a marcarle bene e a crearne sempre più di nuove.
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Re: Sanità: media UE -25%

Messaggioda Iafran il 31/10/2014, 13:24

Iafran ha scritto:Le differenze territoriali dovevano essere colmate da una classe di governanti lungimirante,

Se queste differenze permangono (soprattutto nella sanità, nell'offerta lavorativa e nei servizi) la vita al Sud, come ben si può arguire, costa in moneta, in legalità, in importanza, in affetti molto di più che nel resto d'Italia.
La Germania non vogliamo proprio prenderla a paragone per come ha impostato l'annessione della DDR 25 anni fa? Il gap fra le due parti mi sembra che sia stato ridotto considerevolmente.
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Re: Sanità: media UE -25%

Messaggioda franz il 31/10/2014, 13:51

Molte delle affermazioni qui sopra non sono esatte. Le differenze di prezzi (e di reddito) ci sono.
Per esempio non hai considerato il costo del riscaldamento. Non è una cosa da poco. Poi c'è l'autoconsumo. Idem.
C'è un bel libro di campiglio da leggere, proprio sulla differenza di costo della vita tra nord e sud.
Il tema è sviscerato fino al particolare piu' minuscolo. La stima che ho riportato viene da li'.
Spero non sia esaurito. Nel caso lo trovi in ogni biblioteca che si rispetti.
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Re: Sanità: media UE -25%

Messaggioda Iafran il 31/10/2014, 17:10

franz ha scritto:Molte delle affermazioni qui sopra non sono esatte. Le differenze di prezzi (e di reddito) ci sono.
Per esempio non hai considerato il costo del riscaldamento. Non è una cosa da poco. Poi c'è l'autoconsumo.

Mi vuoi dire che una certa parte dei generi e dei servizi che ho elencato costa meno nel Sud?
Per il riscaldamento se consideri i territori rivieraschi hai un po' di ragione, ma per la collina o per i territori montani come la mettiamo? E poi, quanto si può risparmiare? Si e no 200 € su una spesa media annua di 1200 € (sempre per le zone marine).
L'autoconsumo, se dovesse connaturarsi alle popolazioni meridionali (cosa discutibilissima), è solo per necessità: l'agricoltura collinare e montana, generalmente, è improduttiva.
I prodotti tipici (olio di oliva, agrumi, vini, pomodori) adesso non garantiscono guadagni adeguati ai loro produttori. I vini toscani o settentrionali, che si vendono a prezzi esorbitanti (per la presenza di un certo tipo di turismo) arricchiscono le loro qualità con i mosti pugliesi e siciliani ... finché ci saranno i cosiddetti "zio Michele" che si accontenteranno di vendere l'uva a 8-10 cent/kg o l'olio di oliva a 2-2,5 €/l alle cooperative sociali o le arance a 10-15 cent/kg e i pomodori (a prezzo stracciato) ai "caporali" ed ai grossisti.
Le differenze che ho ammesso (assistenza sanitaria, scuole, asili per l'infanzia, fitness, palestre, piscine, parrucchiere, estetiste, teatri, ... sole di mezzanotte, spiagge caraibiche, vacanze bianche) a svantaggio del Sud forse pochi autori riportano nei loro libri, perché sono argomenti specifici di un giornalismo d'inchiesta, quello poco praticato dagli opinionisti di grido (che si fermano sui luoghi comuni) e che non fa comodo ai potenti.
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Re: Sanità: media UE -25%

Messaggioda franz il 31/10/2014, 19:20

Sicuramente alimentari e servizi alla persona costano meno.
Leggi Campiglio. Non è un giornalista: è un economista della Bocconi.
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