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Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Messaggioda pianogrande il 26/10/2014, 10:38

Il ritardo per 800.000 persone è, comunque, il fatto che la media tra 1 e 16 non è 10.
Si unificano in un solo pagamento le doppie pensioni percepite l'1 (INPS) e il 16 (INPDAP).
Si grattano, quindi due giorni e, forse sopratutto, si crea sofferenza sulle scadenze tra l'uno e il dieci.

Qualcuno mi ha detto che è un ottimo metodo per aiutare i pensionati ad arrivare alla fine del mese.
Il problema, poi, sarà arrivare al 10.

La politica e l'economia sono un laboratorio dove la sperimentazione si fa direttamente sugli umani (neanche volontari).

Questo aumenta la responsabilità dei politici e di chi opera nell'economia reale.

Intanto si muove qualcosa e, magari, si impara qualcosa.

Dobbiamo sempre vigilare sulle buone intenzioni.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Messaggioda ranvit il 26/10/2014, 11:11

Abbiamo un governo schizofrenico


Si, ci sono cose che anche io ( :D ) non capisco.

Resta il fatto che la situazione è drammatica e soprattutto ingarbugliatissima. Per districarla forse ci vuole Mandrake. Ora ci sta provando Renzi; con ineluttabili errori è l'unico fin'ora che sta cercando realmente di fare qualcosa, aggrappandosi agli specchi, facendo giravolte e capriole....se non ci riesce ci penserà la troika (lo so che a te Franz farebbe piacere....).
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Messaggioda flaviomob il 26/10/2014, 15:24

Chi non spende magari, tanto per gradire, li porta all'estero... e abbiamo fatto 3 punti in più di debito per soccorrere le banche svizzere! :lol:


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Re: Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Messaggioda Robyn il 26/10/2014, 16:32

Le classi medio basse sono più dedite al consumo che al risparmio le classi agiate più dedite al risparmio e poco e per niente al consumo altrimenti non sarebbero ricche.Le classi medio basse però per stimolare i consumi non hanno solo bisogno di redditi alti che consenta anche un minimo di risparmio ma soprattutto di sicurezza sociale sapere che se si perde il lavoro c'è una protezione efficace per tutto il periodo di inattività e questi sono ammortizzatori sociali e reddito minimo garantito e non 700 euro di ammortizzatori dopo pochi mesi.Per avere redditi alti bisogna diminuire il cuneo fiscale e legare una parte del reddito al merito,liberalizzare perche le liberalizzazioni sono a favore del lavoratore poichè diminuiscono i prezzi sono antiinflattive,ma naturalmente ci sono cose che non è possibile liberalizzare.La precarietà,cosa diversa dalla flessibilità,è un'altra cosa che danneggia la domanda di beni e servizi perche danneggia la produttività
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Re: Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Messaggioda Salemi il 27/10/2014, 21:42

La sinistra che ama il suo popolo
Coop Operaie, procura chiede fallimento: 103 milioni di risparmi a rischio
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Bufera in Friuli per l'inchiesta che ha travolto la cooperativa triestina e alza un nuovo allarme sul finanziamento delle coop attraverso i prestiti sociali. La Procura accusa di falso in bilancio l'ex presidente. 17mila soci pronti alla class action o a chiedere risarcimento alla Regione della Serracchiani che avrebbe dovuto vigilare
di F. Q. | 27 ottobre 2014 COMMENTI

Una storica cooperativa operaia che si avvia verso il fallimento su richiesta della Procura, 103 milioni di “buco”, 600 dipendenti in bilico e 17mila soci rimasti con il cerino in mano. Mille dei quali sono già pronti a chiedere un risarcimento alla Regione Friuli Venezia Giulia, mentre altri studiano una class action nei confronti delle Coop a cui potrebbe partecipare anche il Comune di Trieste. E’ in questo quadro che lunedì 27 ottobre, in un’aula del Tribunale civile del capoluogo giuliano sotto il quale nel frattempo protestavano centinaia di risparmiatori, si è svolta l’udienza sulla richiesta di fallimento presentata dai pm Federico Frezza e Matteo Tripani per le Coop Operaie di Trieste, Istria e Friuli. L’inchiesta deflagrata una settimana fa vede indagato per falso in bilancio l’ex presidente Livio Marchetti in sella da dieci anni prima di essere esautorato dai pm. Nel mirino dei magistrati sono finite delle operazioni immobiliari infragruppo portate a termine per “gonfiare il patrimonio netto e rientrare solo fittiziamente nei parametri per il prestito sociale“, come si legge nell’atto della Procura triestina reso noto dal quotidiano Il Piccolo. In base all’attuale disciplina la raccolta di risparmio tra i soci delle coop denominata appunto prestito sociale, deve essere limitata a una cifra non superiore a cinque volte il patrimonio stesso della cooperativa.

"nuovo polverone sul fenomeno dei prestiti sociali, che per le coop vale quasi 11 miliardi ma non è tutelato visto che le cooperative non sono banche e non dovrebbero agire come soggetti finanziari"

Quindi secondo l’accusa la Coop Operaie ha compensato le pesanti perdite degli ultimi anni (37 milioni tra il 2007 e i primi mesi del 2014) con i proventi di cessioni avvenute solo sulla carta in quanto gli immobili venivano venduti “in casa” a società dello stesso gruppo. Un vecchio trucco praticato anche in Borsa, che sembra quindi funzionare ancora. E così a bilancio sono finiti guadagni netti (plusvalenze) “per 15 milioni su vendite di immobili ceduti internamente a società controllate al 100 per cento”. Il trucchetto che ha permesso alla coop di stare in piedi nonostante quello che il consulente tecnico incaricato dalla procura definisce “uno scenario di precaria condizione finanziaria”. Che si regge, appunto “sostanzialmente sul mantenimento del prestito sociale, il quale rappresenta la maggior parte delle passività finanziarie di breve periodo”. Di qui la richiesta di fallimento, su cui il tribunale dovrebbe esprimersi martedì. Anche se l’amministratore giudiziario Maurizio Consoli ha nel frattempo messo a punto un piano di salvataggio che vedrebbe Coop Nordest intervenire in soccorso della cugina friulana acquistando per 70-80 milioni il centro commerciale Torri d’Europa, sul quale vantano già un diritto di prelazione in seguito a un finanziamento concesso a Coop Operaie che dovrebbe essere restituito entro fine anno.

Peccato che anche i 103 milioni dei risparmiatori, ormai, esistano solo sulla carta: Consoli ha disposto la sospensione dei rimborsi “per salvare la società e conservarne il patrimonio”. Vale a dire che i 17mila soci prestatori non possono ritirarli. E il prestito sociale non è garantito fino a 100mila euro, come invece i depositi bancari, bensì solo per una somma pari al 30% di quanto versato. In questo caso a garanzia c’è una fidejussione concessa da Banca Generali.Per completare il quadro occorre aggiungere che la Regione guidata dalla vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani in base a una legge del 2007, è tenuta a vigilare sull’attività delle cooperative. Di conseguenza il fatto che le irregolarità di gestione non siano emerse durante le revisioni svolte dal 2007 al 2013 “su incarico di Confcooperative o della Lega delle Cooperative“, come riferito dal vicepresidente della Giunta regionale Sergio Bolzonello, non fa venire meno le responsabilità politiche.

Di qui lo scontro scoppiato in regione, con il capogruppo di Sel Marino Sossi che in Consiglio comunale ha chiesto se a fare le revisioni fosse “l’usciere della Regione” e il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Riccardo Riccardi che ha presentato un’interrogazione per sapere “quali urgenti iniziative la Regione intenda assumere per tutelare i risparmi di 17mila consumatori triestini e gli oltre 600 dipendenti delle Cooperative Operaie di Trieste Istria e Friuli”. Dal canto suo Serracchiani ha fatto sapere di giudicare “opportuno e apprezzabile l’intervento della Procura” e di essere “a disposizione” per “rassicurare i prestatori sociali, i cooperatori e i lavoratori”. Una disponibilità tardiva e insufficiente, secondo le opposizioni. Il consigliere M5S Paolo Menis ha invitato per questo i prestatori a rivolgersi a un avvocato e a “valutare la possibilità di intentare un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e dei sindaci della cooperativa”, ma anche “della Regione, per mancata vigilanza”. I soci rimasti con il cerino in mano, durante la riunione che si è svolta martedì scorso nel Palazzetto dello sport della città giuliana, hanno anche ipotizzato di avviare una class action contro le Coop “capitanata dal Comune”. Ma il sindaco Roberto Cosolini (Pd) per ora non si sbilancia sulla fattibilità dell’idea.

Forse anche perché sa bene che la vicenda triestina è destinata a sollevare un nuovo polverone sul fenomeno dei prestiti sociali, che per l’universo delle coop italiane vale quasi 11 miliardi ma non è tutelato da adeguati fondi di garanzia né soggetto alla regolamentazione della Banca d’Italia, visto che le cooperative non sono istituti di credito e non dovrebbero agire come soggetti finanziari.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10 ... o/1173168/
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Re: Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Messaggioda flaviomob il 28/10/2014, 2:20

Un vecchio trucco praticato anche in Borsa,


Se è un vecchio trucco, il legislatore ha la responsabilità di renderlo perseguibile. Se non è stato fatto, vuol dire che la legge è fatta male. Altimenti, come sempre, si legalizza la frode e il più furbo vince il piatto.

Io non so quanto un ente locale come la Regione abbia veramente il potere di vigilare sui bilanci e gli stati patrimoniali delle coop, visto che la Guardia di Finanza, la PA, la Magistratura e le Camere di commercio non fanno capo all'ente locale ma allo Stato, mentre la Corte dei conti vigila solo sui soggetti pubblici.

Purtroppo l'emergere di questi scandali conferma ancora una volta come il grande tema berlingueriano della Questione morale sia stato messo sotto i tacchi da una parte sempre più consistente della sinistra storica, ammesso che ne esista ancora una. Mi domando quanto sapessero e comprendessero di ciò gli stessi soci.


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Re: Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Messaggioda Salemi il 28/10/2014, 20:49

LA SINISTRA CHE AMA IL SUO POPOLO
Per chi suona la Fanfana
(Massimo Gramellini).
28/10/2014
L’aretina Maria Elena Boschi ha confessato in tv di preferire il concittadino Fanfani all’icona rossa Berlinguer per ragioni territoriali. La motivazione è risibile: come se una milanese di sinistra dichiarasse di prediligere Salvini a Che Guevara perché il primo è di Milano. Ovviamente Fanfani non è Salvini e la Boschi non è milanese: resta da capire se sia di sinistra. Di sicuro è una donna che non perde mai il controllo di sé, perciò la battuta non può venire relegata nel ghetto delle gaffe. Chi l’ha pronunciata sa benissimo cosa rappresenti Berlinguer per la base del suo partito. E anche cosa rappresenti Fanfani: l’uomo del referendum contro il divorzio, il poster di una Democrazia Cristiana riformista in economia ma fieramente conservatrice in tutto il resto.

Nel vuoto attuale delle ideologie, questi giochetti sui padri nobili della politica fungono da bussola. La scelta della Boschi conferma l’estraneità del clan Renzi alla tradizione cui fa riferimento una parte consistente dei suoi elettori: Veltroni, che certo non è un pericoloso estremista, ha realizzato un film su Berlinguer, mica sull’inaffondabile toscanaccio che Montanelli ribattezzò «Il Rieccolo».

È anche da questi piccoli segnali che traspare la strategia di costruire una nuova Balena democristiana: non più bianca, semmai rosé. Una Dc moderna, digitale, che rinuncia ai rullini ma non ai Fanfani, e che attraverso il giovane erede fiorentino realizza il progetto dei democristiani più astuti del passato: svuotare la sinistra tradizionale dal di dentro, governando con i suoi voti però non con le sue idee.

Da La Stampa del 28/10/2014.
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Re: Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Messaggioda Iafran il 28/10/2014, 21:04

Salemi ha scritto:L’aretina Maria Elena Boschi ha confessato in tv di preferire il concittadino Fanfani all’icona rossa Berlinguer

Io ho cambiato canale TV quando ho saputo della presenza della pasionaria ... con licenza di offendere.
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Re: Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Messaggioda gi.bo. il 28/10/2014, 21:23

Salemi ha scritto:LA SINISTRA CHE AMA IL SUO POPOLO
Per chi suona la Fanfana
(Massimo Gramellini).
28/10/2014
L’aretina Maria Elena Boschi ha confessato in tv di preferire il concittadino Fanfani all’icona rossa Berlinguer per ragioni territoriali. ...

Non mi sorprende questa sua affermazione. Affermazione che la maggior parte dei piddiini di provenienza democristiana o da quelle parti, non disdicono quanto da lei "chiosato"

Queste sue dichiarazioni hanno il solo scopo di sondare fino in fondo il suo partito. Vuol, capire fin dove puo' spingere il suo capo, dopodichè dara' il colpo finale e sara' lo stesso Renzi a forzare affinchè avvenga al pèiù presto la divisione/spaccatura.

Lo sa da un pezzo che la maggior parte degli ex diessini metteranno i remi in barca e che soltanto una minima parte se ne andra'.

Pero' credo che abbia un po' sottovalutato quello che potrebbe riservagli la sua stessa base. Sopratutto quella proveniente da sinistra(DS e PSI e pure PRI). Certo son mie supposizioni e come tali sempre opinabili.

Quindi parafrasando un po' Hemingway dico che" nessun uomo è indipendente dal resto del mondo". e se questo mondo ora va a destra e diventa sempre piu' illiberale ,non chiederti allora i per chi suona la campana, essa suona per te.
Dipenderà' quindi esclusivamente dalle tua capacità di analisi se ascoltare o no il suo richiamo pifferaio .

Come al solito, tutto qui


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Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
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Re: Torna la sinistra che non ama il suo popolo

Messaggioda Robyn il 28/10/2014, 23:30

Salemi ha scritto:LA SINISTRA CHE AMA IL SUO POPOLO
Per chi suona la Fanfana
(Massimo Gramellini).
28/10/2014
L’aretina Maria Elena Boschi ha confessato in tv di preferire il concittadino Fanfani all’icona rossa Berlinguer per ragioni territoriali. La motivazione è risibile: come se una milanese di sinistra dichiarasse di prediligere Salvini a Che Guevara perché il primo è di Milano. Ovviamente Fanfani non è Salvini e la Boschi non è milanese: resta da capire se sia di sinistra. Di sicuro è una donna che non perde mai il controllo di sé, perciò la battuta non può venire relegata nel ghetto delle gaffe. Chi l’ha pronunciata sa benissimo cosa rappresenti Berlinguer per la base del suo partito. E anche cosa rappresenti Fanfani: l’uomo del referendum contro il divorzio, il poster di una Democrazia Cristiana riformista in economia ma fieramente conservatrice in tutto il resto.

Nel vuoto attuale delle ideologie, questi giochetti sui padri nobili della politica fungono da bussola. La scelta della Boschi conferma l’estraneità del clan Renzi alla tradizione cui fa riferimento una parte consistente dei suoi elettori: Veltroni, che certo non è un pericoloso estremista, ha realizzato un film su Berlinguer, mica sull’inaffondabile toscanaccio che Montanelli ribattezzò «Il Rieccolo».

È anche da questi piccoli segnali che traspare la strategia di costruire una nuova Balena democristiana: non più bianca, semmai rosé. Una Dc moderna, digitale, che rinuncia ai rullini ma non ai Fanfani, e che attraverso il giovane erede fiorentino realizza il progetto dei democristiani più astuti del passato: svuotare la sinistra tradizionale dal di dentro, governando con i suoi voti però non con le sue idee.

Da La Stampa del 28/10/2014.

Errore macroscopico.E impossibile governare la sinistra se nel cuore non c'è la giustizia sociale.Sei di sinistra quando vedi un'emarginato,un disabile,un'anziano povero e indifeso,un disoccupato e ti chiedi cosa posso fare per lui per migliorare la sua vita
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