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Renzi, Camusso ... e Thatacher

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Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda mariok il 11/10/2014, 10:09

PAOLO NATALE 11 OTTOBRE 2014

L’animo di un partito che non è più perdente
La propensione a votare Partito democratico ora è maggiore tra coloro che si erano astenuti alle europee

Sembrano tanti, a giudicare dai titoli dei giornali. Se ne parla molto, soprattutto nei programmi televisivi, dove uno di loro non manca mai, a raccontare le malefatte del premier. Promettono scissioni, occupazioni delle piazze, dure prese di posizione parlamentari. Sono i Dissidenti, quelli che… «Renzi non rappresenta la vera anima del Partito democratico, per cui deve essere sconfitto». O, quanto meno, ridimensionato, ridotto a migliori consigli dalla loro opera, dalle loro argomentazioni.
Deve cambiare idea, deve mutare la sua linea politica, perché in questo modo non può che portare il partito verso lidi inappropriati, verso la destra di Berlusconi, o della Thatcher.
In realtà, restano una minoranza, una piccola minoranza, al senato o alla camera e, ancora di più, nel paese e nell’elettorato del Pd.
Sì, perché la fiducia nell’operato del presidente del consiglio, da parte di chi ha votato o di chi voterà il partito di maggioranza, resta straordinariamente alta, anche dopo la recente battaglia sulla riforma del lavoro, e sul benedetto articolo 18. Soltanto un modesto 10-12 per cento di chi ha intenzione di scegliere il Partito democratico, in caso di nuove elezioni, giudica infatti negativamente l’operato dell’esecutivo. Una quota lievemente superiore (il 15-16 per cento) manifesta poi una mancanza di fiducia in Renzi.
Qualcuno c’è, dunque, all’interno del Pd, che non dà il suo pieno appoggio all’attività di questo governo, una quota che, parallelamente ad alcuni parlamentari, non si trova in accordo con Renzi. Ma è una quota certo minoritaria, nettamente minore tra l’altro di quanti manifestavano la propria sfiducia in Bersani, soltanto poco più di un anno fa.
E, d’altro canto, non si può non sottolineare che anche una percentuale significativa degli elettori di sinistra (di Sel o Rifondazione o votanti della lista Tsipras alle ultime europee) non si dichiarano d’accordo sul tipo di opposizione che stanno mettendo in pratica i partiti che hanno votato.
C’è sempre un’area di dissenso tra l’elettorato di ogni forza politica, qualcuno che pur non considerando soddisfacente l’operato del proprio partito di riferimento, resta fedele alla propria scelta, in attesa di possibili mutamenti. Ed esiste anche oggi nei confronti del Pd di Renzi, (così come nel Sel di Vendola). Ma la stragrande maggioranza non pare così agguerrita come pare vogliano sottolineare i Dissidenti. Non paiono esserci particolari motivi di abbandono delle scelte effettuate pochi mesi fa, alle europee, e ancor meno rispetto alle politiche dello scorso anno.
Anzi. La forza attrattiva odierna del Pd pare venir confermata in maniera ancor più significativa di quanto non sia già accaduto nelle europee di maggio. Allora il Pd riuscì a primeggiare, con una percentuale così elevata, anche grazie alla ridotta affluenza alle urne. Oggi la propensione a votare per il partito sembra coinvolgere una quota ancora maggiore, anche tra coloro che qualche mese fa si erano astenuti.
I nuovi adepti arrivano soprattutto da chi aveva optato per Monti nel 2013 (oltre il 60 per cento), oppure per il Movimento 5 stelle (15 per cento) o per Sel (un altro 15 per cento), oltre che da una piccola quota di elettori che allora si sentiva più vicino al centro-destra. E la scelta di votare Pd appare particolarmente significativa tra chi aveva disertato le urne europee: ben il 20 per cento tra questi andrebbe oggi a votare per il Partito democratico.
Certo, non si può immaginare che, anche nel caso di elezioni politiche, le percentuali delle europee possano essere riprodotte così facilmente, con il naturale incremento dell’affluenza che ci sarà. Il partito oggi sembra comunque godere di buona salute, così come il governo. Ma forse, secondo i Dissidenti, questo potrebbe significare che il Pd sta perdendo la propria anima. Quella di perdente.
@PaoloNataleMi
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