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Renzi, Camusso ... e Thatacher

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda franz il 23/09/2014, 7:50

Non è chiaro chi potrebbe mai reclamare davanti ad un giudice (che a sua volta dovrebbe porre il problema alla Consulta).
Non certo chi l'art 18 continuerà ad averlo.
I nuovi assunti firmano un contratto in cui sono chiari i vantaggi (tempo indeterminato a tutele crescenti) e gli svantaggi (niente art 18) e quindi firmando accettano e sono consapevoli. Questo renderebbe molto fragile un'eventuale impognazione tardiva.
Non mi risulta che sia vero che "chiunque" puo' impugnare.
Ci vuole una causa in tribunale e spetta poi a giudice ravvisare un conflitto di costituzionalità (se lo ravvisa) e porlo alla Consulta, che decide anche dopo anni.
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Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda flaviomob il 23/09/2014, 13:30

E cosa succede se un cinquantenne cambia lavoro? Viene assunto anche lui col contratto a tutele crescenti? Quindi si ritrova senza articolo 18, mentre il suo coetaneo che non cambia posto di lavoro lo mantiene... palesemente incostituzionale.

__

Scrive Mineo:

Arriva il soccorso dal Colle. La Stampa: “Napolitano, lavoro si cambi”. “Sì alla riforma del lavoro”, Repubblica. “Basta conservatorismi, sul lavoro serve coraggio”, Sole24Ore e il Fatto: “Re Giorgio affonda l’articolo 18”. Per Corriere Renzi esulta: “Ora cambiamento violento”. Ma il Giornale teme il golpe: “Complotto per far cadere Renzi”. E chi sarebbero i congiurati? “Pezzi di sinistra si alleano alla Cgil per impedire le riforma del lavoro e aprire la crisi. Il Premier li sfida, il Quirinale li attacca. Forza Italia: se il governo va avanti noi ci stiamo”.

Napolitano, Renzi, Berlusconi e, per buona misura, Sacconi e Ichino. Poi confindustria, Cisl, Uil e il viatico dell’Europa e del Fondo Monetario. Che cercate di più? È fatta! Il Toro della Conservazione (con i gufi ostinati e i rosiconi mangia tartine ai convegni) infilzato nell’arena dal Toreador Matteo.

Eppure non non mi sento un conservatore. Ho visto crescere l’altro mercato del lavoro, quello senza alcuna tutela. L’ho visto crescere all’ombra del liberismo trionfante, con i ricchi che si facevano sempre più ricchi e non pagavano le tasse, le mafie che si ingrassavano, i lavoratori sindacalizzati e i pensionati sempre più nell’angolo. Quante volte ho denunciato la subalternità della sinistra! Non perché facesse - proprio no, caro Renzi- una lotta troppo ideologica al Berlusconi. Al contrario abbozzava, si adattava, accettava lo strapuntino offerto e intanto lasciava votare leggi elettorali meno democratiche inseguendo la chimera del “dopo di lui toccherà a noi”. E “dal governo cambieremo il verso”.

Ho incontrato anch’io la giovane e talentuosa imprenditrice di sé stessa che non aveva il diritto alla maternità, ho criticato aspramente la Cgil per l’appoggio ai dipendenti delle biblioteche comunali di Palermo, i quali hanno ottenuto dal TAR l’intangibilità dell’orario orario lasciando così le biblioteche chiuse di pomeriggio e di sabato, ho conosciuto la RAI dei molti capi redattori che non sono tenuti a scrivere un solo testo e, se lo fanno li devi ringraziare, perché loro sono dirigenti e devono dirigere anche quando non serve che dirigano o non sono capaci di dirigere.

Vogliamo, dobbiamo, cambiare questo stato delle cose. Quando Renzi ha promesso la riforma del lavoro come primo atto del suo governo, e intanto dava 80 euro ai dipendenti peggio pagati e più umiliati, lo confesso, ho sperato in lui. Poi il premier ha lasciato perdere, come se fosse stato colpito da amnesia. Ha preferito invece prendersi lo scalpo del Senato. Una riforma subito, un trofeo per la sua potenza (Se il Senato abolisce se stesso. tutto si potrà fare!) Una riforma comunque, che non credo potrà mai funzionare, che stende un’ombra cupa sul futuro degli organi di garanzia e che non piace neppure a Renzi. Ma è una medaglia al suo gesticolare frenetico. Alla politica come potenza In cui il fare è tutto ma non importa cosa fare.

Poi L’’Europa gli ha tirato le orecchie: non ci incanti con il 41%, né riducendo il Senato di Cicerone a un bivacco di consiglieri comunali e sindaci nominati dai partiti locali. Ci vogliono riforme vere: sburocratizzazione , lotta alla corruzione, riforma del lavoro. Ed ecco che Renzi si è messo a parlare di apartheid degli occupati contro i precari, ha usato sullo Statuto dei Lavoratori toni che neppure Sacconi. E intanto continuava a non dire come finanziare il salario di disoccupazione, quanti salariati ormai solo assistiti sarà necessario licenziare, e come il governo intende aiutarli a cercare un altro impiego, quali tutele per i tanti precari e per le partite IVA, quando i nuovi assunti matureranno diritti e di che diritti si tratterà. Niente. Un riformismo senza merito. Annunciato, muscolare. Quello che conta - lo spiega bene Ilvo Diamanti su Repubblica di domenica- è costruire il Post Partito di Renzi, o semplicemente il Partito di Renzi. Un partito in cui non si discuta, si esulti. In cui non si entri per portare avanti un’idea, ma si venga cooptati per governare. Con questa macchina alle spalle - spiega Diamanti- Renzi promette poi di svuotare l’acqua in cui nuotano Grillo e Berlusconi. Come? Usando gli argomenti di Grillo (l’odio per la politica, l’invidia sociale così diversa dalla lotta di classe) e di Berlusconi (meno regole, un colpo in testa ai magistrati un altro alla fimo e alla Cgil). Riformisti, il catalogo è questo.


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Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda franz il 23/09/2014, 14:19

Se questo è il problema (diversità di trattamento) eliminiamolo del tutto.
Già oggi l'art 18 vale, per alcuni commi, solo per le aziende con piu' di 15 dipendenti (e questo non è anticostituzionale????) per cui eliminandolo togliamo ogni disparità.
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Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda gabriele il 23/09/2014, 15:04

franz ha scritto:Se questo è il problema (diversità di trattamento) eliminiamolo del tutto.
Già oggi l'art 18 vale, per alcuni commi, solo per le aziende con piu' di 15 dipendenti (e questo non è anticostituzionale????) per cui eliminandolo togliamo ogni disparità.


Occhio Francesco, che a ragionare per assurdo ci si imbatte in banali assurdità, come ad esempio:
"Se questo è il problema (diversità di trattamento) eliminiamolo del tutto." Allora eliminiamo anche la malattia, l'infortunio e la maternità. I precari non ce l'hanno quindi c'è già una disparità in atto.
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Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda franz il 23/09/2014, 20:39

gabriele ha scritto:
franz ha scritto:Se questo è il problema (diversità di trattamento) eliminiamolo del tutto.
Già oggi l'art 18 vale, per alcuni commi, solo per le aziende con piu' di 15 dipendenti (e questo non è anticostituzionale????) per cui eliminandolo togliamo ogni disparità.


Occhio Francesco, che a ragionare per assurdo ci si imbatte in banali assurdità, come ad esempio:
"Se questo è il problema (diversità di trattamento) eliminiamolo del tutto." Allora eliminiamo anche la malattia, l'infortunio e la maternità. I precari non ce l'hanno quindi c'è già una disparità in atto.

Scusa ma bisogna essere coerenti con gli esempi.
Una cosa è eliminare le leggi fatte dall'uomo.
Altro è eliminare le malattie e gli infortuni.
Le prima sono nell'ambito delle nostre disponibilità (leggasi: "dominio")
Le altre no. Un po' come dire "eliminare la morte", come se bastasse una legge ad abolirla.

La soluzione è, su questi temi, disposizioni universali, non solo italiane (ma iniziamo pure dall'Itaia) ma europee.
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Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda Robyn il 23/09/2014, 21:20

l'art 18 non si può eliminare del tutto.Vale per le discriminazioni la maternità per motivi privi di causa eccetto gmo e disciplinari altrimenti non potremo definirci un paese civile.Il problema però non è l'art 18 ma il job act che costerebbe tantissimo.Se è vero che in qualsiasi momento dei primi tre anni il datore di lavoro può recedere dal contratto di lavoro è anche vero che chi perde il lavoro anche se ha lavorato 1 mese non può rimare senza reddito.Tutte queste risorse chi le mette?La cosa era diversa con i contratti a termine con una durata massima di due anni con meno precarietà e meno spesa per ammortizzatori.Poi è impossibile un regime diversificato per nuovi assunti e già assunti perche sarebbe incostituzionale e si scaricherebbe tutta la flessibilità solo sù una parte del mondo del lavoro
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Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda franz il 24/09/2014, 6:51

Le discriminazioni, in un paese civile, sono contemplate nel codice civile (appunto) e non servono particolari legislazioni ad hoc.
In TV l'altra sera a piazza pulita dicevano appunto che su questo l'art 18 non serve, c'è già il CC ed altre leggi generali sulla discriminazione razziale e di genere.
http://www.portalavoro.regione.lazio.it ... ioni_88_97
http://www.portalavoro.regione.lazio.it ... ni-e_88_96
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Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda gabriele il 24/09/2014, 13:42

franz ha scritto:
gabriele ha scritto:
franz ha scritto:Se questo è il problema (diversità di trattamento) eliminiamolo del tutto.
Già oggi l'art 18 vale, per alcuni commi, solo per le aziende con piu' di 15 dipendenti (e questo non è anticostituzionale????) per cui eliminandolo togliamo ogni disparità.


Occhio Francesco, che a ragionare per assurdo ci si imbatte in banali assurdità, come ad esempio:
"Se questo è il problema (diversità di trattamento) eliminiamolo del tutto." Allora eliminiamo anche la malattia, l'infortunio e la maternità. I precari non ce l'hanno quindi c'è già una disparità in atto.

Scusa ma bisogna essere coerenti con gli esempi.
Una cosa è eliminare le leggi fatte dall'uomo.
Altro è eliminare le malattie e gli infortuni.
Le prima sono nell'ambito delle nostre disponibilità (leggasi: "dominio")
Le altre no. Un po' come dire "eliminare la morte", come se bastasse una legge ad abolirla.

La soluzione è, su questi temi, disposizioni universali, non solo italiane (ma iniziamo pure dall'Itaia) ma europee.
Uguali per tutti.


Dai Francesco, sai bene che si parlava di "diversità di trattamento". Non "sviare" dal soggetto della discussione. ;)

Renzi fa bene con il contratto unico (o quasi). Bisogna uniformare una situazione paradossale che vede lavoratori con stesse mansioni avere carnet di diritti completamente differenti. Ma da qua a dire che per parificare occorre togliere diritti...
Comunque la mia idea mi sembra chiara. Riforma complessiva dello stato sociale, con inserimento del reddito minimo (almeno 1000 euro al mese netti), ed eliminazione delle tutele riguardanti il reintegro forzato.
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Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda ranvit il 24/09/2014, 19:15

1000 euro netti al mese....a chi? Perchè non è che, anche abolendo la Cig, ci sono cosi' tante risorse da utilizzare....in ogni caso mi pare che suppergiu' questa sia anche la proposta prevista dal Job acts,,,,,se il vecchiume del Pd lo consentirà....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Renzi, Camusso ... e Thatacher

Messaggioda flaviomob il 24/09/2014, 20:28

E' chiaro che esistono differenze contrattuali tra un'azienda che ha un paio di dipendenti e una che ne ha mille. E' così in tutta Europa ed è piuttosto ragionevole. Che però un lavoratore rimanga tutelato dall'articolo 18 per puri motivi anagrafici o di anzianità di servizio, mentre un ventenne debba rinunciarci per sempre, è incomprensibile. Così come il lavoratore cinquantenne che rimane col "posto fisso" si tiene le tutele e un suo coscritto che cambia posto di lavoro perde tutto? Ecco che si "congelano" le aziende.

In realtà chi vuole investire in Italia non ha davvero alcun motivo per farlo a prescindere dall'articolo 18. Infatti chi lo vuole aggirare lo fa già costituendo un numero di microaziende sotto i 15 dipendenti, assumendo precari, a progetto, a tempo determinato, o ricercando collaboratori a partita iva. Ma perché mai si dovrebbe investire in un paese che non produce la qualità della Germania né ha i bassi costi della Cina?

Questa è una tabella di fonte Confindustria, dal documento intitolato

Italia 2015
Le imprese per la modernizzazione del Paese:


TAB.2-I PRINCIPALI PROBLEMI DEL FARE IMPRESA IN ITALIA
(risultati di un sondaggio condotto presso le imprese, in %)

Inefficienza della burocrazia statale
18,2

Accesso ai finanziamenti
17,2

Legislazione fiscale
11,6

Alta imposizione fiscale
11,2

Legislazione sul lavoro
11,1

Infrastrutture
11,0

Corruzione
4,6

...

(si trova a pagina 23 http://www.confindustria.it/Aree/Docume ... 202015.pdf )


Anche per gli imprenditori italiani la legislazione sul lavoro non è la priorità. E' solo al quinto posto.


Leggendo la parte del documento di Confindustria dedicata al Lavoro (pagina 65 secondo la numerazione originale del documento, che però nel layout pdf a me corrisponde alla pagina 58) io ho cercato velocemente riferimenti all'articolo 18 e al tema della flessibilità in uscita, non ne ho riscontrati a prima vista, ma ho trovato invece una forte enfasi sul crollo della produttività italiana.

A pagina 67 (originale) la tabella mostra che il costo del lavoro nel manifatturiero è aumentato ben oltre il 18% per unità, mentre la produttività solo del 3,6% (1997-2007). Nello stesso periodo ed ambito, in Germania il costo del lavoro è SCESO circa del 10% e la produttività aumentata intorno al 16%. Negli USA, costi decrementati del 7-8% e produttività aumentata del 25%.

Chi investirebbe in questo paese, quindi? Un pazzo?

E che ci azzecca l'articolo 18?


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