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Isis it is and terrorist

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Isis it is and terrorist

Messaggioda gabriele il 21/08/2014, 9:20

franz ha scritto:L'analisi del fenomeno del terrorismo, soprattutto quello islamico (che mi pare il 90% della casistica) mi pare abbia connotati ben diversi dalla lotta di classe e dall'internazionalismo proletario. Una riprova è OLP (creatura filocomunista e laica) che ha accettato l'esistenza di israele ed un accordo sui territori (oslo, se non erro) ma a questo punto aprendo il varco ad altre formazioni violntemente antagoniste ed integraliste religiose.


L'OLP ha accettato l'accordo a seguito di negoziati. L'OLP era considerata un'organizzazione terroristica fino a quando non è stata "sdoganata".
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Re: Isis it is and terrorist

Messaggioda franz il 21/08/2014, 9:49

La sottultura non c'entra. Il boia di Foley parla un inglese perfetto. Probabilemente è un giovane nato e vissuto in UK.
ISIS ha ricevuto (si stima) 2 miliardi di dollari in aiuti militari. Sarebbe interessante capire da chi.

Trovo interessanti queste tre domande.

DOPO AVERLI COMPRESI, POSSIAMO BOMBARDARLI? Tre domande etiche per un fiancheggiatore del terrorismo.

Per rappresaglia, ieri, un giornalista, James Foley, è stato decapitato da un terrorista. Rappresaglia contro l’intervento Americano a difesa di Cristiani e Yazidi. Uno dei nuovi migliori amici di Di Battista ha preso un ostaggio e, mentre si faceva riprendere, ha eseguito la condanna a morte. La cosa è abbastanza inquietante. Condanna a morte in streaming, antiamericanismo e sete di sangue. Tre elementi che tra i Grillini paiono piuttosto diffusi. Possiamo parlare di affinità elettive? io non lo so, pertanto mi affido ad un test abbastanza efficace: farò loro tre domande etiche. Vediamo cosa risponderanno.

Prima domanda: per l’Isis gli Americani sono dei vigliacchi. Li bombardano dall’alto. Loro non si possono difendere direttamente. Per questo uccidono gli ostaggi. Esattamente quello che Di Battista sosteneva essere una posizione ragionevole. Ottimo, altra affinità elettiva. La cosa non finisce qui, però. L’Isis dice che se la smettiamo subito non uccideranno altri ostaggi. Tra cui, non possiamo escluderlo, potrebbero esserci le Sprovvedute senza Frontiere. Ottimo, stabiliti questi dati, voi Grillini smettereste di bombardare dandogli ancora ragione?

(No, perchè vorrebbe dire che la vita di un occidentale vale qualcosa come migliaia di vite Irachene. Sareste pronti a dichiaralo pubblicamente? Meglio uno dei nostri che mille Yazidi?)

Seconda domanda: l’assassino ha uno spiccato accento Inglese. Questo ci dice tre cose: 1) il suo villaggio non è mai stato bombardato dai droni. Con i droni al massimo ci ha giocato. 2) Non sta attuando alcuna legittima difesa. Non sta facendo una coraggiosa guerra in nome dei propri cari uccisi. 3) Non si tratta di un poveraccio, ma di uno di quelli che voi volete chiamare Europei. (Vi ricordate tutto il discorso su clandestini e ius soli vero? Ecco lui probabilmente è una seconda generazione…). Dato tutto questo, cari Grillini, ve la sentite ancora di difendere Di Battista e Sibilia, che spacciano per analisi sociologica la propaganda dei tagliatori di teste, ma sbagliano tutti i presupposti?

Terza domanda: voi suggerite di paracadutare solo viveri e medicinali, ma non armi, alle comunità sotto assedio. Ok, facciamo un’ipotesi: su una piccola città Yazida io lancio dieci casse di medicine. I terroristi lo scoprono. Quella cittadina diventerà un obiettivo primario. Saccheggiandola avranno anche accesso a cose difficili da procurarsi nella piana di Ninive, come antibiotici e aspirine. Quindi ogni forma di aiuti sarebbe indirettamente data ai terroristi. E sarebbe un rischio in più per i civili. E’ questo che volete?

Detto in altri termini, fino a che punto, cari amici Grillini, volete essere complici di questo massacro? Cosa sperate di guadagnare? Perchè, lo ripeto per l’ennesima volta con forza e senza finzioni, non vi uccideranno per ultimi. Gli utili idioti sono sempre tra le prime vittime perchè figurano su due liste di soppressione. Pensateci. Con affetto.

Luca Rampazzo
http://www.lacritica.org/politica-2/dop ... errorismo/

PS: leggo che i curdi stanno inviando in modo sistematico battaglioni composti interamente da donne per umiliare i jihadisti dello Stato islamico.Questo non solo aumenta il loro numero di combattenti, ma dà loro anche un vantaggio psicologico: i jihadisti ritengono di non andare in paradiso se sono uccisi da una donna.
I curdi sono un grande popolo. Auguri di tutto cuore alle soldatesse.
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Bisognava pensarci prima

Messaggioda pianogrande il 21/08/2014, 10:34

Se uno mi punta la pistola che faccio? Mi metto a trattare?
Dovevo pensarci prima a trattare (azione di lungo periodo).
Adesso debbo reagire (azione di breve periodo).

Al posto dei grillini, presenterei un disegno di legge per sostituire le scorte armate con squadre di raffinati negoziatori.

La politica è un po' più complicata di questa semplificazioni dilettantesche e saputelle.

Anche io sono per la priorità alla diplomazia ma non quando civili innocenti ed inermi vengono massacrati e violentati.

Farei piuttosto un processo a chi ha responsabilità politiche rispetto a questi fatti.
A chi ha armato, finanziato, coperto etc. etc.

Per fare questi processi ci vuole una certa dose di coraggio (e di potere).

Ma qui torniamo sul lungo periodo.
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Re: Bisognava pensarci prima

Messaggioda franz il 21/08/2014, 14:56

pianogrande ha scritto:Farei piuttosto un processo a chi ha responsabilità politiche rispetto a questi fatti.
A chi ha armato, finanziato, coperto etc. etc.


Iraq, l’islamismo da esportazione del Qatar. Per il Califfo un tesoro di due miliardi
Il doppio gioco di alcuni alleati Usa nella regione che finanziano i terroristi dell’Isis

Fra i finanziatori le ricche famiglie dei Paesi del Golfo

21/08/2014
maurizio molinari
corrispondente a Gerusalemme

Con un tesoro di oltre 2 miliardi di dollari lo Stato Islamico (Isis) di Abu Bakr al-Baghdadi è il gruppo terrorista più ricco del Pianeta e la pista dei soldi porta allo Stato sospettato di esserne il maggiore finanziatore: il Qatar.

Il ministro dello Sviluppo tedesco Gerd Mueller punta l’indice sull’Emirato di Doha in un’intervista alla tv Zdf, spiegando che «i soldati del Califfo terrorista vengono pagati dal Qatar». È un passo che segue quello del vicecancelliere Sigmar Gabriel, ministro dell’Economia, che pochi giorni fa aveva suggerito ai colleghi dell’Ue di «iniziare a discutere chi finanzia Isis».

Se la valutazione di 2 miliardi di dollari delle finanze del Califfo jihadista viene dal governo di Baghdad, la pista qatarina è stata descritta da David Cohen, vice-segretario Usa al Tesoro con la responsabilità dell’Intelligence e la lotta al terrorismo, che da Washington ha spiegato, già in marzo, come «donatori del Qatar raccolgono fondi per gruppi estremisti in Siria, a cominciare da Isis e al-Nusra» con il risultato di «aggravare la situazione esistente». Un successivo studio del «Washington Institute per il Vicino Oriente» ha calcolato in «centinaia di milioni di dollari i versamenti compiuti da facoltosi uomini d’affari in Qatar e Kuwait a favore di al-Nusra e Isis», che in precedenza era nota come «Al Qaeda in Iraq».

Ciò che accomuna questi «donatori» è la volontà di finanziare gruppi fondamentalisti sunniti impegnati a combattere con ogni mezzo il nemico sciita ovvero qualsiasi alleato, reale o potenziale, di Teheran in Medio Oriente: dal regime di Bashar Assad in Siria agli Hezbollah in Libano fino agli sciiti in Iraq. Citando analisi americane, David Cohen ha aggiunto che «il Kuwait è l’epicentro del finanziamento dei gruppi terroristi in Siria» mentre il Qatar ne costituisce il retroterra grazie ad «un habitat permissivo che consente ai terroristi di alimentarsi». Sono tali elementi che hanno portato l’ultimo «Country Reports on Terrorism» del Dipartimento di Stato - relativo al 2013 - a definire il Qatar «ad alto rischio di terrorismo finanziario» ed il Kuwait teatro di «finanziamenti a gruppi estremisti in Siria». Colpisce il fatto che entrambi i Paesi sono stretti alleati degli Stati Uniti ed in particolare il Qatar, che nella base di Al Udeid ospita l’avveniristico comando delle truppe Usa in Medio Oriente, ha ricevuto a metà luglio una commessa militare Usa da 11 miliardi di dollari che include elicotteri Apache, batterie di Patriot e sistemi di difesa Javelin. Proprio in occasione di questo accordo, il Qatar si impegnò con Washington ad accogliere cinque leader taleban scarcerati da Guantanamo per ottenere la liberazione del soldato Bowe Bergdahl prigioniero in Afghanistan.

«Il Qatar ha una doppia identità - spiega Ehud Yaari, il più apprezzato arabista d’Israele - da un lato ospita soldati Usa e accoglie uomini d’affari israeliani ma dall’altra finanzia i più feroci gruppi terroristi sunniti». In effetti l’Emirato guidato da Tamim bin Hamad Al Thani è stato messo all’indice da Arabia Saudita ed Egitto per il sostegno che diede ai Fratelli Musulmani di Mohammad Morsi e l’isolamento nella Lega Araba è cresciuto a seguito della scelta di Doha di schierarsi - unico Paese arabo - a favore di Hamas nel conflitto di Gaza con Israele. Fino al punto che fonti di Al Fatah hanno rivelato al giornale arabo Al-Hayat che «il Qatar sta sabotando il negoziato egiziano per una tregua permanente nella Striscia» e in particolare avrebbe «minacciato di espulsione il leader di Hamas Khaled Mashaal per impedirgli di accettare le più recenti proposte formulate dal Cairo».

A spiegare cosa c’è all’origine delle politiche del Qatar è Zvi Mazel, ex ambasciatore israeliano al Cairo, ricordando come «quando il presidente Gamal Abdel Nasser alla metà degli Anni Cinquanta espulse i leader dei Fratelli Musulmani questi si rifugiarono in Qatar» allora colonia britannica, forgiando un’intesa «con le tribù locali che ne ha fatto le interpreti di un fondamentalismo ostile a quello dell’Arabia Saudita». Se infatti la tribù saudita degli Ibn Saud «predica il fondamentalismo sunnita in un unico Paese, ovvero l’Arabia - spiega Mazel - la tribù Al Thani del Qatar predica il fondamentalismo d’esportazione, quello dei Fratelli Musulmani che distingueva anche Osama bin Laden, e punta a rovesciare i regimi arabi esistenti».

Il contrasto fra Qatar e Arabia Saudita nasce dunque dall’interpretazione del Corano e si sviluppa in una rivalità per la leadership del mondo sunnita che si rispecchia in quanto sta avvenendo in Siria dove, secondo fonti d’intelligence europee, Doha e Riad «finanziano gruppi islamici rivali dentro l’opposizione ad Assad». L’ex premier iracheno Nuri al-Maliki negli ultimi due mesi ha più volte accusato «Qatar e sauditi» di sostenere Isis, lasciando intendere che ognuno ha i propri interlocutori, e che Riad agirebbe assieme a Emirati Arabi e Bahrein, accomunati proprio dall’ostilità al Qatar. Al-Baghdadi dunque si gioverebbe di più fonti di finanziamento con il filone-Qatar tuttavia più corposo anche per la convergenza di interessi con la Turchia di Recep Tayyep Erdogan. A metà mese l’agenzia russa Ria-Novosti ha rivelato che i fondi raccolti in Qatar avrebbero consentito a Isis di acquistare armamenti dell’ex Europa dell’Est grazie ad un network basato in Turchia. In particolare Isis avrebbe comprato blindati per trasporto truppe in Croazia, carri armati in Romania, mezzi per la fanteria in Ucraina e munizioni in Bulgaria riuscendo a sfruttare tali traffici anche per reclutare volontari in Kosovo e Bosnia.

http://www.lastampa.it/2014/08/21/ester ... agina.html
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Messaggioda pianogrande il 21/08/2014, 15:30

E ci mancherebbe che fosse solo "Giorgino" a esportare qualcosa.

Ormai, abbiamo la globalizzazione anche del terrorismo.

Solo organizzazioni politiche sovranazionali possono farci qualcosa (ONU in testa).

Singoli stati (ad esempio gli USA) possono prendere iniziative solo sulla base di una macchina militare che non ha paura di nessuno.
Che non tema, cioè, non solo il nemico del momento ma anche i suoi alleati più o meno occulti.
Questa macchina deve comprendere anche servizi segreti all'altezza di difendere il paese da ritorsioni più vili di una battaglia in campo aperto.

Insomma, ci dobbiamo augurare una difesa sovranazionale che non abbia, a sua volta, mire imperialistiche ma della quale, comunque, non possiamo fare a meno.

Meno questo compito è delegato ad un singolo stato e più si può sperare in un equilibrio dei poteri.

I problemi di una forma di governo internazionale, evidentemente, non sono molto diversi da quelli di una forma di governo nazionale.

Pazzi sanguinari pronti a trucidare anche popolazioni intere ce ne saranno sempre e numerosi.

Il vero problema è non creargli questa possibilità in concreto e questo è un problema di alta politica (internazionale).

Detto questo e almeno per il momento, sono costretto (e sottolineo costretto) a volgere lo sguardo più alle 50 stelle USA (per quanto non sia esattamente un simpatizzante) che alle 5 nostrane.

Sempre nella speranza che maturino organismi internazionali che non siano solo aule sorde e grigie.
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Re: 50 stelle

Messaggioda gi.bo. il 21/08/2014, 21:20

pianogrande ha scritto:.....Detto questo e almeno per il momento, sono costretto (e sottolineo costretto) a volgere lo sguardo più alle 50 stelle USA (per quanto non sia esattamente un simpatizzante) che alle 5 nostrane.....
Errore grave!! son 51 le stelle e non 50. Ti sei dimenticato dell'Italia.

Qualcuno nei post di prima si chiedeva da dove venissero tutte queste armi dei terroristi.
Ti dice niente Arabia Saudita, Emirati arabi e co.?

<< L’ha detto un tale Charles Lister, definito «a senior fellow» del Brookings Institute – una fondazione culturale vicina al partito democratico USA – che proprio imesi or sono si era spostato a Doha per studiare gli «extremist groups»: a che pro armare Al Maliki, visto che i guerriglieri dell’ISIL (ex Al Qaeda) «già circolano sugli Humvees forniti dagli USA agli iracheni?
Chi l’avrebbe mai detto?

Gia allora il Governo USA, per bocca di Susan Rice (Dipartimento di Stato), aveva ammesso di aver deciso di fornire «armi letali» ai ribelli siriani per accelerare la cacciata di Assad.
>>

Ora chi hanno queste armi?


<<Chi finanzia (ora) il il terrore?

Nonostante siano stati messi sotto accusa gli hawala, ovvero la rete informale di cambiavalute e banchieri molto diffusa in Medio Oriente, la trasmissione di denaro ai gruppi terroristici è quasi sempre avvenuta con sistemi assai più "regolari" e tipici dei canali finanziari occidentali. I terroristi dell’11 settembre 2001, per pagare alberghi, corsi di volo e altre spese, avevano aperto (in qualche caso persino cointestandoli a tre o quattro di loro) normali conti correnti bancari, su cui ricevevano fondi dall’estero e a cui erano appoggiate regolari carte di credito. Nel 2002 fu chiusa, nell’Illinois, la sede americana della Global Relief Foundation, organizzazione caritativa saudita accusata di lavorare per Osama Bin Laden. Nell’agosto del 2001 la Fondazione ricevette la visita di Saleh Ibu Abdul Rahman Hussein, che di lì a poco sarebbe diventato ministro del Governo saudita e responsabile delle due sacre moschee di Riyad. Nel suo lungo viaggio americano, Saleh Hussein trovò modo di pernottare all’Hotel Marriott di Herndon (Virginia) la notte del 10 settembre, lo stesso hotel in cui dormirono tre dei terroristi (Hani Hanjour, Khalid Almidhar e Nawaf al Hazmi) che il giorno dopo avrebbero fatto precipitare un aereo sul Pentagono.

Non vi sono prove che Saleh Hussein, mai accusato di nulla dalle autorità Usa, li abbia incontrati. Però incontrò di sicuro il proprio nipote, Sami Omar Hussein, webmaster della Islamic Assembly of North America (Iana), anch’essa accusata di complicità coi terroristi e chiusa. La Iana aveva come guida spirituale due imam, Safar Hawabi e Salma Uda, i cui nomi erano già emersi durante le indagini sul primo attentato alle Torri Gemelle.
>>

Mi fermo qui ma penso sia piu' che plausibile fare certe insinuazioni che piu' che insinuazioni le direi certezze.

Ora pero ci hanno ordinato di fare un certo embargo alla Russia per via della situazione in Ucraina situazione che non e' per niente chiara e che da molte fonti si dice il contrario di quello che i media occidentali cercano di farci entrare nel cervello.

Da questa situazione chi ne trae vantaggio se non gli States?

Noi gia messi male economicamente ora ci dobbiamo trovare con l'annullamento di tutti i contratti con questo Paese.

Ma allora chi dovrebbe darci il gas e prendersi carico di questi contratti annullati?

Gli States non hanno grossi rapporti con la Russia se non in campo spaziale.
Ma allora come la mettiamo?

Cosa vogliono farci capire che il mondo va cosi' e cosi' deve andare per sempre?

SE dovessimo usare lo stesso peso e lo stesso metro di misura, qualora dovesse essere vero quello che l'occidente scrive, che dovremmo dire a questi magnanti arabi degli Emirati e dell'Arabia Saudita e co.

Su questi, gli States che tanto hanno da dire su questi governi dispotici che fanno nei riguardi di costoro?
Il loro petrolio e le loro banche che hanno acquistato il loro debito, possono giustificare tutto questo.

E qui si vuol parlare di terrorismo quando siamo noi i primi a creare questo terreno fertile.


nb:Alcuni spunti presi da http://www.new-dimension-software.com/t ... perche.php e da http://www.rischiocalcolato.it/2014/06/ ... ondet.html

hola
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Re: Isis it is and terrorist

Messaggioda pianogrande il 21/08/2014, 22:05

Sì.
Qui si vuole parlare di terrorismo nonostante chi tenta di giustificarlo giocando a chi è peggio.

Caro Gi Bo.
Non riesco a darti né torto né ragione perché hai quell'abitudine di tanti (e che mi disorienta molto) di parlare di trecentosessantadue argomenti tutti assieme.

Sopratutto non vedo assolutamente il nesso logico (forse per un inconscio o automatico rifiuto) tra tutto quello che dici e la tua poco simpatica conclusione: "qui si vuole parlare di terrorismo".

Terribile.

Possiamo anche parlare dell'importanza dei limoni non trattati per fare la marmellata, se preferisci.
Il problema è che, nel frattempo, avvengono fatti davvero tragici.
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Re: Isis it is and terrorist

Messaggioda gi.bo. il 22/08/2014, 8:44

@pianograde
"qui si vuole parlare di terrorismo".

Nel senso che x parlare di questo argomento bisogna cercare di smanettare il web in lungo ed in largo e non prendere per oro colato tutto quello che i media occidentali ci dicono. Loro hanno dei fini ben precisi e seguono delle direttive.
Qui si deve informare il più possibile poiché è un'argomento da non prendere con troppa leggerezza e fare conclusioni affrettate.

Per tutto il resto non credo che manchi di nesso logico. Ho cercato di fare una piccolissima panoramica, a modo mio, di tutto quello che può girare attorno a questo argomento terrorismo.
Certo avrei potuto esporla meglio ma non tutti abbiamo queste capacità intellettuali di esporre un tema del genere in modo perfetto e con sintesi. Chi e' attento, pero puo' capire completamente il senso del mio posto. Anche quello che non ho detto.

Americio latina, Asia, Africa e Medio Oriente sono costantemente in guerra e un certo terrorismo perversa in queste zone calde.
Alcuni li chiamano patriotti altri terroristi .

Qui noi dobbiamo saper fare delle distinzioni e capire inoltre chi tira i fili di tutto questo e per quale motivo.
Povertà, schiavitù, interessi?

Se saremo capaci di far questo potremmo poi dire cosa fare per andare alla fonte altrimenti, come al solito, ci affideremo a coloro che fanno solo i loro interessi personali o cmq di parte.
Che posso aggiungere ancora?


Hola
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Re: Isis it is and terrorist

Messaggioda pianogrande il 22/08/2014, 11:28

Gi.Bo.
Grazie per lo stimolo ad informarsi.
Non mancherò.

Ricambio con il parere che anche esprimere opinioni e dibattere è un modo di informarsi e di consolidare (o riconsiderare) la propria posizione.

In sintesi, quello che io sostengo è la necessità di suddividere l'azione in breve e lungo termine e di non fare confusione tra le due condizioni.

Mi sembra una premessa addirittura elementare mentre qualche 5 stelle non rispetta neanche questa premessa e fa discorsi veramente senza senso (per essere teneri) con l'aria saputella di chi ha molto da insegnare.

Quello che tu sostieni va a rafforzare la serietà dell'argomento ed il fatto che non si può buttare lì qualsiasi cosa purché frutti un articolo o un tiggì.
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Re: Isis it is and terrorist

Messaggioda trilogy il 22/08/2014, 12:02

La mia impressione è che se continuiamo ad usare le categorie dei giornali non capiamo cosa stia succedendo realmente.
Quello che forse ha fatto l'analisi più lucida è stato Papa Bergoglio quando ha parlato di terza guerra mondiale a pezzi.

In medio oriente, e in misura diversa in Africa è in corso una guerra per procura. Nella guerra sono coinvolti gli emirati, i sauditi, la Turchia, i resti dei regimi autoritari laici e socialistoidi (Egitto, Siria, Libia, Iraq), le potenze occidentali, probabilmente la Cina.
L'ISIS è più simile alle milizie mercenarie dei capitani di ventura in Italia nell'alto medio evo, o alle moderne agenzie di mercenari, che alle organizzazioni terroristiche classiche. Sono combattenti spietati, bene armati, ed organizzati in modo moderno. Contro di loro combattono i miliziani iraniani sciiti, le milizie kurde, le tribù ancora fedeli ad Assad, e anche milizie formate in prevalenza da donne alla frontiera tra Iraq e Siria. Tutti sono armati dai rispettivi sponsor, che possono anche cambiare nel corso del tempo.
Il conflitto rischia di estendersi lungo la linea di frattura tra sciiti e sunniti che è il pretesto religioso per mascherare gli interessi di potenza degli Stati che da dietro le quinte foraggiano la guerra.
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