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Riforme, Mineo sostituito

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda ranvit il 14/06/2014, 11:09

Robe da matti!
Vai Renzi, fottitene di questi parolai da strapazzo!!!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda Iafran il 14/06/2014, 11:26

"Vai Renzi, fottitene ..."

- È quello 'he stiamo facendo (c)'o le mie (c)'ollaboratrici, apri bene gli o'chi! :lol:
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda pianogrande il 14/06/2014, 11:44

Iafran ha scritto:"Vai Renzi, fottitene ..."

- È quello 'he stiamo facendo (c)'o le mie (c)'ollaboratrici, apri bene gli o'chi! :lol:


Vabe' che ci hai messo la faccina ma questa non me l'aspettavo.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda ranvit il 14/06/2014, 11:50

io si.....un classico per certi ...soggetti :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda Iafran il 14/06/2014, 11:58

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06 ... a/1027356/

Riforme, qualcuno ricordi a Renzi che il futuro del paese non è di sua proprietà
di Amalia Signorelli

Ho lasciato passare un po’ di tempo prima di scrivere di nuovo qualcosa, perché pur essendo fin dall’inizio dubbiosa sulle capacità di Matteo Renzi di realizzare i conclamati impegni che in buona parte si è autoassegnato, non volevo essere accusata dello scettico gufismo tipico dei professori (anche quando non sono professoroni). Lasciamolo lavorare, pensavo, poi giudicheremo.
Ma l’ultimo episodio che si è registrato nellaCommissione Affari Costituzionali del Senato non può restare senza commento. In primo luogo l’appello al famoso (e tra poco famigerato ) 40,8% è quanto meno arbitrario nella misura in cui lo si cita come se si trattasse della metà degli italiani, mentre con le astensioni al 45%, si tratta all’incirca di meno di un quarto. E non mi si dica: tanto peggio per chi non è andato a votare. Accetterei questa obbiezione se avessi mai ascoltato da Renzi o, se è per questo, da qualche altro uomo politico italiano un minimo di riflessione dubbiosa e autocritica sul fatto che gli italiani che non vanno a votare forse non sono degli irresponsabili che preferiscono andare al mare, ma sono delle persone ragionevoli e perbene che non trovano nell’attuale “offerta politica” nessuno dal quale vogliono essere rappresentati. Essendo costoro all’incirca la metà degli italiani, mi pare che per chi pretende di rinnovare l’Italia, cambiare verso, ecc. ecc. dovrebbero costituire quanto meno un interrogativo.
Ancora: il 40,8% non è di Renzi, visto che abbiamo votato i nostri rappresentanti al parlamento europeo e non abbiamo affatto eletto un capo del governo italiano per incaricarlo di riformare la Costituzione. Renzi lo sa così bene che in campagna elettorale utilizzò questo argomento al contrario: precisò (mettendo le mani avanti, non si sa mai) che proprio perché si trattava di elezioni europee, il Governo non sarebbe caduto e lui non si sarebbe dimesso anche in caso di sconfitta o di risultato modestamente positivo.
Si rende conto Matteo Renzi, per il quale come singolo individuo responsabile del proprio operato il popolo italiano non ha ancora mai votato, che il futuro del paese non è di sua proprietà? Si rende conto che Mineo, Chiti e tutti gli altri autosospesi sono stati eletti e dunque legittimati a rappresentarci, mentre lui oltre alla poco seria kermesse della primarie (per nulla affatto previste dall’ordinamento costituzionale della Repubblica) non ha che il voto di esponenti di un partito (che lo hanno eletto segretario e se mai solo designato a capo del governo) e l’incarico del Presidente della Repubblica?
Sì, certo un Capo del Governo incaricato, se riceve la fiducia del parlamento è legittimato a governare. Ma non rappresenta gli italiani, la rappresentanza è propria del parlamento. E, guarda caso, questo giovane baldanzoso, veloce, energico, nel quale una parte almeno del Parlamento e del suo partito sembrava aver trovato finalmente il novello padre della patria, appena si sottopone alla prova elettorale, riceve il consenso a rappresentarli (consenso indiretto, perché si vota per le europee e non del tutto limpido, vedi capitolo 80 euro) di meno di un quarto degli italiani.
Non si tratta solo di baldanza giovanile, magari di tracotanza, prepotenza, astuzia e ignoranza del diritto costituzionale e della storia della Repubblica, difetti gravi ma pur sempre difetti. Il trattamento riservato a Mineo e a chi lo ha sostenuto e i toni minacciosi e imperativi usati verso gli eventuali dissidenti, mi hanno spaventato e preoccupato. Sono la spia di una totale insofferenza per il dissenso, per il confronto, per l’opposizione; sono la prova di un disprezzo arrogante per chi non la pensa come lui, sono l’anticipazione dell’intenzione di far vincere la propria posizione ricorrendo anche a minacce, pressioni e forzature. Tutto questo mi pare uno stile politico, un modo di fare politica che di democratico ha ben poco. E la cosa è tanto più grave se ci ricordiamo che questo modo di far politica è messo al servizio dell’approvazione di due progetti di riforma, quella del Senato e quella della legge elettorale, i cui contenuti pericolosamente autoritari e antidemocratici sono stati chiariti da critici competenti e insospettabili.
Ma forse avremmo dovuto vedere il buongiorno dal mattino, da quel mattino in cui fummo informati che per fare le riforme istituzionali l’unico alleato indispensabile e irrinunciabile era un pregiudicato espulso dal Parlamento della Repubblica per indegnità, condannato in tre livelli di giudizio per un crimine giustappunto consumato ai danni dello Stato e dunque di tutti noi e in più moralmente uno spergiuro e un traditore, poiché in quanto Presidente del Consiglio aveva giurato sulla Costituzione fedeltà alla Repubblica.
Domanda all’insegna della dietrologia: a chi serve e perché è così irrinunciabile e immodificabile questa conclamata riforma delle istituzioni?


. . . . .
Chi lo dovrebbe fare se non quelli che analizzano e diffondono le loro idee liberamente ed oggettivamente?
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda flaviomob il 14/06/2014, 13:23

Lucrezia e la politica nuova - 13 giugno

Il miglior commento sulla giornata di ieri, a cura di Lucrezia Ricchiuti:

La sostituzione di Vannino Chiti e Corradino Mineo nella Commissione Affari costituzionali del Senato lascia l’amaro in bocca.

Dimostra quanto solerte è stato il presidente del gruppo Pd al Senato nel tradurre operativamente i desideri del governo. In sé, questo è un bene.

La disciplina di partito e di gruppo è importante perché gli elettori quando votano per un partito votano per una linea politica e non possono essere traditi da spaccature, contrasti correntizi, tranelli parlamentari. Verissimo.

L’altra sera però – nella riunione dell’ufficio di presidenza del gruppo del senatori Pd – ho avuto l’impressione che la disciplina di partito e di gruppo abbia assunto un senso ben diverso.

Si discuteva forse della corruzione dilagante che coinvolge purtroppo anche il nostro partito?
No.

Si parlava di mettere finalmente mano al regime della prescrizione dei reati, che consente a corrotti e mafiosi di farla franca troppe volte per il cronico blocco della giustizia italiana?
No.

Si discuteva forse dei provvedimenti di stimolo di una ripresa economica che stenta a riaffacciarsi?
No.

Si discuteva di politica estera, con i problemi energetici riflesso della crisi ucraina e dell’improvviso riaccendersi della guerra civile in Iraq?
No.

Si discuteva della modifica del Senato.

Un passaggio decisivo in un percorso riformatore avviato dal governo Renzi (cui ho votato convintamente la fiducia) ma che esige ponderazione e lungimiranza.

La revisione della Costituzione richiede due deliberazioni di ciascuna Camera, con una pausa di riflessione di tre mesi e maggioranze qualificate. Su questo – giustamente – si è detto che occorreva coinvolgere le opposizioni, persino Berlusconi, che mai ci ha usato in passato questa cortesia.

Insomma: ieri sera si prendeva in esame il dissenso di due senatori del Pd su questo tema e non sulla linea da tenere su questioni di merito e d’indirizzo politico. E si è deciso che le riforme costituzionali sono così importanti che occorre negoziare con le opposizioni ma che ai dissensi interni si debba rispondere con l’epurazione.

Nonostante il Regolamento del gruppo del Pd al Senato dica chiaramente che il gruppo stesso valorizza e rispetta il pluralismo delle posizioni. E nonostante che proprio ieri – alla Camera – vi sono stati molti ‘franchi tiratori’ nel Pd che hanno votato per la responsabilità civile dei giudici, in dissenso dal gruppo (a proposito di disciplina).

L’art. 67 della Costituzione prevede il divieto di mandato imperativo. I parlamentari rispondono del loro operato agli elettori in generale e cercano di interpretare il bene comune secondo coscienza. Non vi sono impegni contrattuali privati o di partito che possono costringerli a votare in un modo piuttosto che in un altro: la disciplina di partito è necessaria ma essa è un traguardo da raggiungere con il dibattito democratico interno al partito e al gruppo, con il confronto e l’apporto genuino dei parlamentari da tutti i territori. Intesa militarmente, la disciplina di gruppo è la morte del Parlamento libero.

Vorrei dire al nostro segretario e presidente del Consiglio che usa l’italiano bene, con tanto di allusioni a paludi e veti, che sono per la correzione del bicameralismo perfetto e contro la corruzione politica ed economica; che – ha ragione – pagare le tasse non è bello ma è ancor meno bello pagarle pure per gli evasori; che – ha ragione – in Cina dobbiamo portare quel che in Italia c’è di stupendo ma aggiungo sono contro l’importazione dalla Cina in Italia dei loro stipendi; sono per la trasparenza dei poteri e della burocrazia ma non mi sento trasparente al punto di non essere né vista né ascoltata, perché dire non significa tradire; sono quindi per una politica che si confronta e vota e non per una politica vuota di confronto; e credo infine che un partito sia una comunità di persone vive più che la personificazione di un percorso cui la comunità non partecipa.


Intervento preso dal blog di Civati... "purtroppo" abbiamo una Costituzione.
E pazienza per gli "stalinisti" di ogni colore che la sera rimproverano a Beppe Grillo i metodi troppo espulsivi e dispotici per poi farne la parodia la mattina dopo... ricordatevi bene che con solo undici milioni di voti non si governa un paese in autarchia e tantomeno si fanno riforme istituzionali rilevantissime facendo fuori i dissidenti per spedirli nella Siberia (o Guantanamo) di turno. Vergogna!


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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda flaviomob il 14/06/2014, 13:31

Perché? Renzi non è "rappresentante democratico" molto ma molto più di Mineo?


No. In Senato Renzi non è mai stato eletto e non ha alcuna legittimazione democratica a "far fuori" chicchessia. Nè ha mai vinto elezioni politiche.


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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda Iafran il 14/06/2014, 14:07

pianogrande ha scritto:
Iafran ha scritto:"Vai Renzi, fottitene ..."

- È quello 'he stiamo facendo (c)'o le mie (c)'ollaboratrici, apri bene gli o'chi! :lol:

Vabe' che ci hai messo la faccina ma questa non me l'aspettavo.

:lol: "come ben vedi" al posto di "apri bene gli o'chi"... forse non migliora ... ma ridiamoci su, dai ... in fin dei conti ti stimo al di là di qualche "frasetta" del momento. :lol:
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda pianogrande il 14/06/2014, 15:04

Qualche domandina a Lucrezia Richiuti.
Che c'entra il vincolo di mandato con il far parte di una commissione?
Perché "persino" Berlusconi? C'erano alternative?
Quale è il limite del "dibattito democratico interno" e del "pluralismo delle posizioni" dopodiché bisogna decidere ed agire?

Potrei farne altre ma mi fermo qua.

E' sempre difficile rispondere ad interventi con mille affermazioni che danno per scontate altrettante premesse.
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda Robyn il 14/06/2014, 21:10

Walter Verini lancia la proposta Quagliarello sull'elezione dei senatori e questa và bene.Seggi attribuiti in proporzione al numero di abitanti della regione,membri eletti contestualmente alle elezioni di ogni regione,e una piccola quota lasciata alle rappresentanze locali.La proposta prevede di tagliare il numero di consiglieri regionali in numero pari agli eletti in senato,non è molto differente da quella di lasciare eleggere i soli deputati regionali per poi l'amministrazione regionale eleggere chi ha più preferenze facendo in modo che gli eletti dalle amministrazioni regionali siano stabili e non facciano il dopolavoro ferroviario.La differenza è insita nel fatto che non ci sono due liste ma una sola questo perche fare una lista separata per i senatori significa fare l'elezione diretta.La proposta di Walter Verini di adottare la proposta Quagliarello và bene,magari con qualche leggera variante
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