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Non una parola, non un pensiero...

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda ranvit il 08/01/2009, 20:28

Caro Stevin..... postare articoli contro Israele fa il paio con articoli che potrei postare io a favore.

Ma non hai risposto : cosa proponi, come secondo te potrebbe risolversi la situazione e permettere ai due popoli di vivere a fianco ed in pace?

Perchè se tu vuoi solo sfogarti parlando male di Israele e di noialtri forumisti che non condividiamo le tue idee.....allora è del tutto inutile continuare la chiacchierata!

Vittorio

Ps Nel frattempo Hamas ha respinto la proposta franco-egiziana : in realtà non gli interessa che muoiano altre centinaia di innocenti.

Da Repubblica.it :

Damasco, 18:59

GAZA: FAZIONI PALESTINESI BOCCIANO PIANO FRANCO-EGIZIANO
I gruppi fondamentalisti ed estremistici palestinesi hanno respinto il piano per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Hamas e altre organizzazioni hanno denunciato il piano perche' "non ha basi valide", ha fatto sapere una fonte palestinese. Khaled Abdel-Majid, portavoce dei gruppi che fanno base a Damasco, ha detto che la posizione comune e' stata assunta dopo una riunione di otto organizzazioni tra cui Hamas e la Jihad. "L'iniziativa franco egiziana" si legge in una nota, "non contribuisce alla soluzione in quanto rappresenta una minaccia alla resistenza e alla causa palestinese e permette al nemico di portare avanti la sua aggressione". Per questo i gruppi "respingono la presenza di forze internazionali o di osservatori a Gaza poiche' questa mira a difendere la sicurezza dell'occupante e a rafforzare il blocco ai danni della resistenza". Cio' che le organizzazione di Damasco chiedono e' "la fine dell'aggressione, il ritiro delle forze israeliane, la revoca del blocco e l'apertura dei valichi, specialmente quello di Rafah al confine con l'Egitto". Le organizzazioni palestinesi hanno criticato la partecipazione di arabi a un piano che "punta a strangolare la resistenza e accerchiare il popolo" e hanno accusato "il regime egiziano" di "collusione con il piano americano-sionista" per non aver aperto il valico di Rafah. Abu Mazen ha ribadito il suo sostegno al piano egiziano e non ha voluto commentare la presa di posizione di Hamas.


(08 gennaio 2009)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Stevin il 08/01/2009, 23:19

ranvit ha scritto:Caro Stevin..... postare articoli contro Israele fa il paio con articoli che potrei postare io a favore.

Ma non hai risposto : cosa proponi, come secondo te potrebbe risolversi la situazione e permettere ai due popoli di vivere a fianco ed in pace?

Perchè se tu vuoi solo sfogarti parlando male di Israele e di noialtri forumisti che non condividiamo le tue idee.....allora è del tutto inutile continuare la chiacchierata!

Vittorio

Ps Nel frattempo Hamas ha respinto la proposta franco-egiziana : in realtà non gli interessa che muoiano altre centinaia di innocenti.

Da Repubblica.it :

Damasco, 18:59

GAZA: FAZIONI PALESTINESI BOCCIANO PIANO FRANCO-EGIZIANO
I gruppi fondamentalisti ed estremistici palestinesi hanno respinto il piano per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Hamas e altre organizzazioni hanno denunciato il piano perche' "non ha basi valide", ha fatto sapere una fonte palestinese. Khaled Abdel-Majid, portavoce dei gruppi che fanno base a Damasco, ha detto che la posizione comune e' stata assunta dopo una riunione di otto organizzazioni tra cui Hamas e la Jihad. "L'iniziativa franco egiziana" si legge in una nota, "non contribuisce alla soluzione in quanto rappresenta una minaccia alla resistenza e alla causa palestinese e permette al nemico di portare avanti la sua aggressione". Per questo i gruppi "respingono la presenza di forze internazionali o di osservatori a Gaza poiche' questa mira a difendere la sicurezza dell'occupante e a rafforzare il blocco ai danni della resistenza". Cio' che le organizzazione di Damasco chiedono e' "la fine dell'aggressione, il ritiro delle forze israeliane, la revoca del blocco e l'apertura dei valichi, specialmente quello di Rafah al confine con l'Egitto". Le organizzazioni palestinesi hanno criticato la partecipazione di arabi a un piano che "punta a strangolare la resistenza e accerchiare il popolo" e hanno accusato "il regime egiziano" di "collusione con il piano americano-sionista" per non aver aperto il valico di Rafah. Abu Mazen ha ribadito il suo sostegno al piano egiziano e non ha voluto commentare la presa di posizione di Hamas.


(08 gennaio 2009)


Ma per favore!

Due cose non avete ancora capito:

1) Se Israele sta compiendo i massacri odierni, è soltanto perchè sia la diplomazia che l'opinione pubblica del mondo
occidentale glielo permettono.

2) Il consenso verso Israele si sta assottigliando sempre più, anche se in molti ambienti si fa finta di niente.


"Parlare male di Israele?" Chapeau! Con quello che sta succedendo, l'unico modo per non parlarne male è mentire.
Stevin
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Stevin il 08/01/2009, 23:24

franz ha scritto:
Stevin ha scritto:Adesso, dedicato a Vittorio che mi chiedeva se sono stato a Gaza, un articolo di un inviato del Times online che a Gaza c'è stato eccome, che ridicolizza le vostre assurdità su Hamas che mangia i bambini.

No, hamas non mangia i bambini, ma fa di peggio, usandoli come scudi umani.

Poi se questo, che posto dopo, è il frutto della dirigenza politica piu' illuminata del pianeta, preferisco tenermi i nostri ignorantotti e burini :-) politicanti italiani.

Hamas ha recentemente approvato un disegno di legge islamista che introduce frustate, taglio di arti ed esecuzioni capitali per impiccagione e crocifissione come pene standard nel codice penale in vigore nella striscia di Gaza. Ne ha dato notizia mercoledì il quotidiano pan-arabo edito a Londra al-Hayat....Il disegno di legge autorizza inoltre i tribunali a comminare il taglio di arti, per lo più quello della mano destra, a danno di chi venga riconosciuto colpevole di furto in flagranza di reato.

Se questo è il modo digestire la sicurezza, si' forse a Gaza si sentiranno piu' sicuri con Hamas e magari si potrebbe provare anche da noi, magari su chi occupa le case, blocca le strade, fa gli espropri proletari (eufemismo per "furto"). Mano destra e sinistra.

Ciao,
Franz

PS: essere laureato non è che voglia poi dire molto. Anche molti brigatisti rossi lo erano.
Si devono vedere i risultati, non il titolo di studio.


Ma chi le ha scritte queste idiozie su Hamas che vengono ripetute come un mantra? Chi?
Stevin
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Stevin il 08/01/2009, 23:34

franz ha scritto:1) sulle vittime "innocenti" va detto che queste crescono a dismisura se uno dei due belligeranti sceglie le città (in spregio alle convenzioni internazionali) come punto di forza e difesa (scudi umani). Qui va pero' detto che non è che i palestinesi abbiano grandi scelte. Ovunque siano (dentro israele, dentro i territori occupati, dentro appositi campi nei paesi arabi) sono confinati, reclusi, impossibilitati a muoversi. Essendo reclusi è chiaro che solo li' dentro possono muoversi, attaccare e difendersi. Puntualizzando ulteriormente va detto che comparando le condizioni di vita nei tre confronti possibili (i palestinesi che vivono dentro Israele [che sono il 20% della popolazione di quello stato], quelli che vivono nei territori occupati e quelli che vivono nei campi profughi dei paesi arabi) le condizioni di vita vanno via via peggiorando passando dal primo all'ultimo dell'elenco. Gli arabi in Israele sono quelli messi meglio tra tutti, poi vengono quelli nei territori occupati (ed oggi in gran parte autonomi) ed infine la sorte peggiore capita a quelli, in libano, in Iraq, in syria. Quelli in giordania furono sterminati ai tempi del famigerato "settembre nero" ... che se lo avesse fatto Israele oggi ancora gli antisionisti ce la canterebbero ogni giorno pari ed ogni giorno dispari, come fanno per sabra e shatila, che fu pero' condotto dalle milizie cristiane libanesi.
Il fatto quindi atroce che non buca i media votati all'antisionismo è che le condizioni di vita disumane per i palestinesi sono quelle inflitte dagli arabi, non certo da Israele.
2) sulle condizioni di vita .... basta saper usare google earth e vedere la differenza di colore tra le terre gestite dagli israeliani (verde) e quelle da loro non gestite (color sabbia). Eppure gli arabi moderati sanno anche loro fare altrettanto, infatti basta un po' di pazienza e google earth per vedere come l'Arabia Saudita ha saputo dare vita al deserto per migliaia km quadrati. Ma gli integralisti preferiscono usare risorse per comprare missili da lanciare contro Israele. Loro non capiscono perchè sono prigionieri della loro "visione tunnel", al pari dei 4 gatti che qui da noi li appoggiano "a prescindere".

Ciao,
Franz


Il colore della terra con Google Earth ... Ridicolo.

Forse adesso che (se) abbiamo letto il rapporto Unicef sull'emergenza a Gaza ci siamo resi conto che viveri e acqua sono effettivamente razionati ... o no?

E' vero, gli Israeliani hanno sapientemente utilizzato le acque del lago di Tiberiade per fare della Galilea una regione verde, ma per far ciò hanno anche occupato il Sinai, impedendone l'accesso alla Siria.
Analogamente, quando occupavano il Libano del sud avevano deviato in casa loro il fiume Litani.

Se l'acqua c'è a malapena per bere, caro Franz, come pensi che si possa cambiare il colore della terra?
Stevin
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda franz il 09/01/2009, 0:15

Stevin ha scritto:Se l'acqua c'è a malapena per bere, caro Franz, come pensi che si possa cambiare il colore della terra?

Con i desalinizzatori, come fanno in Saudi Arabia.
Basta spendere meno soldi in armi e corruzione e si può.
Franz
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CNN: E' Israele che ha violato la tregua

Messaggioda Stevin il 09/01/2009, 0:17

CNN: E' ISRAELE CHE HA VIOLATO LA TREGUA!

I media occidentali ripetono incessantemente – che «Hamas ha rotto la tregua» durata sei mesi lanciando i primi razzi su Israele. La quale giustifica il mostruoso attacco a Gaza con la necessità di difendersi.

Questa versione è stata ripetuta, ovviamente, anche da CNN. Fino al 6 gennaio. Quando il giornalista Rich Sanchez, dopo aver sentito il deputato palestinese Mustafa Barghouti che sosteneva che era stato Israele a infrangere la tregua, ha promesso agli ascoltatori che avrebbe fatto una ricerca con la redazione internazionale del network, per appurare i fatti.

Ed effettivamente, Rick Sanchez ha detto in trasmissione: Israele ha violato per prima i termini della tregua, e precisamente il 4 novembre, con un attacco dentro il territorio di Gaza che ha ucciso 6 palestinesi (6).

E ha mostrato i giornali di novembre che avevano riportato il fatto.

US News e Worl Report, «La tregua di sei mesi ha cominciato a vacillare agli inizi di novembre, quando un commando israeliano ha ucciso un gruppo di miliziani di Hamas durante un’incursione in un tunnel che sospettavano servisse a rapire soldati israeliani. L’incursione ha provocato lanci di razzi palestinesi...».

The Guardian del 5 novembre 2008: «La tregua è in pericolo da quando truppe israeliane hanno ucciso sei miliziani in un’incursione nel territorio».

Conclude Sanchez: la versione di Israele «è adesso alquanto in questione». E dà la parola ad un ospite filo-israeliano, Joe Clancy, che ammette farfugliando:

«Sì, è verissimo. Ma è anche vero che non è stata Israele la prima a sparare in questo caso... E Israele ha detto: abbiamo ragioni di sicurezza... Non c’è stato mai un vero accordo tra Hamas e Israele. Israele si riservava il diritto di andare dentro a compiere qualunque attacco quando fosse stato in gioco il suo primario interesse di sicurezza. E ha detto: i nostri soldati stavano per essere catturati, abbiamo dovuto agire».

E Sanchez di rimando: «Sì, ma sai... Noi americani vogliamo le cose lineari. Vogliamo vederci chiaro. Costoro dicono che è accaduto questo: hanno ragione? Questi altri dicono che è accaduto quest’altro: hanno ragione? Quando parlate di Medio Oriente, siamo lasciati in mezzo a tali sottigliezze che a volte sono sghiribizzi».
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda Stevin il 09/01/2009, 0:22

franz ha scritto:
Stevin ha scritto:Se l'acqua c'è a malapena per bere, caro Franz, come pensi che si possa cambiare il colore della terra?

Con i desalinizzatori, come fanno in Saudi Arabia.
Basta spendere meno soldi in armi e corruzione e si può.
Franz


Già. Peccato che neanche le centrali esistenti riescono a funzionare causa la penuria di combustibile.

Quanto ad armi e soldi, finchè Israele potrà beneficiare di credito illimitato da parte degli USA non ci saranno problemi per loro ... ma qualcosa mi dice che finirà presto.

Non dovranno mica vendersi le loro 300 testate nucleari per assicurare la manutenzione del loro formidabile sistema idrico?
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Re: Non una parola, non un pensiero...

Messaggioda franz il 09/01/2009, 9:30

Stevin ha scritto:Ma chi le ha scritte queste idiozie su Hamas che vengono ripetute come un mantra? Chi?


il quotidiano pan-arabo edito a Londra al-Hayat...?
Ed ovviamente tutti i media che hanno riportato la notizia.
Probabilmente tu leggi altri media, quelli in linea con la tua propaganda.
Ma non è che perché tu non leggi certe cose, non esistono.
Se quella legge, o disegno di legge, non esiste, sarà facile dimostrarlo.

Ciao,
Franz

PS: consiglio redazionale.
Sei invitato a non riportare quotando tutto il testo dell'intervento a cui rispondi ma solo la parte strettamente necessaria alla comprensione della tua replica.
Ultima modifica di franz il 09/01/2009, 10:21, modificato 1 volta in totale.
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Re: CNN: E' Israele che ha violato la tregua

Messaggioda franz il 09/01/2009, 9:39

Stevin ha scritto:Ed effettivamente, Rick Sanchez ha detto in trasmissione: Israele ha violato per prima i termini della tregua, e precisamente il 4 novembre, con un attacco dentro il territorio di Gaza che ha ucciso 6 palestinesi (6).

Su wikipedia, versione inglese, esiste una pagina che tiene traccia di tutti i missili ed i colpi di mortaio lanciati da gaza.

http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_ro ... el_in_2008

La "tregua" di cui si parla sarebbe in vigore circa dal 19 giugni, come anche riportato da Reepubblica.
http://www.repubblica.it/2008/06/sezion ... -gaza.html

Ecco cosa è successo tra il 19 giugno e il 4 novembre.
Buona lettura.


June 19, 2008
Through Egyptian mediation Israel and Hamas agreed to a six month cease-fire on June 17th that went into effect on June 19, 2008 at 6:00 AM.[52][53]
June 20, 2008
Gilad Herman, an Israeli settler in the West Bank settlement of Yashif, unintentionally fires upon an Israeli when he launches a home-made rocket towards Palestinian West Bank. The rocket lands "meters away from a Breslov hassid who was praying in the area." No one is hurt.[54]
June 23, 2008
A single mortar shell was also fired from Gaza late Monday night and landed on the Israeli side of the border fence.[55][56] No organization claimed responsibility for the attack.[57]
June 24, 2008
Three Qassam rockets fired from Gaza on Tuesday struck the Israeli border town of Sderot and its environs, causing no serious injuries but constituting the first serious breach of a five-day-old truce between Israel and Hamas.[58]
Islamic Jihad rocket exploding in the distance, breaking the 5-day truce
Islamic Jihad claimed responsibility for the attack and said it had been a response to an Israeli military raid in the West Bank city of Nablus at dawn on Tuesday, in which a senior Islamic Jihad operative Tareq Abu Ghali, 24 and another Palestinian university student Iyad Khanfar, 21 were killed. An Israeli Army spokesman said that Abu Ghali had been involved in terrorism and that he was "killed in an exchange of fire." The man killed with him was armed, the spokesman said.
The rocket attack occurred hours after Olmert met President Hosni Mubarak of Egypt in the Red Sea resort of Sharm el Sheik to discuss the next steps in the tenuous Egyptian-mediated truce and the renewal of efforts to resolve the case of Gilad Shalit, an Israeli corporal held by Hamas in Gaza since June 25, 2006.
Israeli Defense Ministry decided that Israel would keep the Gaza border crossings closed Thursday, except for special humanitarian cases, in response to Tuesday's Qassam rocket attacks[59]
June 26, 2008
A rocket hit an open area of the industrial zone outside Sderot. There were no reports of injuries or damage, according to army sources. The Fatah-affiliated Aksa Martyrs Brigades claimed responsibility for the attack. In a text message sent to reporters, it said "the truce must include the West Bank and all sorts of aggression must stop."
On Thursday morning, Hamas accused Israel of violating the terms of the Gaza cease-fire a day after Israeli Defense Ministry decided that Israel would keep the Gaza border crossings closed Thursday, except for special humanitarian cases, in response to Tuesday's Qassam rocket attacks - "If the crossings remain closed, the truce will collapse", Hamas spokesman Sami Abu Zuhri said Thursday morning.[60]
June 27, 2008
Early on Friday, two mortar shells were fired at Israel from the northern Gaza Strip. One landed near Kibbutz Kfar Aza in the Sha'ar Hanegev Regional Council, and the second one hit an open area. There were no reports of injuries or damage in the latest violation of the fragile ceasefire.
Following yesterday's rocket attack by Aksa Martyrs Brigade a spokesman for the Hamas government, Taher al-Nunu, called Fatah's actions "unpatriotic". He said Hamas was considering the possibility of taking action against those perpetrating the attacks against Israel.
Hamas Prime Minister Ismail Haniyeh called Friday on Palestinian factions to adhere to the Gaza Strip lull agreement with Israel. "The factions and the people accepted the lull in order to secure two interests – an end to aggression and the lifting of the siege. Therefore, we hope that everyone honors this national agreement", he said following Friday prayers.[61]
June 28, 2008
Mortar shells were fired at the Karni crossing. No one claims responsibility for the attacks. Israel blocks all shipments into Gaza except fuel, in response to the rocket and mortar attacks.[62]
June 30, 2008
A rocket falls near the town of Mefalsim. Nobody claims responsibility for the attack. In response Israel once again closes the crossings that had previously been reopened on June 29, 2008.[63]

[edit] July

July 2, 2008
There were no rocket or mortar attacks so Israel reopens the four Gaza crossings on Wednesday July 2. Since a truce began June 19, Israel has closed the passages a total of six days in retaliation for rocket attacks.[64]
July 3, 2008
A rocket lands in an open area north of Sderot. A previously unknown organization calling itself the "Badr Forces" claims responsibility for the attack. In response Israel temporarily closes the crossings on July 4, 2008.[65]
July 7, 2008
A mortar shell is fired at Israel from Gaza on Monday and lands near the Karni crossing.[66]
July 8, 2008
After two mortar attacks from Gaza at the Sufa crossing, one fell just inside Gaza and the other at the crossing. Israel closed all the crossing. After an Egyptian request they reopened the crossings. Hours after the crossings opened at noon, militants fired another shell into Israel, causing no casualties or damage, the Israeli military said. Israel kept the crossings open. No Palestinian group immediately claimed responsibility.
In all, 15 rockets and mortars have been fired from Gaza since the truce took effect on June 19. Israel has responded automatically by snapping shut the crossings, which have been closed about half of the time. So far the truce has not eased conditions in Gaza because of the frequent closures.[66]
July 10, 2008
Two Qassam rockets were fired at Israel, but caused no damage, after an unarmed Al-Aqsa Martyrs' Brigades infiltrator was killed at the Kissufim crossing. An Israeli Army spokesman said they fired warning shots and when the man did not stop they killed him. The Al-Aqsa Martyrs' Brigades vowed revenge and claimed responsibility for the rocket attack.
In the West Bank city of Nablus, Israeli troops continued for a fourth straight day a crackdown on institutions it links to the militant Hamas movement. On Wednesday July 10 they shot dead a Hamas member near the West Bank city of Jenin.[67]
July 12, 2008
A rocket lands in an open area in Sha'ar Hanegev regional council. Nobody claims responsibility for the attack.[68]
July 13, 2008
Two mortar shells are misfired and they land on the Gaza side of the border security fence in the Nahal Oz region. Nobody claims responsibility for the attack. Israel responds by only closing the Nahal Oz and Sufa crossings.[69]
July 15, 2008
A mortar hit is identified.[70]
July 25, 2008
A rocket misfires and lands in Gaza near the Kissufim crossing.[71]
July 29, 2008
Another rocket is launched from Gaza and mistakenly lands in Gaza.[72]
July 31, 2008
Again, a rocket misfires and lands in Gaza.[73]

[edit] August

August 1-31st
In the month of August 7 rockets and 12 mortars were fired from Gaza into Israel.[74]

[edit] September

September 1-30th
The month of September represented a considerable lull in the number of rocket and mortar attacks. In this month, 3 rockets and 2 mortars were fired from Gaza into Israel. They caused no injuries or deaths.[75]

[edit] October

October 11th
A single rocket was launched from Gaza into Israel resulting in no injuries or deaths.[76]

[edit] November

The Israel Security Agency reports a sharp increase in the number of high trajectory weapon attacks, including towards Ashkelon. This was preceded by an ISA-IDF operation on the evening between November 4th and 5th. Between October 29th and November 6th 48 rockets and 21 mortars were fired from Gaza into Israel.[77]
November 6-12th
Israel attacks a 250 meter tunnel going from Gaza and under its border, claiming the tunnel is designed to capture additional Israeli soldiers and hold them hostage. Six Gaza fighters are killed and four Israeli special forces wounded. Hamas responds by firing 30 Qassam rockets at Israel. The truce agreed to five months ago is starting to founder.[78] Between November 5th and November 12th, 22 rockets and 9 mortars were fired into Israel.[79]


Come si puo' leggere i lanci non sono cessati ed israele si è limitata, per mesi, a chiudere i valichi per alcuni giorni quando c'erano gli attacchi, per cercare di far capire che lanciare razzi è controproducente. L'attacco che ha ucciso i 6 miliziani di hamas è relativo ad un tunnel di 250 mt tra il territorio di Gaza e quello di Israele, costruito per incursioni in territorio israeleiano (territorio che Israele ha il diritto di difendere).
Nel momento in cui la tregua è stata rotta da gaza erano stati lanciati 2900 razzi nel 2008 contro i 1200 del 2007.
Considerando che il 2008 dovrebbe contenere una pseudotregua di 6 mesi, non è male.

Ciao,
Franz
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Per la serie "silenzi assordanti" ...

Messaggioda franz il 09/01/2009, 10:57

La svolta di Fatah

di Antonio Ferrari

E' un silenzio assordante e significativo.
Un silenzio forse strano, certamente inatteso, quello della Cisgiordania dei palestinesi moderati, che desiderano laicamente un'esistenza più dignitosa. Non perché a Ramallah, a Nablus o a Betlemme il cuore non sanguini per le immagini dei civili uccisi e dei feriti, ostaggi di Hamas e bombardati da Israele. Ma perché la gente, nella Cisgiordania che vuol vivere in pace, ha capito che l'unica alternativa è accettare realisticamente l'inevitabile compromesso necessario per risolvere un conflitto tra due diritti: quello di Israele ad essere riconosciuto entro frontiere sicure, senza missili che cadano sulla sua testa, e quello dei palestinesi ad avere il loro Stato.

Diciamolo subito. E' un mutamento antropologico e, insieme, intriso di buon senso. Che va oltre le ambizioni del presidente dell'Anp Abu Mazen, fiero sostenitore del dialogo; e che va ben oltre il risentimento del laico Fatah nei confronti del fratello integralista, che non ha esitato ad agire con feroce violenza per neutralizzarlo. E' un mutamento che coinvolge il diffuso sentire di un popolo più maturo, consapevole dei rapporti di forza, degli equilibri internazionali, del desiderio di poter vivere senza essere vittima dell'appartenenza islamica, della coercizione, della paura e del fanatismo.

E' stato indubbiamente un grave errore puntare sulle ultime elezioni politiche, nella speranza che gli uomini del Fatah potessero vincerle. Vien da sorridere per le paradossali ingenuità dei palestinesi laici, che in molte circoscrizioni presentarono tre candidati contro quello solitario di Hamas, pur sapendo che uno soltanto sarebbe stato eletto. Era sincero Abu Mazen quando diceva amaramente, anche a noi, che con un po' più di scaltrezza, il risultato sarebbe stato diverso. Verissimo, perché la maggioranza dei palestinesi, che tanto hanno imparato dalla democrazia israeliana, mai si sarebbero piegati alle regole dei bacchettoni estremisti di Hamas, pronti a sacrificare tutto, per conto proprio o per conto terzi, all'appartenenza religiosa e a strategie che non erano nell'interesse del loro popolo.

Se si vuole, è questa la novità più dirompente che affiora dalle macerie di Gaza
, e che Abu Mazen, pur costretto a ricorrere in pubblico a formule verbali ambigue, ha saputo cogliere. Nel suo pensiero moderato e profondamente laico ormai si identificano gli arabi palestinesi della Cisgiordania, che hanno imparato sulla propria pelle le lezioni della storia. Penso agli impiegati, ai commercianti, agli artigiani che, in un conflitto così delicato e particolare, non hanno mai rinunciato a cercare un accordo con quello che una sterile e pericolosa propaganda descrive come il nemico.

Se così non fosse, la Cisgiordania sarebbe in fiamme, pronta a sostenere le pulsioni e le sfide di una «terza intifada», probabilmente suicida ben più della «seconda». Cioè la seconda intifada condotta dall'ormai logoro Arafat. Ma non è soltanto dal mondo palestinese che giunge la novità. L'onda del realismo si allunga all'Egitto di Mubarak, stanco di Hamas dopo aver cercato ostinatamente di convincerlo alla ragionevolezza, e timoroso che il contagio possa riaccendere la rivolta della Jama'a Islamiya, l'ala più estrema del fanatismo egiziano. E si allunga anche alla Giordania del saggio re Abdallah, che, pur guidando un popolo che per la sua maggioranza è di origine palestinese, non ha mai ascoltato le sirene del furore islamico. Ecco perché, dalle ceneri di una guerra onestamente inevitabile, può scaturire davvero una nuova speranza.

09 gennaio 2009
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