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È stato calcolato che, tenendo conto della probabile astensione dal voto, una lista che prendesse solo il 25 per cento dei voti, sul totale degli aventi diritto al voto, otterrebbe più del 50 per cento dei seggi. Un quarto reale del corpo elettorale avrebbe da solo più della metà della Camera, mentre tutti gli altri elettori sarebbero rappresentati da meno dell'altra metà: la maggioranza sarebbe ridotta a minoranza coatta. Autentica
negazione del principio del voto eguale. D'altra parte al Senato, a causa del premio di maggioranza calcolato su base regionale, resterebbe in piedi il rischio di una maggioranza parlamentare
diversa da quella della Camera.
Tutto ciò è sufficiente per innescare ricorsi a raffica che alla fine potrebbero produrre una nuova diagnosi di incostituzionalità da parte della Consulta nei confronti di una legge che è stata battezzata spiritosamente Riporcellum.
C'è poi il rilievo politico non trascurabile per il centrosinistra. Se l'intenzione di Berlusconi e Renzi di indebolire i piccoli partiti avesse successo l'effetto andrebbe tutto a favore del
centrodestra. Per un motivo elementare: privato dei partiti piccoli, l'elettore di centro destra finirà per votare comunque Berlusconi, mentre, offeso dalla privazione dei partiti piccoli, l'elettore di sinistra potrebbe rifiutarsi di votare per chi lo ha privato della rappresentanza. Non sarebbe una novità: Veltroni
perse le elezioni del 2008 proprio per questo motivo.
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dall'articolo di Pancho Pardi
http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... roriforme/