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legge elettorale quale?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: legge elettorale quale?

Messaggioda pianogrande il 21/01/2014, 12:22

Quindi, meglio doppio turno senza sbarramento.
Quanto al ballottaggio in base ai voti o ai seggi, direi che è più rispettoso del singolo cittadino se in base ai voti.
Altrimenti, anche se in modo molto più limitato, si fa un discorso della stessa pasta di quello della regionalizzazione del senato.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: legge elettorale quale?

Messaggioda Robyn il 21/01/2014, 14:08

pianogrande-Le primarie parlamentari
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Re: legge elettorale quale?

Messaggioda Robyn il 21/01/2014, 19:56

Quando si cambia sistema elettorale da proporzionale a maggioritario bisogna saper traslare la protezione che esiste per le minoranze non è come pensa sb che il cambio del sistema elettorale cancelli la protezione delle minoranze,il maggioritario include ugualmente la protezione delle minoranze e sarebbe necessaria una legge sulla democrazia interna ai partiti.La protezione delle minoranze non riguarda solo i partiti piccoli e le minoranze interne ad un partito ma esistono nella società,per ex minoranze etniche,religiose ed altro.La protezione delle minoranze è anche un'assioma cristiano non solo liberal-democratico"chi fà male a questi miei piccoli fà male a me"
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Re: legge elettorale quale?

Messaggioda franz il 25/01/2014, 17:27

Man mano che si analizza la bozza, appare evidente quanti ribrezzi.
Non scusate l'evidente allitterazione, voluta.

In rete trovo questo passaggio, che ritengo illuminante.
La scelta delle circoscrizioni a numero ridotto di seggi di per sé è interessante, vista soprattutto nell'ottica di esprimere candidati vicini al territorio, ma resa inutile dall'attribuzione dei seggi su base nazionale. Si producono infatti due effetti. Il primo, già commentato, è in realtà un caso particolare ed eventuale del secondo: può verificarsi che in ambito locale una lista ottenga anche la maggioranza assoluta dei voti ma, non passando lo sbarramento su base nazionale, che nessuno dei suoi candidati acceda al parlamento lasciando il posto a chi, localmente, ha perso. Questa assurdità sarebbe stata spudoratamente evidente se fossero state introdotte le preferenze; per questo i due promotori della legge si sono guardati bene dal farlo...

Il secondo è che nell'apporre la mia preferenza ad una lista di candidati locali, quindi a me "vicini" (come richiesto della consulta), di fatto esprimo una preferenza in ambito nazionale su candidati lontani dei quali nemmeno conosco il nome. Per capirci: il mio voto ad una lista nella quale compare un mio amatissimo zio potrebbe concorrere a far eleggere a mia insaputa "Tonino 'o curto" in una circoscrizione lontana. E questo, a mio parere, non rispetta una delle motivazioni della sentenza con la quale la consulta aveva dichiarato non costituzionale il porcellum: la vicinanza tra elettore e candidato sarebbe, infatti, solamente apparente; uno specchietto per le allodole!
Anche in questo caso l'assurdità sarebbe stata spudoratamente evidente se fossero state introdotte le preferenze.


Che dire? Io voto PIPPO a Varese e lui prende abbastanza voti per essere elggibile. Localmente un successo (il 50% dei voti, mettiamo). Ma non viene eletto perché il suo partito non ha superato la soglia nazionale. Ora mettiamo che a Varese ci fossero 6 eleggibili. Pippo ed altri 2 che sarebbero stati eletti visto il 50% dei voti, non viene eletto ma al suo posto entra Paolo ed altri due, che hanno preso localmente meno voti. Entano solo perchè il loro partito, che a Varese ha preso poco o nulla, a livello nazionale ha superato lo scoglio della soglia. Quei tre seggi non sono persi, vanno ad altri. A me pare un furto di voti. Inoltre questi meccanismo di ripartizione nazionale fa si' che in voto locale elegga anche un perfetto sconosciuto lontano 100 km, alla faccia del meccansimo delle liste corte e del rapporto tra elettore e candidato.

Se lo spagnolo piace, allora seguiamolo fino in fondo. Le soglie devono essere locali, non nazionali.
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Re: legge elettorale quale?

Messaggioda flaviomob il 25/01/2014, 20:42

Sono d'accordo con franz. Inoltre si dà tanta enfasi al sistema premiale regionale / comunale senza tener conto che ha determinato centri di spesa e di corruzione sempre crescenti. Secondo me più il parlamento è rappresentativo, più controlla.


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Re: legge elettorale quale?

Messaggioda Giovigbe il 27/01/2014, 11:13

franz ha scritto:Man mano che si analizza la bozza, appare evidente quanti ribrezzi.
Non scusate l'evidente allitterazione, voluta.

In rete trovo questo passaggio, che ritengo illuminante.
La scelta delle circoscrizioni a numero ridotto di seggi di per sé è interessante, vista soprattutto nell'ottica di esprimere candidati vicini al territorio, ma resa inutile dall'attribuzione dei seggi su base nazionale. Si producono infatti due effetti. Il primo, già commentato, è in realtà un caso particolare ed eventuale del secondo: può verificarsi che in ambito locale una lista ottenga anche la maggioranza assoluta dei voti ma, non passando lo sbarramento su base nazionale, che nessuno dei suoi candidati acceda al parlamento lasciando il posto a chi, localmente, ha perso. Questa assurdità sarebbe stata spudoratamente evidente se fossero state introdotte le preferenze; per questo i due promotori della legge si sono guardati bene dal farlo...

Il secondo è che nell'apporre la mia preferenza ad una lista di candidati locali, quindi a me "vicini" (come richiesto della consulta), di fatto esprimo una preferenza in ambito nazionale su candidati lontani dei quali nemmeno conosco il nome. Per capirci: il mio voto ad una lista nella quale compare un mio amatissimo zio potrebbe concorrere a far eleggere a mia insaputa "Tonino 'o curto" in una circoscrizione lontana. E questo, a mio parere, non rispetta una delle motivazioni della sentenza con la quale la consulta aveva dichiarato non costituzionale il porcellum: la vicinanza tra elettore e candidato sarebbe, infatti, solamente apparente; uno specchietto per le allodole!
Anche in questo caso l'assurdità sarebbe stata spudoratamente evidente se fossero state introdotte le preferenze.


Che dire? Io voto PIPPO a Varese e lui prende abbastanza voti per essere elggibile. Localmente un successo (il 50% dei voti, mettiamo). Ma non viene eletto perché il suo partito non ha superato la soglia nazionale. Ora mettiamo che a Varese ci fossero 6 eleggibili. Pippo ed altri 2 che sarebbero stati eletti visto il 50% dei voti, non viene eletto ma al suo posto entra Paolo ed altri due, che hanno preso localmente meno voti. Entano solo perchè il loro partito, che a Varese ha preso poco o nulla, a livello nazionale ha superato lo scoglio della soglia. Quei tre seggi non sono persi, vanno ad altri. A me pare un furto di voti. Inoltre questi meccanismo di ripartizione nazionale fa si' che in voto locale elegga anche un perfetto sconosciuto lontano 100 km, alla faccia del meccansimo delle liste corte e del rapporto tra elettore e candidato.

Se lo spagnolo piace, allora seguiamolo fino in fondo. Le soglie devono essere locali, non nazionali.


Questo ottimo intervento di Franz – per il quale lo ringrazio – evidenzia le lacune di una legge elettorale che non prevede preferenze.
Non le prevede perché sia a Renzi che a Berlusconi fa comodo un parlamento di nominati.
Aggiungo qualche altra considerazione assolutamente non esaustiva del tema
Delle preferenze ricordiamo tutto il male che portavano con se (soldi spesi, scambi non proprio legali….) tanto che un referendum ne voto l’eliminazione, solo l’esperienza di un parlamento di nominati che ha votato che Ruby era la nipote di Mubarak – ci spinge oggi a rivolerle.
Sarebbe meglio un collegio uninominale e stop.
Circa le soglie di sbarramento, ho qualche dubbio: io non ho mai sopportato i partiti lillipuziani che con lo 0,0000001% vogliono dettare legge.
C’è da dire inoltre che la l’ultima coalizione del berlusca era piena di questi partitini, ma lì tutti sono pagati dal padrone e fanno quello che lui dice; a sinistra con lo 0,00001% c’e ne è d’avanzo per dividersi fra riformisti alla Turati e massimalisti alla Bordiga.
Mi è sembrato giusto quello che ho letto come detto da Castagnetti: se DS e margherita hanno dato vita la PD a maggior ragione i piccoli partiti potrebbero fondersi per non morire.
Ma ce li vedete voi Giannino fuso con Montezemolo?
E la fusione di SC con UDC è già finita …perché qualcuno guardava a destra a qualcuno aveva altre (o alte??) ambizioni.
La logica vorrebbe che a sinistra del PD SEL e altre formazioni di sinistra si fondessero ma a sinistra (purtroppo) questa parola non fa parte del vocabolario
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Re: legge elettorale quale?

Messaggioda Iafran il 27/01/2014, 11:51

I sistemi elettorali precedenti, con e senza preferenze, hanno favorito o impedito nel 1998 (Prodi I) a Giuseppe Bicocchi, Diego Masi, Mara Malavenda; nel 2008 (Prodi II) a Mastella, Dini, Fisichella, Turigliatto, De Gregorio; nel 2010 (Berlusconi IV) a Drago, Mannino, Pisacane, Saverio Romano, Ruvolo, Porfidia, Razzi, Scilipoti, Calearo e Cesario di fare di testa loro alla faccia dei propri elettori?
Una bella governabilità quella che offre un mondo "politici" corrotto, discusso e discutibile che si affida a "parlamentari" pronti a "dare ragione" al miglior offerente!
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Re: legge elettorale quale?

Messaggioda franz il 27/01/2014, 14:07

Iafran ha scritto:I sistemi elettorali precedenti, con e senza preferenze, hanno favorito o impedito nel 1998 (Prodi I) a Giuseppe Bicocchi, Diego Masi, Mara Malavenda; nel 2008 (Prodi II) a Mastella, Dini, Fisichella, Turigliatto, De Gregorio; nel 2010 (Berlusconi IV) a Drago, Mannino, Pisacane, Saverio Romano, Ruvolo, Porfidia, Razzi, Scilipoti, Calearo e Cesario di fare di testa loro alla faccia dei propri elettori?
Una bella governabilità quella che offre un mondo "politici" corrotto, discusso e discutibile che si affida a "parlamentari" pronti a "dare ragione" al miglior offerente!

Qui non c'è santo che tenga. Fintanto che è il Parlamento a dare la fiducia (e a toglierla) come sta scritto nella Costituzione e fintanto che gli eletti lo sono "senza vincolo di mandato" non esiste sistema elettorale che metta al riparo dal salto della quaglia. L'unico modo è l'elezione diretta a suffragio universale di entrambi i poteri (legislativo ed esecutivo) ed una completa separazione di poteri. Tutte cose possibili con una nuova Cost.
Non mi sembra pero' che questo parlamento sia titolato per riformare la costituzione. A malapena è leggittimato a modificare la legge elettorale e se non ci riuscirà si andrà a votare con un porcellum emendato dai rilievi di incostituzionalità (in pratica un proporzionale puro).
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Re: legge elettorale quale?

Messaggioda Giovigbe il 27/01/2014, 17:10

Qualcosa sembra muoversi per le preferenze


dal sito dell'Huffington Post

Abbassare le soglie di sbarramento per partiti e coalizioni, alzare la soglia per l'attribuzione del premio di maggioranza, introdurre le preferenze. Ma anche rimandare l'entrata in vigore della legge elettorale a dopo la riforma del Senato, trasformare i collegi da plurinominali in uninominali e prevedere il voto degli studenti Erasmus. È quanto prevedono gli emendamenti presentati dal Partito democratico al testo dell'Italicum.

Uno solo è stato condiviso da tutti e 21 i componenti della commissione Affari costituzionali. E prevede la delega al governo a disegnare i collegi e le circoscrizioni. Un'eventualità che poco piace a Forza Italia, che teme un eccessivo allungamento dei tempi d'approvazione.

Molti sono iniziative di singoli parlamentari. Ma alcuni sono stati firmati trasversalmente, sia da renziani che da membri dell'opposizione interna. "Siccome non riuscivamo a trovare l'accordo su posizioni unitarie - spiega un esponente dem - abbiamo utilizzato un escamotage, facendo siglare trasversalmente alcuni emendamenti, sia rispetto alle anime del partito sia alle estrazioni geografiche degli eletti".

Un modo che da un lato permette al Pd di non presentarsi in commissione con maggioranza e minoranza barricate su posizioni opposte. E che dall'altro consente agli uomini del Nazareno di buttare nella mischia parlamentare alcuni correttivi senza che questi passino necessariamente come le posizioni del partito.

Sono dunque gli emendamenti "misti" quelli che hanno più possibilità di farsi strada nell'iter dell'approvazione della legge. Prevedono l'abbassamento della soglia di sbarramento per le coalizioni dal 12% al 10% (con il conseguente calo dello stop dell'eventuale primo dei partiti coalizzati dal 5% al 3%) e quella dei partiti che corrono in solitaria dall'8% al 5% .

La novità più rilevante riguarda però il tentativo di mediazione sulle preferenze: "Uno o due voti di preferenza - si legge - per i candidati compresi nella lista del collegio plurinominale prescelta successivi al primo". Dunque alle segreterie in mano la scelta del primo degli eletti, ma siano i cittadini a scegliere tutti gli altri. Conseguente l'ampliamento delle dimensioni dei collegi, che da un minimo di tre a un massimo di sei parlamentari arriverebbero ad eleggerne da quattro a otto, lasciando in questo modo più possibilità ai secondi di lista di giocarsi un posto a Palazzo. L'assegnazione dei seggi avverrebbe infatti "attribuendo prima il seggio ai capilista e, successivamente, in base al maggior numero di voti di preferenza ottenuti".

È Rosy Bindi ad avanzare una proposta alternativa. Quella, fatto salvo l'impianto generale della legge, di trasformare i collegi da plurinominali a uninominali. Una soluzione che potrebbe intercettare il favore di Scelta civica - che l'ha avanzata non più tardi di venerdì - ma anche quello, si pur tiepido, di Forza Italia e Lega nord.

L'ex presidente dei Dem va oltre, offrendo un'altra possibilità: quella di dividere il territorio per il 50% in collegi con un unico candidato, e per il restante 50% mantenendo collegi con più eletti (in questo secondo caso attraverso le preferenze). Difficile che passi. Più facile che venga accolta la proposta di alzare la soglia per sbloccare il premio di maggioranza dal 35% al 38% e quella di abbassare la soglia di sbarramento per i partiti coalizzati al 4%.

Enzo Lattuca propone un recupero in termini di seggi per la prima lista delle coalizioni fra quelle arrivate al di sotto della soglia di sbarramento, ma che abbia conseguito almeno il 2% dei consensi su base nazionale (un po' come avveniva con il Porcellum).

Da menzionare un paio di emendamenti di Francesco Sanna, uomo vicinissimo a Enrico Letta. Il primo riguarda il recupero, in termini di seggi, di quelle liste che, pur avendo contribuito al conseguimento del premio di maggioranza da parte della propria coalizione, non siano riuscite a superare la soglia di sbarramento. Il secondo prevede uno strano ibrido tra preferenze e liste bloccate: "Qualora un candidato ottenga un numero di preferenze almeno pari alla metà per dei voti necessari per conseguire un quoziente intero (derivato dal numero dei voti circoscrizionali diviso per il numero dei seggi totali da attribuire n.d.r.) la sua posizione in graduatoria aumenta di una unità".

Infine si segnalano Marco Meloni che propone il diritto di voto per gli studenti Erasmus e Giuseppe Lauricella. Il deputato siciliano ha presentato un emendamento caustico: "La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla entrata in vigore della legge costituzionale" di riforma del Senato. Solo una sorniona provocazione?
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Re: legge elettorale quale?

Messaggioda flaviomob il 28/01/2014, 20:03

Porcellum e Italicum: ugualmente disuguali

di Gianni Ferrara, da il manifesto, 28 gennaio 2014

Poche ore dopo la pub­bli­ca­zione della sen­tenza 1/2014 della Corte costi­tu­zio­nale, la ragione per la quale era stata dichia­rata l’illegittimità costi­tu­zio­nale del Por­cel­lum era scom­parsa dai media di que­sto paese. La pro­pa­ganda dei distrut­tori della demo­cra­zia mediante lo svuo­ta­mento dei suoi fon­da­menti e dei suoi stru­menti la aveva già occul­tata die­tro il fumo di parole come «pre­mio», «soglia», «sta­bi­lità», «gover­na­bi­lità» ecc. I fal­sari di pro­fes­sione della poli­to­lo­gia assol­dati dai capi dei comi­tati elet­to­rali che hanno sosti­tuito i par­titi poli­tici si sono but­tati subito a spo­stare l’attenzione sui tre sistemi elet­to­rali pro­po­sti da Renzi dichia­rando che erano tutti coe­renti con quanto aveva affer­mato la Corte, l’esatto con­tra­rio della verità.

L’attenzione dell’opinione pub­blica è stata così attratta dalla pro­po­sta risul­tante dalla «pro­fonda sin­to­nia» tra Renzi e Ber­lu­sconi, ora all’esame della Camera dei depu­tati. Pro­po­sta che mira alla rivi­vi­scenza del Por­cel­lum camuf­fato ma aggra­vato in fun­zione degli inte­ressi dei due «sin­to­nici». Nulla a che fare quindi con la pro­nun­zia della Corte, nulla a che fare con la costi­tu­zio­na­lità di un sistema elettorale.

È diven­tato quindi quanto mai neces­sa­rio, è dove­roso, infor­mare, gri­dare la verità accer­tata dalla Corte. Lo ave­vamo detto, ripe­tuto cento volte. Ora è san­cito in modo uni­voco dall’organo della mas­sima garan­zia costi­tu­zio­nale. È quindi pro­vato che l’Italia ha subito in sette anni tre colpi di stato. Quelli che ha inferto il Por­cel­lum le tre volte che è stato appli­cato per le ele­zioni del par­la­mento della Repubblica.

Ben si sa che in nome della con­ti­nuità dello stato, l’efficacia delle sen­tenze dichia­ra­tive dell’illegittimità delle leggi decorre dal giorno suc­ces­sivo al depo­sito della sen­tenza della Corte costi­tu­zio­nale. Ma la decor­renza dell’efficacia non sana, non assolve, non atte­nua l’illiceità della norma dichia­rata inco­sti­tu­zio­nale. L’illiceità resta, è inde­le­bile e impre­scrit­ti­bile. Con­danna per l’avvenire ogni rivi­vi­scenza. È tale quella cui mira il sistema elet­to­rale Berlusconi-Renzi. Se que­sto pro­getto sarà appro­vato il colpo di stato sarà rei­te­rato tutte le volte che il corpo elet­to­rale sarà chia­mato a votare.

Per­ché ogni volta sarà vili­peso, truf­fato, ripu­diato il prin­ci­pio fon­dante della nostra Costi­tu­zione, dello stato di diritto, della demo­cra­zia, della civiltà giu­ri­dica: il prin­ci­pio di egua­glianza. Con­tra­ria­mente a quel che la Corte ha pre­scritto si negherà che il «prin­ci­pio costi­tu­zio­nale di egua­glianza del voto esige che l’esercizio dell’elettorato attivo avvenga in con­di­zione di parità in quanto cia­scun voto con­tri­bui­sce poten­zial­mente e con pari dignità alla for­ma­zione degli organi elet­tivi …». Si negherà anche che il «… cir­cuito demo­cra­tico defi­nito dalla Costi­tu­zione, basato sul prin­ci­pio fon­da­men­tale di ugua­glianza del voto … esige comun­que che cia­scun voto con­tri­bui­sca poten­zial­mente e con pari effi­ca­cia alla for­ma­zione degli organi elet­tivi …». Invece che pre­clu­derle, si pro­pone di riap­pro­vare norme volte «al legit­timo obiet­tivo di favo­rire sta­bili mag­gio­ranze par­la­men­tari e quindi sta­bili governi …» ma che «pro­du­cono … una ecces­siva diva­ri­ca­zione tra la com­po­si­zione dell’organo della rap­pre­sen­tanza poli­tica, che è al cen­tro del sistema della demo­cra­zia rap­pre­sen­ta­tiva e della forma di governo par­la­men­tare e la volontà dei cit­ta­dini attra­verso il voto, che costi­tui­sce il prin­ci­pale stru­mento di mani­fe­sta­zione della sovra­nità popo­lare, secondo l’art. 1, secondo comma della Costituzione».

Si rove­scerà quindi l’affermazione della Corte secondo cui quello della sta­bi­lità è un obiet­tivo legit­timo ma non è né un prin­ci­pio né un fon­da­mento dello stato costi­tu­zio­nale. E che per­ciò non per­mette «una illi­mi­tata com­pres­sione della rap­pre­sen­ta­ti­vità dell’assemblea par­la­men­tare» che il Por­cel­lum com­met­teva e l’accoppiata Renzi-Berlusconi vuole rein­tro­durre. Si vorrà con­ti­nuare a coar­tare «la libertà di scelta degli elet­tori nell’elezione dei pro­pri rap­pre­sen­tanti in par­la­mento, che costi­tui­sce uno delle prin­ci­pali espres­sioni della sovra­nità popolare …».

La ripro­du­zione testuale delle moti­va­zioni salienti della sen­tenza della Corte costi­tu­zio­nale n.1 di quest’anno (pre­si­dente Sil­ve­stri, rela­tore e redat­tore Tesauro) è dovuta a incon­te­sta­bili esi­genze. Una è quella, peral­tro duplice, di rife­rire quali sono le cen­sure di inco­sti­tu­zio­na­lità dichia­rate, quali sono cioè le dispo­si­zioni nor­ma­tive che per­dono ogni effi­ca­cia giu­ri­dica e che, per essere state giu­di­cate ille­git­time, non sono ripro­du­ci­bili. Si è voluto così rispon­dere al dovere di infor­mare esat­ta­mente del con­te­nuto e della por­tata della sen­tenza. Di quel che una legge elet­to­rale non deve contenere.

Da que­sta sen­tenza emerge però qualcos’altro e di più. Espli­cita infatti l’oggetto e il con­te­nuto del colpo di stato, come all’inizio ho chia­mato il Por­cel­lum. Una legge esem­plare di quel tipo che impor­rebbe il rifiuto di pro­mul­ga­zione da parte del pre­si­dente della Repub­blica per vio­la­zione di un prin­ci­pio invio­la­bile della Costi­tu­zione e fon­dante della Repub­blica. Rifiuto da opporre pre­via con­ferma par­la­men­tare di tal tipo di legge rin­viata alle camere dal pre­si­dente ai sensi dell’art. 74 della Costi­tu­zione, pre­vio suc­ces­sivo ed even­tuale ricorso alla Corte per carenza di potere pro­mul­ga­tivo di leggi che tra­vol­gono i fon­da­menti dell’ordinamento costi­tu­zio­nale. L’inerzia del pre­si­dente allora in carica ha deter­mi­nato l’effetto di tre legi­sla­ture par­la­men­tari elette con un sistema elet­to­rale ille­git­timo. Un pre­ce­dente che ha get­tato l’Italia ai livelli più bassi della civiltà giu­ri­dica e poli­tica. La Corte costi­tu­zio­nale con la prima sen­tenza di quest’anno ha prov­ve­duto a risol­le­varla. E, con­trad­di­cendo una cele­brata dot­trina, si è ele­vata, essa sì, a garante della Costi­tu­zione. Ma gli effetti deva­stanti già pro­dotti non pote­vano essere sanati. Non lo sono stati. Ne con­se­gue un impe­ra­tivo inde­fet­ti­bile: mai più.

(28 gennaio 2014)

http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... disuguali/

PS: fuori tema, qualche sondaggino recente, per quello che vale, qui


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