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L'effetto principale della scissione del PdL sarà di cambiare la maggioranza governativa rendendo più facile per alcuni sottogruppi di senatori diventare determinanti. Questo significa che per tali sottogruppi sarà più facile estrarre concessioni. Per i numeri uso senza vergogna wikipedia, che su queste voci mi pare molto più informata e tempestiva del giornalista politico medio. Prima della scissione il governo Letta contava al Senato su 237 voti dei 315 dei senatori eletti (ossia non a vita). Prima della scissione il PdL contava 91 senatori. Gli esatti numeri dopo la scissione non sono ancora noti ma si parla di 30-35 senatori nel nuovo gruppo ''alfaniano', ossia circa 60 fedeli berlusconiani dovrebbero passare all'opposizione. La nuova maggioranza quindi si riduce a qualcosa tra 175-180 senatori. Questo significa che una coalizione che comprenda tra 20 e 30 senatori può far cadere il governo. Questo avrebbe enormemente accresciuto il potere di Scelta Civica, se fosse rimasto un gruppo omogeneo. Al momento invece la situazione è molto confusa; si possono formare sottogruppi nel PD, sottogruppi a base regionale etc. Sono numeri da guardare più attentamente una volta che si è chiarito chi sta con chi.
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