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Diritti e dignità per chi lavora in Italia

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Diritti e dignità per chi lavora in Italia

Messaggioda flaviomob il 23/02/2013, 9:25

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2571&l=it

Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione

L’ASGI ritiene doverosa e non più prorogabile una radicale riforma normativa per:

1. DIVERSIFICARE E SEMPLIFICARE GLI INGRESSI.
Modificare il c.d. Decreto Flussi rendendolo annualmente obbligatorio, effettivamente corrispondente alle esigenze occupazionali delle singole regioni, basato su differenti criteri di attribuzione delle quote e in grado di assicurare in tempi rapidi l’ingresso del lavoratore straniero (anche grazie all’inserimento di meccanismi di silenzio-assenso). Introdurre un nuovo canale di ingresso, che consenta ai cittadini stranieri di entrare regolarmente in Italia con un visto per ricerca lavoro (di almeno un anno), con un effettivo incentivo al rientro nel Paese di origine in caso di mancato reperimento di occupazione. Semplificare le procedure per il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche conseguiti all’estero. Incentivate la negoziazione e l’attuazione degli accordi bilaterali volti alla effettuazione dei programmi di formazione professionale nei paesi di origine. Garantire sempre la restituzione dei contributi versati in Italia in caso di definitivo rientro in patria senza diritto a pensione.
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2. INTRODURRE UN MECCANISMO DI REGOLARIZZAZIONE ORDINARIA per ogni singolo cittadino straniero già presente in Italia che dimostri lo svolgimento di una attività lavorativa o importanti legami familiari o affettivi. Assicurare la convertibilità di tutti i tipi di permessi di soggiorno. Trasferire ai Comuni la competenza in materia di rinnovo del titolo di soggiorno. Abrogare l’accordo di integrazione, il contratto di soggiorno, la tassa sul permesso di soggiorno e ogni automatismo preclusivo al mantenimento del titolo di soggiorno.
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3. RAFFORZARE IL DIRITTO AL RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE consentendo delle parziali deroghe ai requisiti reddituali e abitativi, stabilendo per i genitori gli stessi requisiti previsti per il coniuge e favorendo la regolarizzazione dei familiari che vivono già in Italia senza titolo di soggiorno. Garantire a tutti i minori parità di diritti a prescindere dalla nazionalità e dalla condizione giuridica dei genitori. Assicurare anche ai minori con genitori non autorizzati il rilascio di un titolo di soggiorno. Stabilire un sistema uniforme e scientificamente rigoroso per l’accertamento dell’età. Assicurare il diritto al rilascio del titolo di soggiorno al raggiungimento della maggiore età in presenza dei soli requisiti lavorativi e abitativi.
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4. CHIUDERE I CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE (CIE). Garantire che ogni forma di limitazione della libertà personale sia disposta da un giudice professionale (e non più dai giudici di pace) al pari di quanto previsto per tutti i cittadini italiani e che l’identificazione delle persone socialmente pericolose avvenga durante la detenzione in carcere e non più disponendo un nuovo e ulteriore trattenimento amministrativo. Limitare l’uso delle espulsioni solo per le violazioni più gravi e incentivare il rimpatrio volontario. Sottoporre sempre alla previa approvazione del Parlamento gli accordi di riammissione con i Paesi terzi. Abrogare i reati che puniscono l’ingresso o il soggiorno non autorizzati.
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5. ASSICURARE L’EFFETTIVO ESERCIZIO DEL DIRITTO D’ASILO in tutte le frontiere, soprattutto quelle marittime. Definire un testo unico delle norme in materia di asilo. Garantire sempre ai richiedenti asilo un’accoglienza secondo gli standard dell’UE, anche nelle c.d. zone di sbarco, abolire gli attuali Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA). Limitare a ipotesi eccezionali il trattenimento dei richiedenti asilo. Riformare la composizione delle Commissioni Territoriali e la disciplina della protezione umanitaria. Rendere automatico l’accesso al gratuito patrocinio e il diritto di restare in Italia (e di essere accolto) del richiedente asilo che ha presentato un ricorso innanzi all’Autorità giudiziaria.
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6. ASSICURARE IL RISPETTO DEL PRINCIPIO DI NON-DISCRIMINAZIONE. Completare il riordino delle varie tipologie di procedimento giudiziario antidiscriminatorio. Istituire una Agenzia Nazionale Antidiscriminazione autonoma e indipendente con effettivi poteri di indagine e sanzionatori. Garantire a tutti i cd. apolidi di fatto, già in via amministrativa, il riconoscimento dello status di apolide, nonché il rilascio di un titolo di soggiorno a partire dal momento in cui la richiesta è avanzata e a prescindere da una pregressa residenza. Introdurre con legge statale, una specifica disciplina per la tutela e le pari opportunità delle persone appartenenti alla minoranza linguistica dei Rom e dei Sinti in Italia.
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7. GARANTIRE PARI ACCESSO A PRESTAZIONI SOCIALI E PUBBLICO IMPIEGO per i cittadini stranieri, eliminando condizioni e requisiti discriminatori che ostacolano l’accesso a prestazioni sociali di natura assistenziale, così adeguando l’ordinamento italiano ai principi di diritto internazionale ed europeo. Riconoscere il diritto dei cittadini stranieri di accedere al pubblico impiego, salvo nei casi di esercizio di pubblici poteri o di tutela dell’interesse nazionale. Completare il riordino delle varie tipologie di procedimento giudiziario antidiscriminatorio. Istituire una Agenzia Nazionale Antidiscriminazione autonoma e indipendente con effettivi poteri di indagine e sanzionatori.
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8. TUTELARE LE VITTIME DI TRATTA E GRAVE SFRUTTAMENTO, garantendo effettive forme di indennizzo, un iniziale “periodo di riflessione”, il rilascio del permesso di soggiorno indipendentemente dalla collaborazione con l'Autorità giudiziaria e la non imputabilità per i reati commessi durante la fase di sfruttamento.
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9. GARANTIRE PROCESSI EQUI E UNITARI a tutti i cittadini stranieri, attribuendo esclusivamente al giudice ordinario la competenza di tutti i procedimenti relativi alla condizione giuridica del cittadino straniero (escludendo sia il giudice amministrativo, sia il giudice di pace) e assicurando sempre al cittadino straniero il diritto ad esporre realmente le proprie ragioni. Migliorare la condizione giuridica e le prospettive di stabilizzazione del soggiorno dei cittadini stranieri detenuti in carcere o ammessi a misure alternative alla detenzione.
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10. RIFORMARE LA LEGGE SULLA CITTADINANZA E SUL DIRITTO DI VOTO, riconoscendo a tutti i cittadini stranieri residenti in Italia la possibilità di votare alle elezioni comunali (e delle città metropolitane) e il diritto ad acquisire la cittadinanza italiana in tempi più brevi e con procedure rapide e trasparenti. Valorizzare il principio dello ius soli. Garantire a tutti i minori e in particolare a quelli nati sul territorio italiano speciali possibilità per un agevole acquisto della cittadinanza italiana.
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Re: Diritti e dignità per chi lavora in Italia

Messaggioda flaviomob il 12/11/2013, 16:15

Il 64% degli italiani da l’ok allo ius soli.



Questi sono i dati che emergono da una ricerca Ipsos presentati oggi, inoltre più del 50% considera l’immigrazione una risorsa irrinunciabile. Kyenge: "Bella sorpresa, non è demagogia"

Il 64% degli italiani è "molto favorevole" a estendere la cittadinanza ai figli di immigrati stranieri nati nel nostro Paese. Lo indica una ricerca dell'istituto Ipsos presentata oggi a Milano dal presidente Nando Pagnoncelli, nel corso del convegno "Il lavoro è cittadinanza".

Secondo lo studio a questa percentuale si aggiunge un ulteriore 15% di italiani "abbastanza favorevoli". Meno entusiasti sono invece i cittadini del Nord-Est, il 52% dei quali sono "molto favorevoli" e il 19% "abbastanza favorevoli".

"Lo ius soli è condiviso dalla larga maggioranza del Paese, non è demagogia". Lo constata Cecile Kyenge, ministro per l'Integrazione, commentando la ricerca di Ipsos che evidenzia come gli italiani sia d'accordo sull'introduzione della cittadinanza ai figli degli immigrati, definendola "una bella sorpresa". Il ministro è convinto che "la sua introduzione sia un'esigenza per il Paese".

6 italiani su 10 sono favorevoli a modificare la legge 91/92, questi numeri "fanno capire che la situazione è diversa da ciò che vediamo fuori con le manifestazioni - afferma Kyenge - La fotografia del Paese è un'altra e l'Ipsos ci dice che lo ius soli è condiviso dalla maggioranza del Paese, quindi è positivo".

Quanto all'ipotesi di abolizione del reato di clandestinità è favorevole solo il 42% degli italiani a causa di una diffusa sovrastima della percentuale dei clandestini. Impressione comune è che l'Italia sia lasciata sola ad affrontare il problema dei clandestini che dovrebbe invece coinvolgere tutta l'Ue. Lo pensa con molta convinzione il 48% degli italiani ai quali si aggiunge un altro 17% di cittadini abbastanza d'accordo sul fatto che l'Europa stia scaricando il problema sull'Italia.

In generale gli immigrati sono considerati una risorsa irrinunciabile per l'economia italiana dal 54% dei cittadini, percentuale che sale addirittura al 65% nel Nord-Est.

http://www.italianipiu.it/index.php/new ... o-ius-soli


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