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Minaccia di divisioni nel PD

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Minaccia di divisioni nel PD

Messaggioda cardif il 09/11/2013, 20:27

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... ta/772031/

Pd, Epifani: “Organizziamo congresso Pse”. Fioroni: “Allora torna la Margherita”
Il segretario: "Consesso dei socialisti europei a febbraio in Italia per la prima volta. Lì sono le nostre radici". I cattolici insorgono. L'ex ministro dell'Istruzione: "Blitz pericoloso e grave". Ma ormai è tutti contro tuttiNon basta l’adesione a un governo di larghe intese che – tra gli elettori – non vorrebbe nessuno. Non basta un congresso che sta spaccando il partito in tre o quattro tronconi. Non basta il caos sui tesseramenti che ha costretto a sospenderli per due settimane. Il Partito democratico rischia di accarezzare l’ipotesi inaudita di una scissione su un caso che pare banale, ma banale non è. Il segretario Guglielmo Epifani, infatti, ha annunciato che “tra febbraio e marzo avremo l’onore di organizzare a Roma, per la prima volta, il congresso del Pse”. Non solo: dal palco di un incontro pubblico, a Milano, organizzato dal candidato alla segreteria Gianni Cuperlo Epifani aggiunge che l’organizzazione dell’assemblea dei socialisti europei è “un segno di appartenenza che dice quali sono le nostre radici e i nostri legami”. Dichiarazione che vale doppio a 6 mesi dalle elezioni europee del maggio prossimo.
Inevitabile che l’area cattolica del partito salti sulla sedia. Prima interviene l’ex segretario del Ppi Pierluigi Castagnetti: “Con tutto il rispetto di Epifani che fa un lavoro difficilissimo: non mi pare che il Pd abbia mai deliberato di aderire al Pse” scrive su Twitter. Ma è Giuseppe Fioroni ad andare fino in fondo. Contesta l’organizzazione del congresso del Pse e lo giudica “un blitz pericoloso e grave”, con cui “viene meno l’atto fondativo del Pd” che escludeva l’adesione al Pse. In questo modo, aggiunge in un tweet, “lo scioglimento della Margherita è annullato di fatto”. Secondo l’ex ministro dell’Istruzione si tratta di “un atto grave che muta geneticamente il Pd”. “Riflettete prima di farlo – dice Fioroni in un altro tweet – E’ un blitz pericoloso e grave che annulla il partito di centrosinistra per diventare la sinistra. Un errore gravissimo”. ”L’adesione al Pse non è prevista nel patto fondativo del Pd – aggiunge il deputato Simone Valiante – Il Pd è nato per mettere assieme culture diverse, non per aderire al Partito Socialista Europeo cosa che, oltretutto, non mi sembra argomento di attualità”. Giorgio Merlo, un altro ex Dc, ex Ppi ed ex Margherita invita a non fare confusione e quindi “rispetto per il Pse”, ma il Pd “è un’altra cosa”: “Del resto, se vogliamo restare fedeli al suo atto fondativo, il Pd anche a livello europeo è tale per la sua originalità politica e culturale. Non creiamo ulteriore confusione”.
Ma c’è chi spinge in direzione diversa. “La scelta di tenere a Roma il congresso del Pse è giusta e importante” afferma il senatore Vannino Chiti. “Tutti i candidati alla segreteria – aggiunge – propongono l’adesione al Pse: almeno questa decisione è comune e condivisa. Non è di poco conto. Stupisce che qualcuno sembri non essersene accorto. Non è il tempo di stare da soli in Europa né alle elezioni per il Parlamento Europeo né dopo. Questo parziale autoisolamento è durato anche troppo. Noi siamo una sinistra plurale e la nostra collocazione non puç che essere con chiarezza con i socialisti e i progressisti europei”. Tifa Pse e non potrebbe essere altrimenti anche il segretario del Psi Riccardo Nencini: “I nodi vengono sempre al pettine. Mi auguro che, dopo l’8 dicembre, il nuovo segretario del Pd, sulla questione dell’appartenenza a uno dei due grandi schieramenti europei, usi parole chiarissime” dice. I parlamentari socialisti sono stati peraltro eletti proprio nelle liste del Pd. “Se il Pd – continua Nencini – intende creare nuove difficoltà al Governo nei suoi rapporti con l’Europa, proprio ora che Letta ha acquisito una maggiore autorevolezza internazionale si accomodi pure. Noi stiamo benissimo dalla parte opposta a dove siede la Merkel”.
Si tratta dell’ennesimo colpo a un partito in cui perfino l’ideatore e fondatore pare non riconoscersi più. Romano Prodi ha annunciato, infatti, che non voterà alle primarie dell’8 dicembre dopo non aver rinnovato la tessera. E sullo sfondo resta uno scenario da tutti contro tutti. Lo stesso Epifani, per esempio, ribadisce di essere convinto di aver fatto la cosa giusta quando il Pd ha rinnovato la fiducia al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri rispondendo così alle critiche di Matteo Renzi.
Gianni Cuperlo se la prende con il sindaco di Firenze quando dice che ”è mia convinzione profonda che non si possa fare questo lavoro mentre fai un’altra cosa”. “Se ti candidi a cambiare tutto, nella sinistra e nel paese, non lo fai come secondo lavoro nei ritagli di tempo – ha aggiunto – Una politica senza simboli e senza anima si riduce alla tecnica. Che è cosa interessante ma non è politica. Questo simbolo del Pd è nostro, di tutti noi”. Pippo Civati ce l’ha con i vertici del partito che ha sospeso le nuove iscrizioni: “Questo stop ai tesseramenti mi sembra una iniziativa un po’ curiosa. Prima hanno fatto tutti le tessere in maniera forsennata, si sono “menati” nelle commissioni di garanzia con ricorsi e controricorsi, e ad un certo punto si è gridato alla ‘vergogna’. Io, però, tutto questo lo avevo denunciato per primo”.

Nel PD non si è mai superata la contrapposizione delle due anime fondatrici. Eppure c'è una generazione più fresca (Letta, Renzi, Cuperlo).

Il Pdl si divide, il Pd si divide, Scelta civica si divide.
E poi dice che va bene il maggioritario in Italia. Mah
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Re: Minaccia di divisioni nel PD

Messaggioda Robyn il 09/11/2013, 20:44

Il PD è un partito che bisogna inglesizzare completamente nelle forme,nei contenuti,nella comunicazione,nell'immagine dando molto spazio ai giovani,facendone un partito leggero e agile senza pastoie liturgiche e burocratiche e chi non è per la modernità non è che viene impedito di iscriversi semplicemente non si avvicina.Sì all'adesione al Pse anche Matteo Renzi è d'accordo
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Re: Minaccia di divisioni nel PD

Messaggioda cardif il 10/11/2013, 13:31

Robyn ha scritto:Il PD è un partito che bisogna inglesizzare

Si può cambiare il PD come si vuole; chi può, naturalmente. Ma le due anime restano, ogni poco in contrasto (oggi ci sono Renzi e Cuperlo a rappresentarle).
Sono gli italiani, non solo i politici, che si dividono e che non sono per il maggioritario.
E' solo una costatazione.
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Re: Minaccia di divisioni nel PD

Messaggioda Robyn il 10/11/2013, 18:52

No,non sono gli italiani,sono i politici che per i loro interessi hanno confuso le idee al paese.Il proporzionale crea seri guasti alla democrazia con il voto di scambio induce alla frammentazione all'ingovernabilità e alla formazione di partiti sù base etnica e regliosa.Adesso in europa in partiti di sinistra in particolar modo Francia Gran Bretagna hanno a loro interno cattolici protestanti anglicani,ortodossi.Questa cosa porta ad un'idea diversa di democrazia.Infine il Pse è necessario aspettare che dopo il letargo,il risveglio porti ad idee più chiare e nitide sù cosa è il Pse.Quindi c'è bisogno di tempo non è neanche una cosa all'ordine del giorno le europee sono lontane
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Re: Minaccia di divisioni nel PD

Messaggioda matthelm il 10/11/2013, 21:19

Epifani o ci è o ci fa. La sua trovata è semplicemente ridicola e fatta apposta dai nostalgici che pensano di trasformare il Partito democratico in Partito socialista. Non è disdicevole ma non era nel progetto del Partito democratico.
La stupidità di questa inattesa presa di posizione sta nel fatto di aumentare la visibilità di un partito in perenne discussione mentre il Pdl sta spaccandosi
Spero solo che se Renzi vincerà e finiscano così queste trovate e finalmente si costruisca quel partito che era nel progettochi si richiamava dell'Ulivo . Lo ha sottolineato Arturo Parisi anche oggi.
Lo ripeto per voltare definitivamente questa pagina insulsa che il Pd sta vivendo si deve sperare in Renzi. Altrimenti fine del progetto e dell'impegno.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Minaccia di divisioni nel PD

Messaggioda cardif il 10/11/2013, 23:50

Robyn ha scritto:No,non sono gli italiani,...

Robyn, hai letto? Capisci ora? Sono gli italiani.
Con questi ragionamenti il PD non c'è, c'è Renzi contro Cuperlo; e nemmeno Prodi ci si riconosce, perciò non vota.
Ma non c'è nemmeno il maggioritario: ci sono la sinistra, il centro la destra, gli estremi, gli scontenti: lega, idv, m5s.
Ragionamenti legittimi, per carità. Ognuno ha il diritto di credere in quel che vuole.
Se si deve fare la forzatura dall'alto, 'non confondere le idee al paese' (???), dev'essere all'americana, non all'inglese: leader contro leader: Obama contro McCain, Bush contro Kerry, ecc; non partito contro partito.
E' legittimo che piaccia: Matteo Renzi contro Silvio (o Barbara) Berlusconi: è avvincente, un bel match: il popolo che si divide e ciascuno si spella le mani per il suo leader, a prescindere dai contenuti ma sulla base dell'impatto mediatico o del solo inquadramento politico. Ok.

Per me la politica è un'altra cosa.
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Re: Minaccia di divisioni nel PD

Messaggioda Robyn il 11/11/2013, 12:09

dev'essere all'inglese non all'americana.All'inglese si votano i partiti non la leadership.La leadership assume comunque una rilevanza per il fatto che è leadership di quel partito che ha vinto le elezioni,il partito ha bisogno di una guida.Le altre forme che abbiamo cercato di adottare in Italia come l'elezione diretta del premier non esiste in europa,ma solo in Israele,modalità che hanno abbandonato in fretta
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Re: Minaccia di divisioni nel PD

Messaggioda flaviomob il 11/11/2013, 17:45

Ma... se tutti i candidati segretari sono d'accordo sull'adesione al Pse, mi domando dove stia il problema.

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La surreale e bugiarda discussione del PD sull'adesione al Pse

SCRITTO DA
Andrea Mollica



Lo svolgimento del congresso del Partito socialista europeo a Roma annunciato a sorpresa da Guglielmo Epifani ha provocato un nuovo scontro in casa PD, questa volta trasversale alle quattro mozioni che si stanno confrontando al congresso. Beppe Fioroni, uno dei leader dell’ex Margherita, ha scritto una lettera alla “Stampa” di Torino dove rimarca il rischio di snaturamento del progetto originario del PD in caso di adesione al Partito socialista europeo. Vari malumori sono stati espressi da componenti dei due principali schieramenti congressuali, legati a Renzi e Cuperlo, in merito a questa prospettiva. Il portavoce di Bersani, Stefano Di Traglia, ha voluto precisare che la questione del PSE era già stata risolta dall’ex segretario, una spiegazione che assume tratti tanto surreali quanto bugiardi come quelli di chi evita di affrontare il vero punto della discussione. Il Partito Democratico è la prima formazione politica dell’Italia, uno dei paesi fondatori dell’Europa unita e la terza economia dell’eurozona. Il PD è l’unico partito, a ben sei anni dalla sua fondazione, a non aver una collocazione internazionale ed europea. Se le organizzazioni sovranazionali che racchiudono partiti di varie parti del mondo hanno un peso relativo, ben diverso è il discorso per quanto riguarda i partiti europei. Essi sono riconosciuti come soggetti fondamentali dell’Unione Europea dagli stessi trattati fondativi
L’articolo 10, comma 4 del Trattato sull’Unione Europea afferma che “I partiti politici a livello europeo contribuiscono a formare una coscienza politica europea e ad esprimere la volontà dei cittadini dell’Unione”. Si può discutere se, come spesso capita, quanto affermato dai trattati sia rimasto lettera morta, ma la discussione interna al PD dovrebbe partire da questo fallimento, ovvero l’incapacità dei democratici di trovare una collocazione all’interno di un partito europeo. Un punto tanto più rilevante se, come spesso sostiene il PD, si pensa che l’uscita della crisi possa essere realizzata attraverso una maggiore unità politica dell’Europa. Il probabile nuovo segretario del PD Matteo Renzi parla nella sua mozione di Stati Uniti d’Europa, e davvero sarebbe fantascienza pensare che in una simile prospettiva il PD non scegliesse di aderire ad un partito politico europeo. Il sindaco di Firenze, come gli altri candidati, si schiera per l’adesione al Pse, anche se i toni della sua mozione sono più sfumati rispetto a quanto dichiarato nelle interviste dallo stesso Renzi o da suoi fedelissimi come Nardella. Il Partito Democratico dovrà aderire ad un partito politico europeo se vuole perseguire ed essere coerente con la sua strategia di approfondimento delle istituzioni comunitarie. La scelta, pressochè obbligata, è il Pse, visto che il Partito democratico europeo, promosso qualche anno fa da Bayrou e Rutelli, è sostanzialmente fallito per manifesta marginalità ed irrilevanza.
Molti dirigenti del PD italiano provengono da due storie, quella comunista e quella democristiana, ostili alla socialdemocrazia europea, ma questo conferma più il fallimento politico e culturale del centrosinistra italiano e la necessità della sua trasformazione, prima nell’esperienza dell’Ulivo e poi in quella del PD, che un motivo ragionevole di distacco della casa del centrosinistra europeo. Il Pse può essere criticato e sicuramente va rinnovato, visto che in questi anni si contano più sconfitte che vittorie in casa socialdemocratica. Rifugiarsi però ancora a lungo nella semplice collaborazione con il gruppo socialista all’Europarlamento sarebbe l’ennesima dimostrazione che il PD non riesce ad andare oltre la paralisi provocata dalla somma delle sue correnti, ed è incapace di realizzare una strategia coerente alle sue riflessioni politiche sulla crisi.

http://www.gadlerner.it/2013/11/11/la-s ... one-al-pse


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Re: Minaccia di divisioni nel PD

Messaggioda Robyn il 11/11/2013, 18:20

La prassi normale è che prima si conquista il partito,poi una volta conquistato il partito si conquista il paese.Prodi non ha mai demonizzato la forma partito ,ma i ripiegamenti sull'apparato.Le primarie le aveva proposte perche i due partiti avendo strutture separate non erano in grado di proporre quella leadership che poi avrebbe rappresentato il partito.Sul dibattito al Pse la cosa è un pò surreale.Quando ci si iscrive ad un partito ci si iscrive perche si condivide il programma non per usarlo come trampolino di lancio per la conquista del potere.Il fatto che i nuovi ingressi possano snaturare il profilo non credo che sia così.Iscrivendosi ad un partito e poi di seguito ostacolando il reddito minimo,altre misure sociali,le liberalizzazioni,la legge sul fine vita non è che si snatura il partito si creano dei vuoti elettorali che non vanno a votare.In sintesi il PD è un partito aperto ma bisogna condividerne il programma
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