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La ricetta di Napolitano.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

La ricetta di Napolitano.

Messaggioda ranvit il 01/01/2009, 9:29

Da Repubblica.it :

Il tradizionale discorso del capo dello Stato quasi interamente centrato sulla drammatica congiuntura
economico-finanziaria.
Un momento difficile, ma a suo giudizio un'occasione per cambiare
Napolitano: "La crisi è sconvolgente ma ne può uscire un'Italia più giusta"
Le ricette del presidente: più equità sociale e di redditi, ambiente per rilanciare sviluppo, istruzione
"Però ci vuole clima politico di ascolto, e unità come in dopoguerra e lotta al terrorismo"

di CLAUDIA MORGOGLIONE


Giorgio Napolitano
ROMA - Come l'anno che sta per concludersi, anche il 2009 sarà caratterizzato da una "sconvolgente crisi finanziaria", a cui la classe politica e i cittadini - uniti, come nel dopoguerra o durante la lotta al terrorismo - devono dare una risposta forte, unitaria. Perché è possibile che da questa congiuntura difficile esca un Paese "più giusto". Come? Trasformando questo momento così buio in un'occasione "per impegnarci a ridurre le sempre più acute disparità nei redditi e nelle condizioni di vita; per riformare un sistema di protezione sociale squilibrato e carente; per elevare le possibilità di istruzione e di ascesa nella scala sociale".

E' questo l'appello forte, ottimista pur nella crudezza dell'analisi di ciò che non va, contenuto nel tradizionale messaggio d'auguri di fine anno del presidente della Repubblica, trasmesso alle 20,30 a reti unificate. Circa quattordici minuti (otto cartelle e mezzo, se lo traduciamo in testo scritto) in cui Giorgio Napolitano parla soprattutto della crisi. Anche se l'inizio è centrato su tutt'altro argomento: l'attuale conflitto in Medio Oriente, "tragica spirale di violenza e di guerra" che va fermata "per riaprire la strada della pace". Un passaggio inevitabile, visti i giorni che stiamo vivendo. Ma che, piazzato così in testa, assume un'importanza ancora maggiore.

Le parole-chiave. Al di là del leitmotiv della crisi che va vissuta come occasione per cambiare le disfunzioni del sistema Italia - e in un'ottica di concordia nazionale - il messaggio del capo dello Stato contiene alcuni concetti forti, pronunciati con particolare enfasi. E che corrispondono ai temi che maggiormente preoccupano i cittadini: occupazione, cassa integrazione, precari, in primo luogo. Ma anche redditi, clima, energia, ambiente, scuola, studenti, banche. E ancora frasi come "ristabilire trasparenza e rigore nell'uso del denaro pubblico"; o "l'unica cosa di cui aver paura è la paura stessa" (citazione di Franklin Delano Rossovelt). Non manca un accenno alla questione morale: i politici possono riacquistare fiducia solo "esprimendo un nuovo costume, ispirato davvero e solo all'interesse pubblico".

La crisi. E' l'architrave su cui regge l'intero discorso, qualcosa che ci obbliga "a guardare in faccia ai pericoli a cui è esposta la società italiana". Per limitarne l'impatto, bisogna "affrontare decisamente le debolezze del nostro sistema", e utilizzando la crisi stessa come "un'occasione per liberarcene". Tra i punti più gravi dell'attuale situazione, il presidente cita il lavoro che comincia a mancare, la cassa integrazione, i precari a cui non rinnoveranno i contratti, le famiglie (in particolare quelle con bambini) che non riescono a tirare avanti. "Povertà è parola che esitiamo a pronunciare", dice; ma "sono comunque troppe le persone che stanno male". Soprattutto nel Mezzogiorno.

Le ricette. La prima tra quelle citate è la necessità di ridurre le disparità sociali. Poi c'è l'ambiente, le cui esigenze di salvaguardia vanno utilizzate come stimolo per un nuovo sviluppo economico; l'attenzione al sistema formativo (e qui c'è un riferimento al "valido apporto delle rappresentanze studentesche"); la possibilità di valorizzare il nostro patrimonio culturale.

L'unità nazionale. Dopo aver ricordato gli interventi del governo per rinforzare il nostro sistema bancario, l'importanza del Parlamento, la necessità di un clima politico "di reciproco ascolto e senza pregiudiziali chiusure", Napolitano paragona l'attuale situazione al dopoguerra, o al periodo della lotta al terrorismo. Invocando lo stesso clima di coesione: "Dobbiamo riuscirci anche ora", avverte. Serve insomma "un'autentica reazione vitale, come negli anni più critici del nostro Paese".

Il finale. Il capo dello Stato nell'ultima parte del suo messaggio ricorda i principi costituzionali di "libertà, solidarietà, uguaglianza di diritti"; ringrazia per le manifestazioni di simpatia e fiducia nei suoi confronti; e saluta non solo "tutti gli italiani", ma anche "tutti coloro che venendo da lontano operano in Italia nel rispetto delle regole e meritano il pieno rispetto dei loro diritti". Un altolà a qualsiasi forma di pregiudizio o di razzismo.

(31 dicembre 2008)

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Napolitano parla la lingua della "gente".
Molta parte dei politici di Cs, dirigenti e base militante (anche qui sul forum), fanno solo "ammuina".

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La ricetta di Napolitano.

Messaggioda lucameni il 01/01/2009, 14:14

Cioè, a fronte di una bellissima dichiarazione di intenti, o meglio di auspici, peraltro molto ricorrente, quale sarebbe la nostra ammuina?
Esplicitare please.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: La ricetta di Napolitano.

Messaggioda ranvit il 02/01/2009, 13:58

Da Repubblica.it :

Napolitano sulle riforme
"Fiducia su convergenza"

NAPOLI - "Ho fiducia che il messaggio di fine d'anno per una convergenza sulle riforme possa essere raccolto". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando con i giornalisti a Napoli. Il capo dello Stato ha ribadito i concetti espressi durante il suo discorso di fine anno. Quando gli è stato chiesto se sulle riforme ci sarà un ampio consenso condiviso, ha risposto: "Se non lo avessi ritenuto, non avrei fatto il discorso. Lo ho fatto nella fiducia e nella convinzione che possa essere raccolto il messaggio però l'ho detto e lo ripeto non soltanto dalle forze politiche ma da tutte le componenti della società".

Napolitano ha anche ribadito l'apprezzamento per le parole pronunciate ieri da Benedetto XVI: "Con il Pontefice parliamo da tribune diverse ma con un linguaggio necessariamente affine".

(2 gennaio 2009)
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Re: La ricetta di Napolitano.

Messaggioda lucameni il 02/01/2009, 16:18

Discorso apprezzato dall'estrema sinistra all'IDV al PD al PDL.
Tutto d'accordo: come dire "è giusto essere buoni".
Come programma politico non c'è male.
C'è da esserne entusiasti. Una genialata che risolverà tutti i nostri problemi.
Siccome tutti hanno detto di concordare con gli auspici di Napolitano, e dico tutti, sicuramente - e lo possiamo ben dire visto che siamo infusi di concretezza - da domani come inevitabile conseguenza del discorso e degli apprezzamenti di tutte le forze politiche, come ogni capodanno, ci sarà spirito collaborativo a cominciare dalla maggioranza che non metterà aut aut.
Ottimo.
L'alba di un nuovo giorno.
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Re: La ricetta di Napolitano.

Messaggioda pinopic1 il 02/01/2009, 17:07

Penso che si darà seguito anche all'ultimo pronunciamento del Papa a favore della dignità del lavoro e di un modello di sviluppo più equo. Come auspicato anche dal Presidente.
Vuoi vedere che cominceranno dalla legge sulle intercettazioni?
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Re: La ricetta di Napolitano.

Messaggioda Paolo65 il 02/01/2009, 17:11

Napolitano forse eccede in ottimismo....come Berlusconi,ma molti sono gli italiani che si aspettano delle convergenze,non pelose,sulle riforme.

Da tempo dico che anche il ruolo del PDR andrebbe cambiato. Oggi sempre più spesso pare il paciere,il saggio gufo dei cartoni animati,ma come tutti i saggi quasi sempre inascoltato.

Io sono meno fiducioso del PDR perchè Berlusconi e l'IDV cozzano pure sulle virgole,ed il PD non pare avere la forza del maggior partito d'opposizione.

Vedremo. Paolo
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Re: La ricetta di Napolitano.

Messaggioda ranvit il 02/01/2009, 18:25

pinopic1 ha scritto:Penso che si darà seguito anche all'ultimo pronunciamento del Papa a favore della dignità del lavoro e di un modello di sviluppo più equo. Come auspicato anche dal Presidente.
Vuoi vedere che cominceranno dalla legge sulle intercettazioni?


Sarà anche "tre volte Natale"....
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Re: La ricetta di Napolitano.

Messaggioda Loredana Poncini il 05/01/2009, 9:28

"La crisi come occasione" era anche il titolo dell'articolo di Barbara Spinelli, su La Stampa, del 7.12.2008, e l'ultima frase della sua analisi è :"Crisi è sottoporsi al giudizio, al processo. E' ora che il processo cominci." Proprio come ribadisci tu, Vittorio : l'opposto del fare ammunia...costringere i dirigenti a dirigere nella direzione dell'equità sociale.
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Re: La ricetta di Napolitano.

Messaggioda Paolo65 il 05/01/2009, 10:18

Fino a che non si arriva ad una normalizzazione dei rapporti tra DX e CS tutto sarà sempre difficile.

Per normalizzazione intendo il riconoscimento reciproco delle parti, come fattori attivi della vita politica di questo paese.

Finora invece le parti hanno sempre delegittimato l'avversario. Oggi ancora Berlusconi spara a palle incatenate contro l'IDV e di fatto cerca di ridicolizzare il PD.

L'IDV fa altrettanto con il PDL e attua una politica dello scontro per fini elettorali interni a danno del PD.

Il PD con Veltroni ha cercato di portare una ventata di aria nuova ma è troppo debole per colpa dei suoi stessi dirigenti,divisi su tutto,che pare abbiano solo l'obiettivo di indebolire Veltroni.....che di suo manca di leadrship.

Le riforme si faranno condivise solo se le parti cambiano atteggiamento,al contrario forse si faranno ma saranno di parte e l'opposizione a quel punto cerecherà solo di bloccarle con referendum o altri espedienti.

In effetti le cose non sono poi tanto difficili da capire, lo è molto di più cambiare i dirigenti dei vari poli.

Paolo
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