La storia del pesce e dalla canna da pesca, in chiave moderna.
la prima app dopo 4 settimane
Il clochard che ha scelto di imparare il codice Java
L’esperimento di un programmatore che ha proposto a Leo
se avere 100 dollari subito oppure di insegnarli il mestiere
MILANO - Un programmatore di software di New York ha messo un senzatetto davanti a una scelta: ti do 100 dollari subito oppure ti insegno a programmare. Quattro settimane più tardi era pronta la prima app di Leo.
PATRICK E LEO - La storia del ventitreenne Patrick McConlogue e di Leo, clochard stazionario sul fiume Hudson, potrebbe essere un bel racconto tratto da un libro di fiabe. E per moltissimi lettori online è così. Più scettici invece alcuni blogger americani e siti di tecnologia. In effetti, si possono trovare dei punti discutibili nell’esperimento realizzato dal giovane programmatore di Manhattan. Il progetto potrebbe essere una grande campagna pubblicitaria, che diventa virale, o solamente un’occasione per McConlogue per farsi conoscere. Oppure è solo una bella storia che va la pena raccontare. Ma andiamo con ordine.
Il «CANDIDATO» - Patrick McConlogue è un giovane programmatore che vive e lavora a New York. Sulla strada per andare al lavoro s’imbatte ogni mattina nel senzatetto Leo. Patrick capisce subito che lui è diverso dalla maggior parte degli altri clochard: sembra sobrio e ben curato. Scrive sul suo blog di aver notato come, ad esempio, si tenesse in forma facendo le flessioni in strada. Era insomma il candidato ideale per il suo «esperimento». Una mattina di metà agosto Patrick McConlogue decide perciò di fermarsi davanti al clochard per fargli due proposte: «O ripasso domani mattina e ti do 100 dollari in contanti, oppure ti porto tre libri per la programmazione in Java, un portatile usato e per un’ora al giorno t’insegno come funziona il linguaggio di programmazione». Leo sceglie la seconda opzione.
SFIDA - Ebbene, fedele al principio di Confucio («Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita») Patrick da quel giorno ha iniziato ad impartire lezioni di Java al clochard. «Con 100 dollari vado avanti per quattro giorni, forse anche una settimana», ha raccontato Leo in un’intervista col portale Business Insider. «Inoltre, non è che non abbia il tempo per seguire queste lezioni».
JOURNEYMAN - Il ragazzo ha dunque regalato a Leo un Samsung Chromebook 3g, un caricabatterie a energia solare e tre libri di Javascript, ognuno con un diverso livello di difficoltà. Dopo quattro settimane di lavoro ecco quasi pronta la prima app. Si tratta di un’applicazione sul riscaldamento globale e il cambiamento climatico. I due non hanno per il momento voluto rivelare altri dettagli. Nel frattempo, con lo pseudonimo di «Journeyman», il senzatetto ha creato anche una sua pagina Facebook (con quasi 30mila fan) e una sul web. Ciò nonostante, sono certi: è stata una storia di successo. Ed è nata un’amicizia. Prima di incontrare Patrick, Leo non aveva alcuna nozione d’informatica. Per lui il termine «coding» (programmazione) si riferiva a qualcosa da mettere sul dessert («coating»). Come spesso accade, della vicenda hanno parlato dozzine di siti d’informazione. Non sono mancate le critiche, soprattutto da coloro che si occupano di tecnologia: «Risolto il problema dei barboni», titola sarcastico Valleywag. Non si capacita dell’idea nemmeno Wonkblog, il blog del Washington Post: «Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a programmare e sei una specie d’idiota».
07 ottobre 2013 www.corriere.it