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Eravamo liberi

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Eravamo liberi

Messaggioda flaviomob il 30/09/2013, 20:37

SEI ANCORA SICURO DI ESSERE LIBERO ?

- di Marcello Foa -

Ho scritto questo articolo per il Corriere del Ticino usando il mio computer. Quando l’ho finito l’ho mandato via email alla redazione. I lettori l’hanno letto il giorno dopo. Qualcun altro, però, l’ha letto prima di loro, o comunque era in grado di intercettarlo, già pochi minuti dopo l’invio; eppure non era il direttore del Corriere del Ticino, né il redattore a cui l’ho indirizzato. E’ qualcuno che non conosco, che non abita in Svizzera, che opera lontano, dall’altra parte dell’Oceano. Io non sono un terrorista, non sono ricercato, pago regolarmente le tasse; insomma, sono un normalissimo cittadino. Eppure qualcuno sa tutto di me. Sa a chi telefono, perché ha accesso ai dati del mio smartphone. Sa a chi scrivo e soprattutto cosa scrivo perché riesce a intercettare le mie email. Sa cosa leggo perché riesce a monitorare tutti i miei movimenti su internet. Ogni volta che faccio un acquisto online costui prende nota di tutto, mi osserva quando opero sul mio conto di Internet banking, dunque sa quando guadagno, qual è la mia ricchezza privata.

Usando Facebook l’intrusione è ancora più pervicace: perché attraverso Facebook l’utente, gioiosamente, mette a nudo la propria vita privata. Indica chi sono i suoi amici, pubblica le proprie foto tanto più se divertenti, insolite, bizzarre, persino intime senza rendersi che un giorno (e penso soprattutto ai ragazzi) potrebbero essere usate contro di lui. Dice dov’è andato in vacanza, chi ha visto, persino cosa ha mangiato. E non si rende conto che tutto quello che viene pubblicato su Facebook non può più essere cancellato, perché anche quando non lo rende visibile al pubblico, resta impresso in un’immensa memoria, sospesa su qualche nuvola virtuale, a cui egli non ho accesso. Perde il controllo del proprio passato e del proprio presente. Come mai prima d’ora in uno Stato Occidentale.

Da inviato speciale sono stato in Unione Sovietica, nella Ddr, in Cina, in diversi Paesi autoritari o dittatoriali. In quanto giornalista sapevo di essere seguito. Quasi sempre il mio interprete o il mio autista era una spia, incaricato di annotare tutto quello che facevo. Una volta in albergo una manina misteriosa ha aperto il mio computer e ha copiato tutti i dati dal mio hard disk; come 007 non era un granché perché ha lasciato un indizio che mi ha permesso di scoprire subito l’intrusione. Il senso di oppressione era costante e per questo ogni volta che tornavo in Europa provavo una sensazione, spesso euforica, di libertà. Sapevo che a casa mia, nel mio Paese, nessuno avrebbe potuto frugare nella mia vita privata e professionale. Oggi, invece, non è più così.

La realtà svelata dall’ex tecnico della Cia Edward Snowden è sempre più sconvolgente. Microsoft, Apple, Yahoo, Google, Facebook, Blackberry eccetera collaborano – volontariamente o sotto costrizione – con la National Security Agency (Nsa), la superagenzia dei servizi segreti americani, accordando un accesso esclusivo ai loro sistemi. E’ come se ci fosse una sorta di porta segreta di cui solo loro possiedono le chiavi.

Oggi un agente segreto non avrebbe più bisogno di aprire il mio computer e scaricare il mio hard disk. Il processo, in gran parte, è automatico. Ogni tanto, a mia insaputa, i miei dati possono essere prelevati e trasmessi altrove. Il problema è che tutto questo non accade in uno Stato totalitario, ma in Paesi che sono democratici e nell’ambito di un processo dalle conseguenze potenzialmente devastanti.
Un principio fondamentale è stato silenziosamente ribaltato usando il grimaldello della lotta al terrorismo. Prima solo chi era gravemente sospettato di aver commesso dei crimini veniva intercettato e seguito; oggi si mettono sotto controllo tutti nel tentativo di scoprire un manipolo di pericolosi eversivi. E non abbiamo nessuna garanzia, nessuna tutela su come, da chi e per quali fini siano usati informazioni private, talvolta intime, a cui nessuno in democrazia e in stato di diritto dovrebbe avere accesso. Le implicazioni sono colossali, i rischi enormi, la sproporzione tra il male e la cura evidente. Quando si può sapere tutto di te, nessuno può sentirsi davvero al sicuro.

Possiamo ancora dirci davvero liberi?

http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... re-libero/


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Re: Eravamo liberi

Messaggioda trilogy il 01/10/2013, 9:18

flaviomob ha scritto: SEI ANCORA SICURO DI ESSERE LIBERO ?

- di Marcello Foa -

[..]Oggi un agente segreto non avrebbe più bisogno di aprire il mio computer e scaricare il mio hard disk. Il processo, in gran parte, è automatico. Ogni tanto, a mia insaputa, i miei dati possono essere prelevati e trasmessi altrove. Il problema è che tutto questo non accade in uno Stato totalitario, ma in Paesi che sono democratici e nell’ambito di un processo dalle conseguenze potenzialmente devastanti.[..]

Possiamo ancora dirci davvero liberi?

http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... re-libero/


Questa è solo una parte del problema. Un articolo su wired faceva notare come i programmi che vengono utilizzati per "scaricare dati dall'hard disk", in realtà sono programmi per "prendere possesso dell'hard disk". Questo comporta che le informazioni memorizzate nel computer possono essere manipolate con aggiunte modifiche o sottrazioni di files. con conseguenze eventuali che si possono facilmente immaginare.
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Re: Eravamo liberi

Messaggioda franz il 01/10/2013, 10:59

Io non sarei cosi' pessimista, perché le contro misure che possono essere prese da chi vuole difendersi sono possibili ed economiche. Per esempio oggi un sistema operativo alternativo, come ubuntu (una versione di linux) ha raggiunto livelli grafici di interfaccia che lo rendono quasi indistinguibili da cio' che conosciamo sotto windows. E contiene migliaia di programmi di produttività, gratuiti, come openoffice, forefox, gimp2, thunderbird.
Magari direte: dove sta la differenza? Anche linux potrebbe essere taroccato per ubbidire a NSA.
Ebbene no, la cosa è molto piu' difficile perché linux è aperto ed i codici sorgente di tutti i programmi sono liberi e consultabili da tutti. I programmatori sono milioni.
Quindi è veramente difficile che nel codice sia nascosta una funzione che prevede accessi segreti.
lo sto provando da qualche mese (consiglio la versione mint 15) e sono favorevolmente colpito.
Molto piu' leggero, usa poca memoria RAM e funziona su pc vecchi di 10-12 anni che con window andrebbero in discarica.
Ma anche sotto windows ci sono programmi atti a bloccare le intrusioni e che sono free e con codice aperto.
Quindi il discorso dell'intrusione che scarica il nostro hard disk è veramente un'operazione di fantasia.
Chi tiene ai suoi dati li protegge. Quindi antivirus, antispyware, firewall e se ci tiene anche crittografia. E naturalmente fa i salvataggi. Se poi vuole passare a linux, si fa in 15 minuti, aggiungendo una partizione, senza perdere quella originaria di windows. Fa tutto l'installazione.

Chiaro che invece è del tutto legittima ogni preoccupazione per tutto quello che esce dal nostro PC perché noi lo inviamo per posta elettronica. Ma possiamo criptare la comunicazione e la posta elettronica, cosi' come sono criptate le comunicazioni con le banche.
Non è molto difficile e proprio queste intrusioni governative indurranno sempre piu' persone (e produttori) ad orientarsi verso una maggiore sicurezza delle trasmissioni informatiche.
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