pierodm ha scritto:E poi, trasgressione per trasgressione: chi impedisce che, oltre all'attività dichiarata, non sussista ugualmente una corruzione sottobanco, specialmente quando gl'interessi in gioco sono fortissimi?
E infine, parliamoci chiaro: le lobbies non sono associazioni qualsiasi, e nemmeno una candida manifestazione della libertà dei cittadini di riunirsi a difendere i propri interessi.
La lobby se la può permettere efficacemente solo un grande potere, soprattutto economico ma non solo: grandi holding, banche, assicurazioni, sindacati.
I cosiddetti "comuni cittadini" sono esclusi - di fatto, ma per vie tortuose e indirette anche di diritto - da questa facoltà: però il sistema istituzionale si basa sulla "sovranità" del popolo costituito da "comuni cittadini".
Ritengo che il sistema disegnato da Piero sia tipico dell'Italia del dopoguerra, con salsicce, lotterie e gioco del tappo.
Un paese moderno e ricco, in cui la politica ha sempre il suo ruolo, spesso determinante in alcuni settori, deve avere sistemi di finanziamento della politica un po' meno "campagnogli".
Due cose: che possa sussistere una corruzione sottobanco ... tutto è possibile ma cerchiamo di considerare che la coorruzione è molto piu' costosa della normale attività di lobbing, fatta in modo trasparente. La cosa di per sé è evidente, dato che la corruzione è molto rischiosa (un doppio rischio, per chi corrompe, per chi è corrotto) e le cose rischiose vengono fatte solitamente a fronte di un grosso volume monetario. Nessuno rischia la carriera politica o manageriale per una scorza di limone. La corruzione quindi pesa, costa, grava, molto di piu' sul sistema economico privato e pubblico.
Se gli interessi sono fortissimi, a maggior ragione il rischio si moltiplica ed il peso della corruzione diventa enorme.
Non ho dati a riguardo ma ritengo che la corruzione incida come minimo per un 10% fino ad un 15% mentre il costo di un sistema di lobbing dovrebbe aggirarsi attorno al 3%, massimo 5%. A naso, la corruzione costa il triplo.
Altra cosa riguarda il fatto che i cittadini siano esclusi dal sistema delle lobby. Non è vero. I cittadini possono associarsi, se hanno interessi comuni, e sostenerli con le loro associazioni. Quelle dei consumatori ad esempio sono tipici casi.
Chiaro che molto dipende da che tipo di interesse hanno i cittadini. Se è individuale e privato oggi hanno un solo strumento: il clientelismo, tramite alcuni politici e partiti che si prestano e lo fanno per mantenere il potere.
Se è un interesse comune allora è parte del gioco democratico che questi cittadini si associno e rappresentino tutti assieme questi interessi. In Italia lo si fa ancora troppo poco e poi ci si lamenta dello strapotere delle grandi aziende.
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)