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Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

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Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

Messaggioda franz il 04/09/2013, 9:48

Il tema starebbe altrettanto bene nel forum tematico su Innovazione e Ricerca ma le implicazioni sono economiche e quindi lo inserisco qui.


Perché siamo irrazionali con i nostri soldi
Le difficoltà a valutare rischi e benefici
La perdita di una somma, quale che sia, pesa nella nostra mente, soggettivamente, assai più della vincita della stessa somma

Per meglio comprendere l'importanza e l'originalità di un lavoro scientifico pubblicato ieri sul prestigioso The Journal of Neuroscience da otto neuroscienziati cognitivi dell'Università San Raffaele di Milano, occorre fare qualche passo indietro. È ovvio che contabili, ragionieri, commercialisti e amministratori sempre calcolano il risultato finale di guadagni e perdite mediante somme e sottrazioni. Un introito di 10 e una perdita, o spesa, di 2, rappresentano un guadagno netto di 8. Le cose, però, non vanno così nella nostra testa. Innumerevoli esperimenti di laboratorio e una robusta teoria, chiamata «teoria del prospetto», che è valsa allo psicologo cognitivo Daniel Kahneman il premio Nobel per l'economia nel 2002, confermano che la perdita di una somma, quale che sia, pesa nella nostra mente, soggettivamente, assai più della vincita di quella stessa somma.

Poniamo che al mattino ci si sia accorti di aver perso, non si sa come, 100 euro. Il nostro stato psicologico di sconforto non verrà veramente cancellato anche se poi, nel pomeriggio, ci cadono dal cielo 100 euro inaspettati. Per la maggioranza di noi, la bilancia soggettiva torna all'equilibrio, cioè ritroviamo la serenità economica, per questa particolare vicenda, solo se la somma piovuta dal cielo è tra 225 e 250 euro. In circa 35 anni di ricerche nelle scienze cognitive applicate all'economia, questo dato, cioè un'asimmetria di un fattore tra 2,25 e 2,50 tra guadagni e perdite, è tra i più consolidati. Il fenomeno psicologico va sotto il nome di «avversione alle perdite» ( loss aversion ). Si noti, nessuno psicologo, nemmeno un premio Nobel, sarebbe autorizzato a criticarci per il fatto che perdere denaro «fa male» e che vincere denaro, invece, «fa bene». L'intoppo, cioè l'irrazionalità economica, si manifesta nella nostra tendenza a rifiutare una scommessa nella quale c'è il 50% di probabilità di perdere 10 e il 50% di guadagnare 15 o 18 o perfino 20. Eppure così siamo fatti.

Le dinamiche dei mercati internazionali di investimenti, ritorni e aspettative mostrano molti comportamenti poco razionali. Non è un caso, quindi, che la ricerca del San Raffaele sulle basi cerebrali dell'avversione alle perdite ha avuto il supporto finanziario della Schroders, il più grande gruppo al mondo di fondi di investimento e risparmio gestito, con sede nella City di Londra. Da alcuni anni si è cominciato, infatti, a sondare i processi cerebrali fondamentali che sorreggono e producono le scelte (o le non-scelte) economiche. Spiega uno dei principali autori del lavoro, Matteo Motterlini, fondatore e direttore del Centro di ricerche Cresa di psico-economia al San Raffaele: «Il nostro cervello non traffica con guadagni-perdite allo stesso modo. Li tratta come fenomeni distinti. Non è «progettato» per fare quello che vuole la teoria economica neoclassica, cioè soppesare razionalmente la combinazione di probabilità, in particolare di rischio, e rendimenti attesi. Il cervello non fa naturalmente tale tipo di operazione, ma tratta il rendimento come anticipazione di guadagno - il centro cerebrale responsabile è il nucleo accumbens -; e elabora il rischio con altre aree, tipicamente aree della corteccia frontale e l'incertezza con l'insula».

In ogni processo psicologico legato al timore, o addirittura alla paura, spicca come protagonista un'area cerebrale molto antica chiamata amigdala. La ritroviamo molto attiva, ora, anche nell'avversione alle perdite. Recentemente un neuropsicologo italiano emigrato prima al California Institute of Technology e poi all'University College a Londra, Benedetto de Martino, ha esaminato due soggetti che avevano subito una lesione focale, simmetrica e bilaterale all'amigdala. Tali pazienti fanno scelte economiche diverse da voi e me. Uno di questi era incline a mosse economicamente rischiose, mostrando un tipo inverso di irrazionalità. Il primo autore dell'articolo, Nicola Canessa, ricercatore al Centro di Neuroscienze cognitive del San Raffaele, spiega il coinvolgimento dell'amigdala registrato nei (sanissimi) soggetti sperimentali: «Il sistema dopaminergico si attiva per anticipare i guadagni e si deattiva per anticipare le perdite, mentre un sistema "emotivo e somatosensoriale" centrato sull'amigdala si attiva per le perdite e si deattiva per i guadagni. A parità di somma in gioco, le risposte associate alle perdite sono più intense di quelle associate alle vincite, e la forza di questa asimmetria, che varia da persona a persona, riflette la propensione individuale all'avversione alle perdite. Ma quest'ultima è anche correlata al volume di materia grigia nell'amigdala.

Le differenze individuali nella dimensione dell'amigdala, invisibili a occhio nudo, emergono con le analisi assai sofisticate che abbiamo condotto». Canessa illustra anche la storia evolutiva di questo organello cerebrale, simile a una mandorla: «L'amigdala è una struttura cerebrale profonda, essenziale per le capacità di apprendere i pericoli intorno a noi, riconoscerli e preparare l'organismo a una risposta, ad esempio "combatti o scappa". Oggi sappiamo che l'amigdala riconosce anche i possibili pericoli insiti nelle nostre stesse azioni, e che la sua attivazione ci spinge, più spesso di quanto sarebbe razionale, ad evitare di agire. Questo "freno" al comportamento ci può salvare la vita, ma se non è a sua volta tenuto sotto controllo ci impedisce di cogliere le opportunità offerte dall'ambiente».
Negli esperimenti i soggetti, tutti volontari, venivano posizionati nell'apparato di risonanza magnetica funzionale ed erano liberi di accettare o rifiutare, una dopo l'altra, numerose lotterie simili a un «testa o croce».

Quelle accettate avrebbero portato a vincere o a perdere, con probabilità 50%, somme di denaro. Poiché queste somme variavano tra le diverse lotterie, le scelte dei soggetti hanno consentito di stimare un indice individuale di «avversione alle perdite» che rivela quanto ciascuno, nel prendere decisioni, sovrastima il peso delle possibili conseguenze negative rispetto a quelle positive. Questo indice è stato messo in relazione all'intensità dell'attività cerebrale «anticipatoria» durante la scelta e al volume di materia grigia nelle singole regioni cerebrali, in particolare quelle cruciali per le emozioni, come l'amigdala. In altre parole, si sono misurate le differenze individuali nell'avversione alle perdite e nella stima (direi piuttosto il timore) del rischio. Motterlini è lapidario: «I presupposti dell'economia della razionalità sono neurobiologicamente falsi o irrealistici. Possiamo imparare a essere razionali nelle scelte economiche, ma non lo siamo naturalmente, quando si attivano i processi automatici e in larga parte inconsci. Ciò non può non avere conseguenze su come progettiamo interventi di politica economica e sulle nostre istituzioni finanziarie».

L'autore senior del gruppo, il neurologo clinico e neuroscienziato cognitivo Stefano Cappa, sottolinea: «Il nostro studio mette su basi solide la ricerca sulle differenze individuali. Il futuro è la comprensione dei fattori genetici, epigenetici e dell'apprendimento nel modulare i profili di attivazione e la macro e micro anatomia e le loro conseguenze su scelte e comportamenti: il tutto con misure obiettive».

Per concludere, un piccolo consiglio: se vi offrono una scommessa in cui si perde 10 ma si vince anche solo 11 o 12 con la stessa probabilità, mettete a tacere la vostra amigdala e accettate.
4 settembre 2013 | 9:34 http://www.corriere.it/salute/neuroscie ... 9b2b.shtml
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Re: Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

Messaggioda franz il 04/09/2013, 10:06

Una precisazione sul consiglio finale. Se 10 rappresenta tutto quello che avete, non scommettete e date retta all'amigdala (o meglio in questo caso, istinto e razionalità corrispondono).

Credo che le strutture mentali legate al rischio siano ovviamente legate all'istinto di sopravvivenza da milioni di anni.
Se per cacciare un grosso predatore rischio di perdere la vita, è piu' che verosimile che i rischi siano mentalmente sovrastimati rispetto ai guadagni relativi. Lo stesso dicasi per il rischio per un contadino di perdere tutto un raccolto (il cibo per i prossimi mesi per tutta la famiglia) per un investimento (la semina) azzardato o mal fatto.

A fronte di questi meccanismi abbiamo imparato a diversificare, a non rischiare tutto su una sola cosa, a non giocarci il tutto per tutto a meno che non sia la sola via di uscita per la sopravvivenza. Se possiedo mille, una piccola scommessa di 10 me la posso permettere. Se c'è una semenza nuova, la provero' in un piccolo appezzamento. Se funziona si estende con gradualità l'esperimento. Alrimenti ci si ferma. Chi procede cosi' va avanti e guadagna, gli altri rimangono indietro.

Alla fine il risultato è un equilibrio tra istinti cautelativi e volontà di sperimentare razionalmente rischi in piccole dosi.
Il fatto che non siamo piu' nelle caverne davanti al fuoco (a debita distanza visto il rischio di scottarsi) ma che stiamo qui ad affrontare questo tema davanti ad un computer, dimostra che l'equilibrio è marcatamente a favore della razionalità e che abbiamo imparato - come suggerisce l'articolo - ad essere razionali nelle scelte economiche (che sono principalmente scelte di investimento, a loro volta di fatto scommesse su guadagni futuri).

Sicuramente un fattore mitigatorio delle conseguenze negative del rischio è costituito dal fatto che possiamo tutelarci contro i rischi futuri tramite le assicurazioni (vita, incendio, furto, infortunio, perdita di guadagno) e che altri rischi vengono mitigati dallo stato sociale. Questo a sua volta aumenta la nostra propensione al rischio affrontato in modo razionale.
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Re: Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

Messaggioda pianogrande il 04/09/2013, 10:20

Anche l'assicurazione è considerata da molti una scommessa.
Se non ci succede niente, sono soldi persi.

Queste persone non tengono conto del fatto che potrebbe però succederci qualcosa che richiederebbe somme stratosferiche.
Tutto sommato, pagare una assicurazione è il costo di una vita più tranquilla o di una intrapresa sulla quale altrimenti non ci saremmo imbarcati.

Un altro dato interessante (verificato nel mio piccolo) è che c'è gente che compra titoli di stato italiani (BBB) ma non comprerebbe mai titoli di stato di un paese straniero con lo stesso rating.

Questa ultima mi rimane più misteriosa e non so come potrebbe entrarci l'amigdala.
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Re: Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

Messaggioda franz il 04/09/2013, 13:29

pianogrande ha scritto:Anche l'assicurazione è considerata da molti una scommessa.
Se non ci succede niente, sono soldi persi.

Certo, infatti è una scommessa che perdiamo volentieri e non accettiamo solo se non abbiamo abbastanza soldi da permettercela. Prendiamo la casa, a fronte di rischi non trascurabili in Italia come terremoti o alluvioni.
Siamo ben contenti che non succeda nulla alla nostra casa.

Per quanto riguarda il BBB, forse siamo piu' ottimisti sul fatto che l'Italia non fallisca (per chi ci abita sarebbe un disastro e quindi implicitamente si rifiuta l'idea) rispetto a pari rischio di altri paesi.
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Re: Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

Messaggioda cardif il 04/09/2013, 22:35

"L'intoppo, cioè l'irrazionalità economica, si manifesta nella nostra tendenza a rifiutare una scommessa nella quale c'è il 50% di probabilità di perdere 10 e il 50% di guadagnare 15 o 18 o perfino 20. Eppure così siamo fatti."
Penso che 'guadagnare' debba intendersi come 'incassare': cioè non è il solo utile della giocata (altrimenti si cade nel caso successivo).
Se è così, l'utile è 10. Gioco 10: o li perdo o ne vinco altrettanti. Gioco al 50% come col testa o croce. A livello di gioco, ci sta. Infatti tante scommesse si fanno anche per meno. Basta vedere le scommesse online sulle corse dei cavalli per esempio, dove si gioca pure 1,5 (si gioca 100 e si possono perdere tutti, o incassarne i 100 puntati più 50 di vincita).

"Poniamo che al mattino ci si sia accorti di aver perso, non si sa come, 100 euro. Il nostro stato psicologico di sconforto non verrà veramente cancellato anche se poi, nel pomeriggio, ci cadono dal cielo 100 euro inaspettati. Per la maggioranza di noi, la bilancia soggettiva torna all'equilibrio, cioè ritroviamo la serenità economica, per questa particolare vicenda, solo se la somma piovuta dal cielo è tra 225 e 250 euro."
Questa la capisco un po' meno. A me pare evidente l'aspetto psicologico: quelli che ho perso erano già miei, e li ho comunque persi. Se me ne cadessero 100, avrei solo recuperato il perso. Se invece non li avessi persi e me ne cadessero 100, adesso ne avrei 200, che sarebbe meglio e sarei contento. Come sarei contento se, avendone persi 100, me ne cadessero 200.

Mi chiedo dov'è l'irrazionalità.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

Messaggioda franz il 05/09/2013, 7:59

cardif ha scritto:Mi chiedo dov'è l'irrazionalità.

Io mi chiedo invece cosa sia l'irrazionalità. Per definizione noi affermiamo la razionalità (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Razionale ) e se qualche cosa, in questo caso un comportamento umano o animale, sfugge alla ragione o non riusciamo a vederne la razionalità, diciamo che è "irrazionale". Poi passano i secoli e studi dopo studi magari si scopre che un comportamento non è poi cosi' tanto irrazionale, semplicemente perché iniziamo a vederne un percorso logico razionale. Ora non nego che possa esistere anche un comportamento irrazionale ma esso è solo una parte di quello che una volta o anche oggi definiamo in quel modo. Possono anche esserci diversi criteri di razionalità. Quella matematica che pone una perdita di 100 allo stesso valore di una vincita di 100 è uno ma non è l'unico. È anche razionale assegnare pesi diversi alle cose, se si ritiene piu' grave una perdita inaspettata di una vincita inattesa.

Probabilmente la frase "I presupposti dell'economia della razionalità sono neurobiologicamente falsi o irrealistici" è una polemica a distanza con la teoria economica delle aspettative razionali (vedi: http://it.wikipedia.org/wiki/Aspettative_razionali ) ed il bisticcio nasce proprio dalla definizione di razionalità ed irrazionalità e da quanti approcci razionali possiamo avere per definire la razionalità stessa di un comportamento individuale o della somma di milioni di comportamenti individuali.
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Re: Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

Messaggioda pianogrande il 05/09/2013, 15:45

Un'altra componente dei comportamenti di cui discutiamo.

Quando ero entrato in fabbrica e cercavo di imparare a fare il tecnico (applicazione della teoria alla pratica) qualcuno mi aveva insegnato che non è poi così difficile eseguire dei calcoli ma che la vera difficoltà era disporre dei dati giusti.

Un timore apparentemente irrazionale potrebbe nascondere una forte sfiducia in chi ci dà le informazioni.
Ergo, non basta che il calcolo sia facile ed il risultato (apparentemente?) indiscutibile.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

Messaggioda flaviomob il 05/09/2013, 21:15

I nostri centri nervosi non viaggiano tutti alla medesima velocità. Ciò che concerne le emozioni utilizza canali più immediati, mentre ciò che necessita di maggior elaborazione da parte della corteccia frontale richiede più tempo. Se noi vedessimo un leone in un bosco probabilmente ci ritroveremmo senza neppure rendercene conto a correre smodatamente oppure ad arrampicarci in cima ad un albero e solo dopo "razionalizzeremmo" il nostro comportamento, proprio perché la reazione ad uno stato emotivo di intensa pausa utilizza - per la nostra sopravvivenza - canali più veloci di quelli razionali ed intenzionali.

Probabilmente nell'utilizzo della moneta entra in gioco lo stesso dualismo e nella maggior parte della popolazione (basti vedere la propensione alla dipendenza da gioco d'azzardo) gli aspetti emotivi diventano predominanti, grazie alla distorsione (rispetto alla realtà oggettiva) dei meccanismi di frustrazione / gratificazione.


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Re: Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

Messaggioda franz il 06/09/2013, 7:53

Flavio ha ragione. Si pensi per esempio al caso dell'asta di un dollaro.
Leggete questo articolo: http://lamossadelcavallo.wordpress.com/ ... n-dollaro/
Tra l'altro oggi quel meccanismo è presente in alcune aste, pubblicizzate anche su quotidiani on-line, che propongono la possibilità di "vincere" prodotti molto costosi (telefonini o macchine fotografiche da 500 a 1000 euro) a meno di 20 euro.
Non so quanti ci caschino.
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Re: Perché siamo irrazionali con i nostri soldi

Messaggioda trilogy il 18/09/2013, 11:42

Interessante questo studio europeo del Centro comune di Ricerca di Siviglia sull'analisi comportamentale alle decisioni politiche. Mette in discussione l'assunto ancora molto diffuso, che le persone agiscono sempre in modo 'razionale', facendo scelte che portano al miglior risultato possibile per loro, nonostante l'analisi empirica mostri che questa ipotesi non regge in molti casi. La gente molte volte prende decisioni insensate, che sono in ultima analisi, contrarie al loro interesse. Fumiamo. Mangiamo troppo, risparmiamo troppo poco, ci indebitiamo oltre il sostenibile ecc.
E' un campo di ricerca ancora tutto da sviluppare, importante in vari settori quali l'analisi economica, finanziaria, le politiche pubbliche ecc.

Il documento in inglese. http://ipts.jrc.ec.europa.eu/publicatio ... fm?id=6520
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