da cardif il 28/08/2013, 17:29
Tutte le forze politiche sono d'accordo nel ritenere che le difficoltà devono essere ridotte. Ma poi a prendere provvedimenti ci si mette una vita.
Nel documento citato della Confindustria, questa fa 11 proposte (a pag.17); non sono esaustive, ma non richiederebbero molto mi pare, in termini di spesa.
Trovo significativo che nella tab.2 a pag.19 l'inefficienza della burocrazia statale sia al primo posto col 18,2% a fronte del 4° posto dell'alta imposizione fiscale con l'11,2%.
Dallo stesso documento: "Sul piano interno, il lungo periodo di basso sviluppo ha eroso la competitività, inchiodato i redditi reali su valori inadeguati rispetto alle aspirazioni di consumo, impoverito la nazione nei confronti del resto d’Europa, negato risorse per politiche di solidarietà e di sostegno alla natalità. In questo contesto evasione e privilegi, posizioni di rendita e difesa di interessi particolari, sono diventati intollerabili fonti di iniquità e impedimenti illegittimi all’aumento diffuso del benessere. Per non parlare della corruzione e dell’illegalità."
Tutti d'accordo, credo. Ma il basso sviluppo lo si può addebitare solo alle norme, e/o ottenere per legge?
Da L'Espresso del 22 agosto, pag.110
«Giornalista: Partiamo dal costo del lavoro.
Risposta del Ministro Giannini: E' chiaro a tutti che riducendolo si rilancia la competitività. Ma allo stesso tempo dobbiamo evitare che si apra un deficit da riempire con altre tasse. O che magari accada quanto avvenuto quando il governo Prodi ridusse il cuneo fiscale di 5 miliardi. Le imprese ne approfittarono per aumentare i profitti, non per fare nuovi investimenti. E le famiglie per rispondere al bisogno di risparmiare che allora era dominante. L'effetto di stimolo sull'economia fu molto ridotto».
Da L'Espresso del 29 agosto pag.38
Imprenditore Gabriele Piccolo:
"Mai avuto flessioni, il fatturato cresce del 20 per cento ogni anno. Merito della strategia adottata agli inizi del secolo, quando abandonammo i prodotti più semplici per buttarci sulla tecnologia più spinta. Fpt Industrie ha un giro di affari di 120 mln e 400 addetti, e seguita ad assumere ..."
E' estratto da un articolo dal titolo "Miraggio a Nord-Est", in cui si parla dei segnali di ripresa in questa zona, in base a nuove commesse giunte ad alcune imprese, le quali hanno richiamato in anticipo i dipendenti dalle ferie ed hanno ottenuto prestazioni anche di sabato e domenica fino a settembre; e non si parla di problemi da parte dei lavoratori o dei dei sindacati.
Ho letto (non ricordo dove) che l'Italia è uno dei paesi da cui è maggiore l'esportazione di denaro verso i paradisi fiscali. E non sono certo dipendenti e pensionati a portare capitali fuori, ma imprenditori piccoli e grandi oltre alla criminalità organizzata.
Non mi pare che possano fare da capro espiatorio solo il costo del lavoro, la svogliatezza degli italiani e i sindacati.
C'è una imprenditoria italiana che va avanti nonostante le difficoltà, a riprova che chi investe, innova e rinnova, può crescere.
Se non ci fossero stati i Tanzi e i Riva (e quelli che ancora oggi ci sono e che, purtroppo, ci saranno sempre) forse l'Italia starebbe meglio in classifica.
E ancor meglio se il potere politico prendesse seriamente a cura il problema, noto e annoso.
Ma mo' mi so' capito bene?