Non concordo con questo articolo, ma lo invio "pro domo" dei renziani del forum...
Left: compagno Renzi - l’uomo che visse due volte (13 luglio 2013)
Sab, 13/07/2013 - 13:11 — Agatino Grillo
renzi 2.0
Compagno Matteo Renzi! Il rottamatore sorprende tutti: «L'art. 18 va difeso. Cancellarlo produce licenziamenti». E ancora: stop alla riduzione dei salari, più equità sociale, critiche a Confindustria. Per conquistare il partito Matteo Renzi guarda a sinistra. E fa proseliti persino tra i dalemiani. Ma forse il disegno è più ambizioso, rivela Pierfrancesco Majorino, assessore a Milano: un “ticket Renzi Civati” per voltare veramente pagina e seppellire le mummie del PD.
Il nuovo numero di Left in edicola da sabato 13 luglio 2013 (2 euro + prezzo dell’Unità) è dedicato (ma va!) a Matteo Renzi 2.0. Di seguito una sintesi ragionata dell’articolo “Manovra mancina” di Sofia Basso e Rocco Vazzana. Nota: per leggere il testo originale e completo dell’articolo comprate Left in edicola. Ne vale la pena!
Manovra mancina
di Sofia Basso e Rocco Vazzana, fonte: left.it
Contrordine compagni
«Contrordine compagni». Matteo Renzi, l’uomo che qualche anno fa si era schierato con Marchionne «senza se e senza ma», è diventato di sinistra. Così, tra un incontro con Briatore e una colazione con Montezemolo, il sindaco di Firenze si riposiziona per conquistare quel popolo delle primarie che nel novembre 2012 gli preferì Bersani col 61 per cento. Sarà tattica o convinzione, ma è innegabile che il sindaco di Firenze abbia corretto il tiro, tarando un po’ più a sinistra la sua proposta politica. Certo, non è stata un’impresa ardua, visto il contesto.
Passo uno: scardinare i dalemiani (fatto!)
Il “Renzema” sembrava l’ennesima trappola del leader Massimo nei confronti del giovin signor di Firenze e invece si è rivelato un disastro per D’Alema. Dalemiani di peso passano direttamente sotto le insegne renziane senza chiedere il permesso a nessuno. Il caso più eclatante è quello di Nicola Latorre, da sempre considerato vicinissimo al leader Massimo, che ha già attraversato il Rubicone per abbracciare la candidatura del sindaco di Firenze: «Io sposo una convinzione politica: in questo momento il Pd deve fare la scelta che gli consenta di gestire un passaggio decisivo per il futuro della democrazia italiana», dice il senatore democratico, presidente della commissione Difesa.
nicola latorre
(Nicola Latorre)
Passo due: coprire il lato sinistro: SEL (fatto!)
Giuliano Pisapia, il popolare sindaco della primavera arancione, pochi giorni fa ha spiazzato tutti: «Renzi, come aspirante premier, adesso è la persona che può raccogliere più consensi, vincere le elezioni e portare il centrosinistra a governare con una maggioranza non risicata. Quindi sì: non ho dubbi che potrei votarlo».
Precedentemente lo stesso Vendola aveva annunciato che “il rottamatore è un valore aggiunto” per il centro sinistra
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(Niki Vendola)
Passo tre: asse Matteo Renzi / Pippo Civati (in corso?)
Nel 2010 i giovani ed inesperti Pippo e Matteo organizzarono insieme la prima Leopolda. Presente anche una timida Debora Serracchiani. Fu una rivoluzione di linguaggio e di contenuti. Poteva essere l’inizio di una vera rivoluzione democratica e civile e invece i due si divisero.
Ora secondo Pierfrancesco Majorino, assessore milanese alle politiche sociali, tessera del Pd in tasca, molto vicino al sindaco Pisapia torna di attualità l’idea di un ticket Renzi-Civati: «A me piacerebbe Renzi premier e Civati segretario» dichiara in una intervista a AffariItaliani.it
La rete, come al solito, è molto più veloce: giù nato il gruppo FaceBook “Renzi Civati e Serracchiani insieme per il nuovo Pd”.
tre
Passo quattro: nuovo manifesto per l’Italia (in corso)
Infine il Coup de théâtre. Rottamato Pietro Ichino troppo liberista e colpevole di aver abbandonato Renzi per passare a Monti il giorno dopo la sconfitta alle primarie del 2012 ecco apparire il nuovo maître à penser di Matteo: Itzhak Yoram Gutgeld, ex direttore della società di consulenza McKinsey, oggi deputato Pd che lancia in rete (a dire il vero attraverso il Foglio.it di Ferrara, sic!) il nuovo programma economico del rottamatore, premio Oscar 2013 per il più bel titolo di un documento economico negli ultimi 30 anni: “Il rilancio parte da sinistra. Come fare ridere i poveri senza fare piangere i ricchi” (qui il documento in pdf).
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(Itzhak Yoram Gutgeld)
«Con questo documento ho voluto far percepire a tutti che le sue idee sono fortemente di sinistra», spiega Gutgeld, matematico, economista, deputato, consulente di organizzazione e chi sa cos’altro …
«Le proposte sono le stesse del programma economico delle primarie, che avevo contribuito a scrivere anch'io. Ma qui ho voluto dare anche un messaggio politico mettendo in evidenza il problema dell'iniquità, tema centrale per il Paese», spiega ancora Itzhak.
«L'equità è legata allo sviluppo economico: se togliamo un euro dalle tasche di un evasore e lo diamo a un lavoratore che guadagna mille euro al mese, sarà speso in consumi».
Gutgeld liquida come «sbagliate» le critiche di chi accusava il rottamatore di essere di destra: «Anche se poco ideologico, Renzi è molto valoriale. Rappresenta una sinistra moderna».
Il documento è netto sin dall'incipit: «L'Italia ce la può fare, e la soluzione si trova a sinistra».
Punti centrali: giustizia sociale e lotta all'evasione fiscale.
Con tanto di plauso per i ministri Bersani e Visco. La chiave di volta: correggere «la cattiva gestione del bene pubblico», rendendo la macchina statale più efficiente. Interlocutore principale: «L'unico gruppo di interesse che in questo Paese non vede i suoi interessi curati e difesi: i cittadini, la maggioranza silente».
La ricetta: migliorare la qualità del welfare senza aumentare le tasse, anzi abbassandole sui redditi medio bassi. Il documento lib-lab, infatti, auspica un aumento di 50 euro al mese in busta paga per gli stipendi sotto i duemila euro.
Un alleggerimento dell'Irpef che per il primo anno dovrebbe essere coperto non con un aumento della spesa pubblica o una patrimoniale, ma vendendo le case popolari agli inquilini.
Negli anni successivi lo sconto fiscale sarebbe finanziato con la lotta all'evasione e una revisione della spesa pubblica.
Ancora sorprese: se Renzi ha sempre evitato di schierarsi sull'articolo 18, il documento è invece netto: «Ha ragione la sinistra a combattere contro la riduzione dei salari netti reali. Non serve per recuperare la competitività. Anzi bisognerebbe aumentarli per stimolare i consumi. Ha ragione anche a combattere contro l'abolizione dell'articolo 18. Non è determinante per il recupero di competitività del sistema produttivo. Anzi nel breve produrrebbe un'ondata di licenziamenti e aggraverebbe la recessione »
Il rottamatore si arrende ai dogmi della vecchia gauche?
Certo che no. Il testo aggiunge due nuove parole d'ordine al vocabolario della «sinistra moderna»: produttività (per creare nuovi posti di lavoro e combattere l'iniquità sociale) e flessibilità (che ridurrebbe la precarietà con il famoso "contratto unico").
Non manca la stoccata a Confindustria, che ha sempre chiesto meno fisco. Però, sottolinea il documento, né lo sconto di 8 miliardi concesso dal governo Prodi né quello di 3 miliardi firmato Monti «hanno prodotto risultati apprezzabili in termini di creazione di posti di lavoro».
Conclusioni: siamo tutti renziani
In sintesi il lungo articolo di Left dimostra che Renzi 2.0 è anche di sinistra senza perdere le sue precedenti connotazioni liberiste e libertarie.
In pratica ormai si deve parlare di meta-renzismo, come pare abbia ben capito Goffredo Bettini che il 9 luglio ha traslocato con le sue truppe sotto le bandiere di Matteo Renzi portando in dono la Capitale, una delle poche aree del Paese che sembravo rimaste sotto il controllo dei dalemiani bersaniani.
Meta-renzismo: una sorta di nuovo centralismo democratico nel quale ci si divide tra renziani nativi, renziani civatiani, renziani latorriani, renziani di governo, renziani vendoliani.
Un consiglio a Fassina, Bersani e Geloni: arrendetevi siete circondati!
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