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Fassina / Brunetta, coppia perfetta

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Fassina / Brunetta, coppia perfetta

Messaggioda franz il 05/07/2013, 13:28

per la serie .... c'eravamo tanto amati :lol:

La strana coppia
Intervista in tandem a Renato Brunetta, Capogruppo alla Camera del Pdl, e Stefano Fassina, deputato Pd e viceministro dell'Economia


di Andrea Marcenaro

Si direbbe, a vedervi, che abbiate molta confidenza reciproca. Due falchi di famiglie contrapposte, che tra loro tubano. Fa un certo effetto, lo sapete?
Brunetta Premetto: io sono per prima cosa socialista, poi di Forza Italia, e infine del Pdl.

Socialista antipopolare, un fenomeno.
Fassina Come fa Brunetta a essere antipopolare, se è socialista?

Veramente eravate voi a marchiarlo così, onorevole Fassina, mica io.

B. Finisco. E resto anticomunista: dove stanno i comunisti, io sto dall’altra parte.
F. Non cominciamo in questo modo.
B. Un’ultima cosa: ricordate come funzionava la Cgil?

Che cosa c’entra la Cgil?

B. Funzionava così. La componente socialista della Cgil era il 15 per cento. Ma i comunisti, geniali, le regalavano un altro 15 per cento di socialisti più legati a loro. Risultato: il 15 per cento regalato neutralizzava il 15 autentico e, alla fine, l’intero 30 per cento della componente socialista era di fatto venduto al Pci.
F. Ma no, questo è ingeneroso.

Andiamo con ordine. Da nemici giurati, avete spiazzato l’Italia stipulando un patto di ferro sull’Iva. Questione risolta?
B. La stiamo risolvendo.
F. Siamo sulla strada giusta.

Bene. Osereste indicare altri punti su cui andate d’accordo?
B. La pensiamo allo stesso modo sull’Europa e sul futuro dell’Europa. Mica è poco.
F. Ma non basta: molto simile è anche la nostra analisi sul passato.

Pure sul passato?
B. Con una differenza. Che io valorizzo l’esperienza del governo Berlusconi e il mio amico meno, credo. Fassina?
F. Molto meno.

Nel pensiero molto simile che avete sul passato bisogna comprendere anche il giudizio su Bettino Craxi?

B. Su chi?

Craxi.
B. Ma no, che discorsi. Lascia perdere, Stefano, è una domanda provocatoria. Stavamo parlando della crisi, delle sue origini, dell’inadeguatezza dell’Europa e delle politiche sbagliate dell’Europa. Poi, ruolo di Berlusconi a parte, condividiamo l’idea su cosa fare per cambiare. Perché quello italiano è un caso unico in Europa.

Cioè?
B. Un centrodestra e un centrosinistra con giudizio fondamentalmente simile sulle cose successe dal 2007 in qua, e sui rimedi da apportare per uscire dalla crisi, costituiscono, lo ripeto, un caso unico in Europa.

Fassina conferma?
F. Confermo. È maturata in questi anni una valutazione condivisa.

Nel merito?
F. Non si trattava di una crisi da debito pubblico, ma con origini strutturali nel privato, punto primo. E, punto secondo, concordiamo che dalla vicenda greca in poi sono state fornite risposte sbagliate…

Scusi, onorevole Fassina, sta dicendo che la rissa tra di voi cui abbiamo assistito in questi lunghi anni si poteva evitare?
F. Le divergenze sulle scelte del governo Berlusconi erano di merito, dato che hanno contribuito alle scelte sbagliate dell’eurozona. Ma il clima di contrapposizione ha esasperato quelle divergenze.

Questo vuole dire che vi troverete d’accordo nel picchiare i pugni sul tavolo alla riunione europea di fine giugno?
F. Più facile a dirsi che a farsi. Ma ho preso volentieri atto di una cosa: il Pdl ha maturato una posizione molto diversa da quella di tanti suoi amici del Partito popolare europeo. E questo rappresenta una straordinaria possibilità di dialogo fra di noi, così come una posizione di forza per il governo Letta.

Quale sarà il modo migliore di sbattere i pugni sul tavolo?

F. Costruire alleanze con governi di centrodestra, come la Spagna, e di centrosinistra, come la Francia. Mezzo punto in più o in meno di deficit non è risolutivo, bisogna cambiare la direzione di marcia.

Sembra di ascoltare Berlusconi.

F. Non provochi.

È d’accordo col viceministro, presidente Brunetta?

B. Esiste un segnale anche icastico, visibile, di quanto le stiamo dicendo. Io ho l’incarico di scrivere il documento che verrà presentato all’incontro europeo di fine giugno. E procedo così: scrivo una parte della bozza, la mando ai partner di governo, mi torna indietro, recepisco, preciso. Passo alla parte successiva, con lo stesso metodo. È la prova del modo intelligente con cui il governo Letta utilizza il concorso di forze nel Parlamento. La forza di Letta, volendo semplificare, sta nell’ottimo rapporto fra me e Stefano. Il nostro idem sentire lo rende solido.

Il vostro idem sentire corrisponde a quello dei vostri partiti?

F. Beh, Brunetta è presidente del suo gruppo parlamentare…
B. Porterò i 97 deputati del Pdl a votare compatti il documento da presentare al tavolo europeo. E il viceministro Fassina avrà dalla sua i 297 del Pd.

297 meno 101, può essere?
F. Non scherzi, la consapevolezza di dover cambiare politica economica è molto diffusa. E i pentiti dell’austerità stanno aumentando a vista d’occhio. Anche tra gli editorialisti, direi.

L’irresponsabile e sabotatore Fassina diventa salvatore della patria?
F. O gli irresponsabili tifosi del sacrificio-sacrificio cominciano a togliersi i paraocchi? Ciò detto, siccome l’economia non è questione tecnica, come voleva far credere Mario Monti, ma politica, resta vitale che, accanto a larghe convergenze, alcune differenze col Pdl restino.

Qualche differenza sarebbe effettivamente carino che restasse. Vuole fare qualche esempio?

F. Di convergenze o di differenze?

Differenze. Anzi, approfitti adesso che Brunetta è uscito un attimo e non può sentirla.
F. Già le conosce, Brunetta. Il Pd vuole vedere come verranno fatte liberalizzazioni e privatizzazioni. Vogliamo ridiscutere la regolazione dei movimenti di capitale tra Europa e resto del mondo. E non è accettabile, per noi, una competizione secondo cui dovremmo importare acciaio da una Cina senza sindacati e priva di regole sull’inquinamento ambientale. Potrei andare avanti.

Si fermi. Lei sa che un bel pezzo del suo popolo soffre molto, invece, per via di queste benedette convergenze. Cosa può dirgli?

F. Che abbiamo fatto un grande passo avanti rispetto al governo Monti. Di compromesso, ma in avanti.

E ridagliela con Monti.
B. Ma Fassina ha ragione!
F. Un grande passo avanti culturale, perché oggi destra e sinistra insieme hanno il merito di aver rimesso in moto la politica.
B. Con Monti era stata la cattiva burocrazia a prendere il potere.
F. È così!
B. E quando questa stagione finirà, perché deve finire, la gente avrà finalmente davanti un menu da cui scegliere.
F. Due posizioni, non una falsamente neutrale. Questa è una stagione ricca che aprirà un’altra fase.

Avete lo stesso giudizio anche su chi, secondo voi, si contrapporrebbe alla fase felice di cui dite? Su chi sarebbe il cattivo?
B. La Repubblica. La Repubblica e Carlo De Benedetti.
F. No, dai, loro sembrerebbero capire.

Allora chi?
F. Quel filone che ha vissuto di antiberlusconismo e che, in parte, è penetrato anche nel nostro mondo…

Prego? In parte? Penetrato? E come? Quatto quatto?

F. Mi lasci finire. Chi ha vissuto di antiberlusconismo nel momento in cui è sopravvenuto l’accordo col Pdl ha perso la sua ragion d’essere.

Sta pensando alla «Repubblica dei piccoli»?
F. A Marco Travaglio e al Fatto. A quelli per i quali ogni accordo, ogni compromesso, ogni scelta responsabile sono un inciucio.
B. Come se la maggioranza di azionisti che governa un’azienda costituisse un inciucio. Stefano dice bene. Esiste un blocco conservatore che non appartiene allo schieramento di Fassina, e tantomeno al mio, fatto di cattiva burocrazia, cattiva finanza, cattiva editoria, che ha mangiato sulla pelle del Paese e che ne rappresenta l’anima conservatrice. Il governo Monti era la rappresentazione plastica di tutto ciò.

Ecco la quadratura del cerchio, il male assoluto era Monti. Ma l’emergenza? Ce l’eravamo inventata?
F. Non sono del tutto d’accordo con Brunetta. L’emergenza c’era. L’errore, detto col senno di poi, è stato di non fare un governo politico.
B. Col senno di poi, sarebbe stato meglio un governo politico.

Ma col senno di prima...

F. Non si poteva. Infatti, così era parso. Che ci avesse ficcato lo zampino un antiberlusconismo che non apparteneva soltanto a Travaglio?
B. Chiunque usi l’anti è vuoto di proposta politica.
F. E di autonomia. L’ho scritto qualche mese fa: è privo di prospettiva
chiunque si identifichi nell’anti....

Fa piacere sentire parole così dolci, ma andiamo al sodo: e l’ineleggibilità di Berlusconi?

F. Non esiste. Dobbiamo rimanere coerenti con la posizione che abbiamo avuto fin dal 1994. L’Italia ha bisogno di una legge sul conflitto d’interessi e di una legge antitrust. Ma non contro Berlusconi.
B. Votassero pure l’ineleggibilità, vinceremmo col 60 per cento.

Presidente Brunetta mi meraviglio di lei, il suo si chiama tanto peggio tanto meglio.
B. Vero, dobbiamo cercare i punti di consonanza. E io li cerco.

Come fa una persona buona, generosa e altruista come lei, a fidarsi di un uomo perfido, fazioso e furbo come Brunetta? Uno che si compiace di essere nato nella città dove hanno concepito quell’infamia assoluta che si chiama Ponte dei Sospiri?

B. Ottimizzazione, si chiamava quel ponte. Passaggio veloce dal Tribunale del Palazzo Ducale ai Piombi: giustizia a chilometro zero.

Ha sentito?

F. Posso non condividere quello che dice, ma mi fido di Brunetta, non mi sembra una persona doppia.

E lei come può passare ore insieme all’onorevole Fassina senza ricordargli nemmeno una volta di essere uno sporco comunista, un amico sventurato della conservatrice Susanna Camusso, capa della reazionaria Cgil?
B. Susanna Camusso era socialista, non comunista, ci terrei a ricordare, e socialista più a destra di me, dato che ero lombardiano. Si è un po’ persa, poi, ma era buona.

Fantastico. Mai più accuse strumentali? Mai più, onorevole Brunetta, utilizzazione a fini politici di casi come il Monte dei Paschi?
B. Non le consento l’insinuazione. Mai strumentalizzato quel caso. Anzi. Ho sempre invocato una magistratura come quella di Siena, da cui non è uscita nessuna violazione di segreto, nessuno spiffero ai giornali, niente di niente. Giù il cappello. Non come a Palermo o altrove, dove atti coperti da segreto, e tanto più se riguardavano Berlusconi, passavano ai giornali in tempo reale facendosi beffe della legge.

È d’accordo col presidente Brunetta anche su questo?

F. Mi sembra che affermi cose più che ragionevoli.

Questa doppia intervista, necessariamente succinta, è stata fatta tre giorni prima della sentenza di Milano, che può cambiare molto oppure no. E adesso si vedrà.


http://news.panorama.it/politica/renato ... dl-governo
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Re: Fassina / Brunetta, coppia perfetta

Messaggioda franz il 06/07/2013, 12:00

Da Marco Campione, mi pare antica conoscenza su gargonza@ o su Ulivo.it

Su Panorama di questa settimana c’è un’intervista di quel genio assoluto del giornalismo italiano che è Andrea Marcenaro dal titolo “La nostra grande intesa”. “Nostra” si riferisce a Stefano Fassina, viceministro dell’economia del Pd, e a Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera, i quali effettivamente mostrano di avere le stesse idee su tutti i passaggi fondamentali della vicenda politica italiana e internazionale. Al momento la trovate soltanto sul sito di Brunetta, se non avete comprato Panorama, perché il viceministro Fassina s’è dimenticato di caricarla sul suo.

L’intervista è l’ultima circostanza in cui il duo Brunetta-Fassina (d’ora in avanti, Bru-Fas) dà prova della grande sintonia politica che, in realtà, precede l’attuale fase. Più intensamente nelle ultime settimane Bru-Fas ha preso a sentenziare sul futuro dell’Italia, avendo inaugurato un asse che non esita a pronunciarsi su ogni argomento. Bru-Fas dice di essere il miglior amico del governo Letta, sebbene Letta stesso dica, in ogni occasione, l’esatto opposto di quello che Bru-Fas predica.

D’altronde, a guardar bene, Enrico Letta esprimeva opinioni diverse e contrarie a quelle di Bru-Fas anche prima delle elezioni. Che oggi continui a farlo girando il mondo non delude però Bru-Fas, che tira dritto per la sua strada.

Sostiene Bru-Fas che, comunque vada, è tutta colpa della Germania e che da una crisi prodotta da un eccesso di debito si esce facendo altro (tanto, tantissimo) debito.

Sostiene Bru-Fas che lo squilibrio nello macro area dell’Euro tra nord e sud del continente si cura soltanto se il nord comincia a spendere un po’ di quattrini (sono tirchi questi tedeschi!) e il sud continua a indebitarsi come niente fosse.

Sostiene Bru-Fas che l’Europa potrebbe tranquillamente andare anche a due velocità, pure a tre volendo, non è escluso a quattro e, comunque, a sei velocità sarebbe meglio che a cinque.

Sostiene Bru-Fas che Draghi è un tipo parecchio zelante.

Sostiene Bru-Fas che il pareggio di bilancio in Costituzione è, praticamente, fascismo.

Sostiene Bru-Fas che il fiscal compact, come Babbo Natale, non esiste.

Sostiene Bru-Fas che il nostro welfare è il più bello del mondo, come la nostra Costituzione, la mamma e la pasta asciutta.

Sostiene Bru-Fas che è tutta colpa della speculazione finanziaria, che tutti i problemi italiani sono dovuti alla crisi del 2008, che stavamo così bene prima quando svalutavamo e tiravamo avanti felici.

Sostiene Bru-Fas che Monti è il diavolo tecno-pluto-burocratico del complotto finanziario contro l’Italia e che saremmo usciti dalla procedura d’infrazione comunque, perché siamo sempre i più fighi d’Europa e poi abbiamo la pizza, la Ferrari e Balotelli.

Sostiene Bru-Fas che Renzi è di destra, anzi è di sinistra, anzi è di centro, anzi è la reincarnazione di Attila-flagello-di-Dio.

Sostiene Bru-Fas che è così bello-bello stare al governo insieme, che prende la depressione al pensiero di dover tornare, prima o poi, alle elezioni a dirsi tutte quelle cose brutte-brutte.

Meglio non pensarci e continuare a dare la colpa alla Merkel. Almeno fino alle elezioni tedesche. Che dopo c’è sempre l’uomo nero e il lupo cattivo.

Marco Campione
Marco Campione. Socio e fondatore di Noveris Srl, si occupa di politiche formative. Ha scritto di politica scolastica su Europa e su alcune riviste on line del settore; è anche nella redazione de IMille. Responsabile Scuola del PD lombardo. Il suo blog è Champ's Version. Twitter: @marcocampione
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Re: Fassina / Brunetta, coppia perfetta

Messaggioda franz il 06/07/2013, 12:04

Nel caso, ecco un esempio di coerenza.

Fassina: 21.03.2013

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Re: Fassina / Brunetta, coppia perfetta

Messaggioda trilogy il 06/07/2013, 19:21

franz ha scritto:Da Marco Campione, mi pare antica conoscenza su gargonza@ o su Ulivo.it

[..]Sostiene Bru-Fas che, comunque vada, è tutta colpa della Germania e che da una crisi prodotta da un eccesso di debito si esce facendo altro (tanto, tantissimo) debito.[..]


finchè non si chiarisce che l'eccesso di debito, sia esso pubblico o privato, è il sintono di una malattia e non la malattia, continueranno a fare discussioni poco utili, e a litigare sulla cura del sintomo, invece che affrontare la malattia che c'è dietro.
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Re: Fassina / Brunetta, coppia perfetta

Messaggioda franz il 07/07/2013, 9:13

trilogy ha scritto:finchè non si chiarisce che l'eccesso di debito, sia esso pubblico o privato, è il sintono di una malattia e non la malattia, continueranno a fare discussioni poco utili, e a litigare sulla cura del sintomo, invece che affrontare la malattia che c'è dietro.

D'accordo, comunque a sua volta l'eccesso di debito è una malattia, nel senso che provoca a sua volti disturbi gravi, che si pagano maggiormente nei momenti di crisi quando uno non vorrebbe avere un simile fardello che costituisce, solo per interessi, il 10% e passa del nostro bilancio. Siamo quindi costretti a curare sia la malattia (politica) di base che ha originato il debito sia i malanni che il debito stesso genera.
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