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Zanella: Le contraddizioni del decreto lavoro

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Zanella: Le contraddizioni del decreto lavoro

Messaggioda franz il 29/06/2013, 10:09

Le contraddizioni del decreto lavoro
27 giugno 2013 • giulio zanella
http://noisefromamerika.org/articolo/co ... eto-lavoro

Ieri il governo ha approvato il "decreto lavoro 2013".
Un breve commento per sottolinearne alcuni aspetti contraddittori.

I dettagli del provvedimento sono qui, qui e qui. [Link nel testo originale]

Contraddizione 1. La principale misura consiste nella riduzione del costo del lavoro di 1/3 per 18 mesi per i neoassunti (neoassunti speciali, vedi sotto). Se il governo crede che questo possa bastare a creare un posto di lavoro, allora crede che il costo del lavoro sia l'ostacolo che impedisce all'occupazione di aumentare. Perche' allora non fare una delle seguenti cose, o una combinazione delle due? Primo, ridurre la pressione fiscale sul lavoro. 1/3 del costo del lavoro per un anno e mezzo equivale (facendo i conti facili con zero inflazione e zero tasso di interesse) al 5% del costo del lavoro per un rapporto di lavoro con durata attesa di 10 anni. Se la misura varata crea occupazione, il taglio si autofinanzia per neoassunti e finanzia parte del taglio per i gia' occupati (un nuovo occupato finanziera' il taglio di 2 gia' occupati coi 2/3 di cuneo fiscale che restano dopo lo sgravio, assumendo che i nuovi posti di lavoro siano distribuiti, rispetto al salario, come quelli esistenti). Se e' politicamente impossibile ridurre la spesa per reperire le risorse residue necessarie c'e' un secondo (equivalente) modo: permettere che un neoassunto accetti un salario lordo del 5% inferiore. Dovrebbe essere meglio che essere disoccupato. Se il governo non fa queste cose rivela di non credere che funzionino.

Contraddizione 2. Il target sono i lavoratori meno qualificati: un requisito e' essere un giovane con titolo di studio inferiore al diploma di scuola superiore (la terza media, cioe'). Si parla di spendere circa 800 milioni di euro per 100mila nuove assunzioni a tempo indeterminato, circa 8mila euro a posto di lavoro. I numeri del governo implicano quindi riduzione media di 450 euro al mese ovvero target su un salario medio lordo mensile di 1350 euro. Parecchio basso, trattandosi di salario lordo per lavori a tempo indeterminato. A me non pare una buona idea distorcere i salari relativi per incentivare la creazione di posti di lavoro a cosi' basso valore aggiunto, disincentivando quindi la creazione di quelli di maggiore qualita'. Quelli che il governo vuole creare non saranno (se mai si materializzeranno, dato quello che sappiamo su sussidi di questo tipo) posti di lavoro "buoni", il che contraddice lo slogan del governo secondo il quale il provvedimento creera' posti di lavoro di qualita'. Non sarebbe meglio affrontare il problema dei disoccupati con bassissimo capitale umano nel mezzo di una recessione mediante forme attive (formazione) e passive (trasferimenti) di welfare?

Contraddizione 3. Il decreto prevede vantaggi per chi assume lavoratori in cassa integrazione (CIG). La logica della CIG e' tenere legato il lavoratore all'impresa durante i momenti di crisi. Il governo crede all'utilita' della CIG o no? Se no, dovrebbe sostituire questo istituto (come da tempo su questo blog suggeriamo) con un'assicurazione pubblica universale contro la disoccupazione stile Danimarca, rafforzando l'ASPI. Se si, perche' prevedere questi vantaggi nel decreto lavoro?

Contraddizione 4. Il decreto riduce la lunghezza della "pause" obbligatorie tra un contratto temporaneo e un altro introdotte dalla riforma Fornero: da 60-90 giorni a 10-20. Non ho mai capito il motivo per cui queste pause siano state introdotte, visto che peggiorano (e di parecchio, lo vedo per esperienza diretta di parenti e conoscenti) la situazione dei lavoratori precari. Se il governo crede che queste pause siano dannose (come il mettervi mano suggerisce) allora deve eliminarle del tutto. Se non lo fa allora vuol dire che le ritiene utili. Che senso ha ridurle a 10-20 giorni? Perche' non 7 o 28? Perche' non aumentarle a 109?
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Per lavorare bisogna farsi bocciare?

Messaggioda franz il 29/06/2013, 10:14

da Davide De Luca, su IlPost http://www.ilpost.it/davidedeluca/2013/ ... -lavorare/

[Link nel testo originale]

La lettera che il padre di Andrea ha inviato ieri ai maggiori quotidiani è falsa. Dopo che al Post avevamo espresso i nostri dubbi sulla sua autenticità, un’agenzia pubblicitaria ci ha comunicato che effettivamente la lettera è stata scritta da loro con lo scopo di «[...] sottolineare le contraddizioni di un decreto di legge fallace approfittando della contemporaneità con gli esami di maturità.»

***

Oggi su diversi giornali (qui e qui ad esempio) è comparsa una lettera di un professore che racconta una storia tra l’assurdo e il malinconico. Il professore, non compare il nome (Repubblica scrive che la lettera è stata firmata), racconta di aver ricevuto una telefonata da un genitore di un suo alunno, Andrea. Il genitore chiedeva di bocciare Andrea all’esame di maturità. Se fosse stato promosso, sosteneva, la pizzeria dove Andrea lavorava in nero da diverso tempo non avrebbe potuto assumerlo sfruttando gli incentivi del decreto lavoro presentato ieri dal governo.

Non è vero. L’equivoco è stato causato da un lancio errato dell’ANSA ieri sera ed è stato successivamente chiarito – in realtà aveva già spiegato come stavano le cose il ministro del Lavoro Enrico Giovannini durante la conferenza stampa di ieri mattina. I nuovi incentivi previsti dal decreto lavoro, quasi 800 milioni stanziati per i prossimi quattro anni, prevedono uno sgravio fiscale per un determinato periodo di tempo se il datore di lavoro assume dei giovani tra i 18 e i 29 anni che soddisfino uno dei seguenti requisiti:

a) Siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
b) Siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale;
c) Siano lavoratori che vivono da soli o con una o più persone a carico.

Nota bene: UNO dei requisiti di cui sopra. Non tutti e tre contemporaneamente, come aveva erroneamente lanciato ieri l’ANSA e come è stato poi ripreso da molti giornali. Il ragazzo in questione, sempre che esista, potrebbe venire assunto anche se venisse promosso, poiché avendo finora lavorato in nero soddisfa il requisito A, cioè non lavora da sei mesi.

Detto questo, la lettera in sé ci lascia un po’ scettici. Il comunicato stampa sul Consiglio dei ministri è stato diffuso ieri in mattinata ed è arrivato sui giornali nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio. Il testo del decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, quindi non sappiamo esattamente cosa contenga.

Nella lettera il professore specifica di aver ricevuto la telefonata del padre di Andrea “stamattina”, cioè ieri mattina. Le cose quindi sarebbero dovute andare così: il pizzaiolo che al momento sta dando lavoro ad Andrea deve aver saputo immediatamente della chiusura del Consiglio dei ministri e deve essere corso a leggere il comunicato stampa. Ne ha frainteso il significato – o ne ha letto un resoconto sbagliato – e ha tempestivamente chiamato Andrea o i suoi genitori, avvertendoli che avrebbe potuto assumere Andrea, ma che per farlo era necessario che venisse bocciato.

Il padre di Andrea, ricevuta la telefonata, senza fare nessun controllo sul testo effettivo del decreto, ha immediatamente chiamato il professore – il quale, nonostante l’atroce dubbio morale che racconta nella lettera, non ha nemmeno provato a fare una ricerca più approfondita che gli avrebbe permesso di scoprire che i requisiti del decreto non sono così stringenti e che non c’era alcuna necessità di bocciare Andrea. Davanti a tutto questo, ci sorge il lieve sospetto che la storia, o la lettera, siano false, ma restiamo fiduciosamente in attesa di riscontri.
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Re: Zanella: Le contraddizioni del decreto lavoro

Messaggioda Robyn il 30/06/2013, 7:06

il ddl lavoro và bene nella parte che riduce le pause fra un contratto e l'altro,altrimenti 60 e 90 giorni sarebbero stati troppi come intervallo fra un contratto e l'altro.Poi fà un pò di confusione,12 mesi acasuali 18,29 anni in cui non c'è limite ai contratti,va bè lasciamo perderesi cerca di scaricare ancora la flessibilità su una parte.La modifica dell'art 18 avrebbe già dovuto rimuovere la precarietà.Ma per rimuovere la precarietà bisogna creare lavoro che stabile,investire,fare la formazione,innovare,detassare il lavoro,ridurre il cuneo fiscale ricostruire la capacità di investire delle aziende con la riduzione delle tasse.Per completare la riforma del lavoro serve il reddito minimo garantito e la formazione durante i periodi di inattività.Il reddito minimo garantito rappresenta il più efficace contrasto alla precarietà,altrimenti non si spiega perchè altri paesi che ce l'hanno non hanno tutta la precarietà che esiste in Italia.La riforma del lavoro dovrebbe essere così
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A limitazione a due anni dei contratti a termine e
non tre come adesso
B mantenere 10,20 giorni fra un contratto a termine e l'altro
C nessuna causale nei contratti a termine
D far costare di più i contratti a termine riducendo il cuneo
fiscale per il lavoro stabile
E introdurre il reddito minimo garantito
F fare la formazione durante i periodi di inattività
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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