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Idem

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Idem

Messaggioda Robyn il 23/06/2013, 13:27

Per il ministro Idem alcuni partiti hanno presentato la mozione di sfiducia individuale.La mozione di sfiducia individuale non esiste,non è prevista nel nostro ordinamento,esiste solo il voto di sfiducia all'esecutivo.Può esistere la rimozione di un ministro da parte del Primo Ministro prevista in altri ordinamenti,che attualmente non c'è nel nostro.Quindi il ministro Idem non è obbligata alle dimissioni
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Re: Idem

Messaggioda franz il 24/06/2013, 7:17

Robyn ha scritto:Per il ministro Idem alcuni partiti hanno presentato la mozione di sfiducia individuale.La mozione di sfiducia individuale non esiste,non è prevista nel nostro ordinamento,esiste solo il voto di sfiducia all'esecutivo.Può esistere la rimozione di un ministro da parte del Primo Ministro prevista in altri ordinamenti,che attualmente non c'è nel nostro.Quindi il ministro Idem non è obbligata alle dimissioni

Semplicemente i padri costituenti se ne sono dimenticati.
Ma si sono anche dimenticati, diversamente da altri ordinamenti, di chiarire bene cosa fa l'esecutivo.
Hanno scritto come nominarlo, fiduciarlo e sfiduciarlo. Nell'italia fondata sul lavoro, il "cosa fa l'esecutivo", il suo lavoro, un'elencazione organica dei suoi compiti non ha nemmeno sfiorato i costituenti.
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Re: Idem

Messaggioda Robyn il 24/06/2013, 10:03

la mozione di sfiducia individuale non esiste in nessun ordinamento e neanche viene introdotta,è come l'elezione diretta del premier,un'esperimento sconosciuto alla storia del costituizionalismo
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Re: Idem

Messaggioda Iafran il 24/06/2013, 18:01

La legge vale per tutti o per altri un po' di meno?

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... ni/634261/

Sentenza Ruby, Berlusconi condannato a 7 anni. Interdizione perpetua
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Re: Idem

Messaggioda franz il 24/06/2013, 18:24

Robyn ha scritto:la mozione di sfiducia individuale non esiste in nessun ordinamento e neanche viene introdotta,è come l'elezione diretta del premier,un'esperimento sconosciuto alla storia del costituizionalismo

Probabilmente quelli di wikipedia vivono su un altro pianeta o in universo parallelo.
Wikipedia ha scritto:La mozione di sfiducia può essere proposta contro il governo (o il primo ministro, se il rapporto fiduciario intercorre solo con questo) oppure, in alcuni ordinamenti, contro un singolo ministro; se la mozione viene approvata, il governo oppure il ministro contro il quale è stata proposta si deve dimettere. Negli ordinamenti in cui, secondo la forma di governo da taluni definita neoparlamentare, il primo ministro è eletto direttamente dal corpo elettorale, l'approvazione della mozione di sfiducia comporta, oltre alle dimissioni del governo, lo scioglimento del parlamento e l'indizione di nuove elezioni.

Dove vivo (in questo pianeta ed in questo universo) per esempio è previsto l'istitito del recall nei confronti del singolo ministro per cui l'affermazione che "non esiste in nessun ordinamento" è frutto di non conoscenza della realtà. Leggo che le nazioni in cui questo è previsto sono come minimo quattro, tra cui gli USA, nazione in cui solo nel 2011 sono stati sottoposti a sfiducia ben 150 casi, una buona metà dei quali sono stati rimossi. La procedura è applicata a ministri degli stati, parlamentari, speakers, sindaci, governatori ed anche giudici delle contee.

PS: naturalmente la via maestra rimane sempre quella delle dimissioni del ministro sotto inchiesta.
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Re: Idem

Messaggioda Iafran il 20/03/2014, 9:52

Con Josefa Idem si adopera il pugno di ferro, con Renzi ... non si "vede" proprio niente.
. . . . . . .
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03 ... ei/919763/

Contributi pagati dal Comune. Idem come Renzi, ma è indagata solo lei di Marco Lillo

L'ex ministro e tuttora senatrice del Partito democratico è accusata di truffa aggravata: poco prima di diventare assessore a Ravenna, fu assunta dal marito. Una situazione simile a quella del premier che, come rivelato da il Fatto Quotidiano, si fece assumere qualche giorno prima di essere eletto presidente della Provincia.


Mentre la ex ministra dello Sport, Josefa Idem si ritrova indagata per truffa aggravata per i contributi della sua pensione, Matteo Renzi annuncia riforme mirabolanti delle pensioni altrui. Prima di tagliare i privilegi però il premier dovrebbe chiarire perché la sua situazione pensionistica dovrebbe essere così diversa da quella dell’ex campionessa di canoa. L’ex ministra è a un passo dalla richiesta di rinvio a giudizio per una presunta marachella da 8 mila euro mentre il premier, per una situazione simile ma che è costata alla collettività una cifra di circa 300 mila euro, continua a non rendere conto a nessuno. Difficile non notare la disparità di trattamento: Josefa Idem, dopo le dimissioni presentate il 24 giugno 2013 per il mancato pagamento dell’Imu e dopo avere versato senza battere ciglio i 3 mila euro della multa, è stata prosciolta dall’accusa fiscale. Ma è indagata per una questione che ricorda molto quella scoperta dal Fatto su Renzi.

La Procura di Ravenna ha notificato all’ex ministro e al marito-allenatore Guglielmo Guerrini l’avviso di chiusura indagini previsto dall’articolo 415 bis che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Il reato contestato è la truffa, punita all’articolo 640 del codice penale con una pena da 1 a 5 anni. Secondo il pm Angela Scorza Idem avrebbe truffato il comune facendo leva sulla legge che impone all’ente pubblico (Comune, Provincia o Regione) di versare i contributi al posto del datore di lavoro precedente nel periodo in cui un dipendente viene eletto consigliere o nominato assessore e chiede l’aspettativa. Questa norma rappresenta una conquista della sinistra codificata nello Statuto dei Lavoratori ma spesso è usata in modo furbo dai politici. L’ex assessore allo Sport di Ravenna Idem è accusata dal pm di truffa per 8mila e 642 euro, quelli versati dal Comune al posto dell’associazione sportiva del marito che l’aveva assunta poco prima della nomina. Idem è indagata per 183 giorni lavorativi da assessore, dal 10 giugno 2006 al 7 maggio 2007, giorno in cui, per ragioni familiari e sportive, si dimise.

Renzi invece pontifica indisturbato sulle pensioni altrui anche se la provincia e il comune di Firenze gli hanno versato i contributi (da dirigente e quindi ben più elevati di quelli da semplice dipendente della Idem) per poco meno di 10 anni. Josefa Idem si era fatta assumere dall’associazione sportiva del marito 16 giorni prima l’accettazione dell’incarico da assessore, offerto alcuni giorni prima. Renzi, invece, come abbiamo raccontato sul Fatto , si è fatto assumere dalla società Chil della famiglia un giorno prima l’annuncio da parte della Margherita della sua candidatura a presidente della Provincia. Fino a 10 giorni prima dell’assunzione, avvenuta il 27 ottobre 2013, Matteo Renzi era socio con una quota del 40 per cento della Chil Srl. All’atto di cessione delle quote si dichiara ‘libero professionista’, perché era un mero co.co.co. non un dirigente. Matteo e la sorella Benedetta quel giorno cedono le quote alla mamma e al babbo e solo a quel punto, quando Renzi è pronto a candidarsi alla presidenza della provincia con garanzia quasi matematica di elezione, i genitori decidono di assumerlo. Per 7 mesi e mezzo, fino all’elezione nel giugno 2004, Chil paga i contributi poi il peso della pensione, del tfr e dell’assistenza di Renzi passa sulle spalle dei contribuenti fiorentini.

Grazie all’assunzione nella Chil, Renzi si è fatto versare una massa enorme di contributi, se confrontati con quelli di Josefa Idem. Altro che i miseri 8 mila e 600 euro dei ravennati, i fiorentini hanno pagato fino al mese scorso ben 3 mila e 240 euro al mese per i contributi di Matteo Renzi. Alla fine del 2010, quando l’azienda della Chil Post con Matteo Renzi in aspettativa, passa alla Eventi 6, nel prospetto dei Trattamenti Fine Rapporto accumulati per Renzi c’è già un tfr di 28 mila e 326 euro. Grazie a un’interrogazione del consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Torselli si è scoperto che il sindaco è rientrato al lavoro in azienda tre giorni dal 22 al 24 giugno del 2009, e si è messo in ferie. Nella risposta all’interrogazione il vicesindaco Lorella Saccardo ammette: “Se al momento dell’assegnazione della carica, fosse stato occupato con un rapporto di co. co. co. (come era fino al 27 ottobre 2003, ndr) il dottor Matteo Renzi non avrebbe avuto diritto ai contributi figurativi”. Forse Renzi, a prescindere dalla Idem, dalle indagini su di lui che non ci sono e mai ci saranno visto l’atteggiamento della Procura e della Corte dei Conti di Firenze, potrebbe considerare l’ipotesi di rinunciare ai contributi. E magari a restituire il Tfr pagato dai contribuenti. Perché chiedere sacrifici ai pensionati quando si sono agguantati così l’anzianità contributiva e il Tfr, magari non sarà una truffa ma di certo è un’ingiustizia.
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