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Il lavoro viene prima dell’Imu

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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda Stefano'62 il 20/05/2013, 15:33

Il lavoro deve venire prima dell'IMU e su questo non i piove.
Perchè l'IMU la paga chi ha già una casa,invece la mancanza di lavoro ricade soprattutto su chi non ce l'ha.
Questione dunque di dove è posizionato il mento di chi sta affondando,rispetto al livello della merda.
Poi sia Franz sia Ranvit hanno detto cose giuste,ma la più giusta è che se la gente non ha soldi trovo difficile che vada a svuotare i negozi.

Ma c'è una cosa che mi sta sul gozzo da diversi anni:
tutti che si affannano a denunciare la mancanza di lavoro ai giovani,e a proporre misure di "lavoro per i giovani".
Cazzo ma....e gli altri ???
Sta molto peggio (livello della merda) un ultra quarantenne senza lavoro o licenziato prima di arrivare a buoni requisiti di pensione,rispetto ad un ventenne.
Il ventenne senza lavoro avrà la merda alla gola,ma il 55enne senza lavoro gli arriva alla fronte.
Sono LORO in vera emergenza,non i ventenni.

Tutti sti idioti pseudo esperti che si affannano a promettere misure per i giovani.....e nessuno pensa agli altri che prima gli si allunga l'età pensionabile,e poi gli si dice di togliersi dalle palle il prima possibile.
Qua andrà a finire che faranno misure per i giovani,cioè rivolte a chi esce dall'Università,cioè ai figli di chi il lavoro ancora non l'ha perso....e degli altri licenziati a 50 anni chissenfrega,e dei loro figli pure.
Che schifo,stanno andando nella direzione sbagliata,e il PD è complice di questa porcheria.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda franz il 20/05/2013, 15:55

Stefano'62 ha scritto:Ma c'è una cosa che mi sta sul gozzo da diversi anni:
tutti che si affannano a denunciare la mancanza di lavoro ai giovani,e a proporre misure di "lavoro per i giovani".
Cazzo ma....e gli altri ???

Bel colpo. hai ragione. Quasi tutti vittima del ragionamento superfisso per cui per dare lavoro a qualcuno si finisce per toglierlo ad altri. Del tipo "la coperta è corta" e quindi o hai freddo ai piedi o sporge la testa. Si mandano in pensione prima gli anziani per dare lavoro ai giovani. Lavorare meno, lavorare tutti. Lo stesso difetto metodologico, frutto di una visione per cui l'economia è un gioco fisso a somma zero. Come testa o croce. Chi vince, chi perde. Un modello mentale molto semplice e accattivante, che affascina chi non è capace di produrre e non capisce che invece l'economia è un gioco a somma > di zero.
Che funziona se si produce + valore aggiunto (con aumenti di produttività) e non se si regalano soldi finti per la spesa.
Se una cosa unisce liberalismo è marxismo (non per altro hanno radici filosofiche comuni nel 1800) è propro la centralità dei fattori produttivi sui consumi. Cosa innesca positivamente il cliclo economico? I consumi oppure innovazione, ricerca, formazione professionale e produttività?
Se la gente non consuma in Italia è perché si lavora poco, si studia poco, si innova poco e quel poco di reddito prodotto viene tartassato.
Penso che data l'incertezza anche abolendo IMU (cosa che dubito, in realtà verrà rimodulata escludendo concretamente la prima casa per alcune tipologie di famiglie) pochi convertiranno questo regalo in consumi ma lo terranno da parte per i momenti futuri.

PS: ho eliminato io il messaggio doppio
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda trilogy il 21/05/2013, 10:55

Lo stallo nel mercato immobiliare si riflette anche sui canoni di locazione.Secondo l’Ufficio studi di Tecnocasa, infatti, l’Imu ha contribuito ad aumentare il numero di immobili in affitto e in vendita, il che ha portato l’entità dei canoni d’affitto nel secondo semestre 2012 a contrarsi dell’1,7% sui bilocali e del 2,3% sui trilocali. Nelle grandi città gli affitti sono diventati meno cari rispettivamente dell’1,2% e dell’1,8%. Le case più richieste sono i bilocali (38,6%), seguono i trilocali (35,9%). Nella tabella i canoni medi e la variazione percentuale degli affitti per bilocali e trilocali...
fonte: http://www.finanzaoperativa.com/affitti ... source=rss
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda franz il 21/05/2013, 11:24

Avevo letto recentemente (ed ora come al solito non trovo piu') lo studio di un blogger economico che mostrava quanto sia falsa la tesi che IMU ha causato un crollo dei valoro immobiliari. La crisi (crollo dei prezzi) era iniziata due anni prima dell'arrivo dell'IMU ed i prezzi ora, malgrado IMU, si sono stabilizzati.
Se poi calano i prezzi degli affitti, tanto meglio per i conti di fine mese di chi vive in affitto.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda ranvit il 21/05/2013, 11:59

In un contesto di crisi economica generalizzato l'arrivo dell'Imu (che sarebbe giusto pagare ma certo non in presenza di una tassazione già sin troppo alta), non solo ha contribuito a far crollare il mercato immobiliare ma anche quello dell'edilizia!
Con il conseguente aumento della disoccupazione e quindi dei consumi e quindi...etc etc. Circolo vizioso che ci porta al fallimento generale!
La politica di rigore ha senso in un contesto di crescita! E comunque almeno se accompagnata da una politica di crescita!
"Questi" non fanno un cazzo! Non tagliano la spesa pubblica, non vendono gli immobili pubblici, non hanno alcuna idea di come fare e di conseguenza non investono, non pagano i debiti con le imprese (ridicole le cifre stanziate), non riducono le tasse....

Ma di che stiamo discutendo???
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda ranvit il 21/05/2013, 12:06

Bene Letta! Batti i pugni sul tavolo....e che cazzo! Non solo non ci danno un euro e contribuiamo a salvare gli altri, ma non ci consentono neanche di aumentare il debito per investire e ridurre le tasse!!!
Batti i pugni sul tavolo!! Se saltiamo noi, salta anche tutto questo demenziale castello che è l'Euro di questi ottusi tecnocrati asochisti!

(Ma col cazzo che Letta batte i pugni....invertebrato democristiano com'è!)


http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HRER1-1


Letta: "L'Europa così non ci basta.
Italia non ritorni oggetto di scherno"

Il premier parla al Senato in vista del vertice europeo: "L'Ue non sia una gabbia, ma un aiuto per la crescita". La priorità per il governo è "uscire dalla procedura di deficit eccessivo. Sarebbe un segnale importantissimo". Ma c'è bisogno di un'Unione meno lenta, che "passi dalle parole ai fatti"

ROMA - "L'Europa non deve tradursi in una gabbia di vincoli regole e procedure che finiscono spesso per limitare l'azione di tutti, cittadini, famiglie e imprese". E soprattutto: non basta l'unione monetaria, ma servono "gli Stati Uniti d'Europa". Ne è convinto il premier Enrico Letta, intervenuto questa mattina nell'Aula del Senato in occasione delle comunicazioni sul vertice straordinario dell'Ue in programma per domani, ricordando come il decreto approvato all'ultimo Cdm vada in questa direzione.

Uscire dalla procedura d'infrazione. "La sorte dell'Italia e quella dell'Europa è inevitabilmente collegata, due destini che si uniscono, ne va della costruzione del nostro futuro", ha continuato il premier. La priorità per il governo è "uscire dalla procedura di deficit eccessivo. Sarebbe un segnale importantissimo".

Letta ha ricordato anche che il confronto tra governo e parlamento, prezioso in passato per la definizione della posizione dell'Italia in Europa, "è un obbligo fissato dalla legge approvata dalle Camere lo scorso anno grazie all'impegno del ministro Moavero".

Spazi per la crescita. In tutti gli incontri avuti dal governo con le cancellerie europee, ha continuato il presidente del Consiglio, "abbiamo illustrato la nostra natura europea ed europeista e il nostro fermissimo impegno di rispettare la disciplina della finanza pubblica. Questa è la premessa irrinunciabile: ricercare nel quadro della finanza pubblica europea, non fuori e mai contro, spazi per la crescita e la creazione di posti di lavoro".

Ue pensi anche al lavoro. "Non possiamo permetterci di vanificare i sacrifici fatti fino ad ora - ha ribadito il premier - di suscitare dubbi nei mercati e far tornare l'Italia sotto esame, all'ultimo banco, oggetto di scherno e alzate di spalle". Ma c'è bisogno di un'Europa meno lenta: "L'Ue deve investire con la stessa energia messa per il rigore "per politiche di crescita e lavoro. Deve far seguire alle parole i fatti. Non deve prendere decisioni, stilare calendari e obiettivi e poi far passare mesi e mesi senza risultati concreti. L'Ue è in crisi di legittimità per carenza di risultati".

Lotta all'evasione. Letta propende quindi per un europeismo attivo, che dia nuove regole "sul lavoro così come è stato fatto per i conti pubblici". Anche la lotta alla frode e all'evasione fiscale internazionale sono "un imperativo morale, un elemento essenziale per garantire l'equità". E subito dopo il vertice di domani, il capo del governo si è impegnato a scrivere al presidente Van Rompuy una lettera per chiedere che il consiglio europeo di giugno discuta di misure concrete, facili da spiegare e immediate da verificare, contro la disoccupazione giovanile".

Energia. Un altro dei punti che Letta porterà al consiglio europeo di domani, dedicato fra l'altro, proprio al tema dell'energia, è lo sviluppo delle fonti rinnovabili". Per il premier bisogna puntare al "contenimento dei prezzi dell'energia" anche per contribuire alla competitività dell'Italia e dell'Europa.



(21 maggio 2013)
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda Iafran il 21/05/2013, 13:29

E soprattutto: non basta l'unione monetaria, ma servono "gli Stati Uniti d'Europa". Ne è convinto il premier Enrico Letta, intervenuto questa mattina nell'Aula del Senato

Questo, il presidente Letta, lo dovrebbe dire per prima agli "ortolani" italiani che siedono nel Parlamento nazionale ed in quello europeo, i quali badano solo a "sentirsi importanti" ed a curare i fatti personali.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda flaviomob il 21/05/2013, 13:38

Lunedì 20 Maggio 2013 12:51
L'industria italiana verso lo sfacelo
di Redazione Contropiano

Contropiano.org

Siamo tornati alla velocità di crollo del 1009, quano - all'indomani del crack Lehmann - l'intera economia globale si era improvvisamente fermata. Ma stavolta il problema è principalmente italiano.

Gli altri paesi d'Europa, e a maggior ragione del pianeta, viaggiano infatti su ritmi niente affatto esaltanti (qusi tutti sono in recessione, a parte la Cina e pochi altri) ma molto meno gravi di quelli italiani.

Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di marzo 2012), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 7,6%, con un calo del 10,6% sul mercato interno e dell'1,0% su quello estero. Come si vede, il crollo annuale (il "tendenziale") è spaventosamente alto ed è causato esclusivamente dalla componente "interna" (le esportazioni influiscono negativamente, ma solo per l'1%). E' quindi confermata la diagnosi: comprimendo i salari e l'occupazione, le pensioni e gli ammortizzatori sociali, i consumi interni precipitano. E quindi tutta la produzione che dovrebbe essere destinata al mercato domestico risulta penalizzata in modo drammatico.

Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano cali congiunturali per l'energia (-5,9%), per i beni intermedi (-1,2%) e per i beni strumentali (-0,2%), mentre sono in aumento i beni di consumo (+0,4%). Quest'ultima indicazione è solo apparentemente in contraddizione. Bisognerenne infatti disaggregare il dato e si scoprirebbe che questo "leggero aumento" rappresenta la concentrazione dei consumi sui generi indispensabili, mengre calano più rapidamente quelli "superflui", come la benzina per l'auto - "energia").

L'indice grezzo del fatturato scende, in termini tendenziali, del 10,7%: il contributo più ampio a tale diminuzione viene dalla componente interna dei beni intermedi.

L'unico incremento tendenziale del fatturato si registra nel settore e della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, app. elettromedicali, app. di misurazione e orologi (+5,2%), mentre la diminuzione più marcata riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-20,8%).

Per quel che riguarda gli ordinativi totali (le "commesse" per l'immediato futuro), si registra un aumento congiunturale dell'1,6%, sintesi di una crescita dello 0,2% degli ordinativi interni (fermi, dunque) e del 3,6% di quelli esteri. Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali diminuiscono del 3,2% rispetto al trimestre precedente.

Nel confronto con il mese di marzo 2012, l'indice grezzo degli ordinativi segna una variazione negativa del 10,0%. L'unico aumento si registra nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+1,0%), mentre il calo più rilevante si osserva nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) (-17,6%).

E' assolutamente evidente che le "politiche" messe in campo finora - tagli e "riforme strutturali" - hanno un effetto recessivo pesantissimo che ci sta portando sullo stesso sentiero della Grecia e del Portogallo. Alla faccia dei "proclami" con cui la leggiore classe politica mai approdata nelle stanze del governo ci ammorbano da mattina a sera.

http://www.contropiano.org/economia/ite ... lo-sfacelo


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda trilogy il 21/05/2013, 14:47

ranvit ha scritto:In un contesto di crisi economica generalizzato l'arrivo dell'Imu (che sarebbe giusto pagare ma certo non in presenza di una tassazione già sin troppo alta), non solo ha contribuito a far crollare il mercato immobiliare ma anche quello dell'edilizia!
Con il conseguente aumento della disoccupazione e quindi dei consumi e quindi...etc etc. Circolo vizioso che ci porta al fallimento generale!
La politica di rigore ha senso in un contesto di crescita! E comunque almeno se accompagnata da una politica di crescita!
"Questi" non fanno un cazzo! Non tagliano la spesa pubblica, non vendono gli immobili pubblici, non hanno alcuna idea di come fare e di conseguenza non investono, non pagano i debiti con le imprese (ridicole le cifre stanziate), non riducono le tasse....

Ma di che stiamo discutendo???


La discesa del valore degli immobili e la crisi del settore edile è un fenomeno globale , non riguarda solo l'Italia. Era ampiamente previsto, il calo è cominciato nel 2005. Ne avevo parlato anche io nel forum. Dietro di sono elementi congiunturali come la difficoltà di accesso al credito, prezzi gonfiati dalla speculazione, la riduzione del commercio al dettaglio e dei suoi margini di profitto, la caduta del tasso di risparmio delle famiglie,l'offerta d'immobili della PA. Ma anche questioni di lungo periodo come la riduzione del trend di crescita della popolazione; i cambiamenti nell'organizzazione produttiva con la riduzione degli spazi utilizzati. L'IMU può aver scoraggiato qualcuno a comprare la seconda o terza casa, ma la crisi ci sarebbe stata comunque e di gravità analoga.
Comunque c'è un rapporto molto dettagliato dell'associazione nazionale costruttori edili sulla crisi. In 186 pagine di analisi, l'IMU non la nominano mai.
Report ANCE: http://www.ance.it/docs/docDownload.aspx?id=6739
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