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Il lavoro viene prima dell’Imu

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda mauri il 18/05/2013, 17:35

il pd assente e il pd perde consensi perchè non capisce che deve tirare fuori le palle per imporre alla destra le priorità per gli italiani, accontenta silvio sull'imu e silvio se ne appropria come una vincita sul pd e crescono i suoi consensi, il pd ha paura e pur di mantenere in piedi un governo posticcio cala le brache, basta si vada a nuove elezioni e decidano gli elettori chi deve governare
ciao mauri


Sinistra e 5 Stelle in piazza con la Fiom
Roma, in migliaia al corteo di Roma
Alla manifestazione anche Rodotà Zagrebelsky, Gino Strada, don Ciotti
Polemica per la mancata risposta
dal Pd: “Le assenze parlano da sole”
http://www.lastampa.it/2013/05/18/itali ... agina.html
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda ranvit il 18/05/2013, 18:07

Il lavoro viene prima dell'Imu? Va bene come slogan ma non significa niente! Che significa "lavoro"? Immagino posti di lavoro. Ma i posti di lavoro li creano le imprese che vendono piu' di quanto producono...certo non gli slogan!
In questo momento togliere l'Imu, almeno alle case non di lusso,per me viene prima di tutto! La gente non ha soldi, e quindi non compra, se non compra cosa cazzo vendono le imprese?
Dopodichè bisognerebbe tagliare fortemente la tassazione alle imprese e per fare questo ci sono due possibilità: o si fa nuovo debito pubblico o si taglia la spesa pubblica....mi pare che al momento non si stia facendo nè l'uno nè l'altro!
Questa si sarebbe una buona ragione per manifestare!!! Ma figuriamoci se Landini, Strada, Rodotà, Cofferati e compagnia bella si pongono questo problema.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda franz il 18/05/2013, 18:48

Si intende che la tassazione sul lavoro (la sua diminuzione) deve venire prima della tassazione sulla casa (della sua diminuzione). Lo dicono ormai quasi tutti FMI compreso. Solo Berlusconi agita questa bandiera.
È interessante anzi come su questo punto liberalismo e socialdemocrazia siano quasi allineati.
In fondo entrambi concordano che il lavoro è la fonte di tutto. Non i consumi. Il lavoro.
La tassazione sul lavoro opprime la crescita molto di piu' di quella sui consumi o sui beni accumulati.

PS: come informazione privata (visto che ho una piccola attività) ma che potrebbe interessare chiunque qui volesse mettersi in proprio, mi piacerebbe sapere come fanno le aziende di successo a vendere piu' di quanto producono.
A parte la moltiplicazione dei pani e dei pesci (ma non ci sono piu' i Gesù Cristo di una vllta) infatti mi sembra una cosa molto difficile. Ma si puo' sempre imparare .... 8-)

PS2: ovviamente il PD è assente visto quanto Letta ha detto a proposito della partecipazione ufficiale dei partiti che lo sostengono a manifestazioni politiche contro il governo.
Ultima modifica di franz il 18/05/2013, 19:51, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda ranvit il 18/05/2013, 19:15

Ovviamente che "lo dicono tutti"...lo dici tu!
Pur semplificando molto credevo di essere stato chiaro. Se i consumatori non comprano che cazzo produci?
Volendo esagerare: ammettiamo per ipotesi che Babbo Natale si compra molto piu' di quanto possono produrre le imprese (in un dato momento), credi che le imprese non creerebbero nuovi posti di lavoro, nonostante le tasse alte?
Del resto è comunque sottinteso che le due cose servono entrambe e certo non fatte a distanza di anni.



Risposta privata: non è certo la prima volta che un'impresa vende piu' di quanto sia capace di produrre....almeno in un certo tempo. In questo caso è costretta semplicemente a posticipare le consegne; poi, se la cosa diventa sistematica, aumenta la produzione....creando nuovi posti di lavoro....semplicemente!
Mi meraviglia che un imprenditore....si meravigli :lol:
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda ranvit il 18/05/2013, 19:28

Cosi', tanto per gradire...

http://iltirreno.gelocal.it/regione/201 ... -1.7034620



«Detassare il lavoro serve a poco»

Dibattito sulle ricette anticrisi. Balleggi, ex leader delle piccole imprese: anche con meno soldi da pagare non potrei assumere


CAMPI BISENZIO. «Per creare nuovi posti di lavoro la detassazione è una condizione necessaria ma non sufficiente. Per un lavoratore di prima fascia io pago allo Stato circa 1500 euro. Anche dimezzando questi contribuiti non potrei assumere».

Chi parla è Andrea Balleggi, 70 anni, ex presidente dell’Api, l’associazione delle piccole imprese della Toscana e titolare dell’Iab, un’azienda di Campi Bisenzio, che fabbrica accessori metallici per borse e calzature, 50 dipendenti e 7 milioni e mezzo di fatturato nel 2012.

L’azienda va bene perché è al traino delle griffe della moda del made in Italy. Non licenzia nessuno. E se qualche dipendente va in pensione, Balleggi lo sostituisce. Tuttavia zero assunzioni nuove.
Perché?

«Oggi un imprenditore prima di assumere qualcuno ci pensa tre volte perché è come firmare una cambiale per la vita».

Ma l’Iab va bene?

«Noi abbiamo 50 dipendenti. Se oltrepasso questo limite entro nel novero delle aziende medie con più obblighi e meno agevolazioni. Non conviene».

Neanche con la detassazione del costo del lavoro?

«Attenti ai luoghi comuni. Certo una minore pressione fiscale sul lavoro aiuta le imprese, ma non è risolutiva».

Perché?

«Un lavoratore di prima fascia mi costa 2.700. Ebbene, di questa cifra 1200 euro vanno in tasca al lavoratore mentre il resto è destinato all’Inps e all’Inail per la pensione, gli infortuni, le malattie e una mensilità viene accantonata per la liquidazione».

Più di metà di quanto paga va allo Stato.

«Sì, un’anomalia solo italiana. In Germania e in Francia si paga di meno e i lavoratori hanno in busta paga più soldi. Il che consente maggiori consumi e quindi un più alto tasso di sviluppo economico».

Se le riducono gli oneri lei assumerebbe?

«Anche se gli oneri previdenziali e contributivi venissero dimezzati io non vedo grossi effetti positivi per l’occupazione. Se lo Stato mi fa risparmiare 750 euro a lavoratore non è che possa permettermi di assumerne un altro. Parliamoci chiaro. Se ad un’impresa arriva una grande commessa di lavoro per 5 anni, non è che sta a guardare il costo del lavoro: assume senza problemi. Ma se il mercato va male, un imprenditore difficilmente assume anche in presenza di una diminuzione della pressione fiscale».
Allora che fare per creare nuovi posti di lavoro?

«Il vero problema è la recessione. Se non riprende lo sviluppo economico, tutto rischia di tramutarsi in palliativi».

E la ripresa sembra lontana.

«Le previsioni non sono rosee».

Cosa chiede al governo e al parlamento?

«Di evitare la contrapposizione tra il partito dell’Imu e quella della detassazione del lavoro.
Per rilanciare lo sviluppo serve una riduzione della fiscalità. Sia quella alle persone che alle aziende. La verità è che in Italia siamo tartassati e i lavoratori percepiscono bassi stipendi rispetto ai colleghi degli altri Paesi. La mancanza di soldi deprime i consumi e se la gente non consuma le aziende smettono di produrre. E’ questa la ruota dello sviluppo. Per farla girare occorre meno tasse alle imprese ma anche ai cittadini».

Intanto i disoccupati aumentano.

«E’ il dramma del nostro Paese e dell’Europa. Che può essere affrontato rilanciando lo sviluppo, ma anche con un nuovo sistema dell’istruzione della formazione».

In che senso?

«Le aziende, come le ho detto, ci pensano tre volte ad assumere un lavoratore, ma fanno a gara a prendere quelli qualificati, che scarseggiano. E’ la bassa manovalanza che sta soffrendo: ci sono tante domande di lavoro e poche offerte. Invece per le professionalità più qualificate scarseggia l’offerta. Una contraddizione che è figlia di un sistema scolastico sbagliato. Che finora ha guardato al proprio ombelico anziché all’evolversi delle imprese».

Se il presidente Letta la dovesse chiamare per chiederle un consiglio su come aumentare l’occupazione cosa le risponderebbe?

«Che un posto di lavoro riflette lo stato di salute di un’economia. E’ tutto il sistema Italia che va cambiato. Dalla scuola alla fiscalità. Pensando di risolvere il problema con un solo aspetto, si va poco lontano».

©RIPRODUZIONE RISERVATA



09 maggio 2013
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda franz il 18/05/2013, 19:58

ranvit ha scritto:Ovviamente che "lo dicono tutti"...lo dici tu!
Pur semplificando molto credevo di essere stato chiaro. Se i consumatori non comprano che cazzo produci?

Mai sentito parlare dei mercati esteri?
Ma realizzato che la germania produce ed esporta un volume di merci pari al 40% del suo PIL? Noi solo il 20%?
Esiste solo l'Italia con 60 milioni oppure esiste anche un mondo di 7,1 miliardi che cresce al 3% (molto piu' di noi)?
ranvit ha scritto:Risposta privata: non è certo la prima volta che un'impresa vende piu' di quanto sia capace di produrre....almeno in un certo tempo. In questo caso è costretta semplicemente a posticipare le consegne; poi, se la cosa diventa sistematica, aumenta la produzione....creando nuovi posti di lavoro....semplicemente!
Mi meraviglia che un imprenditore....si meravigli :lol:

Se vende (fattura) cose che non ha ancora prodotto siamo al limite della truffa ma forse per qualcuno questo non è un problema.
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda ranvit il 19/05/2013, 7:40

A proposito di tergiversare..... ;)


1) Che la Germania stia meglio di noi non ci sono dubbi, ma....che minchia c'entra con quello che stavamo dicendo?


2) Che minchia c'entra il fatturare? Vendere e fatturare sono due cose diverse: "vendere" significa "acquisire ordini"; le fatture si fanno quando si spedisce la merce!
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda flaviomob il 19/05/2013, 11:30

L'IMU non colpisce i cittadini più deboli che vivono in una casa in affitto e magari devono tirare la cinghia per arrivare a fine mese. Ergo, è chiaro che diminuire le tasse sul lavoro (a favore dei lavoratori, però, non solo delle imprese) rilancia i consumi di base: perché se non ho i soldi per comprare la carne, non la mangio! ma l'affitto lo devo pagare e il cuneo fiscale pure.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda ranvit il 19/05/2013, 12:22

L'87% degli italiani ha una casa di proprietà e quindi paga l'Imu....

Il rimanente 13% non è costituito solo da gente che vive in affitto per mancanza di possibilità di comprare una casa....

Come ho già spiegato e come ha fatto anche l'imprenditore di cui sopra: abbassare il cuneo fiscale e/o le tasse alle imprese, che pure andrebbe fatto (eccome!), non crea posti di lavoro nell'immediato!

E comunque, tutta sta manfrina non serve a una mazza: per fare un Governo tra due forze contrapposte è necessario "accontentare" un po' l'uno e un po' l'altro!
Finiamola di pensare che abbiamo la maggioranza nel Paese!!!


http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HREC1-1

Il premier: "Ridaremo un futuro ai giovani"

Letta: varate misure care al Pd, altro che vittoria di Berlusconi. "Il lavoro è il cuore del mio impegno già abbiamo stanziato un miliardo". La disoccupazione giovanile è il tema che il governo italiano porterà al Consiglio europeo. La speranza dell'esecutivo è che dopo le elezioni tedesche l'Europa cambi passo di FRANCESCO BEI

"IL lavoro è il cuore del mio impegno, lo dimostrano le parole e, soprattutto, i fatti". Ai giovani senza futuro, agli esodati, ai cassintegrati, ma soprattutto alla piazza arrabbiata della Fiom che l'ha preso a bersaglio, Enrico Letta vorrebbe mandare un messaggio: è il lavoro il senso della sfida che l'ha spinto ad accettare la chiamata a Palazzo Chigi.

Letta ritiene di averlo chiarito già nel discorso programmatico alla Camere, "basato sulla centralità del lavoro" e con "l'impegno che sto portando in Europa sull'occupazione per i giovani in vista del Consiglio europeo di giugno".

Per questo bruciano le accuse di non aver fatto nulla. Anche il primo provvedimento del Consiglio dei ministri, preso venerdì, secondo il premier dimostra la concentrazione del suo governo per alleviare questa sofferenza del paese. "Il primo decreto - ricorda - costa 1.040 milioni, di cui 1000 sono contro la disoccupazione e 40 sul resto. E non c'è soltanto il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, ma anche l'aiuto immediato ai precari della Pubblica amministrazione e lo sblocco dei contratti di solidarietà". Fatti concreti.
E tuttavia c'è un'altra questione che, almeno sul piano dell'immagine, per Letta ha appannato il risultato raggiunto faticosamente venerdì....

L'articolo integrale su Repubblica in edicola


(19 maggio 2013)
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Re: Il lavoro viene prima dell’Imu

Messaggioda flaviomob il 19/05/2013, 14:28

Ma... rimandare l'IMU a settembre che senso ha? Si paga o non si paga? E chi ha già pagato, ovvero centomila contribuenti, ora cosa dovrebbe fare? E i comuni, dove li prendono i soldi?


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