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La rivolta in 50 sedi del PD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda ranvit il 05/05/2013, 11:37

Iafran, la democrazia italiana è una schifezza! Ma certo non per colpa solo di qualcuno (quello che ti sogni anche la notte :D ).
La colpa è di tutti! In primis di una classe dirigente di merda (tutti: politici, imprenditori, intellettuali), poi di tutto l'elettorato....poi ci mancava solo Grillo! Quindi colpa anche tua che continui a lamentarti ed aspiri ad un populismo inqualificabile...il Paese ha bisogno di essere governato e quel testa di rapa di Grillo si è messo a fare i giochetti solo ed esclusivamente per i suoi interessi personali!!!

Allora che cavolo vuoi? Meglio un Governo di transizione in attesa che il Paese si risollevi un po', che il Pd trovi il bandolo della matassa, che il M5S si sgonfi.... ;)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda flaviomob il 05/05/2013, 13:09

E' completamente il contrario, Ranvit. Non solo la totalità dei giovani del PD sono schifati dallo spettacolo che stanno dando, ma anche molti dei "vecchi" e degli iscritti storici. A Monza, che è una città sostanzialmente conservatrice, tutto il PD è con CIvati (e non sono certo dei "fenomeni" del Cominter, ma hanno toccato con mano lo stile berlusconiano: infiltrazioni mafiose, tentativi di rendere edificabile un'area comprata dal fratello di Berlusconi in cui talvolta esonda il fiume Lambro, corruzione e spese ingiustificate, cementificazione selvaggia, etc).


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda ranvit il 05/05/2013, 15:41

Monza non è l'Italia :D


Ma possiamo sempre fare un Governo con il M5S :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda pianogrande il 05/05/2013, 17:32

ranvit ha scritto:Iafran, la democrazia italiana è una schifezza! Ma certo non per colpa solo di qualcuno (quello che ti sogni anche la notte :D ).
La colpa è di tutti! In primis di una classe dirigente di merda (tutti: politici, imprenditori, intellettuali), poi di tutto l'elettorato....poi ci mancava solo Grillo! Quindi colpa anche tua che continui a lamentarti ed aspiri ad un populismo inqualificabile...il Paese ha bisogno di essere governato e quel testa di rapa di Grillo si è messo a fare i giochetti solo ed esclusivamente per i suoi interessi personali!!!

Allora che cavolo vuoi? Meglio un Governo di transizione in attesa che il Paese si risollevi un po', che il Pd trovi il bandolo della matassa, che il M5S si sgonfi.... ;)

Sono d'accordo (purtroppo).
Meglio questo governo che il non partito, non finanziato del non governo.
Quando alla realtà si contrappongono i sogni, i sogni trionfano ma poi ...... restano sogni e , per definizione, sulla realtà non incidono (anzi, distraggono).
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Manuela il 06/05/2013, 10:55

Io non lo so, se sono giovani o meno giovani, radicali o meno radicali, coloro che occupano per protesta le sedi del PD. Immagino però che siano tutti iscritti al PD (se non lo fossero sarebbe un'invasione, non un'occupazione :) ).
Allora mi permetto di dire che è una protesta come minimo tardiva: nel PD si è accettato tutto, a questa classe dirigente si è perdonato tutto.
Potrei chiedere dov'era questa base in molte occasioni, potrei parlare dei guasti provocati da Marini e D'Alema, dell'errore di aver fatto dimettere Veltroni, di aver sostenuto Bersani, ecc.ecc. Ma mettiamo che fossero tutti troppo giovani per questo.
Ma questa base, che adesso protesta, ha votato in massa per Bersani alle primarie, e l'ha sostenuto anche quando ha teorizzato un "governo del cambiamento" con i grillini, ma l'elezione del presidente con Berlusconi, e ha proposto la candidatura condivisa con il PdL di Marini. Se non ci fosse stato chi, a viso aperto, l'ha contrastata, adesso avremmo Marini come presidente, e probabilmente lo stesso governo di ora (magari un po' peggio), perché non c'era altra soluzione. O pensate davvero che Marini avrebbe convocato le elezioni? :D :D :D
A me pare una protesta tardiva e un po' pelosa, volta non a rinnovare il PD, ma a sostenerne una parte contro l'altra. Praticamente un altro atto della farsa "DS contro Margherita". Che finirà come al solito a tarallucci e vino, con una mediazione che soddisfi entrambi (il mio vaticinio è che non ci sarà una scissione, o, meglio, non ci sarà certo per iniziativa di Civati).
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Iafran il 06/05/2013, 12:06

Manuela ha scritto:Ma questa base, che adesso protesta, ha votato in massa per Bersani alle primarie, e l'ha sostenuto anche quando ha teorizzato un "governo del cambiamento" con i grillini, ma l'elezione del presidente con Berlusconi, e ha proposto la candidatura condivisa con il PdL di Marini. Se non ci fosse stato chi, a viso aperto, l'ha contrastata, adesso avremmo Marini come presidente, e probabilmente lo stesso governo di ora (magari un po' peggio), perché non c'era altra soluzione.

Questa base non mi sembra che non abbia rumoreggiato in cuore proprio, se non l'ha fatto al momento opportuno non pensava proprio che si sarebbe finito "a tarallucci e vino con il PdL".
Civati, Puppato ed altri sono stati spiazzati da decisioni quasi ristrette ... da parlamentari (sic!), che potevano fare gli elettori PD se avevano cessato "di contare" dopo lo spoglio delle urne, se non farsi sentire come stanno facendo?
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda ranvit il 06/05/2013, 12:22

Queste proteste sono state attivate dalle quinte colonne della sinistra radicale nel Pd (cui si sono aggiunti un po' di "ingenui": poca roba insomma.....

Nel frattempo scende in campo anche De Luca:


http://lacittadisalerno.gelocal.it/cron ... -1.7006290

Prove di congresso
in casa Pd

Il neo vice ministro su Facebook: «Stop ai correntismi, ripartire dai territori»

L'editoriale del direttore


La base spinge per un congresso subito ma l’assemblea del Pd convocata per sabato prossimo per ora si limiterà a eleggere un segretario, o un reggente, che traghetti il partito fino a ottobre. Segretario o reggente? La distinzione non è solo nominalistica. Nel secondo caso, quello di un reggente o di un comitato di reggenti nel quale siano rappresentate tutte le varie correnti, si tratterebbe di una figura di garanzia che non si candiderebbe al prossimo congresso. Ma il primo obiettivo dell’Assemblea sarà quello di evitare una nuova conta lacerante tra i due candidati per ora in corsa: Gianni Cuperlo e Guglielmo Epifani. Contro l’ipotesi di un comitato di gestione collettiva, caldeggiata ieri anche da Carlo De Benedetti, si sono espressi diversi big del partito, da Massimo D’Alema a Nicola Zingaretti, convinti che in una fase già così complicata per la vita dei democratici serva una guida certa. «Ci vuole un segretario pienamente legittimato», avverte il neo governatore del Lazio, Zingaretti. Il nodo sarà affrontato martedì o mercoledì in una riunione dei segretari regionali. Anche se nel Pd c’è chi avverte: «non si riesce neanche a fare un gabinetto tra tutti i big, Letta incluso, perché c’è il timore che Renzi, che non verrebbe, poi denunci accordi occulti». Alcuni dirigenti locali come Michele Emiliano premono per fissare il congresso al più presto. «C’è un equivoco di fondo Letta è il vice di Bersani, quindi l’ultima persona che poteva guidare un governo del presidente era un uomo con le stesse responsabilità di Bersani», spiega Emiliano molto critico nei confronti del governo con il Pdl. «A me Gianni Cuperlo piace» scrive su Facebook il presidente della Toscana, Enrico Rossi, che chiede alla sinistra di ripartire con un progetto per il partito e per la società.

Intanto ieri è tornato a parlare Bersani. «Messi di fronte alla prima vera responsabilità nazionale da quando siamo nati abbiamo mancato la prova», ha detto l’ex segretario all’Unità. Bersani chiede un segretario vero e si schiera per una modifica dello statuto che separi la segreteria dalla premiership, come vorrebbe Matteo Renzi che si è chiamato fuori dalla corsa per la guida dei Pd. Una differenziazione osteggiata anche da Walter Veltroni nettamente contrario sia a separare le funzioni di segretario e candidato premier sia all’idea che, visto che a palazzo Chigi c’è Letta, il nuovo segretario debba rappresentare la sinistra. Una posizione che spiazza Renzi e i renziani che in questa fase vogliono essere rappresentati. Il nome di Sergio Chiamparino l’ha fatto Veltroni ma per i renziani potrebbe essere l’ex sindaco di Torino l’uomo giusto per la successione a Bersani.

A smantellare le correnti ci pensa Vincenzo De Luca. Il sindaco di Salerno e neo vice ministro, in un post su Facebook indica la strda per rilanciare il Pd. «È profondo il senso di umiliazione e sconcerto avvertito dalla nostra gente di fronte al disastro politico delle scorse settimane. Noi dobbiamo, in primo luogo, recuperare il rispetto dei nostri elettori e dei tanti militanti, che in tutto il paese lavorano e combattono, spesso in silenzio». Così per De Luca diventa prioritario: «Smantellare le correnti e il “correntismo”; partire dai territori; un programma chiaro; dare un’anima al Pd; cambiare tutto».
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Manuela il 06/05/2013, 13:03

ranvit ha scritto:
[dare un’anima al Pd; cambiare tutto».[/b]


Come avrebbe detto De Gaulle "Vaste programme!"... :D
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Iafran il 06/05/2013, 13:38

ranvit ha scritto:Queste proteste sono state attivate dalle quinte colonne della sinistra radicale nel Pd (cui si sono aggiunti un po' di "ingenui": poca roba insomma.....

"I cittadini non debbono proprio contare, devono solo avallare la casta (nelle urne) e subito dopo si debbono considerare carne da macelleria sociale" (firmato: un cittadino che vuole essere governato dalla casta a tutti i costi e che non crede nella democrazia). :o

Gli altri italiani credono nella democrazia e si oppongono alle decisioni ed ai privilegi della casta. ;)
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Iafran il 06/05/2013, 14:09

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05 ... to/583799/

Pd, anatomia di un tradimento di Antonio Padellaro

Il Fatto ha contato almeno 50 città dove la base del Pd è in rivolta contro le larghe intese strette con il Pdl di Silvio Berlusconi. C’è chi aspetta il congresso sperando nella rivincita della sinistra interna, magari con l’arrivo della cavalleria di Rodotà. C’è chi vorrebbe staccare la spina subito, per creare l’anelato “nuovo soggetto politico”, ma teme che, come spesso in passato, i sogni muoiano all’alba. Molti si chiedono sgomenti come sia potuto accadere. Ecco come.

- Breve riepilogo. Nel settembre 2012 Mario Monti annunciò con tono perentorio alla Cnn: “Non correrò alle elezioni, sono senatore a vita”. Una dozzina di volte almeno prima della scadenza del settennato, Giorgio Napolitano aveva escluso decisamente una rielezione, arrivando a definire questa ipotesi semplicemente “ridicola”. Anche dopo i risultati del voto di febbraio non si contano le dichiarazioni di esponenti del Pd ferocemente contrari a un governo con Berlusconi: da Bersani a Franceschini, dalla Finocchiaro a Massimo D’Alema a cui si deve un no senza se e senza ma: “Non è possibile che, neppure in emergenza, le maggiori forze politiche del centrosinistra e del centrodestra formino un governo insieme”. Di Silvio Berlusconi, Enrico Letta ha detto cose piuttosto pesanti, arrivando a definirlo “patetico e bollito”. Così l’8 aprile scorso il vicesegretario del Pd dava il colpo di grazia a qualsiasi possibilità di accordo con il Pdl: “Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile”. Sappiamo com’è finita. Monti si è candidato con un suo partito. Napolitano si è fatto rieleggere. Letta è il premier del governissimo, sostenuto da tutto il suo partito, tranne un paio di giapponesi dispersi nella giungla. Amen.
- Inganno e disprezzo. Dell’uso del tradimento in politica si è occupata, tra i tanti, Hannah Arendt spiegando che, se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori. Al militante disprezzato si indicano prospettive in cui non si crede minimamente e che al momento giusto vengono disattese, comportandosi anzi all’opposto. Se altrove l’inganno elettorale è un mezzo cinico per sgraffignare qualche quota di potere, nel caso italiano si è dimostrato un raggiro con inevitabili catastrofici effetti. Nel voltafaccia di Monti era in qualche modo incorporata la sconfitta, mentre la giravolta piddina nasconde tragicamente il germe dell’autodistruzione. Non finiremo d’interrogarci sulla sequenza di fatti che hanno portato al tradimento della volontà di più di 8 milioni di elettori democratici, i cui voti sono diventati carta straccia sotto i piedi del Caimano. Continueremo a chiederci (con molti sospetti) se dietro l’affondamento di Marini e di Prodi nella corsa al Quirinale ci fosse il ferreo proposito di ricandidare il Napolitano, che infatti si è fatto convincere subito. Ma è un fatto incontestabile che, in poche ore e tra gli applausi, il presidente bis abbia costretto il Pd a tagliarsi le vene per rifornire di sangue fresco un governo che, probabilmente, servirà da piattaforma elettorale per il Cavaliere. Il quale, sondaggi alla mano, punta (nel prossimo autunno o a più tardi nella primavera del 2014) a una nuova clamorosa vittoria che potrebbe spianargli la strada verso il Quirinale con tutti i benefici del caso (il Caimano che presiede il Csm: neanche nel film di Moretti si arrivava a tanto).
- La nuova Dc. Se alla fine l’unico risultato ottenuto fosse la propria frantumazione e il trionfo dell’ex nemico, ci sarebbe seriamente da dubitare delle facoltà mentali del gruppo dirigente (?) di largo del Nazareno. Ma forse c’è un disegno più complesso e ambizioso che, con la regia di re Giorgio (da sempre esegeta della mediazione e del compromesso), persegue la ristrutturazione del quadro politico nazionale: la formazione di un nuovo centro attraverso la saldatura dei moderati del Pdl con i moderati Pd. Una sorta di nuova Dc del Terzo millennio con il taglio dell’ala destra (già in parte avvenuto con la nascita di Fratelli d’Italia) e dell’ala sinistra (quella in gestazione che guarda a Barca, Rodotà, Vendola, Landini, Ingroia). Con il M5S di Grillo a fare da terzo incomodo. Fantapolitica? Non proprio, visto che sull’ossessione del grande centro (benedetto, inutile dirlo, dalla Cei del cardinal Bagnasco e dalla Confindustria) si sono bruciate le vanità prima di Casini e poi di Monti. Del resto, i plotoni di ex e nuovi dc che compongono l’esecutivo dc doc Letta-Alfano, sono già il preludio della sinfonia. Adesso tocca al Pd dissolversi e, mentre la base è in tumulto, il naufragar gli è dolce in questo mare.
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