La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Il peso del passato

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il peso del passato

Messaggioda matthelm il 05/05/2013, 13:58

Si sa che sulle sorti del governo Letta peseranno soprattutto i modi e i tempi della ridefinizione degli equilibri interni al Partito democratico, uscito totalmente destabilizzato dalle elezioni e da ciò che ne è seguito. È possibile che alcune delle cause della crisi del Pd non siano del tutto chiare a molti dei suoi stessi militanti.
Che cosa ha fin qui frenato quel partito, che cosa gli ha impedito di darsi una identità adeguata, spendibile con più successo nelle nuove condizioni della competizione politica? È stato soprattutto il peso del passato . Il Pd non ha una identità adeguata, utile per vincere le elezioni, perché tende a perpetuare al proprio interno concezioni, di se stesso, del proprio rapporto con gli elettori e con la società italiana, ereditate dal passato e che sono incompatibili con le circostanze presenti.

Il problema principale è che, per un antico retaggio, il Pd concepisce il proprio elettorato assai più come un «blocco» che come un insieme di «flussi».
Vediamo cosa ciò significhi. Nato dall'unione fra l'ex Pci e l'ex sinistra democristiana, guidato da persone formatesi in quelle esperienze, il Pd ha ereditato la visione del rapporto fra partiti ed elettori allora dominante. All'epoca, il sistema politico italiano era immobilizzato dalla conventio ad excludendum (la permanente esclusione del Pci, a causa della guerra fredda, dall'area di governo). Inoltre, la mobilità elettorale era molto bassa: pochi elettori si spostavano da un partito all'altro; pochissimi si trasferivano da sinistra a destra e viceversa. In un sistema statico come quello, si conducevano solo guerre di posizione. Il problema dei partiti non era conquistare un bel po' di voti altrui (cosa praticamente impossibile) ma mantenere, conservare, elezione dopo elezione, il proprio «pacchetto», il proprio blocco di voti. Si pensi al Pci. Escluso dalla possibilità di andare al governo, aveva certo interesse ad ottenere qualche voto in più ma l'interesse prevalente, dominante, era conservare i voti già acquisiti. Anche la sinistra democristiana, impegnata nelle lotte con le altre correnti Dc, aveva lo stesso problema: conservare i propri consensi, condizione necessaria per continuare a praticare il gioco del potere dentro l'allora partito di maggioranza relativa.

In un mondo statico, la cosa che conta è preservare la propria forza, non c'è spazio per innovative strategie di conquista: le vittorie e le sconfitte elettorali, in un mondo siffatto, si giocano ai margini, in virtù di piccoli pugni di voti che si spostano, erraticamente, di qua o di là. Sono queste circostanze che portano a pensare al proprio elettorato come a un blocco che, in quanto tale, potrebbe in qualunque momento «spezzarsi»: occorre quindi farne oggetto di manutenzione continua, innaffiarlo, coccolarlo, tenerlo unito a tutti i costi. «La base non capirebbe» è la frase che, in quel mondo, pone termine a ogni discussione nel caso in cui qualcuno, poco consapevole delle vere regole del gioco, si azzardi a proporre idee nuove o innovazioni strategiche.

Si pensi, per contrasto, a un qualunque dirigente di partito (ad esempio, di un partito socialdemocratico) di un altro Paese europeo. Quel dirigente, nell'epoca della propria formazione politica, ha conosciuto un mondo più dinamico. Il suo partito qualche volta ha vinto le elezioni ed è andato al governo, altre volte le ha perse ed è andato all'opposizione. Certamente, anche in quel partito c'era un nucleo di elettori stabili che non potevano essere troppo maltrattati, ma il nostro dirigente socialdemocratico sapeva che per vincere le elezioni bisognava fare guerre di movimento. Sapeva che occorrevano proposte politiche vincenti e che una nuova proposta è vincente se, pur scontentando, come è inevitabile, vecchi elettori, riesce a conquistarne di nuovi (ovviamente, in quantità superiore a quelli che si perdono). Sapeva che si vincono le elezioni solo se il flusso di elettori in entrata (i nuovi elettori che voteranno per il partito) risulterà superiore al flusso di elettori in uscita.

Il problema del Pd è che, guidato da persone che sono state iniziate alla politica nell'ultima fase della Prima Repubblica, ha continuato a pensare, anche nel ventennio successivo, al rapporto con gli elettori nel modo statico di allora (l'elettorato come blocco anziché come insieme di flussi) mentre, nel frattempo, il mondo circostante diventava sempre più fluido e dinamico. Si pensi, da ultimo, alle primarie Bersani/Renzi. È stato anche uno scontro fra la concezione statica e quella dinamica del rapporto con l'elettorato. Matteo Renzi diceva una cosa che sarebbe apparsa ovvia, scontata, perfino banale, in qualunque altro Paese, ossia che per vincere le elezioni bisognava parlare agli elettori di Berlusconi. Ma poiché la concezione prevalente nel partito, ereditata dal passato, era quella descritta, questa tesi suonava come eretica, scandalosa, alle orecchie dei tradizionalisti, e Renzi stesso veniva fatto passare per un cripto-berlusconiano.

Il Pd nacque su una parola d'ordine - «vocazione maggioritaria» - che avrebbe richiesto, se presa davvero sul serio, un radicale rinnovamento di mentalità e di concezioni. Quel rinnovamento non c'è stato. Se non avverrà in tempi rapidi il Pd chiuderà malamente la sua parabola. Dove tutto è in movimento non c'è futuro per chi si attarda in guerre di posizione.

Angelo Panebianco (Corriere della sera)
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Il peso del passato

Messaggioda ranvit il 05/05/2013, 15:36

Perfetto!

Vediamo chi eleggeranno come segretario :roll: :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Il peso del passato

Messaggioda pianogrande il 05/05/2013, 17:06

Sì.
Non possono propinarci un segretario di transizione (magari, in attesa della immancabile era Renzi).
Ormai, abbiamo poco da transitare (se non nel regno dei morti).
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Il peso del passato

Messaggioda Manuela il 06/05/2013, 11:07

Un'analisi su cui non si può non concordare.
Adesso però si apre un'altra fase dello scontro fra partito statico e partito dinamico. Se prevarrà l'idea di un "serrate le fila", che sarebbe un ulteriore passo indietro (dopo i molti già fatti con la rimozione di Veltroni e la vittoria di Bersani nel 2009) rispetto all'idea di un partito moderno, il PD si condannerà all'irrilevanza.
Renzi non può tenersi fuori da questa contesa, come si sente mormorare da molte parti, perché ha bisogno, per vincere le elezioni, di avere dietro un partito moderno, che lo sostenga. E' vero che cambiare il PD è un'impresa improba, e forse impossibile: ma se Renzi ambisce davvero alla presidenza del consiglio, è un passaggio che deve affrontare, perché ritengo non possa arrivarci separando le sorti del premier da quello del segretario del partito (ancora una volta ha ragione Veltroni, che in teoria è molto più bravo che in pratica :D )
Manuela
Manuela
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 415
Iscritto il: 18/11/2008, 9:31
Località: Ravenna

Re: Il peso del passato

Messaggioda Iafran il 06/05/2013, 11:48

matthelm ha scritto: Matteo Renzi diceva una cosa che sarebbe apparsa ovvia, scontata, perfino banale, in qualunque altro Paese, ossia che per vincere le elezioni bisognava parlare agli elettori di Berlusconi. Ma poiché la concezione prevalente nel partito, ereditata dal passato, era quella descritta, questa tesi suonava come eretica, scandalosa, alle orecchie dei tradizionalisti, e Renzi stesso veniva fatto passare per un cripto-berlusconiano.

Angelo Panebianco (Corriere della sera)

Forse questo opinionista non conosce bene gli elettori di Berlusconi e di come si pongono a spada tratta in sua difesa ... Questi elettori debbono avere una particolare predisposizione per questo ruolo, specialmente poi se guardano a ciò che frutta l'apparente venerazione del capo (di turno).
È la solita prassi ... vecchia quando il mondo ... che, poi, combatte ferocemente chi resiste o chi non si "piega", naturalmente per motivare l'ineluttabilità dell'adulazione del potente.
Renzi (o un altro) riuscirebbe a conquistare l'elettorato di PdL solo se si ponesse a sostituire integralmente il cavaliere, cosa difficile se è portatore di valori democratici.
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46

Re: Il peso del passato

Messaggioda ranvit il 06/05/2013, 12:14

Ti sbagli Iafran!
Molti elettori, ma davvero molti, votano il Pdl perchè ai loro occhi manca l'alternativa...che non puo' certo essere il M5S, nè il Pd spampanato com'è! Se ci fosse un Pd che dice cose chiare e comprensibili, che si tenga a distanza dalla sinistra radicale e dalla Cgil.....insomma un Pd targato Renzi (o Chiamparino), molto probabilmente le cose andrebbero diversamente!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Il peso del passato

Messaggioda Manuela il 06/05/2013, 13:08

Ha ragione Vittorio, Iafran... bisogna smetterla di dare la colpa di tutti gli errori della sinistra agli elettori "che non capiscono".
Certamente anche il PdL ha il suo zoccolo duro, quegli elettori che, caschi il mondo, voterebbero comunque per Berlusconi. Ma il PdL, come ormai tutti gli altri partiti (Grillo compreso), hanno anche un alone di elettori disponibili a cambiare idea, se solo messi di fronte a proposte appetibili.
E' questo il senso del vecchio detto "le elezioni si vincono al centro", erroneamente interpretato da buona parte del PD come "facciamo un'alleanza con Casini". Il "centro" è proprio quella vasta area di persone che sono disponibili a farsi convincere. Se non ci riusciamo non è proprio colpa loro...
Manuela
Manuela
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 415
Iscritto il: 18/11/2008, 9:31
Località: Ravenna

Re: Il peso del passato

Messaggioda flaviomob il 06/05/2013, 15:18

Ma ragazzi... se diamo i numeri, almeno usiamo quelli buoni.
Sei milioni di elettori, SEI, hanno lasciato il PDL in questi cinque anni. Intanto, tre milioni di elettori hanno lasciato il PD, di cui secondo i sondaggi una milionata solo nelle ultime due settimane di campagna elettorale. L'analisi di Panebianco è totalmente anacronistica, la gente è delusa dalla sinistra, dal centro e dalla destra... E' inutile perdere tempo a definire il "target" da intercettare, se più verso il centro o verso la sinistra, quando la credibilità dei soggetti politici è ormai definitivamente perduta...


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Il peso del passato

Messaggioda flaviomob il 06/05/2013, 16:55

Grillo prende i voti di un operaio su tre:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05 ... se/584388/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Il peso del passato

Messaggioda lodes il 06/05/2013, 17:47

E' un fatto che il voto ha evidenziato lo stato di crisi del sistema politico italiano. Chi crede che la crisi riguardi solo gli altri (partiti) sbaglia di grosso. I milioni di voti persi dal PD e dal PDL non sono andati alle forze politiche minori dei due schieramenti: per intenderci SEL piuttosto che la Lega. Quei voti sono confluiti nell'astensione e nel M5S segnando appunto una critica molto forte al sistema politico. Tuttavia Panebianco ha ragione, la cultura politica dominante nei due schieramenti continua a vedere gli elettori staticamente. La "nostra gente" dicono i dirigenti del PD quando parlano della loro base elettorale e di partito e mentre continuavano a vedere l'elettore in questo modo non si accorgevano cosa stava accadendo. Ci sarebbe bisogno di una vera e propria rivoluzione capace di scardinare il sistema politico, ma sulla scena abbiamo M5S che è facile prevedere che non scardinerà un bel niente e dei partiti che continuano imperterriti a presentarsi con le stesse persone che hanno condotto il paese al disastro. Il PD non fa eccezione, anzi a leggere le cronache si vede solo un gruppo dirigente che sta manovrando per salvaguardare loro e il sistema di potere. Anche Renzi temo che resterà imbrigliato dentro alla tela del ragno: spero di essere smentito.
lodes
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 208
Iscritto il: 18/01/2011, 18:26

Prossimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 16 ospiti

cron