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la resa di Silvio Berlusconi?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

la resa di Silvio Berlusconi?

Messaggioda ranvit il 23/04/2013, 10:59

E' cosi', ma l'uomo è geniale...s'inventerà qualche altra cosa...solo un Pd "renziano" puo' stopparlo definitivamente!


http://www.huffingtonpost.it/alessandro ... _ref=italy



Altro che vittoria, l'elezione di Napolitano rappresenta la resa di Silvio Berlusconi

Pubblicato: 21/04/2013 15:16




C'è qualcosa di indecente, di profondamente indecente, nella lettura dell'elezione di Giorgio Napolitano come di una vittoria di Berlusconi. C'è qualcosa di inaccettabile, nel piagnisteo sconfittista di chi, a sinistra, vive la scelta come subita.

Dei soloni del moralismo, dei professionisti della retorica del cambiamento, dei manettari del Fatto che urlano al "delitto perfetto". E c'è un'ignorante propaganda nei giornali di destra che rivendicano un successo a buon mercato, nell'oblio di ciò che è accaduto, senza analizzare che l'elezione di Napolitano significa che la resa vera, quella storica, è la resa di Silvio Berlusconi.

E' accaduto qualcosa di profondo, con la rielezione di Napolitano. E' un fatto la cui portata ha un significato enorme. Politico. Culturale. È accaduto che i partiti, tutti, di fronte a una drammatica crisi di legittimazione, hanno trovato un punto di riferimento alto. Certo per necessità e, forse, anche per mancanza di alternative. Ma il punto non è lo stallo in cui si sono trovati. Il punto è che Napolitano rappresenta la possibile uscita dallo stallo. Un sussulto di dignità delle istituzioni di fronte alla barbarie di chi annunciava marce su Roma, con un linguaggio che lascia presagire la volontà di trasformare la Camera in un bivacco dei propri manipoli. Un sussulto di fonte allo sconcerto dell'opinione pubblica internazionale. Un sussulto di fronte a un paese piegato dalla crisi.

Ecco, Napolitano è la "guida morale" di cui parla Obama, simbolo del riscatto possibile, oltre che necessario. È già questa un'indicazione politica, la principale. Ritrovare il senso di essere una nazione, unita. Come diceva lo storico Ernest Renan, una nazione è un "plebiscito di tutti i giorni", il plebiscito implicito di una comunità che rinnova le ragioni del suo stare assieme. Ebbene il plebiscito esplicito del Parlamento verso Napolitano mostra che una nazione c'è. Napolitano significa tutto questo: europeismo, intransigenza sull'unità nazionale, visione severa delle istituzioni. Significa rispetto delle regole, sempre, dello Stato, della magistratura.

Sommessamente, giova ricordare che in questi anni le sue parole non sono state neutre: ha subito gli attacchi di Berlusconi sulla giustizia, è entrato nel mirino di chi ha provato a costruire, un assurdo teorema, sul suo inventato coinvolgimento nella trattativa Stato-mafia, un episodio vergognoso che fece venire un coccolone al compianto Loris D'Ambrosio, figura che oggi è giusto ricordare, nella commozione di un giorno segnato per la rielezione di Giorgio Napolitano.

Ecco perché non è una vittoria di Berlusconi. Perché il capo dello Stato non è una figura neutra. È un custode imparziale della Costituzione, è obiettivo, ma non neutrale. La sua cultura politica è a tinte accese. Sono le tinte del riformismo, della parte migliore della sinistra. Tutta la sua storia mostra che Napolitano è un riformista, il riformista doc di questo paese. Simbolo di cultura ancora feconda, quella di una sinistra capace di assumersi la sua responsabilità nazionale, è il meglio della cultura del Pci, della sinistra che rinuncia alla rivoluzione e abbraccia la democrazia, del movimento operaio che assolve una funzione nazionale, che sa che prima di tutto c'è il paese. E se, come ripete Bersani citando Berlinguer, nel dubbio conviene essere fedeli agli ideali della propria giovinezza, non si capisce perché la riconferma di Napolitano non possa essere vissuta, da tutto il Pd, come un dubbio che si dirada.

È questo il punto. L'applauso di Silvio Berlusconi sarà anche - in parte - una sua vittoria tattica, ma è una gigantesca resa culturale, e politica. Non si può tacere questo dato. Silvio Berlusconi che vota un comunista al Colle, che porta i voti negati sette anni fa ("il Giornale" allora titolò "Il presidente di metà degli italiani") all'uomo che lo ha deposto nel novembre del 2011, che ha insultato più volte in questi sette anni, è una resa del Cavaliere.

Già, una resa. Detta in positivo, è una vittoria della democrazia. Dentro questo atto c'è la possibile evoluzione del paese, il "cambiamento" vero: della destra se mai sceglierà la via della normalità e della sua costituzionalizzazione; della sinistra, oggi di fronte a uno dei momenti più difficili degli ultimi anni, se sarà capace di imboccare la via del riformismo. Perché la sinistra è altro rispetto al settarismo di questo gruppo dirigente, il peggiore, che ha mai avuto la sinistra. Che ha preferito, con la testardaggine di chi tra la testa e il muro pensa che si rompa il muro, infrangersi contro il muro a Cinque stelle, sia sulla questione del Quirinale che del governo. E che ha impostato in modo barbaro e primitivo, il suo rapporto col Pdl, rifiutando la sfida alta di un governo capace di varare quelle riforme necessarie per prosciugare l'acqua in cui ruota il pesce Grillo. Ecco, un disastro vero. Di fronte al quale, forse, per ritrovare una rotta conviene ricordare gli ideali della propria giovinezza. Quelli del presidente di tutti gli italiani.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: la resa di Silvio Berlusconi?

Messaggioda pianogrande il 23/04/2013, 13:44

A parte l'attacco a Bersani che non condivido perché, a quel punto era suo dovere provarci, le considerazioni su Napolitano versus Berlusconi mi piacciono e destano qualche speranza che fa bene alla salute.
Tra un Napolitano rinforzato e un Berlusconi costretto ad applaudirlo in palese "auto indulgenza" c'è da sperare in qualche cambiamento della qualità e dello stile della politica che non possono non portare miglioramenti concreti.
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Re: la resa di Silvio Berlusconi?

Messaggioda Iafran il 23/04/2013, 14:16

ranvit ha scritto:L'applauso di Silvio Berlusconi ... è una gigantesca resa culturale, e politica ... una resa del Cavaliere.
Già, una resa. Detta in positivo, è una vittoria della democrazia.

Infatti, il "cavaliere" ha prenotato un biglietto aereo per una destinazione più lontana dell'altra "sbandierata" con l'ipotesi Prodi al Quirinale. :o
La sua fidanzata non l'ha visto più da ieri mattina, sostenendo che la persona che ieri applaudiva gioioso come una Pasqua nel Parlamento (e che ordinava alle sue "amazzoni" di gridare "Meno male che Giorgio c'é") era un perfetto sosia. :lol:

Questo cultore "cieco" della democrazia immagina cosa sarebbe successo se le elezioni fossero andate diversamente: il PdL al posto del PD?
Questo indefesso cultore dei valori democratici è a conoscenza dei fatti successi in Italia negli ultimi 20 anni?
A novembre 2011, il cavaliere è stato graziato dal PdR dell'epoca, che lo ha sostituito con Monti solo a livello formale.
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Re: la resa di Silvio Berlusconi?

Messaggioda Manuela il 23/04/2013, 14:36

Bello questo articolo. Soprattutto interessante perché capovolge le cose che si sono viste finora, come in un gioco di prestigio: Berlusconi che si traveste da statista (dopo essersi traverstito in molti altri modi) e sfoggia compunta serietà istituzionale, accreditandosi la ri-elezione; la sinistra-sinistra che smania strillando all'inciucio ed esibendo la propria ennesima sconfitta; il M5S che piagnucola e pesta i piedi perché gli è stata tolta di mano la caramella-Rodotà; e il PD, che è il PD e per una volta è trasparente, mostrando al mondo - altro che streaming! - tutte le proprie lacerazioni...
Forse invece le cose stanno proprio come dice De Angelis: la destra è sconfitta, la sinistra in un angolo a cercare, se ce la fa, una propria ennesima ri-fondazione, e il PD che deve solo ritrovare i motivi per essere PD, quel riformismo europeo finora massacrato dagli ex-PCI-DC, che, oltretutto, hanno ereditato i vizi peggiori dei loro vecchi partiti.
De Angelis mi ha fatto anche capire perché ieri, in un momento del discorso di Napolitano in cui la sua voce si era fatta ad un tempo tremante e vibrante di rabbia - la parte il cui, di fronte ad un ipocrita applauso ammoniva tutti a non autoassolversi - mi è parso di percepire l'eco del vecchio comunista, che ergeva il suo rigore morale contro le storture del mondo. Adesso è più chiaro che era la parte migliore del vecchio PCI, che si tramandava attraverso il veccho Napo, alle nuove generazioni, per trasformarsi, finalmente, in un riformismo allo stesso tempo antico e nuovissimo.
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Re: la resa di Silvio Berlusconi?

Messaggioda Iafran il 23/04/2013, 21:23

Alle recenti elezioni politiche, il PdL ne è uscito sconfitto!
Ora, con questa storiella della riconciliazione nazionale (per fare fronte ai problemi lasciatici "dall'allegra politica dei berluscones") ci si rivolge al mago di Arcore come "ultima spiaggia" ... e il "cavaliere", invece di sentire l'offesa, risulta "inspiegabilmente" felice come una pasqua! :o
È possibile che il "capo" non abbia proprio capito niente di quello che ha vissuto?
Se quello che ha scritto De Angelis, l'articolista di Huffington Post, è vero ... avrebbe solo da vergognarsi e da scomparire dall'Italia per l'affronto!
Adesso chi comunicherà al "capo" che tutti gli sforzi fatti dai suoi per avere un "governissimo PD-PdL" lo avrebbero portato ad un durissima resa?
L'occasione è ghiotta per guastargli la giornata ... sono sicuro, però, che il cavaliere ringrazierebbe l'interlocutore ... mal trattenendo una forte emozione per la "notizia": "Ha ragione, ha proprio ragione (Ah! … Ah! Ah! …Ah!) sono stato sconfitto e sento (… Ah! … Ah! Ah! …Ah!) un'umiliazione che (Ah! … Ah! Ah! …Ah!) che mi brucerà così tanto, che nemmeno (Ah! … Ah! Ah! … Ah!) la mia fidanzata potrà porvi rimedio! La ringrazio. Non pensi che stia ridendo (Ah! Ah! Ah! Ah!) sto, invece, piangendo ... (piangendo dal ridere). La ringrazio tanto ... mi dimostra che anche i "rossi” hanno un cuore (…Ah! … Ah! Ah! …Ah!)!"
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Re: la resa di Silvio Berlusconi?

Messaggioda flaviomob il 23/04/2013, 22:26

Ma quale resa del cavaliere... ma andiamo! Ha dimostrato che i suoi voti erano necessari per eleggere il Capo dello Stato perché il PD si è suicidato (in massa), ora si vanterà del senso di responsabilità dei suoi partecipando al governissimo, magari in cambio finirà pure senatore a vita...
E il povero Renzi? Non che mi fosse simpatico, ma finire ora a guidare questo PD avvelenato, masochista, schizofrenico no, non lo avrei augurato nemmeno al mio peggior nemico.


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Re: la resa di Silvio Berlusconi?

Messaggioda pianogrande il 23/04/2013, 22:41

Ho sentito (purtroppo mentre parlavo d'altro ma la vita continua) una piccola parte del discorso di Bersani di stamattina.
Quella in cui diceva che andiamo verso il sud America di venti anni fa.
Mi ha fatto riflettere sull'argomento dell'articolo.
Adesso, Berlusconi lo vedo un po' meno sconfitto.
Va molto a suo vantaggio un rafforzamento del ruolo del PdR causato dalla pochezza operativa e istituzionale della classe politica.
Al momento buono (che potrebbe non essere lontano) avrebbe gli argomenti per invocare la repubblica presidenziale.
Non oso pensare a chi potrebbe essere il presidente.
In pratica, salire sul treno di Napolitano che viaggia a tutto vapore a differenza di quello dei partiti ormai tragicamente sputtanati.
Una staffetta micidiale.
Okkio!
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Re: la resa di Silvio Berlusconi?

Messaggioda Iafran il 23/04/2013, 23:25

pianogrande ha scritto:Okkio!

Okkio! a chi? Ai ciechi elettori del PD o ai parlamentari del PD che vedono benissimo quel che fanno (per loro)? :?
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Re: la resa di Silvio Berlusconi?

Messaggioda flaviomob il 23/04/2013, 23:26

Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale.

Pier Paolo Pasolini. Scritti corsari anno 1975


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Re: la resa di Silvio Berlusconi?

Messaggioda pianogrande il 24/04/2013, 2:01

Iafran ha scritto:
pianogrande ha scritto:Okkio!

Okkio! a chi? Ai ciechi elettori del PD o ai parlamentari del PD che vedono benissimo quel che fanno (per loro)? :?

Cercheremo di non essere ciechi e le ultime esperienze ci hanno illuminato parecchio.
Non è il caso, adesso, di parlare di "elettori" del PD visto che il voto è stato dato su presupposti diversi da come sono poi andate le cose.
Per quanto mi riguarda potrei essere elettore del PD solo alle prossime politiche ed ho tempo di pensarci.
Nel frattempo, guarderò i fatti molto di più e le recriminazioni e la colpevolizzazione degli altri molto ma molto meno.
Non mi interessa più il confronto a chi è più cieco o più sordo o più ladro.
Mi interesserà solo il confronto sui fatti.
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