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Pd, si è dimessa l'intera segreteria

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Pd, si è dimessa l'intera segreteria

Messaggioda franz il 21/04/2013, 8:17

Pd, si è dimessa l'intera segreteria
Barca: "Incomprensibile il no a Rodotà"

L'assemblea democrat ha votato la ricandidatura. Ci sono stati quattro astenuti e un contrario (Corradino Mineo). Ma i timori per i mal di pancia nel partito sono forti. E il ministro della Coesione territoriale - possibile futuro leader - boccia l'operazione. Renzi lo attacca. Vendola: "Noi all'opposizione del governissimo". Lascia il gruppo dirigente

ROMA - I Grandi elettori Pd hanno votato per alzata di mano sulla conferma di Giorgio Napolitano e la soluzione è passata con un contrario (Corradino Mineo) e quattro astenuti. C'è stata anche una standing ovation alla lettura del comunicato scritto dal presidente. Dopo il disastro di Prodi, dunque, l'assemblea democrat ha dato via libera quasi all'unanimità all'operazione bis. E, sostanzialmente, la linea è stata rispettata anche in aula. Ma, sull'apparente concordia, si stagliano molte ombre. Innanzitutto il no di Fabrizio Barca, ministro uscente, neoiscritto e possibile futuro leader del Pd. Che dice: "Incomprensibile il no a Rodotà o Bonino". Frasi subito criticate dal suo potenziale sfidante, Matteo Renzi. C'è poi lo strappo di Vendola, che vota Rodotà e dice: "Noi siamo all'opposizione del governissimo". Mentre, dopo le dimissioni di Pier Luigi Bersani, si completa l'azzeramento del gruppo dirigente: "Si è dimessa l'intera segreteria", ha annunciato - a risultato acquisito - Enrico Letta. Spiegando che presto si terrà un congresso.

Prima dell'elezione, nell'assemblea con i parlamentari, Pier Luigi Bersani è stato duro: "La posizione del Pd su Giorgio Napolitano è vincolante", ha detto. Nel presentare la nuova opzione del partito, il segretario ha spiegato che durante la notte ci sono stati contatti con le altre forze politiche dai quali è emerso l'"impasse" e che solo sul nome dell'attuale presidente si è manifestata una "ampia convergenza".

Al di là dell'unanimità in assemblea, nel partito è forte la preoccupazione per una possibile futura scissione. D'altra parte l'ingresso in campo di Barca già delinea i contorni di un possibile nuovo soggetto politico: la sinistra del Pd. E Vendola dà il suggello all'operazione con un appuntamento preciso per la "ricostruzione della sinistra". C'è già una data: "L'8 maggio a Roma è convocata l'assemblea di popolo. Il nuovo cantiere per ricostruire la tela della sinistra di cui abbiamo bisogno in Italia e in Europa".

Già Pippo Civati prende le distanze dalla linea scelta da Bersani. "Il tweet di Barca io lo condivido. Lo dico da giorni. Forse però poteva esprimersi prima", ha detto. "Ho votato scheda bianca e non sono l'unico nel Pd". "Capisco che era necessario - ha continuato il parlamentare - che a questo punto era necessario eleggere il Presidente della Repubblica, ma così non va. E non capisco perché non si sia voluto prendere in considerazione il nome di Rodotà". Renzi, invece, attacca Barca: "Il suo intervento è stato singolare e intempestivo, finalizzato a schieramenti interni". Il sindaco di Firenze dice di non aver ancora deciso se candidarsi al Congresso: "C'è tempo. Al centro di tutto ci devono essere gli italiani. Non mi interessa quando il Pd andrà a congresso, ma che il Pd sia in sintonia con gli italiani, senza inseguire i social network. Il partito deve avere il coraggio di andare in attacco, non in difesa. La politica cambi o salta in aria". La sfida per la conquista del partito, dunque, è già cominciata. Resta da capire se si sovrapporrà alla campagna elettorale.

(20 aprile 2013 www.repubblica.it
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Pd, i renziani vogliono il timone

Messaggioda franz il 21/04/2013, 8:19

Pd, i renziani vogliono il timone
“Gestione unitaria”

Il Pd ora dovrà convocare un congresso anticipato (forse entro l’estate, anzichè in ottobre), l’implosione della struttura si è portata dietro le dimissioni non solo di Bersani, ma di «tutta la segreteria» come ha ammesso Enrico Letta. Quindi l’assemblea nazionale che si terrà a breve dovrà individuare un comitato di reggenti che tenga le redini fino alle primarie: e la partita ora si fa dura, perché i renziani come Richetti o Bonafé dicono che servirebbe una «gestione collegiale» che tenga conto del peso specifico che ha ormai assunto per la «ditta» il loro leader ed è facile prevedere una battaglia. Giovani dalemiani come Enzo Amendola invece sostengono che ci vorrebbe un triumvirato D’Alema-Veltroni-Renzi, per salvare la baracca. Insomma sul fatto che Renzi da qui in avanti conterà eccome, nessuno dubita. Sulla tenuta della «ditta» non vi è certezza alcuna.

Appena Napolitano affiderà l’incarico per formare un governo sarà convocata una Direzione dove tutti dovranno venire allo scoperto e sciogliere il nodo - con una conta dagli effetti imprevedibili - sulla nuova linea politica da tenere: accettare o meno un esecutivo di larghe intese con tanto di foto di gruppo di ministri Pd-Pdl. E già lì si potrebbero registrare le prime defezioni. «Che ne dite di Napolitano?», chiedeva di buon mattino Andrea Orlando a due giovani deputati della prima ora. «Ma così votiamo di fatto anche sul governo Amato?» «No». «E quali assicurazioni abbiamo?». «Dopo quello che abbiamo fatto, tutte le assicurazioni sono fallite...». Se la cava con una battuta Orlando. Ma la paura di subire un «governissimo» è solo il primo effetto del marasma totale che ha travolto il Pd: l’altro è che si può considerare forse archiviata l’alleanza con Sel. La resa dei conti con la sinistra è già partita e a dirlo non sono i liberal o i fautori del dialogo, ma gli stessi «giovani turchi», scioccati dalla piega che prendono gli eventi nelle ore più concitate della votazione finale sul Colle. Quando prima delle 15 arriva la dichiarazione di Fabrizio Barca sul Pd che avrebbe dovuto votare Rodotà, davanti la porta dell’aula Stefano Fassina si ferma e sgrana gli occhi. «Questo apre un altro problema», scuote la testa riferendosi al potenziale futuro paladino dell’ala sinistra del Pd. E non è da meno l’altro leader dei «turchi» Matteo Orfini, che in mezzo al cortile della Camera definisce Barca con epiteti poco lusinghieri e se «Vendola si vuole sciogliere nel Movimento 5Stelle, auguri.

Barca lo seguirà portandosi dietro il suo bel papello sul “partito pesante”». Civati taglia corto, «Barca si è giocato la sua leadership» e Fassina, quando il discorso plana sulle sorti dell’alleanza con Vendola che ha già preso la sua strada affiancando i suoi voti ai 5Stelle, ammette pure che con Sel «ormai è rottura». Insomma, se l’unico a voler scommettere oggi sul Pd è il piemontese Giacomo Portas, leader dei Moderati, «farò tesserare i miei 250 amministratori perché secondo me arriverà al 35%», i futuri azionisti di maggioranza del partito, cioé i renziani, mettono le cose bene in chiaro. «Nell’immediato - dice Matteo Richetti - va superato il blocco istituzionale formando un governo, perché il paese non ce la fa più. E per il partito serve una gestione collegiale in un’ottica di riconciliazione ma delineando un profilo riformista e non estremista». Ma prima andrà ricucita la ferita prodotta dai «cento traditori», insomma, per dirla con Enrico Letta, «bisognerà far pulizia, perché di fatto in questi giorni ci sono state delle scissioni nel momento in cui alcuni parlamentari hanno fatto altre scelte». Insomma, se non sarà caccia alle streghe, andranno cercati i colpevoli del disastro che ha mozzato la testa al partito...
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Re: Pd, si è dimessa l'intera segreteria

Messaggioda flaviomob il 21/04/2013, 22:29

Il Big Bang del Pd e della sinistra

Il Big Bang del Pd e la sinistra. Serve una sinistra in Italia? Certo che sì. Ma quale sinistra? Quella massimalista eviti derivi violente. Ma quella riformista ritrovi identità!

Il Big Bang del Pd pone un problemino: cosa è esploso? Il modo più semplice per dirlo lo offre il "lessico veltroniano": è esplosa la vocazione maggioritaria. Complice la pessima idea di perseguire questa vocazione con la fusione a freddo di ex-comunisti ed ex-democristiani di sinistra, si è prodotta la fusione semplice del loro agglomerato. E così ora a sinistra ci si chiede come ripartire.

Anni e anni di convivenza nel nome del no, no a Berlusconi ovviamente, sta provocando una reazione semplice: " a questo punto voglio qualcosa in cui riconoscermi". Ecco il successo per certi versi incredibile della "bomba Rodotà".

Rodotà intercetta la sete identitaria sul terreno dei diritti civili, quello imposto dall'egemonia radicale (radical-liberista), che ha fatto da contraltare all'egemonia cattolica (catto-liberista). Cioè: contro una destra che si è riorganizzata intorno al liberismo economico e l'illiberismo etico, i radicali hanno avuto gioco facile a imporre il loro liberismo etico, facendo passare abbastanza inosservato che si coniugava ad un liberismo economico. Rodotà indica la riconquista del liberismo etico senza sposare quello economico. Una pacchia per la sinistra affamata di identità.

Non si può che ripartire da qui per capire cosa bolle nella pentola sociale della sinistra, che invece nella sua versione ufficiale ha tentato di sopravvivere coniugandosi alla ex sinistra democristiana nel nome di un blando liberismo economico e di un blando liberismo etico. Era la strada che si pensava potesse tenere insieme le due anime indispensabili a perseguire "l'opzione maggioritaria".

Ora è chiaro che la riorganizzazione post-Pd impone una revisione della legge elettorale, visto che il bipolarismo è saltato ma la legge elettorale (orrenda anche per altri motivi) è ancora bipolare. Ma nell'attesa di questa riforma ormai fondamentale, quale sinistra si vuole offrire all'Italia?

Da sempre esistono due sinistre; quella massimalista e quella riformista. Quella massimalista ora sembra volersi riorganizzare all'ombra dell'effetto Rodotà, genialmente offerto da Grillo per far saltare il Pd. Una sinistra massimalista può servire, è sempre servita: serve a impedire derive, violente o anti-sistema. Qui interessa di più l'altra, quella riformista: quella che non c'è.

Lo spazio della sinistra riformista è stato occupato dagli ex-comunisti moderati, che però riformisti non sono. Loro sono "spezzatisti". Figli di un universo culturale che hanno scoperto "sballato" hanno perso fiducia nei loro "principi" , si sono spezzati, finendo con l'aderire all'altro campo, quello liberista "temperato", per via di un meccanismo logico: se le mie idee erano fallaci allora sono giuste quelle altrui. A questo cedimento interiore si sovrapponeva una tenuta esteriore: "le idee altrui erano giuste, ma il migliore sono io e dunque quelle idee devo gestirle io"! Ecco la "nomenclatura" dell'ex-Pci, Pds, Ds, Pd di sinistra.

All'Italia del XXI secolo invece serve una partito riformista che non si senta in colpa per gli errori commessi nel XX secolo! Una sinistra convinta dei valori del riformismo non liberista, socialista, socialdemocratico, laburista e quindi giovane, figlia di questo secolo, capace di collegarsi a quel che è la sinistra del XXI secolo: Obama.

E' Obama la bussola politico-culturale per un moderno riformismo, al di là delle discussioni sulla politica estera americana che qui non interessano. E' l'Obama che sposa i matrimoni gay non per liberismo etico, ma perché lo dobbiamo "ai nostri fratelli e sorelle gay". Non è il relativismo senza etica dei radicali, ma è una nuova etica che interloquisce con i credenti la base del nuovo riformismo. E che quindi sa fare altrettanto anche in economia, capendo quindi il nuovo "quarto stato" sono i precari, in primis.

Questa sinistra riformista, che non vive i credenti come nemici ma come interlocutori, che non vuole rifluire nel passato, potrebbe interessare anche a parte della sinistra massimalista. Alla condizione di non esserne succube.

http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... a-sinistra


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Re: Pd, si è dimessa l'intera segreteria

Messaggioda ranvit il 22/04/2013, 8:01

Ottima analisi!

Il difficile è liberarsi dei vari D'Alema, Cofferati, Epifani, Fioroni, Veltroni, Bersani, Bindi, Marini etc etc :roll:
Finchè ci sono loro, non si caverà un ragno dal buco! 8-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Pd, si è dimessa l'intera segreteria

Messaggioda Iafran il 22/04/2013, 10:01

flaviomob ha scritto:Anni e anni di convivenza nel nome del no, no a Berlusconi ovviamente, sta provocando una reazione semplice: " a questo punto voglio qualcosa in cui riconoscermi". Ecco il successo per certi versi incredibile della "bomba Rodotà".

Il "no a Berlusconi" ha significato ... "per prendergli il posto, per fare soltanto una sostituzione fisica" non altro. Per accettare, alla fine, di fare i suoi alfieri, come hanno fatto quelli del gruppo dei Responsabili, che, a differenza di quelli del PD, si sono esposti alla reazione della gente!

flaviomob ha scritto:Rodotà intercetta la sete identitaria sul terreno dei diritti civili, quello imposto dall'egemonia radicale (radical-liberista), che ha fatto da contraltare all'egemonia cattolica (catto-liberista). Cioè: contro una destra che si è riorganizzata intorno al liberismo economico e l'illiberismo etico, i radicali hanno avuto gioco facile a imporre il loro liberismo etico, facendo passare abbastanza inosservato che si coniugava ad un liberismo economico. Rodotà indica la riconquista del liberismo etico senza sposare quello economico. Una pacchia per la sinistra affamata di identità.

Non si può che ripartire da qui per capire cosa bolle nella pentola sociale della sinistra,

Non si può che ripartire con convinzione da qui. La delusione, però, è grande e non mi va di tenere ancora una vecchia tessera PD nel portafoglio per non essere, mio malgrado, complice di situazioni ed azioni per le quali sentire vergogna.
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Re: Pd, si è dimessa l'intera segreteria

Messaggioda Manuela il 22/04/2013, 13:17

Cavolo, una sta assente una settimana e gli si squaglia il PD come un gelato... :shock:

Beh, doveva succedere, prima o poi, non pensate? E' una buona occasione, questa, per rivisitare il passato: non per piangerci su, ma per imprimerci bene in mente i passaggi in cui le cose sono andate in un modo, ma dovevano andare in un altro. E, come, errore dopo errore, il PD è andato fuori strada e si è capovolto.

Era nelle cose... nella decisione di fare il PD in quattroequattrotto dopo la non-vittoria alle elezioni del 2006 (D'Alema e Marini, ricordate, pretesero liste separate al Senato...), dopo dieci anni che se ne parlava. Nella "fusione fredda" di due gruppi dirigenti ognuno dei quali manteneva inalterata la propria cultura politica, deciso a "stare unito" solo attraverso lunghe e defatiganti mediazioni. Se la classe dirigente dei due partiti avesse davvero voluto fare un partito nuovo, e non una somma dei due, avrebbe fondato il PD e, contestualmente, avrebbe fatto un passo indietro, per lasciare spazio a una nuova generazione di "piddini nativi".
Era nella permanenza della cultura proporzionalistica, per cui la visione veltroniana di un partito maggioritario e riformista, è sempre stata osteggiata; ed era nella convinzione della sinistra, che non ci possono essere nemici a sinistra, e se ci sono, ci si deve alleare. Era nell'incapacità di Veltroni, che aveva buone idee, ma non gli attributi sufficienti (e, dopotutto, mi sembra il meno colpevole, perché gli attributi, se uno non ce li ha, non se li può dare...) per imporle. Era nella battaglia sorda e continua fra due idee di partito e di società, che si sono logorate senza mai uscire allo scoperto, coperte da un finto unanimismo, da finte primarie, utili solo a spartirsi i posti fra le correnti, non a decidere la politica del partito (tranne le ultime, quelle di Renzi, in parte... ma stava già iniziando un'altra storia); la politica la decidono il caminetto, i capibastone. E gli organismi dirigenti – le direzioni, le assemblee – a ratificare, ad assentire… fino all’ultima eh? Quando Marini ha chiesto di “non discutere”… e tutti ad assentire.
Era nel congresso del 2009, quando Bersani ha prefigurato un partito molto diverso dal PD: un partito proporzionalista, che vive sulle alleanze a sinistra e al centro, mediando tutte le posizioni. E ha illuso (e questo è la cosa meno perdonabile) in questo modo il “corpaccione” (definizione di Ilda Curti) del PD di poter tornare ad un modello di partito antico e solido, già superato nei fatti dai tempi e dalle tecnologie.
Era, infine, nel mancato riconoscimento della sconfitta elettorale, perché tale è stata; nel fingere di poter andare avanti come si era immaginato, trattando il M5S come se fosse Casini, proponendo alleanze impossibili e governi di legislatura improbabili.
Ed era in tante altre cose, che adesso arrivano al pettine. E non ci resta – anche per noi che non siamo iscritti al PD, ma che non possiamo riconoscerci altro che in quell’area – che, ancora una volta, guardare avanti: avanti, non indietro. Non “ritornare a” ma “andare verso”…
Se sarà necessaria una scissione, la si faccia senza drammi, e si lascino crescere concorrenti a sinistra; e se ci saranno battaglie da fare, le si facciano a viso aperto, lasciando che le idee si scontrino e, in qualche caso, si contaminino. E si immagini un partito che vuole governare, e che sappia farlo. Scriveva Tony Blair qualche giorno fa su Repubblica: “compito di una sinistra di governo è cambiare le cose, non rappresentare la rabbia della gente”. Ecco, si provi a cambiare la cose davvero (non limitarci a dirlo), senza rincorrere Grillo, Santoro e la Gabanelli.

Ragazzi, capisco la delusione di tanti (però, la delusione nasce da una pregressa illusione…); ma le crisi servono anche a questo, a rinascere.

Scusate la lunghezza, ma ero in arretrato…. E scusate anche un ottimismo che a molti sembrerà quasi offensivo.
Manuela
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Re: Pd, si è dimessa l'intera segreteria

Messaggioda ranvit il 22/04/2013, 15:10

Ovviamente concordo...debbo ammettere comunque che la stupida ottusità arrogante del gruppo dirigente Pd è andata oltre il mio piu' pessimistico giudizio....dei veri coglioni! Politicamente parlando s'intende :oops:
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Re: Pd, si è dimessa l'intera segreteria

Messaggioda mauri il 22/04/2013, 16:29

e quindi dobbiamo ringraziare grillo che ha fatto scoppiare il bubbone, ora bisogna ricostruire la casa della sinistra partendo dalle giovani generazioni, tutto sommato era quello che volevamo
ciao mauri
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Re: Pd, si è dimessa l'intera segreteria

Messaggioda Iafran il 22/04/2013, 18:55

Ho appena restituito una vecchia tessera PD, con questa lettera:

. . . . . . .
PD Segreteria Nazionale
Via S. Andrea delle Fratte, 16 - 00187 - ROMA

Spett.le Segreteria,

questa tessera l’ho conservata finora per continuare le “pulsioni” scaturite dalle radici politiche (l’Ulivo) sulle quali il partito era nato.
Era un motivo gratificante per me, anche se dimenticavo le “peripezie” poco onorevoli che avevano portato a questa ulteriore e definitiva ri-generazione: i tradimenti verso una parte dell’elettorato “ulivista” ed il complotto ordito nel 1998 alle spalle di Romano Prodi per farlo dimettere dalla guida del Governo di Cs.
Adesso, mi devo rassegnare all’evidenza e all’esistenza di una realpolitck nel PD, molto distante dalle mie idee, che ho cercato di superare non contemplandola o illudendomi che si potesse neutralizzare per l’apporto diretto dei cittadini.
I cittadini, invece, non vengono più considerati dopo che hanno espresso il voto e sono alla mercé delle decisioni degli eletti al Palazzo.
Date le numerose “larghe intese PD-PdL” vissute finora, gli elettori del PD si trovano, così, “complici”, loro malgrado, anche delle scelte volute dal “leader” del PdL, l’On. Berlusconi, sempre percepite impopolari, vergognose e in antitesi a quelle praticate nelle democrazie europee e che venivano rifiutate dalla maggioranza degli italiani.
Restituisco, adesso, questa tessera perché non voglio sentirmi minimamente coinvolto e corresponsabile delle decisioni che ha fatto o che continuerà a fare l’apparato storico del PD sulla pelle dei propri elettori … e per vivere appieno il prossimo Anniversario della Liberazione.
Distinti saluti
Iafran
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Re: Pd, si è dimessa l'intera segreteria

Messaggioda ranvit il 22/04/2013, 19:38

e che venivano rifiutate dalla maggioranza degli italiani.


Purtroppo qui ti sbagli Iafran....forse confondi la maggioranza degli italiani (che ha costantemente appoggiato il Cav in questi 20 anni) con la maggioranza degli italiani che votano Cs! :roll:
Certo oggi con la presenza grillina sembra invece giusto quello che dici....ma, sembra 8-)
Appena si sgonfierà il fenomeno M5S credo che i voti torneranno copiosi al Cav....perchè è una scemenza dire che gli elettori grillini provengono dal Cs! Provengono soprattutto dal Cd! Ovviamente non mi riferisco ai grillini che fanno rumore ma alla massa degli elettori 5S: si tratta in massima parte di persone che non seguono la politica e non sono fidekizzati nè fidelizzabili per alcuna ideologia; sono elettori che votano normalmente per il Cd....cosi' per empatia tra cialtroni poco rispettosi delle regole ed amanti dei furbi....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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