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La parabola di Bersani.

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

La parabola di Bersani.

Messaggioda franz il 31/03/2013, 9:42

La parabola di Bersani.
Da Palazzo Pigi alla missione fallita.

ROMA - Si può essere ex di qualcosa che non si è mai stati? Per quanto possa sembrare paradossale, è questa la crudele sorte che il precipitare della situazione politica pare aver riservato a Pierluigi Bersani. Nel giro di meno di un mese il segretario del Pd è passato dallo status di presidente del Consiglio in pectore a quello di "ex premier incaricato".

Fatta la tara degli insulti di Beppe Grillo, infierire nei confronti di una figura politica alla quale solo una esigua minoranza di incalliti nemici nega quanto meno la patente di persona seria e perbene è quanto mai crudele. Di certo la parabola del 62enne di Bettola, piccolo comune delle colline piacentine, si presta ad essere raccontata con una certa dose di feroce sarcasmo. Tanto più feroce se si riconoscono a Bersani quanto meno le doti di autoironia e sobrietà. Se qualche mese fa negli ambienti del Pd Palazzo Chigi era già stato scherzosamente ribattezzato "Palazzo Pigi", la colpa non è certo della tracotanza di Pierluigi, ma piuttosto dell'incapacità sua e del suo entourage di saper capire gli umori del Paese. Ma tant'è, il risultato non cambia, e alla fine consegna il leader del Pd (ma fino a quando?) alla galleria dei grandi trombati della storia.

A rileggerle con il senno di poi le sue surreali metafore sono forse la più impietosa delle condanne. Talmente surreali e autocompiaciute che alla fine è persino difficile distinguere tra quelle autentiche e quelle
apocrife confezionate da quel genio della satira che è Maurizio Crozza. Siamo mica qui a pettinar le bambole, ad esempio, è farina del sacco di Bersani o del comico genovese? Di certo è di Bersani la battuta più ridicola e tafazziana alla luce del risultato elettorale, quel voler "smacchiare il giaguaro" che a un certo punto della campagna elettorale sembrava essere diventato "il punto unico" di un programma di governo che ha poi cercato in fretta e furia di ampliare fino a otto.

Del resto se da tecnico, alla guida del ministero dello Sviluppo, Bersani aveva riscosso consensi ampi grazie a provvedimenti innovativi e genuinamente popolari come la portabilità dei mutui o l'obbligo per le compagnie di assicurazione di spedire a casa l'attestato di rischio, da leader nazionale il segretario è arrivato alla sfida per Palazzo Chigi con un ricco bagaglio di sconfitte. Negli anni della sua segreteria, iniziata nell'ottobre del 2009 all'indomani della sconfitta di Walter Veltroni alle politiche, le ironie si erano concentrate in particolare su quella specie di "tocco di Mida" alla rovescia di cui sembrava dotato in occasione delle primarie per le amministrative. Da Milano a Palermo, da Genova a Napoli, i candidati per i quali ha fatto endorsement sono risultati inevitabilmente o perdenti (aprendo la strada alla vittoria del centrosinistra) o vincenti, ma destinati a essere sconfitti alle elezioni vere e proprie.

Una qualità non esattamente di buon auspicio in vista della partita più importante per il governo nazionale, ma che il successo delle primarie sembrava aver fatto dimenticare. Il successo nella gara tutta interna al centrosinistra e la sua capacità di riportare un po' di ordine e di unità in un partito che sino a quel momento aveva conosciuto soprattutto risse, divisioni e litigi aveva illuso molti sulle sue capacità di leadership.

Evidentemente navigare in mare aperto verso orizzonti lontani è diverso dal dover manovrare tra scogli, secche e insidie varie. Ora che i sorrisi e le braccia alzate per la vittoria su Matteo Renzi sembrano un ricordo tanto lontano quanto crudele, il rischio è che il segretario che voleva arrivare a Palazzo Chigi "con il passo lento dell'alpino" debba tornare a Bettola con quello veloce del bersagliere. (di V.G.)

(29 marzo 2013) www.repubblica.it
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Re: La parabola di Bersani.

Messaggioda matthelm il 31/03/2013, 10:14

Mestamente si può affermare che Bersani potrebbe essere uno degli ultimi rottamati assieme a questa tristissima seconda repubblica. Speriamo solo che nella rottamazione finiscano anche i protagonisti negativi come Berlusconi e compagnia, compreso i D'Alema...
Anche se la "storia" non è ancora finita e può riservarci altre sorprese. Spero che inizi un nuovo capitolo.
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Re: La parabola di Bersani.

Messaggioda Robyn il 31/03/2013, 11:06

La legislatura sarà lunga perche bisogna fare molte riforme a partire dal completamento di quelle del lavoro,tra cui il reimpiego,il cuneo fiscale,il reddito minimo garantito,l'edilizia sociale,il welfare familiare,l'ambiente,gli investimenti la crescita.Quindi Monti da Presidente del consiglio dovrà attuare un programma lib-lab di sinistra.Inoltre bisogna indire un procedimento congressuale che designi Matteo Renzi leader del csx già da adesso.La convenzione per le riforme istituzionali è importante perchè permette di non far mettere le mani a chi è inesperto sù come ridurre il numero dei parlamentari oppure sù come riformare il finanziamento dei partiti e della democrazia ciao robyn
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Re: La parabola di Bersani.

Messaggioda flaviomob il 31/03/2013, 15:01

Bersani ha fatto una campagna elettorale incentrata sull'appoggio a Monti, che ha fatto fuggire una grossa fetta di elettorato progressista (oltre a quella già persa con l'appoggio al governo tecnico), in più si è ritrovato lo scandalo MPS in piena eruzione. Del resto Monti era sceso in campo con lo scopo di farlo "non vincere" e ci è riuscito benissimo.
Renzi? Vuole il governissimo col PDL: dove sarebbe la novità?


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Messaggioda Robyn il 31/03/2013, 16:13

Monti pensi a governare e lasci stare la salita in campo come gli hanno suggerito alcuni ambienti,lasci stare cattive compagnie.Inoltre sulle fasce popolari si sono fatti errori ma è pur vero che era una fase che non concedeva respiri
Mi soffermo un'attimo sul tema del congresso.Le procedure congressuali sono state abbandonate in passato per svariati motivi.Il primo è perchè Prodi per superare i veti dei vecchi partiti Ds,Ppi introdusse le primarie che poi sono degenerate perche si esce dal campo,dal perimetro di csx.Per altri perchè considerate prassi in cui sono fioreri i giochi di partito,per altri,la minoranza,lo spettro di non riuscire mai a vincere.Ma in realtà se si propone un programma che piace è facile spostare le parti di mezzo e vincere.Di sicuro le procedure e le prassi vanno rese chiare e và cambiato anche il linguaggio l'immagine,ma non la sostanza della democrazia.Le chiamiamo Partyleader?Il congresso si è sempre fatto al lingotto e questo aveva un pò stancato.In realtà si può fare a Firenze a Perugia a Trieste a Palermo.Inoltre se si conquista la leadership di partito si conquista anche Palazzo Chigi,non esiste cioè che si và a Palazzo Chigi si lascia la leadership.La grande coalizione?non è all'ordine del giorno perche il processo di riappacificazione può avvenire per altre strade
PS Lo stesso termine congresso evoca qualcosa di vecchio
Le vogliamo chiamare Party-leader? ciao robyn
Ultima modifica di Robyn il 31/03/2013, 18:16, modificato 1 volta in totale.
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Re: La parabola di Bersani.

Messaggioda ranvit il 31/03/2013, 18:15

flaviomob ha scritto:Bersani ha fatto una campagna elettorale incentrata sull'appoggio a Monti, che ha fatto fuggire una grossa fetta di elettorato progressista (oltre a quella già persa con l'appoggio al governo tecnico), in più si è ritrovato lo scandalo MPS in piena eruzione. Del resto Monti era sceso in campo con lo scopo di farlo "non vincere" e ci è riuscito benissimo.
Renzi? Vuole il governissimo col PDL: dove sarebbe la novità?



Scusa flaviomob....ma non ne azzecchi una!
- Bersani ha fatto campagna elettorale incentrata su Monti? Ma se si è alleato a Sel :roll: La verità è che era convinto di stravincere....e anche tu, vai a rileggerti le cose che scrivevi dopo le primarie 8-)
- Monti non era sceso in campo per far perdere Bersani ma convinto di poter ereditare le truppe Pdl che sembravano in rotta. E del resto chi ha votato MOnti non avrebbe certo mai votato per Bersani.
- una grossa fetta di elettorato progressista fuggito perchè Bersani guardava Monti? E quale sarebbe? Dove sarebbe approdata se anche Sel ha perso voti per non parlare di Rivoluzione civile? :lol:
- Renzi vuole il governissimo? Renzi vuole che si torni al voto fra un anno per avere il tempo di organizzarsi, vincere le prossime primarie Pd e candidarsi alla guida del Paese ;)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La parabola di Bersani.

Messaggioda Robyn il 31/03/2013, 18:20

Deve vincere le Partyleader non le primarie
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Re: La parabola di Bersani.

Messaggioda Manuela il 02/04/2013, 9:46

Dite un po’ se stare in questo paese, di questi giorni, non è come trovarsi in una stanza chiusa a chiave, ostaggio di tre anziani rancorosi, che altro non fanno che guardarsi in cagnesco dalle loro poltrone; un altro vecchio, molto vecchio, tenta sempre più stancamente di metterli d’accordo, senza riuscirci. E per farsi aiutare non chiama gente giovane, magari badanti cubane, prosperose e dalla parlantina sciolta, macché, chiama altri vecchi; e tutti insieme stanno lì, ripetendo, come sempre fanno i vecchi, le stesse parole, le stesse formule, gli stessi gesti. Da molto tempo nessuno è entrato a togliere la polvere che si è accumulata negli anni, a scuotere i tappeti, a buttar via un bel po’ di ciarpame inutile che ostacola il passo… ad aprire le finestre, finalmente, che entri aria fresca! ché nella stanza stagna un cattivo odore, di vecchio, di muffa, di abbandono...
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Re: La parabola di Bersani.

Messaggioda flaviomob il 02/04/2013, 12:44

Beh Ranvit, io stesso pensavo di votare PD alla camera (Civati ha vinto le primarie parlamentarie nel mio collegio) ma a furia di sentire Bersani continuamente "provarci" con Monti (in campagna elettorale, quindi ben dopo le primarie) ho deciso di spostarmi su SEL per senso di responsabilità. Moltissimi elettori di sinistra che conosco o con cui sono in contatto "on-line" però hanno sostenuto che anche un voto a SEL poteva trasformarsi in voto utile a un altro successivo governo Monti e si sono direzionati su Ingroia e Grillo, rimproverando a Vendola di non aver preso le distanze dal PD. Vendola ha pagato il proprio senso di responsabilità: del resto ha dimostrato di essere un uomo di governo, non un Bertinotti che da sindacalista non riusciva a concludere alcun accordo.
Inoltre il PD ha fatto altri errori: le liste elettorali non erano totalmente decise dalle parlamentarie, ma esisteva il "listino bloccato" che mi pare anacronistico nel momento in cui scegli di consultare i cittadini.
In Campania il PD e chi ha governato con esso ha generato un deficit notevole: senso di responsabilità vorrebbe a parer mio che gli tutti gli eletti del PD (&c) destinassero una consistente quota dei propri introiti alla Regione Campania in segno di... contrizione e ravvedimento operoso!
Corteggiare Monti durante gli ultimi giorni di campagna elettorale mentre costui riservava a IBC solo sonore mazzate sui denti non ha dimostrato un sufficiente amor proprio, senza contare che ormai tra il "popolo" Monti veniva visto come il vampiro di turno in un momento di grave crisi e sofferenza.
Su MPS il PD ha preferito sorvolare, negare, non trattare l'argomento quando perlomeno poteva far valere un sindaco di Siena che si è battuto contro il malaffare e la casta (bancaria in questo caso) lasciandoci politicamente le penne.

Su quanto scrive Manuela potrei anche essere d'accordo, senonché è sbagliato basarsi sull'età anagrafica dei nostri magnifici quattro o dei "top ten": è proprio il sistema bizantino e paludoso ad essere vetusto e rimarrebbe tale anche se ci fossero dei ventenni troppo abbagliati da se stessi (magari apologeti del "primo fascismo" o mentori ed emuli di Morfeo...)


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Re: La parabola di Bersani.

Messaggioda Manuela il 02/04/2013, 14:21

flaviomob ha scritto:Su quanto scrive Manuela potrei anche essere d'accordo, senonché è sbagliato basarsi sull'età anagrafica dei nostri magnifici quattro o dei "top ten": è proprio il sistema bizantino e paludoso ad essere vetusto e rimarrebbe tale anche se ci fossero dei ventenni troppo abbagliati da se stessi (magari apologeti del "primo fascismo" o mentori ed emuli di Morfeo...)



La sconfitta di Bersani, pur avendo molti motivi, non è scollegata dal senso del mio divertissement; ritengo che a una gran parte dell'elettorato, Bersani non sia semplicemente risultato credibile... da troppo tempo, in troppe diverse stagioni, è stato sulla scena, con troppi compagni di strada ha viaggiato. E questo vale anche per quella sinistra - quella che piace tanto a Vittorio, per intenderci :D - che troppe volte ha infranto, per coparbietà ideologica, i sogni di cambiamento dell'elettorato, e che, per questo risulta semplicemente vecchia.
E vengo a noi: tu hai ragione, naturalmente: il problema vero è la vetustà del sistema; ed è vero che non basta un rinnovamento generazionale, se non c'è un rinnovamento profondo di cultura politica (di esempi ne abbiamo tanti, no? non è necessario far nomi). E tuttavia sono questi uomini anziani a detenere il potere... e non a caso.
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